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Capitolo 29

Il clangore delle spade che si scontravano fu tutto ciò che udimmo una volta che io ed Elian ci avvicinammo.
Astreia stava combattendo con una spada degli uomini con una maschera rossa che gli copriva totalmente il viso.
In nero vi erano i simboli di tutti gli elementi naturali corrispondenti ai regni: il sole, la luna, l'acqua, il fuoco, l'aria e la terra.
L' unica cosa che si poteva distinguere del loro volto erano gli occhi e le forme dei loro corpi.
Damien era corso ad aiutarla insieme alle sue ombre, che nel frattempo avevano preso delle sembianze umane per combattere.
Erano almeno una ventina.

Elian mi diede uno sguardo veloce ma non esitò più di qualche secondo a immischiarsi per aiutare e così imitai il suo esempio.
Iniziai a combattere mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti schivando un paio di colpi dell'uomo di fronte a me, poi feci una finta riuscendo a pugnalarlo con forza nello stomaco tanto da farlo piegare.

《LILY!》Una voce femminile mi stava chiamando e il tono di voce sembrava disperato. Mi voltai guardandomi intorno finché non vidi qualcosa che mi fece paralizzare.
La mia amica Noemi era proprio lì, di fronte a me con una spada puntata alla gola.
Non riuscivo a credere di come fosse possibile ma era davvero lì, in piedi con i vestiti un po' strappati e qualche graffio a tracciarle le braccia cioccolato.
Aveva mani e piedi legati da una corda.
Cercava di dimenarsi ma non riusciva a sfuggire alla presa del omone dietro di lei
Mi ricordava me appena poco tempo prima e un flash mi riportò proprio alla scena che aveva vissuto facendomi gelare il sangue.
L' uomo aveva infatti anche un'aria vagamente familiare col suo corpo imponente e, quando parlò, ne ebbi la conferma.
Era lo stesso che mi aveva aggredita alla locanda, non avevo nemmeno bisogno di vederlo in viso
《Lily, Lily, Lily. Che piacere rivederci così presto!》disse lui con aria beffarda 《Ti piace la sorpresa?》indicò con un cenno della testa la mia amica mentre la sua voce tuonante ebbe il potere di fermare anche la battaglia intorno a noi.

《Tu sei l'uomo della locanda》mormorai stringendo i pugni 《Cosa vuoi da me? Non so neppure chi tu sia》i miei occhi si posarono sulla figura di Noemi ed istintivamente toccai la spada per sfoderarla.

《Non ti conviene》mi avvertì lui con un'occhiataccia. Premette di più la lama sul collo della mora, provocandole una piccola ferita 《se ci tieni a lei meglio non provocarmi》mormorò per poi togliersi con tranquillità la maschera 《Io sono Ubel, braccio destro del capo dell'organizzazione dei ribelli "Gli Omega". Con noi questo mondo avrà una fine e un nuovo inizio, libero dalle regole dei presunti "puri" e tu non sei semplicemente una meticcia o Elian di Eresbo, il traditore della sua gente, non si sarebbe scomodato a farti da guardia》guardò questa volta Elian che lo fulminava con lo sguardo.

《Sospettavo che quella aggressione non fosse casuale ma abbi almeno il coraggio di presentarti con la tua vera faccia Ubel》rispose studiandolo e così davvero l'uomo cambiò il suo viso presentando delle grosse cicatrici che gli attraversavano il viso da lato a lato. Aveva gli occhi color carbone e i capelli rasati in contrasto con la barba folta
《L' hai avvicinata solo perché volevi capire bene chi o cosa fosse. Hai recitato tutto il tempo》continuò Elian.

《Già》ammise Ubel senza tanti giri di parole 《le voci corrono e non solo tu hai le tue spie Elian. Quella ragazza ha sicuramente qualcosa di speciale e l'odore di un'umana》mi fece un sorrisino agghiacciante 《potrebbe essere ciò che cerchiamo e non esiteremo a fare di tutto per averla. Non vuoi salvare la tua amichetta?》si rivolse infine a me.

《Non l'avrai》mormorò Elian con una decisione solenne mettendosi davanti a me e spingendomi con una mano
《Non permetterei neanche ad una divinità di portarla via da me, figurati uno stupido come te e i suoi piani assurdi》sputò lui con una risata e notai che le sue mani stavano cominciando a diventare nere.
Le sue ombre sul terreno sembravano camminare furtivamente intorno a Ubel e disegnare un percorso che partiva proprio dai miei piedi.

《Con i nostri "stupidi" piani metteremo fine ai Domini e al loro potere, agli umani e alla loro superbia. Elimineremo tutti i problemi di questo pianeta》ribatté con freddezza Ubel guardando Elian con disprezzo 《Smettila di fare il cagnolino dalla parte sbagliata e unisciti a noi》affermò infine.

