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Capitolo 15

La totale oscurità dominava la Foresta Spezzanime.
Faticavo ad abituarmi alle tenebre e la sensazione di non poter vedere chiaramente ciò che era intorno a me faceva crescere la mia ansia.
Cosa nascondeva quel buio che ci avvolgeva?
Mi tornò alla mente il ricordo della notte prima che finissi a Bereos, quando avevo visto un mostro con gli occhi rossi, due file di denti aguzzi e gli artigli affilati che mi puntavano.
Ebbi un brivido a quella visione.

Tutto taceva, compreso il nostro gruppo. Fin troppo.
Il silenzio era così opprimente che mi pareva di soffocare nella sua stretta.
Ci comparve davanti una nuvola grigia e luminosa che illuminò per pochi secondi il nostro percorso come se fosse una fiamma ardente. Una folata di vento ci avvolse.
Alla fine tutto cessò e l'oscurità tornò a farci da compagna.
Sentì una sensazione strana al petto, come una fitta, e non sentì più il rumore degli zoccoli tranne quelli di Demon.
《Elian? Astreia?》chiamai ma nessuno dei due rispose.
Mi voltai percependo un'assenza di calore e nemmeno Damien era più seduto dietro di me, era scomparso.
Solo Demon era con me.
Gli accarezzai la folta criniera lentamente e tentai di non farmi prendere dal panico di essere rimasta da sola lì in mezzo.
Gli diedi un colpetto con i talloni e lui si avviò procedendo avanti.
《Damien? Elian? Astreia?》alzai di più il tono sperando di trovare uno di loro.
Nessuno di loro mi rispose.

Vagai ancora da sola per un po' prima che i miei sensi avvertissero qualcosa.
Erano delle voci confuse, mi voltai in giro e sembravano provenire da tutte le direzioni.
Si fecero sempre più nitide col passare del tempo finché dei sussurri furono ben comprensibili
《Sei così debole》
《Sei senza speranze, una nullità》
《Non vali niente, sei un'incapace. Nessuno ti vorrà mai, tutti ti evitano perché te lo meriti.》
《Sei un insetto da schiacciare!》
《Non sarai mai abbastanza per nessuno, rassegnati!》
《Stupida!》
《Cosa potrebbe fare una piccola creatura come te?》
《Sei inutile!》
《Resta nella tua stanza, tu non capisci niente!》
《Ubbidisci e sta zitta!》
《Sei una delusione Lily!》
《Sei uno spreco d'ossigeno》
《Sei solo una sfigata, stammi lontano》

Man mano stavano diventando urla tanto che dovetti coprirmi le orecchie con le mani per non ascoltare.
Le parole mi colpivano come frustate ma tentavo comunque di non prestare attenzione spronando Demon.
Erano tutte familiari e dolorose, pugnalate infilzate in tutto il corpo senza nessuna pietà.
Vidi alcune sagome trasparenti ma non abbastanza da non ricordarmi persone che mi avevano ferito, tra loro anche la mia stessa famiglia.
Ignorai con fatica la sofferenza che mi fece bagnare le guance ed avanzai ancora quando tre mostri si materializzarono davanti a noi, grossi e con gli occhi rossi, simili nella forma a quella dei serpenti ed uno di quelli lo era.
Gigantesco e somigliante ad un cobra.
Uno aveva la testa da pantera, il fisico umano e i denti a sciabola che gli fuoriscivano dal muso.
L' ultimo aveva la pelle squamosa e quelle che sembravano delle lame appuntite che gli spuntavano sulla schiena e sulle zampe.
L' unica parola che la mia mente riuscì a formulare è "Scappa" e così feci iniziando ad incitare il frisone
《Andiamo Demon! ANDIAMO!》gli dissi con la voce tremante per il terrore che mi divorava del tutto.
Tuttavia i tre mi avevano subito individuata senza alcuno sforzo e sfoderarono le loro espressioni più terrificanti, già macchiati di sangue sui denti aguzzi.
Bastò uno sguardo ed iniziarono ad inseguirmi come se ne valesse della loro vita.
Spronai Demon e corremmo via il più rapidamente possibile.
Non mi voltai indietro nemmeno un secondo, temevo di vedere che fossero troppo veloci e ci avessero raggiunti.
Guidai Demon al meglio che mi riuscì sperando di seminarli col cuore che mi batteva all'impazzata per l'agitazione.
Alcuni rami arrivarono a graffiarci la pelle, alcune foglie mi caddero tra i capelli. Gli alberi sembravano spettri con le bocche spalancate e gli occhi sgranati.
Davanti a me comparve una bambina, i capelli mossi che arrivano sulle spalle e l'espressione di tristezza dipinta sul viso.
《Demon fermo! Fermati!》tirai indietro le redini per farlo decelerare e non travolgerla ma persi l'equilibrio e rischiai di cadere.
Strinsi le dita intorno alla sua criniera con decisione e ciò mi aiutò a non perdere l'equilibrio del tutto nonostante lo sbalzo.
Avevo chiuso gli occhi.
Quando li riaprì sembrò che fossimo entrati in una sala dal pavimento grigio. Le pareti erano addobbate con dei palloncini colorati e c'era una scritta in cartoncino appesa in alto: "Buon compleanno principessa!".
C'era un tavolo apparecchiato e tante sedioline vuote. Solo quella a capo tavola era occupata.

Mi avvicinai con cautela e notai che ero io stessa da sola alla mia nona festa di compleanno.
Era stato preparato tutto ma nessuno dei miei compagni di classe era arrivato, ero rimasta sola.
La me bambina scoppiò a piangere a dirotto incolpandosi, pensando di avere qualche grave difetto o di comportarsi troppo male nonostante i tentativi.
Spontaneamente mi allungai per abbracciarla ma i suoi occhi che piangevano sangue mi fecero accapponare la pelle.
La bambina scomparve poco dopo con uno strillo acuto.

