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Capitolo 11.

Miranda era riuscita a recuperare le forze in pochissimo tempo. Il veleno del divoratore era rimasto in circolo nel suo corpo a lungo e in altre circostanze la guarigione sarebbe stata molto più veloce, ma di certo non poteva lamentarsi. In appena ventiquattro ore si era rimessa in piedi, i dolori erano scomparsi e la vita era ricominciata dal punto esatto in cui si era interrotta, da scuola.

Si erano susseguite lezioni, compiti in classe, aveva finalmente iniziato il corso di pittura creativa e aveva persino rivisto Sebastian. Si era chiesta spesso come avrebbe dovuto comportarsi con lui dopo quella disavventura ma in realtà era stato il ragazzo a risolvere il suo dilemma, aveva semplicemente cominciato a salutarla tutte le volte che la incrociava nei corridoi o nel cortile.
Era incredibile il potere racchiuso nella parola "ciao", risolveva un sacco di inutili questioni!
La scuola aveva portato con sé qualcosa di più e non solo gli impegni. La fine del mese di ottobre era ormai alle porte e con essa sarebbe arrivata anche la tanto attesa festa di halloween. Naturalmente era stata Erika ad organizzare ogni cosa nei minimi dettagli, aveva un comitato studentesco alle spalle ma lo sapevano tutti che "la donna di ferro" amava avere tutto sotto controllo, senza mai lasciare spazio agli altri. Alla fine condivideva sempre i meriti con i propri collaboratori ma, ormai, erano così abituati al fatto che fosse lei ad occuparsi di tutto che non la aiutavano nemmeno, ecco perché Erika coinvolgeva Miranda.

La Succuba odiava quel genere di cose, le feste le piacevano ma la parte in cui si organizzavano era noiosa, ma non poteva dire di no. Quell'anno Erika le aveva chiesto di occuparsi dei disegni e da allora non faceva altro che chiudersi in palestra con i suoi colori.
La strega aveva deciso di ricreare un ambiente buio e spaventoso, simile alla pancia di una inquietante caverna. Aveva ricoperto il soffitto di immense stalattiti di cartapesta e anche se mancavano ancora la maggior parte degli addobbi, Miranda sapeva che sarebbe stata indubbiamente perfetta. Lei personalmente si era occupata di disegnare e dipingere una gigantesca luna piena da appendere da qualche parte, non sapeva ancora bene dove, a quello ci avrebbe pensato Erika naturalmente!
La strega correva avanti e indietro per l'intera palestra, nella quale sembrava essere appena esplosa una bomba. C'erano striscioni ovunque, pezzi di ragnatele giganti, calderoni dentro i quali avrebbero dovuto mettere il ghiaccio secco e un paio di bare finte messe in un angolo.
La palestra sarebbe stata pronta quella sera stessa ma non potevano buttare fuori la squadra di basket nel bel mezzo di una partita.

Erika raggiunse l'amica, inginocchiata in un angolo ad osservare la sua opera d'arte. Ne stava controllando i dettagli, doveva essere perfetta se voleva evitare di essere sgridata.
«Quel cratere lunare non è abbastanza scuro.» La voce della strega, alle sue spalle, le sembrò una sorta di mostruosità.
La Succuba finse di sobbalzare e la guardò in cagnesco, «Smettila o rischi un esaurimento nervoso.» Le disse con un pizzico di rimprovero nella voce «E' una festa, lo scopo è quello di divertirsi e tu non stai facendo nessuno sforzo per essere divertente!»
La strega le sedette accanto, le ginocchia rannicchiate al petto e gli occhi sul centro esatto della palestra «Come faccio a divertirmi se non è pronto ancora nulla?! La festa è stasera e sarà un disastro, verrò buttata fuori dal comitato studentesco e del mio fallimento parleranno persino le generazioni successive!»
Miranda sollevò gli occhi al cielo, non sopportava quelle inutili tragedie! «Tutte le volte che organizzi una festa dici che sarà un fiasco ma poi si rivela sempre un gran successo, perciò sta tranquilla.» la rassicurò «E non dimenticare che sei una strega, in caso di fiasco potresti fare un incantesimo e cancellare la memoria a tutti!»

