6 - Edoardo
Provo un moto di gratitudine, quando, salita la gradinata di marmo sul retro del locale ed entrata nell'appartamento dell'uomo, vengo investita da un piacevole calore e da una potente zaffata di odore di pane, di focaccia e dolci appena sfornati. Con ogni probabilità anche la signora di casa è in grado di preparare prodotti da forno.
«Benvenuta a casa» mi accoglie l'uomo, indicando il salotto dall'aspetto antico in cui siamo appena entrati. Ogni pezzo del mobilio, a partire dal lampadario a campana sul soffitto, agli stipi di legno e al tavolo, ha un'aria vintage, quasi datata; eppure, ai miei occhi ha il suo fascino.
«Margherita, vieni, abbiamo un'ospite a casa, stasera!» esclama l'uomo, affacciandosi allo stipite della porta della cucina ed esortando, con alcuni gesti della mano, sua moglie a uscire dalla stanza immersa nel tepore del forno acceso.
«Chi, Antonio?» domanda la donna, strofinando le mani macchiate di blu sul grembiule bianco identico a quello di suo marito e lo supera, per poi entrare nel salotto e scrutarmi con i suoi occhi azzurri. Si scosta una ciocca sfuggita dalla crocchia di capelli scuri dal volto rosso per via della calura e le sue labbra piene si incurvano in un sorriso gentile.
«È una nuova cliente del mio locale. Si chiama Sol e si è persa, perché è arrivata qui da poco e non conosce la città. Non sa come tornare indietro e non volevo lasciarle percorrere da sola le strade del paese vecchio a quest'ora della sera. Ti dispiace se, almeno per oggi, resta con noi?» chiede l'uomo, intrecciando la mano a quella della sua compagna.
«Non c'è nessun problema, Tonio» risponde, guardandolo negli occhi con espressione serena. Non sembra affatto preoccupata dalla mia presenza e lo dimostrano i lineamenti rilassati del viso e la complicità negli occhi di entrambi. Nonostante si stiano a malapena sfiorando sento l'amore che li lega e la stima reciproca. Mi volto, ma non perché scene così mi diano fastidio, ma perché mi pare di rovinare, con il mio solo guardarli, un momento intimo, privato e io non voglio intaccare quell'atmosfera così carica di affetto.
«Allora, vado a preparare il resto della cena» afferma Antonio, cercando di prendere il posto della moglie, ma lei glielo impedisce brandendo il cucchiaio di legno davanti a lui come se fosse un'arma, però non lo fa con cattiveria.
«No, resta con lei» replica la moglie, indicandomi con un cenno del capo. «D'altronde, manca poco. Tra non molto avrò finito di preparare la cena. Spero solo che alla nostra turista piacciano i nostri piatti.»
«Di qualunque cosa si tratti, sono sicura che sarà buonissimo» mormoro, un po' per scacciare via l'imbarazzo e un po' per sciogliere la tensione. Non so come comportarmi con loro, cosa raccontare, anche perché non li conosco ancora. Per la prima volta da quando sono arrivata, avverto l'istinto di fuggire, ancora, ma lo sguardo del mio salvatore mi ancora nel punto in cui sono. Sembra voler dirmi: "Anche se tu volessi andare via, dove credi di poterti rifugiare?"
«Questo è lo spirito giusto» asserisce l'uomo con aria pensierosa. «Ora, però, vieni con me. Ti faccio vedere dov'è la tua stanza nel frattempo che mia moglie finisce di cucinare. Non voglio intralciare il suo lavoro.»
Mi scorta in giro per i corridoi stretti e macchiati di umido della sua casa, ma d'altro canto accoglienti e colmi di foto che ritraggono i due coniugi in luoghi assolati o su una vetta, con in mano un paio di scii. Passando per uno degli androni mi è sembrato di vedere persino la foto di un bimbo molto piccolo, oltre a quella del loro matrimonio, ma non mi azzardo a chiedere nulla al riguardo della prima, specie dopo lo sguardo triste gettato dall'uomo in quella direzione durante il tragitto.
«Ecco, questa è la tua stanza» asserisce, aprendo una porta scura e io entro al suo interno, soffermandomi più volte con lo sguardo sui libri per bambini sparsi in ogni dove, sui disegni dai tratti infantili appesi ai muri, sulle scatole di colori disseminate ovunque e su un nome maschile impresso a caratteri blu e minuscoli sul muro: Edoardo.
Mi volto verso di lui per chiedere chi fosse, ma le parole restano bloccate in gola quando vedo il sorriso amaro sul suo viso, per cui mi affretto a richiudere la bocca e a ringraziarlo, nella speranza di arginare qualunque pensiero triste stia percorrendo la sua mente. Se avesse voluto raccontarmi qualcosa al riguardo lo avrebbe già fatto e io non me la sento di forzarlo, di infilare il dito nella piaga nonostante la curiosità.
«Tonio!» lo chiama la moglie e lui si riscuote dalle sue riflessioni; dopodiché, mi invita a seguirlo a tavola, dove la padrona di casa ha già poggiato i suoi manicaretti. Non sono sicura di cosa si tratti, però afferro il cucchiaio e inizio a mangiare la mia pasta, contornata da foglioline verdi messe assieme come se fossero parte di un impasto.
«Sono orecchiette con le cime di rapa» spiega Margherita, visto il mio sguardo interrogativo. «Ti piacciono?»
«Sono buone» affermo e lo penso davvero. Non avevo mai assaggiato un piatto simile, nemmeno a casa di Nunzia e, forse, nemmeno nella mia vita precedente, qualunque essa fosse. Altrimenti, avrei ricordato un sapore così buono.
«A Edoardo piacevano tanto» sussurra Margherita, divenendo all'improvviso triste e stringendosi nelle spalle. Guarda in alto, verso il soffitto, in direzione della lampada come se quella potesse darle una risposta.
«Chi è Edoardo?» domando con il tono più cauto possibile. Temo di star toccando un tasto delicato, ma sento il bisogno di sapere, di comprendere l'inspiegabile dolore sui loro visi. Non posso restare qui e far finta di nulla, rimanere indifferente alle loro pene.
«Era nostro figlio» afferma Antonio con voce strozzata. E quell'era, per me, acquisisce un solo significato: quel bambino dai capelli ricci e scuri nella foto non c'è più.
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Nel progetto iniziale, ovvero quando ho pensato per la prima volta alla trama nella sua totalità, devo confessare che non avevo aggiunto Antonio, né Margherita e nemmeno la storia di Edoardo, però, quando sono arrivata a questo punto, ho sentito quasi la necessità di farlo, scoprendone solo dopo il perché. E' stata un'idea improvvisa e spero, più avanti, che possa piacervi!
In tutto ciò, aspetto i vostri pareri su queste nuove figure e sul capitolo in sé.
Buona lettura e buon fine settimana, ragazzi! :*
Maria xxx
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