Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

II


Calla si era svegliata i sobbalzo, quando la macchina aveva inchiodato.

Era ancora un po' frastornata per il risveglio improvviso, stentava a tenere gli occhi aperti, che sembravano bruciare per la forte luce dei fari nella notte.

Il padre era sceso velocemente dalla macchina e si era fermato a parlar con degli uomini.

La macchina era ferma sul ciglio di una strada che Callanon conosceva.

 Delle palazzine sembravano chiudere quella strada in un' abbraccio metallico, freddo.

Alcune finestre illuminate davano un po' di vita ad alcuni palazzi, mentre altri erano completamente inghiottiti dal buio più profondo.

Era proprio verso uno di quei palazzi che sembravano scure bare confinate nella cemento, che la madre stava portando la figlia.

Le stringeva la mano sudata tanto forte che quei poté spezzarla:

-Mi fai male, mamma.

-Scusa.

Aveva un tono strano, quasi come quando veniva picchiata e questo fece preoccupare Calla :

-Mamma stai bene?

A quel punto lei aveva smesso di correre e si era voltata, inginocchiandosi davanti alla bambina, le aveva preso il volto tra le mani, scostando le ciocche di capelli biondo cenere dagli occhietti verdi.

Calla aveva sempre amato il suo aspetto, ogni volta che si specchiava nel vetro sporco della finestra, diceva di essere una principessa, sognava di esserelo.

-Sì, io sto bene, tu?

-Sì mama, ho solo un po' sete.

Invece no, non stava bene, aveva mal di testa e la gola secca, saranno state ore che era in auto.

Però la madre le era sembrata stranamente preoccupata e premurosa, confronto a quando erano partiti, quindi non voleva turbarla di nuovo.

-Dopo bevi.

La madre si era alzata e aveva ricominciato a camminare, verso un grosso portiere d'acciaio, simile a quello del garage abbandonato in cui a volte la madre incontrava i suoi amici.

Il padre gesticolava con le forti braccia e aveva uno sguardo severo mentre parlava con un'uomo altrettanto turbato.

Calla lo guardava mentre appoggiava sul cruscotto della macchina un grosso borsone nero.

La sua attenzione fu catturata dal rumore secco dello sbatterete del portone.

La madre portò Calla dentro, la baciò sulla fronte e uscì, richiudendo la porta dietro di sé.

Ora Calla era là, sola, abbaiata dalla luce della lampada appesa al soffitto, il pavimento era cemento, niente mattonelle né tantomeno parchet, le pareti grigie erano coperte qua e là da scritte.

La bambina non poté far almeno di gridare, invano in cerca della madre.Le sue grida echeggiavano nell'ombra di quello che sembrava un garage, ma che per lei rappresentava una scatola, da cui apparentemente, non c'era via d'uscita.






Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro