Capitolo 4
Sentivo la testa scoppiare e il mondo che mi girava intorno come una trottola.
Sbattei le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco dove mi trovavo.
Il pavimento di un nero lucido su cui ero seduta rifletteva la mia espressione disorientata. La camera in cui mi trovavo poteva perfettamente essere quella di una reggia per quanto fosse lussuosa. Era tutto sulle tonalità del nero perlopiù: il letto ampio, dalla testiera ricoperta di velluto e con tanti cuscini, i comodini, l'armadio gigantesco.
Mi passai una mano sul viso per spostare i capelli che mi coprivano in parte per poi alzare lo sguardo quando una voce maschile esclamò《Che sta succedendo?!》
Solo a quel punto notai i due giovani uomini di fronte a me, nessuno dei due doveva superare i 25 anni. Quello leggermente più basso indossava abiti eleganti dalle stoffe pregiate: giacca in velluto blu scuro, pantaloni della stessa tonalità e camicia nera che fasciava a fatica il petto ampio.
Gli occhi che mi squadravano erano di un blu gelido ed incornicivano un volto dai lineamenti decisi e squadrati, i capelli corti invece erano di una tonalità che ricordava la più oscura delle notti.
《Allora? Lei chi è? La conosci Elian?》si avvicinò a me di qualche passo e mi indicò come se fossi il simbolo dell'inizio di una tragedia.
L' altro ragazzo, Elian appunto, mantenne una postura rigida nella sua divisa militare totalmente nera che avvolgeva ogni parte del suo corpo duramente formato dall'allenamento: dalle braccia muscolose e il petto ampio fino alle gambe slanciate.
Il suo sguardo ambrato era tagliente e così penetrante da non riuscire a reggerlo per più di una decina di secondi.
Gli unici tocchi di colore erano alcune medaglie che aveva sul petto, probabili riconoscimenti dei suoi numerosi successi.
Si passò una mano tra i capelli lunghi, gli arrivavano fino alle spalle, ed erano scuri ma non abbastanza da nascondere delle ciocche dorate che risaltarono quando li raccolse con un codino.
Il suo sguardo ambrato sembrava oro fuso ed era meno gelido, ma anche lui aveva i tratti decisi e taglienti.
《Non ho idea di cosa sia appena successo Damien》rispose dopo avermi dato un'occhiata 《Non capisco come sia finita qui》
Damien guardò me e lui, sembravano parlare come io non ci fossi.
《Di certo non mi addosserò io questo problema, la camera è tua e lei è finita proprio qui. Hai due soluzioni per non finire nei guai: la ammazzi adesso oppure la spedisci in prigione》mormorò ad Elian scrollando le spalle con lieve disinteresse.
Puntò poi i suoi occhi su di me quando pronunciò la parte finale, studiando i miei lineamenti.
Nonostante la paura mi invadesse decisi che non mi sarei mostrata come un agnellino che aspettava di essere sbranato 《Chi siete voi per poter fare una cosa del genere?! Non osate toccarmi nemmeno con un dito!》
Cercai di usare il tono più freddo e impassibile che possedevo, mostrarmi forte e combattiva.
Mi alzai tenendomi a distanza da loro, nel mio campo visivo notai una spada di legno e l'afferrai come se fosse un'arma letale.
Elian trattenne un sorrisino, che durò giusto poco, mentre Damien scoppiò a ridere divertito 《Davvero credi di poterci far del male con una spada di legno?》mi rivolse adesso la parola con tono tagliente ma pacato. Lo sguardo era gelido per la provocazione.
Damien accorciò le distanze tra noi con pochi passi e quando provai a colpirlo con la spada la bloccò prima che lo sfiorasse, tirandola e gettandola poi via《Sai almeno dove ti trovi piccola intrusa? Come hai fatto ad arrivare qui?》
Io rimasi in silenzio.
《Rispondimi》ordinò Damien poi con tono autoritario prendendomi le guance con una mano 《Sei una spia?》mi chiese ancora, ormai privo di pazienza, e mi bloccò contro una delle pareti col suo corpo.
Era così vicino da poter percepire il turgore del mio petto contro la stoffa della giacca.
Il cuore mi tamburellava a mille nel petto e scossi la testa 《No, non so dove sono e non so di cosa tu stia parlando》dissi stringendo i pugni fino a lasciarmi i segni sulla pelle con le unghie per impedirmi di andare nel panico
《Dieci minuti fa ero nella mia stanza e ora non so perché ma sono arrivata qui》
《Perché dovrei crederti?》ringhiò a quel punto tenendomi contro la parete.
Dalle guance passò a sfiorare col pollice il mio collo prima di avvolgerlo con la mano 《Sei piombata qui proprio quando il mio soldato mi stava facendo rapporto. Sei una piccola umana insulsa, come avresti il potere di varcare le barriere magiche ed essere qui se non con l'aiuto dei ribelli?》mi ringhiò ancora contro facendo pressione, quasi soffocandomi.
Sentivo ogni angolo del suo corpo per quanto mi premesse con forza contro il muro, impedendomi ogni movimento.
Barriere magiche? Ribelli? Non ne sapevo nulla ma Damien mi stava terrorizzando.
Non risposi nulla e lui sembrò alzare una mano per schiaffeggiarmi. Stava per colpirmi.
Strinsi gli occhi e aspettai l'impatto ma non arrivò mai.
Quando li riaprì il pugno di Damien era bloccato dalla mano di Eliàn 《Damien》pronunciò il suo nome con fermezza 《Dà un'occhiata a questo》fece con tono serio passandogli il mio carillon.
Solo in quel momento mi accorsi di aver trattenuto il respiro.
Damien mi lasciò senza tante cerimonie rigirandosi l'oggetto tra le mani: alla fresia mancava un petalo e un paio erano macchiati ancora dal mio sangue.
