Capitolo 7
Ero sempre più perplessa.
Spostai lo sguardo alternandolo da Elian al carillon 《Elian io... io davvero non capisco》cercai di ragionare ma mi era difficile crederci. Una parte di me era ancora rimasta al fatto che la magia fosse solo nelle fiabe.
Elian in risposta applicò un po' di pressione sul centro del bocciolo.
Subito dopo sentì una fitta al petto che mi fece ansimare per qualche secondo.
《Tu e il carillon siete legati da una magia alquanto complessa. Se il carillon si danneggia tu ti ferisci. Credo che il legame si sia attivato nel momento in cui il tuo sangue è venuto in contatto con esso》mi spiegò a bassa voce guardandomi dritto negli occhi 《È diventato il tuo cuore mentre ora tu sei il contenitore della sua magia o comunque puoi usufruirne in qualche modo.》
《Quindi se si rompesse del tutto...》iniziai a dire totalmente tesa. Ora la mia vita dipendeva da quell'oggetto.
Era assolutamente folle e assurdo.
Volevo rifiutarmi di crederci ma la fitta che avevo provato era reale.
《Non si può aggiustare? O eliminare questo legame?》chiesi poi speranzosa ma Elian non disse ciò che avrei voluto.
《È una magia antica e potente che da anni non viene praticata. Inoltre avere legami con gli oggetti incantati ormai è ritenuto troppo rischioso quindi quasi nessuno ormai conosce bene questo tipo di situazioni ma...》Elian si fece pensieroso 《Mi sembra di aver sentito da Damien che una volta aveva incontrato un Costruttore.
Sono degli artigiani millenari che costruiscono gli oggetti e li rendono incantati. In genere hanno una grande conoscenza di ogni rito e incantesimo.》si alzò dalla poltrona mentre io afferravo il carillon mettendolo in una tasca nascosta del vestito.
Mi prese per mano avvolgendomi nelle ombre quando uscimmo dalla biblioteca e ci dirigemmo verso un'ala dell'edificio più popolata.
Ormai era passata qualche ora da quando eravamo andati in biblioteca e il palazzo era pregno di voci e rumori.
Nonostante la folla Elian non mi perse mai di vista e mi tenne sempre la mano.
Io la strinsi con decisione e lo seguì per quello che per lui era un percorso che conosceva a memoria.
Arrivammo di fronte ad una porta nera con una D dorata sopra.
Il soldato bussò due volte prima di poter udire un "Avanti".
Damien era seduto al centro di una stanza dietro una scrivania riccamente decorata con alte pile di documenti.
C'era un'ampia libreria sulla sinistra e sulla destra altri mobili di legno scuro con dettagli in oro e argento.
Eravamo in quello che sembrava a tutti gli effetti un ufficio.
《Elian》pronunciò con un tono caloroso《Cosa ti porta qui?》gli chiese con tranquillità 《Hai scoperto qualcosa sull'umana?》
In risposta mi lasciò la mano permettendogli di vedermi 《Sì, in effetti sì e mi servirebbe il tuo aiuto》fu la sua risposta mentre Damien mi scrutava attentamente.
Indietreggiai di un passo, memore di ciò che era successo l'ultima volta.
Mi sentivo tesa sotto il suo sguardo ma era troppo distratto dal racconto di Elian per prestarmi la sua attenzione.
Tamburellava distrattamente le dita sulla scrivania facendo tintinnare gli anelli che aveva sulla mano destra.
Notai ad un certo punto che tutta la stanza era avvolta dalle ombre ma stavolta non sembrava Elian a comandarle.
Era Damien.
Le faceva muovere e avvolgere le pareti attraverso dei gesti brevi delle mani.
《Cosa...?》un'ombra, simile ad un bambino nell'altezza e nell'aspetto, si distaccò dalle altre e mi fece un baciamano.
Non sapevo se essere più stupita o inquieta.
Mi ritrovai con una reale macedonia di frutta tra le mani 《P-per me?》balbettai con incertezza e l'ombra bambino annuì.
Non sapevo se potessi fidarmi.
Mi voltai verso Elian e Damien con perplessità palese tanto che quest'ultimo ammorbidì l'espressione seria 《Tranquilla, non è avvelenata. Stamattina non hai fatto colazione e ora stai diventando una specie di ospite a quanto pare.》mormorò 《Sedetevi pure》ci fece accomodare l'uno accanto all'altra su due poltrone in velluto grigio di fronte alla scrivania.
Guardai Elian che mi fece un cenno, come ad esortarmi.
Solo a quel punto iniziai a mangiare con timidezza.