Erika fece un lungo sospiro e curvò le spalle, l'amica aveva ragione, non c'era motivo di preoccuparsi inutilmente. «Hai già invitato qualcuno?» Le chiese poi cambiando discorso.
Non aveva idea del perché di quella tradizione ma, ogni anno, alla festa di halloween erano le ragazze ad invitare i ragazzi. Puntualmente nella scuola esplodeva il caos, i corridoi sembravano trasformarsi in una giungla selvaggia e la caccia aveva inizio! Era la prova che le donne ci sapevano fare molto più degli uomini ma anche che la competizione arrivava alle stelle. «Non credo che inviterò qualcuno.» Ammise la Succuba mettendo da parte i pennelli per qualche minuto «Anche se, questa mattina, Anthony Bounder mi ha chiesto se mi andava di invitarlo.»
«E tu che hai detto?»
Miranda non rispose nemmeno. Lanciò un'occhiata ai ragazzi che giocavano a basket, il suono delle loro scarpe sul parquet era stridulo ma portava con sé qualcosa di ipnotico.

C'era Sebastian fra loro ma lei guardava Daniel. I due ragazzi giocavano uno contro l'altro e la squadra dell'umano era in vantaggio. Daniel era un vero campione, era veloce e marcava stretto tutti gli avversari, alti o bassi che fossero non importava.
«E tu a chi hai invitato?» Forse era stato proprio vedere l'amico sul campo che le aveva fatto sorgere quella domanda spontanea.


Erika impiegò tutte le sue forze per non arrossire e ci riuscì, ma Miranda aveva un udito da predatore e aveva sentito chiaramente il picco che aveva avuto il battito del suo cuore.
«Io organizzo la festa, non ho il tempo di invitare qualcuno.»
«Se non hai il tempo potresti chiederlo a Daniel, è proprio lì.» Il tono incalzante di Miranda lanciò la prima stilettata ma la strega non parve risentirne.
«Daniel è un amico.» Replicò Erika con il solito tono gelido, stava innalzando quell'ostinato scudo protettivo, quel bozzolo in cui si rifugiava continuamente.
«Non devi certo giustificarti con me, è anche amico mio.» Continuò la Succuba, con calma e determinazione «Dico solo che è anche un bel ragazzo, guarda come guizzano quei muscoli sotto la maglietta.»
La strega si voltò a guardarla con la bocca semi aperta, scioccata e furibonda «La vuoi smettere per favore?»
«Di fare cosa? Ti volevo solo far notare che ci sono tante altre ragazze pronte ad invitarlo fuori, non solo per questa festa.»
«Che lo facciano pure! Daniel è libero di uscire con chi vuole.»
«Anche tu lo sei. Anche tu sei libera di poter scegliere di stare con lui.» La parole di Miranda erano mirate, ben scelte, e la guardò con gli occhi grandi e severi «Smettila di importi assurde regole. Non è possibile che tu ti costringa a stare lontana dal ragazzo che ti piace solo perché hai deciso di credere ad una regola assurda e meschina: streghe e umani non possono stare insieme, e dove sta scritto?»

Erika fece per aprire bocca e replicare ma Miranda fu più veloce «E non ti azzardare a dirmi che tu non provi nulla per Daniel perché lo so che ti piace, e tu piaci a lui, ed io sono stanca di stare nel mezzo!»
La Succuba cominciò a giocherellare con il pennello, cercò di togliere più colore possibile dalle setole e lo usò come ferma capelli. Non voleva forzare Erika, sapeva che se tirava troppo la corda si sarebbe spezzata e a quel punto la strega si sarebbe rifugiata nel suo bozzolo.
Ecco perché non disse più nulla, tornando a guardare la partita.

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