Capitolo 6
Catturata da mille pensieri e domande non mi ero accorta di un particolare.
Stavo stringendo qualcosa tra le mie braccia.
Non era il cuscino.
Inconsciamente mi ero mossa durante il sogno e ora mi trovavo addosso ad Elian, precisamente con le gambe intorno al suo bacino e il viso nell'incavo del suo collo.
La posizione mi ricordava un po' la me bambina, con la differenza che ora non c'era il Cavaliere d'Ombre ad accogliermi.
Ero paralizzata e speravo con tutto il mio cuore che dormisse ancora, prima che potesse scoprire quel disastro.
Dopo qualche minuto trovai il coraggio di spostare il viso e, con movimenti cauti, le gambe dal suo bacino.
Restavano solo le braccia.
Con la stessa attenzione di prima le tolsi, liberando il suo petto dalla mia stretta e mi sollevai ritrovandomi con le ginocchia piegate contro il materasso.
Ora dovevo solo spostarmi, o almeno erano queste le mie attenzioni, prima di notare che lui mi stava guardando con un sopracciglio inarcato e un mezzo sorrisino.
Si mise le braccia sotto la testa 《Stavi tentando di sedurmi per salvarti la pelle?》il suo tono non era troppo gelido, anzi calmo, ma nascondeva un divertimento che riuscì a cogliere nonostante tutto.
Dal canto mio diventai rossa come un pomodoro 《Assolutamente no! No!》scossì la testa 《Io...io volevo solo scendere dal letto》
La sua risposta arrivò subito 《Potevi scendere dal tuo lato》al ché rimasi in silenzio. Non sapevo come giustificarmi ancora.
《Lo sai che sei una pessima bugiarda e hai un peso vero?》aggiunse poi, con la voce ancora roca e impastata dal sonno, mettendosi seduto. Si passò una mano tra i capelli scompigliati e mi guardò.
Eravamo vicini ora 《Sentivo anche il tuo respiro contro la pelle》aggiunse a bassa voce, sussurrandomi ciò all'orecchio come se fosse un segreto.
Rabbrividì e pensai di morire per la vergogna.
Avevo abbracciato il mio potenziale nemico e assassino, il mio torturatore.
Lui si allontanò e mi fece un mezzo sorrisino prima di darmi le spalle, per vestirsi.
Al momento la tortura era mettermi in imbarazzo e direi che gli piaceva parecchio questo nuovo hobby.
Quando fu nella sua solita uniforme nera assunse l'aspetto composto e serio di sempre 《Ho deciso che stamattina farò delle ricerche in biblioteca e, dato che non mi fido a lasciarti da sola, verrai con me.》affermò poi con tranquillità.
Non avrei avuto possibilità di ribattere in ogni caso. Non era una richiesta.
Schioccò le dita e vidi delle ombre strisciare sul pavimento per poi raggiungere il letto accanto a me.
Io mi irrigidì quando si formò una bruma nera che mi avvolse per qualche minuto.
Restai col fiato sospeso aspettandomi che comparissero delle manette o catene ma mi ritrovai invece avvolta semplicemente da un bel abito a maniche lunghe con una scollatura a V.
Era nero fino alla vita mentre la gonna sfumava gradualmente dal nero al blu fino ad arrivare ad un pervinca chiaro sulla fine, che coincideva al punto delle ginocchia.
Ai piedi avevo dei tronchetti neri.
Nessun tipo di catena o altra limitazione.
《Meglio che girare col pigiama no?》mormorò lui dandomi una veloce occhiata, incurante del mio stupore.
Mi toccavo insistentemente il tessuto cercando di realizzare che fosse reale.
Era tutto perfettamente della mia taglia.
Gli sorrisi, a mò di ringraziamento.
Lui mi fece un cenno silenzioso e mi invitò con la mano a seguirlo fuori dalla stanza.
Uscimmo e restai qualche passo dietro di lui, stregata dalla bellezza di quel posto. Mi aspettavo un luogo tetro e spaventoso ma mi sbagliavo.
La struttura del palazzo in cui ci trovavamo era sviluppata in altezza.
Gli archi a sesto acuto e le volte ogivali erano gli elementi tipici.