Io avanzai di un passo, spostandomi lentamente.
Ubel era concentrato su Elian che, parlando, lo distraeva. Mi guardai intorno e sembrava che tutti avessero gli occhi puntati sui due tanto da non far caso a me.
Ad un certo punto vidi un'altra me dietro Elian, un'ombra davvero somigliante.
Stupita, notai Damien farmi un occhiolino veloce. Era accerchiato da circa quattro uomini, così come Astreia.

《Se c'è un cagnolino qui, quello sei tu. Senza il tuo capo dubito che avresti molti piani da organizzare, con i neuroni che ti ritrovi!》ribatté Elian beffardo, provocandolo tanto da farlo andare su tutte le furie e lasciare che Noemi caddesse a terra.
Avanzò verso di lui deciso a colpirlo con la sua spada ma Elian sembra giocare con lui, schivava e lo provocava 《Tutto qui?》

Era la mia occasione.
Mi avvicinai accelerando il passo e mi chinai verso Noemi.
Lei percepii il mio tocco e fece per allontanarsi ma la fermai 《Sono Lily》sussurrai a bassa voce.
Sembrò capire, così afferrai uno dei miei pugnali e tagliai le corde che le impedivano di muoversi.
《Ma come...?》iniziò a chiedermi lei ma non avevamo tempo per le domande 《Noemi ti spiegherò tutto ma non ora》le sussurrai nonostante morissi anch'io dalla voglia di farle tante domande.
Mi sembrava che fosse passato un secolo dall'ultima volta che l'avevo vista.

Le afferrai una mano e la strinsi cercando di spostarci in poco tempo dal campo visivo della maggior parte dei presenti.
Procedemmo caute finché Noemi non inciampò per sbaglio su una pietra, cadendomi così addosso con un tonfo.
Nel farlo mi aveva spostata dalla scia del potere di Elian ed ero tornata di nuovo visibile.
Nel panico tentai di alzarmi con velocità insieme a Noemi ma era troppo tardi e ci avevano già viste.
Qualcuno tra gli Omega si voltò con rapidità vedendo entrambe e urlò 《LA RAGAZZA E L'OSTAGGIO STANNO SCAPPANDO!》

A quel punto anche Ubel si voltò verso di noi capendo solo in quel momento il piano di Elian che avevo capito già ormai da tempo.
Non erano servite parole tra noi. 《PRENDETELE STOLTI!》esclamò con furia mentre cercavo di far alzare la mia amica.
Subito cercai di ragionare in fretta ma da una parte non volevo lasciare i miei amici in balia di quei tizi dalle teorie folli.
Fu Damien però a spronarmi mentre riprendeva a combattere con le sue ombre 《VAI, NON PREOCCUPARTI PER NOI!》gli sentì dire e così feci, sperando con tutta me stessa che se la cavassero.
In fondo anche loro erano diventati importanti e non mi sarei mai perdonata se gli fosse accaduto qualcosa per colpa mia.
Sentivo che ormai mi ero abituata all'impetuosità di Damien e alla dolcezza di Astreia, che si erano fatti spazio nella mia anima insieme a quell'enigma dagli occhi dorati.

《Lily mi fa male la caviglia, non riesco a camminare》Gemette la mora distraendomi dai miei pensieri.
L' unica cosa che tentai di fare in quel momento fu allora di farla appoggiare a me e sostenerla il più possibile, anche se non avevo molta forza.
L' adrenalina mi aiutò a correre almeno fino ai cavalli senza risentire troppo dello sforzo.

Demon era irrequieto e sbatté più volte gli zoccoli a terra quando mi vide tanto da sbuffare e dimenarsi.
Nonostante ciò, mi avvicinai cauta e gli sfiorai il muso 《Demon sono io, tranquillo》gli diedi una carezza e in risposta lui si calmò, bloccandosi.
《Sali Noemi》cercai di spingerla mentre Demon stranamente sbuffava, malgrado le mie rassicurazioni.
Probabilmente la situazione gli metteva più nervosismo di quanto mi aspettassi.

La mora annuì e con una spinta si ritrovò sulla schiena di Demon.
Poco dopo mi misi seduta dietro di lei prendendo le redini.
Diedi un colpetto al frisone e partimmo spediti ma non resistetti all'impulso di voltarmi a guardare.
Ogni soldato appartenente ai ribelli sembrava essere impazzito: alcuni si tenevano la testa, altri piangevano e tremavano chinati ai suoi piedi.
Tutti erano immersi in una nube gigantesca e nera, tranne Astreia e Damien alle spalle di Elian, il quale a sua volta era avvolto da un'aura tanto sinistra quanto gelida come se fosse un mantello indossato con grande familiarità, gli occhi brillanti come stelle e le mani ormai nere e fumose.

La scena si fece man mano più piccola, il vento fece sì che i miei capelli sferzassero il mio viso ma quel che mi colpì furono le urla sempre più disperate in lontananza provocate da qualcuno a cui era bastato usare lo sguardo per punire.

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