L'ora della vendetta
"Barbie e la magia di Pegaso" non è un gioco molto coinvolgente: la storia non ha senso sul piano emotivo. Michele sogghigna, capendo perché quel videogioco è stato dimenticato in un angolo della stanza di Sara. Sbadiglia, poi controlla l'orario.
2:59.
Fa una smorfia e spegne il gioco. La pagina sottostante è di un sito porno, se ne era quasi dimenticato e rimane a guardarla un po' prima di chiuderla: il video è in pausa su una biondina inginocchiata con delle corde che la stringono. Vedere la sua pelle che veniva torturata fino ad arrossarsi lo ha eccitato; ed è proprio dopo aver finito di guardarlo, che ha deciso di curiosare nella stanza di Sara. A scuola avrebbe consigliato il genere bdsm ai suoi amici, ma non a Luciano, è troppo perfettino e non ha voglia di ricevere critiche da quel Ken asessuato. Si alza, però il suo piede pesta qualcosa che slitta in avanti. Michele si gira un'ultima volta verso lo schermo mentre cade, giusto in tempo per vedere l'arrivo delle tre di notte. Per un momento, tutto si perde nell'incoscienza.
Quando apre gli occhi sente un senso di leggerezza dietro alla testa. Si raddrizza e, l'odore di plastica bruciata gli punge le narici. Si guarda intorno stranito, i mobili della stanza sono stati rimpiazzati. Controlla fuori dalla vecchia finestrella sotto cui si è risvegliato, ma dei passi pesanti lo fanno rannicchiare di nuovo. Cerca di calmarsi studiando ciò che ha intorno: un salotto composto da un camino finto, due sedie di plastica vicino a un tavolo e una lanterna a rischiarare tutto. Prende quest'ultima e, silenzioso, sale le scale. La lanterna illumina un corridoio, sorpassa un tavolino con sopra la testa di una bambola sbrodolina bollicine. Fissa la schiuma che le esce dalla bocca, ripensando a quando aveva premuto il cuscino sul viso di Sara: sente ancora la potenza provata in quel momento, nel vedere il suo corpicino dibattersi sotto di lui, l'erezione che premeva furiosamente contro i suoi pantaloni. La stessa bambola, era proprio di fianco a lei quella notte; la continua a guardare finché la schiuma non si tinge di rosso, solo a quel punto corre via.
Sguscia nella prima porticina che trova, per poi rendersi conto di essere finito al di fuori di quella casetta. Grida, lanciando via la lanterna, ma si blocca quando sente qualcuno guaire.
Un bambolotto con un coltello prende forma davanti a lui, a stento trattiene le risa quando la sua mente lo associa a Chucky la bambola assassina. Altri giocattoli deformi lo accerchiano e Michele prova una sensazione di déjà-vu.
In mezzo a loro, un ragno della stessa stazza di un lottatore di sumo si fa avanti. La cucitura del corpo si spacca rivelando una faccia umana. Con orrore, si rende conto che è proprio Sara. I giocattoli cominciano a dilaniare il corpo del ragazzo, sventrandolo.
«Qui, siamo noi a farti male.» dice Sara, prima che tutto ricominci da capo.
Nel frattempo, da qualche parte nella realtà, fuori da quell'inferno personale, il corpo di Michele si sta dissanguando.
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