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Capitolo 13.

L'ora della festa sembrò arrivare in un batter d'occhio, la palestra era pronta ma soprattutto perfetta ed Erika poté permettersi un po' di respiro.
Si vestirono tutti e tre a casa di Miranda e la più entusiasta di tutti sembrava zia Fiona. Quando scesero le scale, la donna teneva in mano una macchina fotografica e insistette affinché si mettessero in posa. 

Zia Fiona aveva deciso di dedicare un'intera parete del salotto alle foto della nipote, dai primi passi, i primi giorni di scuola, le feste di compleanno, le cene con gli amici, quei due ragazzi da cui non si staccava praticamente mai. Erano quelle immagini che le raccontavano la sua storia, la sua vita, e che le permettevano di mantenere ricordi impressi nella memoria, almeno fino a quando la malattia glielo avrebbe permesso!
«Coraggio ragazzi, un bel sorriso per favore.» Disse incoraggiandoli ad essere allegri.
Erika aveva scelto dei costumi che richiamavano alcuni dei suoi film preferiti: Miranda sembrava una sposa cadavere molto realistica, Daniel un Freddy Krueger spaventoso mentre la strega indossava un lungo abito nero e stretto, l'elegante costume di una Morticia Addams meravigliosa.
Furono praticamente i primi ad arrivare, era quello che ci si aspettava dalla presidentessa del comitato studentesco ma per quella sera Miranda aveva un piano preciso per la sua amica.

Una volta aperte le porte e dato il via libera al dj, la Succuba la prese da parte e la guardò dritta negli occhi, «Voglio che tu ti diverta stasera.» Disse in tono suadente, lanciando ogni tanto qualche occhiata a Daniel poco distante da loro, «Pensa solo a ballare con lui, io non ho un accompagnatore e, non avendo un vestito stretto come il tuo, sono libera di correre avanti e indietro per la pista nel tentativo di fare le tue veci.»
Erika sgranò gli occhi, un po' per la sorpresa un po' per il terrore «Sei matta? Ci sono le bevande da sistemare e le luci da..»
Miranda le tappò la bocca con la mano e sbuffò seccata «Le luci da regolare, i calderoni da riempire con il ghiaccio secco, le bare e tutto il resto. So cosa devo fare, stai tranquilla e goditela ogni tanto!»

La strega avrebbe voluto controbattere ma in realtà era commossa. Miranda era disposta a sacrificare l'intera serata per permettere a lei e Daniel di trascorrere quello che, non ufficialmente, era il loro primissimo appuntamento. La strega le sorrise carica di gratitudine e abbracciandola forte raggiunse il ragazzo.
Era giusto compiere una buona azione, l'amicizia è un "dare e ricevere" e quei due le avevano salvato la vita qualche giorno prima, rinunciare a quella festa era il minimo che potesse fare.
Inoltre, quella esperienza le servì per calarsi completamente nei panni della strega e capire realmente che genere di fatiche c'erano dietro il ruolo di presidentessa!
Quando la palestra si riempì di studenti e insegnanti, la fatica maggiore fu accertarsi che le bevande sui tavoli non mancassero e che "la via degli orrori", una specie di percorso ad ostacoli organizzato fuori, non annoiasse le persone.

  
Miranda non si era fermata un secondo da quando era iniziata la festa e tutte le volte che le veniva voglia di urlare -irritata- contro qualcuno, le era sufficiente guardare la spensieratezza sui volti dei suoi amici per ricominciare a lavorare con rassegnazione. Era un sacrificio che faceva volentieri.
Quando non ci fu più bisogno di lei venne anche il suo turno di godersi la festa, anche se era talmente stanca che di ballare non ne voleva sapere. Qualcuno le porse un bicchiere pieno fino all'orlo di una strana bevanda verde, dall'odore era chiaro che fosse un po' corretta e quando mandò giù un sorso capì che doveva trattarsi di roba forte. Disgustata rinunciò anche a quello e si sedette in un angolo, rubando probabilmente la sedia di qualcuno.
Il sollievo si propagò per tutto il corpo e per i primi cinque minuti non esisteva nulla a parte la goduria di quel riposo.

  
La musica pulsava per tutta la palestra, accompagnata dai balli sfrenati degli studenti. Non si era resa conto di quanto fosse pesante l'aria fino a quel momento, e di quanto gli odori si mischiassero fra loro insinuandosi nelle sue narici, stordendo i suoi sensi.
Miranda provò a respirare lentamente e a fondo, come insegnavano i prof di educazione fisica ma quello che provò nel petto peggiorò soltanto.
Poteva sentire i cuori di tutti quegli studenti agitati, euforici, eccitati, e misto alla stanchezza creava un cocktail letale per una Succuba. Le mancava il respiro e sentì il sangue ribollirle nelle vene, mentre la gola cominciava ad inaridirsi.

  
Si era nutrita solo cinque giorni prima eppure sentiva nuovamente quella fame tipica da Incubo. Non poteva rischiare di rimanere in palestra e saltare al collo di qualcuno, doveva uscire da lì e una volta fuori decise di allontanarsi il più possibile, seduta nel parcheggio fino a quando quella brutta sensazione non fosse passata.
L'aria gelida le pizzicava la pelle ma non le dispiaceva, al contrario le dava sollievo e conforto; si sentiva a proprio agio lontana da occhi indiscreti e, certa che nessuno potesse vederla, lasciò che una fila di denti aguzzi venisse fuori.

Era una sensazione bellissima, come quando si massaggiano le gengive con un dito; poter essere se stessa è come quando ci si sbottona i jeans dopo un pasto da re.
Esitò ancora qualche istante, alla fine ritrasse i denti e tornò alla festa. 

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