Si era portati a guardare in alto sentendosi piccoli di fronte a tanta imponenza e agli affreschi che mostravano un vero e proprio cielo notturno in cui vi erano le stelle con tutte le costellazioni, conosciute e non, tanto da rimanerne a bocca aperta.
Avanzando capii che era sapientemente realizzato il vero e proprio universo, non solo gli astri principali.
Sembrava reale per quanto fosse affascinante.
Abbassando lo sguardo invece vi erano delle vetrate le cui lastre rappresentavano tutte le fasi lunari.
Ero così stregata che mi ero fermata ad osservare tutto con meraviglia.
Mi avvicinai ad una vetrata a notare i dettagli, la grande cura con cui ognuna mostrava la luna.
《È così bello!》mormorai tra me e me, dimenticandomi di Elian.
Il ragazzo mi si avvicinò da dietro e vidi il suo riflesso col mio 《Già, hai ragione ragazzina》accennò un sorriso leggero 《Andiamo ora, prima che che arrivino gli altri abitanti del palazzo》
Annuì e mi misi al suo fianco.
In effetti non avevo visto ancora nessuno, doveva essere presto.
Dopo aver sceso delle scale ampie che collegavano i diversi piani, seguì Elian fino ad arrivare di fronte ad una porta in cui vi era un mosaico del sole insieme alla luna.
Varcata la soglia rimasi a bocca aperta di fronte all'enorme biblioteca su più piani che si potevano raggiungere mediante delle scale a chiocciola.
Al centro della biblioteca c'era un enorme globo su cui erano rappresentate tutte le figure delle costellazioni che luccicavano, rendendo impossibile non notarle.
Anche stavolta rimasi catturata tanto da non notare due uomini venire verso la nostra direzione.
Elian mi aveva già afferrato la mano con decisione e le ombre ci avvolsero rendendosi più dense intorno a me.
《Elian》fecero un cenno i due che non mi diedero nemmeno un'occhiata, come se fossi invisibile.
Successe lo stesso con un altro paio di persone, rendendomi conto che davvero nessuno mi vedeva né sentiva.
《È questo che sei in grado di fare?》gli chiesi quando ci fermammo vicino alla sezione che voleva raggiungere Elian.
《Già, ora sei una semplice ombra che nessuno può sentire né vedere tranne me》mi spiegò prima di tirare fuori dalla tasca il mio carillon.
Lo poggiò sul tavolo 《Per farti tornare a casa e assicurarci che non torni dobbiamo capire cosa sia questo》lo indicò sedendosi.
Lo imitaì e alcuni libri, fino a pochi secondi prima negli scaffali, si materializzarono davanti a noi.
Cominciammo a cercare tra i libri che parlavano di oggetti incantati.
Sfogliai alcune pagine che parlavano di alcuni carillon ma non trovai nulla che somigliasse al mio.
Più passava il tempo però, più mi accorgevo di sentire un bruciore crescente all'altezza della spalla sinistra.
Il fastidio era così vivo che feci una smorfia, cosa che non sfuggì ad Elian 《Cos'hai?》mi chiese studiandomi attentamente.
《La spalla mi fa male》ammisi toccandomi quella sinistra istintivamente.
Elian allora si alzò, non capì subito le sue intenzioni, ma con un gesto secco mi scoprì la spalla rivelando quello che sembrasse un tatuaggio: una serratura con una fresia sbocciata dai petali bianchi. Risaltavano sulla mia pelle olivastra in modo evidente.
Le linee erano arrossate e, quando mi sfiorò con l'indice la fresia, emisi un piccolo gemito 《Ahi》
Anche il braccio si era riempito di lividi.
Lui mi sistemò il vestito e si risedette guardando sempre con attenzione il carillon in silenzio. Lo prese di nuovo tra le mani.
《Elian》mormorai confusa notando che non aveva ancora detto nulla 《Cosa significa? Perché non parli?》scossi leggermente il ragazzo che puntò il suo sguardo dorato nel mio.
Sospirò profondamente 《Non credevo che si potessero ancora fare cose del genere ma dovevo capirlo dalle gocce di sangue sui petali》
《Elian spiegati meglio》dissi preoccupata non avendo idea di cosa intendesse.
Lui mi guardò e con tono serissimo pronunciò 《Hai un legame di sangue con il carillon. È il tuo cuore adesso, letteralmente》
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