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Capitolo 12.

I suoi occhi seguivano il gioco dell'amico ma quando incrociarono quelli di Sebastian notò che anche lui la stava guardando. Allora fece quello che faceva tutti i giorni da quando lo aveva conosciuto, sollevò una mano e lo salutò. L'incubo ricambiò e nel modo in cui la guardò un brivido le corse giù per la schiena. Quegli occhi chiari erano profondi e la fissarono intensamente, sembrava che le volessero scavare dentro e prendere qualcosa celato sotto la superficie.


Non poté fare a meno di distogliere lo sguardo, abbandonando quella sorta di gara a chi fissa più a lungo. Preferiva guardare la partita, tifare silenziosamente per Daniel e applaudire tutte le volte che faceva una schiacciata, quello in cui era più bravo.
Il gioco si faceva più intenso e competitivo ad ogni passaggio, dopo i primi cinque minuti parve evidente però che la vera sfida era esplosa solo fra Daniel e Sebastian, umano contro Incubo.
Miranda tratteneva il fiato ad ogni passaggio, ad ogni lancio di palla; gli altri giocatori sembravano essere stati declassati a delle semplici spalle mentre i due protagonisti si guardavano fissi, studiandosi a vicenda e cercando soprattutto di giocare lealmente, mettendo da parte ognuno le proprie speciali doti.

Quando il coach fischiò il fine partita la squadra di Daniel aveva vinto per una manciata di punti in più, battendo quella di Sebastian. L'Incubo tirò indietro la testa sconfitto, affondando le dita fra i capelli, essere battuto in gioco era una novità per lui.
Daniel, invece, si lasciò andare nei soliti gesti di esultanza tipici dei ragazzi, e alla fine corse dalle amiche con un largo sorriso soddisfatto sulle labbra.
«Avete visto che roba?» Il suo entusiasmo rischiava di fargli esplodere il cuore che batteva all'impazzata.
«Dovresti sederti o ti verrà un infarto!» Gli suggerì Miranda unendosi alla sua euforia, «Tenere testa a Sebastian è stato da folli, lui ha una resistenza di gran lunga superiore.» Per ovvi motivi pensò. Cedette il suo posto all'amico e allontanandosi fece poi ritorno con una bottiglia d'acqua fresca. Si fermò a qualche passo dai suoi amici, notando che era stata Erika, alla fine, a provvedere alla sete dell'atleta.

I due stavano parlottando fra loro e sembravano impegnati a voler mantenere la discrezione, Miranda vide però Daniel sorridere, arrossire e annuire di gusto. Qualcosa le suggerì che, finalmente, la strega lo aveva invitato al ballo e il solo pensiero le rubò un sorriso.
Tornò sui suoi passi, decisa a lasciarli soli in quel momento di festeggiamenti e, quando si voltò, Sebastian era proprio lì accanto.
«E' per me quella?» Indicò la bottiglia che la ragazza teneva fra le mani.
Miranda scosse la testa «Ad essere sincera era per Daniel, lui ha vinto la partita!»
L'incubo non poté fare a meno di sorridere, gli piaceva il sarcasmo di Miranda anche quando era pungente «Sembra che a lui ci abbia pensato qualcun altro.»

La ragazza gli porse la bottiglia e scrollò le spalle «Tienila pure, dimenticavo di dover saldare un debito con te.»
«Non vorrei sembrarti troppo ingordo ma credo che il tuo debito ammonti a qualcosina più di questa.»
«Ad esempio?»
Sebastian mandò giù un lungo sorso e si sentì subito meglio, lui non era lontanamente stanco come lo era Daniel, al contrario sembrava piuttosto riposato ma non rispose alla domanda di Miranda. «Sei stata tu a dipingere quella?» Indicò l'enorme luna poggiata al muro, pronta per essere appesa al soffitto una volta che la palestra si fosse svuotata.
«Sì, ho aiutato Erika con le decorazioni.»
«Complimenti, sei davvero molto brava.»
Quel complimento scatenò una specie di reazione a catena, Miranda cominciò a sentire i palmi delle mani sudare e un lieve calore sulle guance, non era abituata a certe gentilezze. «Grazie.» Rispose ma era più un'espressione di sorpresa che altro.
«Mi sembra di capire che sarai alla festa stasera.»

«Tu no?» Gli chiese con un sopracciglio sollevato, quel genere di serate erano praticamente degli eventi imperdibili per la maggior parte degli studenti.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, cominciando a giocherellare con il tappo della bottiglia «A dire il vero avevo altri progetti.» Ammise in tono mesto, si sentiva in colpa e non ne comprendeva nemmeno la ragione «Anche nella mia vecchia scuola ci sarà una festa, pensavo di raggiungere i miei amici.»
"Allora anche tu hai degli amici!?" Avrebbe voluto rispondere la ragazza ma tenne quella battuta infelice per sé, limitandosi a scrollare le spalle.
«Beh ti auguro una buona serata allora, di che sarai vestito?»
«Non lo so ancora, magari da dracula! Tu?»
«Non ne ho idea.» Rispose Miranda con un sospiro «Di solito è Erika che pensa ai costumi, io eseguo e basta.»

In quel momento l'imbarazzo fu palpabile e pesante, vi fu una lieve pausa che non venne colmata da nulla, fino a quando uno dei compagni di squadra del ragazzo lo chiamò. «Beh ci si vede.» La salutò cominciando ad indietreggiare «Divertiti stasera e sta lontana dai guai.»
Miranda lo vide andar via e continuò a chiedersi perché continuava a sentire addosso quella strana sensazione. Forse era a causa del modo in cui la guardava Sebastian, non era colpa sua ma di quegli occhi indagatori e curiosi.



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