Prologo
«Che tu sia maledetto in eterno, Seth!» esclamò il giovane scagliando un flusso di energia contro lo zio, che schivò facilmente l'attacco del ragazzo.
Entrambi stavano fluttuando sulle teste degli uomini che, ignari di ciò che stava accadendo sopra di loro, continuavano la loro normale vita sulle sponde del Nilo.
Horus replicò l'attacco, ma ancora una volta l'altro dio evitò colpo senza alcun problema.
Il giovane ruggì di rabbia e si gettò in una lotta corpo a corpo contro Seth.
«Tuo padre ha avuto quel che si meritava!» rispose il dio più vecchio mentre tirava un pugno diretto al viso del nipote.
«Brutto bastardo! Sei stato tu a farlo ubriacare per ucciderlo e diventare il nuovo faraone» urlò Horus con tutto il fiato che aveva in gola «Non avresti dovuto osare tanto!».
A queste parole, Seth estrasse rapidamente il suo pugnale ondulato e trafisse un occhio del nipote, che dal dolore si accasciò a terra dopo una caduta rovinosa.
Seth volò fino al nipote e gli mostrò l'arma ancora insanguinata mentre pronunciava parole incomprensibili.
«Non farlo!» esclamò Horus con una mano sull'occhio ferito, tentando invano di sollevarsi da terra per fermare il malvagio.
Seth lo ignorò e disse ad alta voce «Che la tua ferita non si chiuda, che il tuo occhio non veda e che tu cada in un sonno senza fine!».
Una sfera di luce avvolse Horus e lo sollevò da terra mentre lui si dimenava frenetico. In pochi secondi il giovane perse conoscenza e ricadde pesantemente al suolo, mentre l'occhio continuava a sanguinare.
Seth gettò il pugnale a terra e, soddisfatto, si diresse velocemente a reclamare il potere su tutto l'Egitto.
Da una duna lì vicina, qualcuno stava aspettando il momento giusto per intervenire.
Accertatasi che Seth fosse scomparso all'orizzonte, una donna molto bella e piuttosto giovane si avvicinò cauta al corpo inanimato di Horus e si gettò in ginocchio in parte a lui.
«Figlio mio!» disse fra le lacrime «Non permetterò che un destino così crudele si possa abbattere su di te. Tuo padre dall'aldilà sta vegliando su di te»
Detto questo, la dea si alzò in piedi e pronunciò la sua benedizione «Che la tua ferita si chiuda, che il tuo occhio possa essere curato e che tu possa essere risvegliato. Di più non posso fare, figlio mio. Perdonami».
Un altro globo di luce avvolse il giovane dio e lo sollevò dolcemente, per poi scagliarlo lontano a gran velocità.
Il pugnale insanguinato emanò un forte bagliore e si trasformò in un piccolo oggetto di ferro a forma di occhio.
La dea lo raccolse da terra e lo baciò delicatamente, dicendo «Va' dove è giusto che sia e adempi alla tua funzione».
L'oggetto si disgregò in mille frammenti e scomparve dalla vista della donna.
Iside si allontanò di qualche passo dalla duna e, non vista da alcun essere umano, sparì anche lei in una nube di scintille.
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Ho finalmente pubblicato il prologo de "La Cercatrice di Iside"!
Ovviamente commentate, vi prego :D
Basta, non devo aggiungere altro :)
wingedangel89 sei contenta? XD
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