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⚔️ 49.Tom ⚔️

di Alice_Alberti


Genere

Thriller/avventura/paranormale


Trama a cura di Alice_Alberti

E' freddo e vuoto il posto in cui Sana si risveglia cercando di ricordare quel che gli è accaduto. Guarda in alto e capisce di trovarsi nel pozzo abbandonato al confine con il bosco. Imprigionata a chilometri dalla città, Sana cercherà di uscire ma sarà tutto inutile. Forse Tom, un bambino di appena sei anni, l'unico ad avere scoperto dove si trova, l'aiuterà. Sana però non conosce la sua storia, con la quale presto dovrà fare i conti.


Intervista a cura di bertelli13

Prima domanda, a bruciapelo. Perché ti sei iscritt* agli HG auto infliggendoti la pena di dover sopportare per mesi gli strateghi?

Beh, volevo mettermi in gioco. Era la prima volta che partecipavo a questo tipo di contest e mi sono divertita parecchio. E poi gli strateghi non erano poi così malaccio 😂.


Perché hai scelto Tom e non un altro personaggio dei tuoi scritti, come tributo da far partecipare?

Tom era, ed è, il mio personaggio preferito tra le storie che ho scritto. Poi è un bambino che messo nel contesto degli HG speravo incuriosisse ed emozionasse di più rispetto ad altri miei personaggi. Immaginare una persona così piccola e ancora non in grado di sopportare l'arena mi ha spinto a mettere in gioco me stessa, non avevo le idee ben chiare quando l'ho iscritto.


Hai dovuto guardare o riguardare il film o l'avevi già visto? Hai avuto momenti di difficoltà creativa?

Il film lo avevo già visto molte volte, in più avevo da poco finito il libro quindi, come facevo a non iscrivermi? Ho amato la serie e visto che il genere rispecchia i miei gusti non ho avuto particolari difficoltà. Più che altro man mano che i round andavano avanti e in qualche modo miracoloso riuscivo a passare, avevo la paura di non fare abbastanza. Ho avuto molta indecisione sull'ultima one-shot, l'avrò riletta quindici volte.


Qual è stata la parte più difficile per te e per Tom durante gli Hunger Games?

La parte più difficile... credo che la prima one-shot ci abbia messo alla prova. Avevo paura di cadere, come un po' è successo, sulle stesse abilità di Peeta nel libro. Ovviamente Tom non poteva fare colpo sugli strateghi usando le armi e l'unica cosa che mi è venuta in mente è stata la mimetizzazione.

Un'altra parte credo sia stata l'attesa dei risultati per il decreto dei quattro finalisti. Più che difficile piena di ansia e speranze da parte mia, Tom era, ancora per il momento, salvo.


Finita questa esperienza, cosa ti è rimasto? Ti ha ispirato una nuova storia, una nuova psicologia del tuo personaggio Tom che magari hai approfondito sotto aspetti diversi, che non pensavi avresti affrontato?

Penso che ora approfondirò molto di più la psicologia di Tom, poveretto ne ha passate fin troppe. Avevo già in programma una revisione della storia originale e questo contest mi ha aiutata moltissimo a creare un Tom molto più maturo e trasformato rispetto a prima.


Parlaci un po' di "Il pozzo", la tua storia che ha Tom come protagonista.

Il pozzo è una storia che ho scritto circa un anno fa. Racconta di Sana, una ragazza che precipita in un pozzo e deve riuscire ad uscire prima di morire per il freddo e la fame. E chi incontra? Tom un bambino che, apparentemente per sbaglio, scova quel posto abbandonato e la tiene in vita mentre cerca un modo per tirarla fuori. Ma qualcosa va storto perché una strana presenza terrorizza Sana e dopo qualche giorno inizia a prendersela anche con Tom, il quale sembra incredulo, spiazzato. Quell'essere conosceva lui e lui conosceva quell'essere dal quale non si sarebbe mai aspettato tanta malignità.

Questa più o meno è la trama. In questa storia ci sono molti miei aspetti rappresentati nei personaggi e poi è la prima storia che ho pubblicato su Wattpad ed è particolarmente importante per me.


Se hai un ultima cosa da dire, Tom, fallo adesso, o taci per sempre😂 che io ho finito, a forza di farti domande mi si è seccata la gola e ho giusto un po' di sete...

Anche Tom ha finito direi, ringrazia per averlo tenuto in vita per quasi tutti gli HG😂. Io ringrazio per la bella esperienza!


One shot scritta da Alice_Alberti

Pubblicata anche nel suo profilo con il titolo: Hunger Games // one-shot.