Loro distolsero lo sguardo riprendendo il discorso 《Quindi dovreste rintracciare il Costruttore giusto? L' ultima volta che l'ho visto era nella Città di Natrax, la capitale del regno Xartan, ma non so se sia ancora lì》mormorò pensieroso.
Elian lo guardò sbuffando 《Spero non sia rimasto lì, non amo particolarmente il regno del fuoco e gli Xartani》incrociò le braccia al petto.
Damien lo guardò ridendo sotto i baffi 《A me non dispiace per niente l'animo pieno di ardore di quel regno, ho avuto il piacere di incontrare alcune ragazze di quel posto molto interessanti》fece un sorrisino ammiccando 《Sei tu che fai sempre il musone》lo prese in giro.
Elian gli scoccò un'occhiata torva 《Non sei tu quello che veniva spiato continuamente, che doveva subirsi tentativi d'approccio imbarazzanti in pubblico e a cui tentavano di rubare indumenti》borbottò infastidito accavallando le gambe l'una sull'altra.
Damien ridacchiò leggermente 《È da apprezzare il coraggio e l'audacia che hanno nel provarci con te》fece scherzosamente, beccandosi un pugno su un braccio.
Trattenni un sorriso divertito anch'io, mi sarebbe piaciuto vedere Elian in imbarazzo. Non sembrava facile che qualcosa lo turbasse.
《Comunque》riprese Damien un'aria più seria dando fine al momento di leggerezza《dato che ormai i regni hanno delle barriere protettive che impediscono di arrivarci con la magia dovrai fare un bel po' di strada. Che hai intenzione di fare?》chiese ad Elian
《Non ci sono molte alternative, affiderò le truppe al mio vice e porterò lei dal Costruttore per risolvere il problema. Viaggeremo sotto copertura. Con il clima complicato che si sta creando non è saggio che si sappia in giro che un'umana è riuscita ad arrivare nel nostro continente. Se i ribelli sapessero una cosa del genere non sappiamo come agirebbero.》affermò con decisione e prontezza Elian, come se avesse già pensato ad un piano e a varie opzioni.
《Se vi scoprissero sarebbe un problema anche per il nostro regno, saremmo sospettati di collaborare con i ribelli. Devo indire una riunione ufficiale con mio padre e gli altri due Domini per approvare il tuo piano o altre alternative che ti avevo già suggerito》il ragazzo dagli occhi blu guardò Elian e me pensieroso.
Ricordai le opzioni e rabbrividì stringendo i pugni.
Se la mia esistenza in quel posto gli dava così tanti problemi come stavo apprendendo, avevo poche possibilità di essere risparmiata.
Il cuore mi iniziò a battere nel petto velocemente per la paura di un'eventualità simile.
《Ovviamente il regno di Bereos è sempre molto fortunato quando si tratta di problemi》fece Damien con sarcasmo quando il suo sguardo si posò su di me.
Mi sentii a disagio e giocherellai con le mie dita ma sostenni il suo sguardo 《Non ho scelto io di essere qui. È successo e basta.》mormorai facendogli roteare gli occhi borbottando un "seccatura"
Elian osservò lo scambio con Damien, guardando quest'ultimo con un sopracciglio inarcato e un tono di rimprovero 《Non serve a nulla mortificarla Damien. Lo sai perfettamente anche tu, come sai anche che il mio piano potrebbe funzionare senza ricorrere a riunioni snervanti》mormorò sembrando abbastanza seccato dalla prospettiva.
Damien sospirò profondamente e gli mise una mano sulla spalla 《Se potessi ti eviterei incontri spiacevoli con mio padre ma devo. Non posso permettermi passi falsi se voglio succederlo e ho tante responsabilità, capisci vero?》
Elian sospirò profondamente e si portò una mano tra i capelli scompigliandoli per il nervosismo.
Sembrava avvilito.
Lo guardai ,non sapendo cosa aspettarmi ormai, e lui ricambiò l'occhiata prima di riportare lo sguardo su Damien 《Tutto questo è assurdo, ho sempre agito nel migliore dei modi. Pensare che dovrò stare a sentire quei tre e i continui tentativi di tuo padre di umiliarmi mi fanno venire il nervoso.》
Damien annuì con consapevolezza, probabilmente aveva assistito a parecchie di quelle riunioni e scene.
Non pensavo che fosse possibile una cosa simile, credevo che Elian fosse una figura che tutti rispettassero e invece questa era novità.
Esisteva qualcuno che lo detestava evidentemente.
Il padre di Damien, per qualche ragione a me ignota, provava spesso a metterlo in cattiva luce.
Ad un certo punto sentì bussare alla porta e fui svelta a poggiare una mano su quella di Elian che me la strinse con prontezza.
Damien, al contrario di quanto mi aspettassi, fece dissolvere le ombre e aprì la porta.
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