Elian gli lasciò uno sguardo eloquente che non capì.
Damien si avvicinò e, con mia sorpresa, gli diede una pacca con la spalla con fare affettuoso per poi guardarlo dritto negli occhi 《Non deludermi Elian, sai già quanto rischiamo. Occupati di questa faccenda con discrezione.》
Aveva perso quell'aria feroce che aveva assunto poco prima e c'era affetto e rispetto tra loro due, cosa che era chiara anche ad un'estranea come me.
Elian a quel punto accennò un sorriso leggero e scosse la testa 《Tranquillo, tu bada a non fare stronzate Dam》mormorò riprendendosi il mio carillon.
Una volta che Damien si lasciò la porta alle spalle Elian ed io restammo soli.
《Allora vuoi dirmi come sei arrivata qui?》incrociò le braccia al petto mentre aveva la schiena poggiata al muro《Sei fortunata che non ti abbia torturata e spedita dritta nelle prigioni, è preferibile la morte.》
La sua voce profonda era calma e impassibile, come se stessimo facendo una normale chiacchierata e non parlando di una mia eventuale morte.
《Te l'ho già detto: non lo so. Per quanto mi riguarda potresti essere anche tu stesso ad avermi rapita》risposi a quel punto con nervosismo.
La sua calma mi irritava.
Sembrava che niente potesse smuoverlo o scalfirlo.
《Io rapire te?》fece roteando gli occhi, la considerava un'assurdità 《E cosa me ne dovrei fare di te? Non sei una guerriera né hai dei poteri, almeno per quanto ne sappia al momento》scoccò un'occhiata al mio carillon.
《Se vuoi tornare a casa viva dovrai fidarti di me e raccontarmi tutto ciò che sai, specialmente sul tuo carillon.》
Mi stava chiedendo di fidarmi di una persona che sarebbe pronta ad uccidermi, se ne rendeva conto?
In risposta gli voltai le spalle, non sapendo ancora cosa fare.
Mi sembrava tutto maledettamente assurdo.
Eliàn sospirò profondamente ma non sembrava pronto a demordere e mosse dei passi fino a raggiungere il globo poggiato sulla scrivania.
Io ero seduta contro una parete, le gambe strette al petto e lo guardavo di sottecchi.
Prese il globo e me lo mise davanti, era una rappresentazione della Terra come tutte le altre a prima vista.
《Guarda bene e conta i continenti, rispetto a quello che pensi tu ce n'è uno in più verso est. È colorato di viola vedi? Questo è "l'Occhio di Rheia". È qui che ti trovi e, se non ti decidi, presto morirai anche qui.》mormorò con voce calma ma al tempo stesso duro.
Con lentezza mi avvicinai al globo, sfiorai il materiale liscio con l'indice fino a tracciare la linea che dava una distanza di quel continente dalla mia patria ed era davvero tanta.
Il pensiero mi spaventò, come avrei fatto a tornare a casa da quel continente che nessuno conosceva? Nessuno avrebbe potuto salvarmi.
Gli occhi mi si fecero lucidi e presto una lacrima sporcò il vetro dei miei occhiali. Cercai di pulirli alla meglio.
《Smettila di piagnucolare, non ti salverà》mormorò con tono duro mentre se ne stava sdraiato sul letto a leggere un libro. Non aveva spostato nemmeno lo sguardo per guardarmi eppure aveva notato che stessi piangendo.
Poteva tranquillamente essere più pericoloso di Damien, in fondo aveva sicuramente una preparazione militare accurata e dubitavo che avesse avuto quelle medaglie per delle banali risse vinte.
Pensai al fatto che Damien sembrava inoltre fidarsi molto di lui quindi sicuramente era una persona importante.
Mi aveva salvata ma chissà cosa mi avrebbe chiesto in cambio.
《Tu non ti trovi nella mia situazione, non puoi capire!》risposi irritata, mi veniva da detestarlo per quanto mi risultasse un saccente presuntuoso.
Peccato che fosse davvero la mia unica speranza.
《Per ora dovresti ringraziarmi e pensare che respiri ancora》mi fece notare con la stessa impassibilità di prima mentre abbassava il libro 《Inoltre mi pare che tu sia in un luogo coperto, pulito e, se sarai abbastanza furba, anche sicuro quindi non hai molto da lamentarti. Potresti essere morta a quest'ora o in mezzo alle feci dei tuoi compagni di cella e non scendo nei dettagli ma, in confronto alla loro accoglienza, ti sto trattando come una principessa》concluse riprendendo a leggere il libro.
Sospirai anche se non volevo riconoscere che avesse ragione.
Chiusi gli occhi e regolarizzai il respiro ancora un po' rotto.
In seguito cominciai a parlare delle ultime due ore, evitando di dargli troppi dettagli.
Finito il racconto di ciò che sapevo lui si passò una mano tra i capelli.
Solo in quel momento mi accorsi che la luce nella stanza si era affievolita e intorno a me c'erano delle ombre fumose che si riflettevano sulle pareti e sul pavimento.
Erano dense e sembravano quasi delle nuvole.
《Se le tue parole sono sincere sei più ignorante di ciò che pensassi, cosa che ti mette ancora più a rischio qua dentro. Ascoltami bene, non uscire da qui se non sei con me e se entra qualcuno nasconditi chiaro? Qui gli umani non sono ben accetti, anzi... se pensi che Damien sia stato cattivo con te non immagini quanto possano esserlo gli altri.》
Non capivo perché fossero così tanto odiati gli umani e, cosa ancora più importante, nemmeno cosa fossero Elian e Damien.
Sembravano all'apparenza dei ragazzi normali, nessun tratto troppo insolito.
Non sapevo ancora quanto mi sbagliassi.
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