La voce roca dell'altoparlante rimbomba nella stanza "Il tributo distretto 8 può entrare." La porta metallica si apre con uno schiocco e uno sbuffo d'aria si infila oltre la fessura. Tom appoggia le dita sulla maniglia e la osserva inclinarsi di lato. Una grande sala si apre davanti a lui, le pareti grigie e imponenti lo opprimono facendolo sentire ancora più piccolo. Il suo sguardo risale verso il centro della stanza dove giace immobile un groviglio di armi, per lui, inutilizzabili. Sobbalza mentre la voglia di scappare gli solletica le gambe.

Qualcuno ride e Tom si accorge del balcone sopraelevato che ospita gli strateghi. Schiamazzano, bevono, mangiano e nessuno lo guarda.

'Credono tutti che morirò' pensa il bambino, osservando la catasta di lame lucenti. È inutile prenderle in mano, avrebbe fatto la figura dello stupido. Così, senza pensarci troppo, si dirige alla postazione di mimetizzazione. I colori sparsi sul tavolo emanano un odore acrilico, la sabbia ha conquistato parte della superficie, lasciando in un mucchio scomposto rami e foglie. Un grumo di oggetti abbandonati a loro stessi con l'unico scopo di prendere polvere.

Qualcuno sposta gli occhi distratto, seguendo l'onda delle bollicine dello champagne. Ma ancora nessuna attenzione per Tom che inizia a studiare le sfumature grigie delle pareti. Il metallo tetro muta in un bianco lucente quando urta il bagliore dei neon e diventa più scuro all'ombra delle armi affilate. Tom afferra un pennello e, senza guardarsi il braccio, inizia a disegnare piccole onde sulla pelle. Si era esercitato per tre giorni in quella pratica, mentre gli altri armeggiavano strumenti esplosivi che a stento, lui, sarebbe riuscito a tirare su.

Il pennello sparge l'acqua colorata sul suo braccio, le goccioline scivolano grigie sul suo viso e la sua pelle acquisisce le sfumature cupe della parete. Tom ripete il procedimento con gambe e mani, poi sfila le scarpe e la tuta rimanendo in mutande. Il suo corpo è lo specchio del muro che aveva osservato fino a quel momento. È sicuro di potersi mimetizzare al meglio, ma questo basterà? Gli farà guadagnare sponsor? Non c'è più tempo.

Corre dall'altra parte della stanza e si appoggia al muro. La sua figura rimane ferma per qualche minuto. Il colore si asciuga e la sua pelle nuda diventa un tutt'uno con la stanza.

"Tributo, il tuo tempo è scaduto."

Gli strateghi si voltano verso la sala vuota.

"Tributo distretto otto?" pronuncia l'altoparlante. Le persone sedute balzano in piedi, ammassandosi contro il vetro. Il tributo è scappato? Non c'è nessuno nella stanza.

"Dov'è?" dicono. "Come ha fatto a fuggire? Non può essere."

Lo sguardo di uno stratega si sposta su una sagoma in rielievo. L'uomo strizza gli occhi, si avvicina al vetro e vi appoggia la fronte.

"Eccoti!" bisbiglia. Le persone si voltano e Tom fa un passo avanti rivelando la sua posizione. Spazza lo strato di colore che gli impedisce di vedere e osserva gli strateghi disorientati in preda alla confusione.

Quando esce dalla stanza il ronzio degli hovercraft lo prendono alla sprovvista. Senza nemmeno il tempo di poter pensare è già in viaggio. Alcune guardie lo fanno scendere e lo costringono ad entrare in un tubo trasparente. Il cilindro ai suoi piedi si alza e le orecchie di Tom percepiscono un ronzio acuto. I rintocchi del countdown riecheggiano nell'aria afosa e il bambino vuole sprofondare nel cilindro metallico. Il respiro affannato gli risale la gola a fiotti discontinui mentre il suo corpo inizia a fremere. Commette l'errore di pensare a Sana che lo guarda sul mega schermo. Dopo la prigionia nel pozzo e la storia di sua madre, ora deve affibbiarle anche il peso di vederlo morire. Il pensiero dell'amica è un ricordo troppo bello per quel luogo, lo scaccia.

'Gli avversari.' pensa. Gli occhi del bambino guizzano alle ventitré postazioni allineate in fila affianco a lui e al grande campo che si estende davanti ai tributi. Le spighe alte ondeggiano spinte da un vento caldo e asciutto, che porta con sé un odore acre di zolfo. Tom si volta seguendo la scia d'aria, sobbalzando alla vista di un gigantesco vulcano. Lo spesso strato di lava ferve al suolo sbattendo contro il metallo della piattaforma. Le bollicine scoppiano in un tripudio di rosso e marrone lasciando grosse chiazze al suolo. Il bambino si costringe a voltare il capo terrorizzato concentrandosi sulla Cornucopia. I suoi occhi puntano uno zaino nerastro sporco di tempera lasciato a metà lungo il tragitto tra lui e la salvezza. Gli occhi famelici del bambino divorano lo zainetto.