Era difficile non cedere al terrore.
Nel vento udì un sibilo sinistro "Sola...sola... sola! Sola e sbagliata! Resta con noi strana ragazza" Mi ricomparve una scena di me ragazzina che scalpitava per compiere le prime avventure ma alla fine era stata chiusa nella sua stanza, seduta in un angolino a coprire il rumore dei singhiozzi con una mano.
Notai mio fratello Enea, anzi il suo fantasma era più corretto, stringere la me quattordicenne in un abbraccio consolatorio. Le accarezzò i capelli e le sussurrò un "Mi dispiace"
Lei si dimenò e gli diede dei pugni singhiozzando《Lasciami stare, sei come loro. Non mi difendi mai.》sussurrò ed Enea tacque.
Era vero, ogni volta che discutevamo lui restava per la maggior parte del tempo in silenzio.
Non si era mai ribellato, non aveva mai combattuto per me e in quei momenti i suoi "mi dispiace" mi sembravano solo parole vuote, dette tanto per.
Avevo imparato a considerarle prive di significato quando le diceva in quei casi.
Se davvero fosse stato triste per me avrebbe cercato di rendermi felice o almeno di supportarmi ma non era successo. Mai.
Si può voler bene ad una persona anche se lasci che anneghi nella sua infelicità? Avevo i miei dubbi, però in altri momenti quando qualcuno mi faceva dispetti o avevo paura di stare da sola lui c'era stato in alcuni momenti.
Quando avevo la febbre passava ore accanto al mio letto a tenermi la mano, a preoccuparsi per me.
Nonostante detestassi alcuni suoi comportamenti non riuscivo ad odiarlo.
Magari ero davvero debole.

La sagoma di mio fratello sembrò accorgersi di me, lasciò la ragazzina e si avviò verso la mia direzione con passi lenti e misurati.
Era consapevole della mia presenza.
Trattenni il respiro e feci per allontanarmi con Demon ma in uno scatto mi fece cadere da cavallo con una forza disarmante, la borsa quasi schiacciata sotto di me mi fece sudare freddo.
Demon si imbizzarrì furioso e batté gli zoccoli sul terreno agitato mentre Enea, ormai sopra di me con tutto il suo peso, si ritrasformava nel mostro pantera.
Emisi un urlo per la paura di ritrovarmi faccia a faccia con lui.
Il cuore mi batteva nel petto come se fosse impazzito.
Il mostro ringhiò in una risata crudele 《Ah che stupida e ingenua mocciosa!》
Fece strisciare gli artigli sulle mie braccia facendomi gemere dal dolore per poi affondarli lentamente nel mio ventre.
Mi ribellai cercando di sfuggirgli ma era il triplo di me sia come peso che altezza.
Pensai di essere spacciata ormai, preda del mostro che mi stava addosso.
Era grosso e pieno di artigli e denti affilati che avrebbero potuto ridurmi a brandelli in pochi minuti.

Sentì nitrire e con la coda dell'occhio notai che anche quello dalla pelle squamosa si era manifestato saltando addosso a Demon.
Lui però non gliela dava vinta schiacciandolo e disarcionandolo, riuscendo a dare un potente calcio anche al mostro pantera durante il suo combattimento.
Bastò per darmi un po' di spazio per muovermi.
Non era finita, non sarei morta lì in quella foresta. Ebbi un moto di coraggio che mi spinse a guardarmi intorno cercando qualsiasi cosa mi potesse essere utile.
Afferrai due rami più appuntiti, poco distanti da me, e quando la bestia avvicinò la faccia per mordermi lo accecai facendogli emettere un ruggito furioso.
Balzò all'indietro ed io potei rialzarmi nonostante sentissi il corpo dolorante per le ferite sanguinanti.
Trattenni dei gemiti di dolore e approfittai dell'adrenalina che mi scorreva nelle vene per aiutare Demon a liberarsi dall'altra bestia che si era aggrappata al suo collo.
Presi due pietre e corsi verso la bestia squamosa urlando.
Lanciai le pietre con forza, una gli finì su una zampa e l'altra sul muso.
L' impatto fu abbastanza forte da fargli cedere la presa su Demon.
L' aveva ferito su un fianco, il sangue era iniziato a fuoriuscire provocando anche lo scorrere copioso delle mie lacrime.

Gli accarezzai il muso e lo guardai negli occhi 《Usciremo da qui Demon, te lo prometto. Non ti lascio.》
Lui mi strofinò il muso contro la guancia nonostante il suo sguardo mi trasmettesse il peso della ferita che aveva addosso.
《Ce la faremo》gli sussurrai tenendolo per le redini mentre camminavo a passo svelto al suo fianco.
Non avevo cuore di saltargli in groppa, nonostante fosse molto più veloce di me.
Lui fece un piccolo verso in risposta e camminò al mio ritmo.
Entrambi stavamo lasciando scie rosse sul nostro cammino ma non avevo il tempo di preoccuparmene.

Mi sforzai di tenere a bada la paura che mi martellava nel petto per pensare con abbastanza lucidità.
Mi tremavano le mani ma le strinsi e presi un respiro profondo.
Dovevo trovare un modo per uscire in fretta da lì o, almeno, trovare un rifugio per riposare per un momento.
Passò un tempo indefinito, non sapevo se fossero solo una buona quantità di minuti o più ma Demon si tese e io mi irrigidì quando notai grazie ad un fioco raggio di luce una grande ombra alle nostre spalle.

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