Il countdown è finito. Tom si guarda attorno incerto. Vede Sana davanti a sé. Lei non sarebbe scappata, lei è coraggiosa, ha affrontato sua madre e la sua pazzia. Lui deve avere coraggio e affrontare la pazzia di Capitol. Le gambe di Tom partono veloci attratte dal bottino mentre le spighe gli torturano la pelle scoperta. Sente il calore scalfirgli il viso e un rumore metallico inzuppare di rosso i corpi degli avversari. Il bagno di sangue è iniziato e lui ci è finito dentro. Le mani gli tremano quando percepisce il tessuto dello zaino sotto le dita. Lo afferra e si appiattisce al suolo allontanandosi nel campo.

È salvo? La Cornucopia pare lontana ma i gemiti si avvicinano a lui. Sente il fruscio delle spighe deviare, spostato da membra robuste. Poi, il peso di un corpo estraneo sopra al suo gli toglie il respiro. Il sangue gli impregna la maglia, scendendogli sul viso, entrandogli in un occhio. Tom sussulta ma non si muove. I passi del tributo lo raggiungono. Il nemico strappa il bottino al morto, recupera il coltello e sparisce nel campo.

Il bambino ansima, sputa il sangue, tossisce, ma non si sposta. Percepisce l'estraneo come una coperta protettiva per attutire gli sguardi dei passanti. Lascia che le membra del morto diventino fredde e che il sangue si secchi sulla sua pelle candida. Solo quando le urla cessano si scrolla il morto di dosso sentendosi nudo. Poi, riprende lo zaino e nota le mani tinte di rosso, sporche di un liquido che non è il suo e subito il senso di colpa lo aggredisce, facendolo scappare lontano dalla Cornucopia.

Passano i giorni mentre la fame cresce e il bambino brancola nel buio totale. Cerca cibo, acqua, fruga sul fondo dello zaino. Non ha più forza quando sente la voce di Caesar annunciare il festino. Subito Tom corre verso il campo, ignorando il rumore che provoca. Trascina il suo corpo verso un punto invisibile mentre la poca vernice che gli ricopre la pelle si scrosta lentamente. Ogni parte di lui è mossa da un istinto animalesco, non si rende conto di quanto è esposto.

Le spighe gracchiano al vento, il sole scende tingendo il cielo di un rosa pallido e i doni... Gli occhi del bambino sfrecciano ai quattro zaini riposti ordinatamente sul tavolo nella Cornucopia.

Il campo davanti a lui pare morto, non si vede nessuno, ma fruscii lontani riempiono il silenzio. Chissà in quanti sono nascosti? Il bambino si guarda le mani rendendosi conto di tremare. Un conato lo prende alla sprovvista, qualcosa si muove nel suo stomaco. Inizia a tossire mentre tenta di ricacciare i colpi. Ha mangiato qualcosa di sbagliato.

Vede qualcuno tra l'erba. È il momento di correre e arrivare per primo. Non può permettersi un combattimento corpo a corpo. Le sue gambe sfrecciano verso il centro dell'arena, i suoi capelli d'oro si confondono con il grano e la sua testa rimane sotto le spighe. Il blocco di metallo della Cornucopia sembra volerlo inghiottire. Tom afferra il suo zaino mentre una lama sottile gli saetta accanto. Sente uno strappo lacerargli la gamba e piccole gocce rossastre gli colano sulle scarpe. Il bambino si inginocchia sfiorando la ferita, osservando la macchia rossa espandersi sul polpastrello.

"Dove credi di andare?" La voce di un ragazzo lo risveglia e l'istinto che lo ha condotto lì, abbandona il suo corpo. Tom deglutisce piano, coprendosi la ferita con una mano. Il suo respiro inizia a farsi pesante e la testa vuota.

"Dammelo." dice l'altro protendendo il braccio. In uno scatto, Tom corre zoppicante verso il campo, sperando di non essere seguito.

"Torna qui!"

La paura gli dimezza il fiato, quando una mano robusta lo raggiunge prendendolo per il colletto. "Dove vai?"

Quegli occhi odiosi lo scrutano mentre un corpo possente lo sovrasta. Il bambino sente la schiena alleggerirsi del bottino e una mano estranea spingergli la testa nella terra umidiccia.

"Lasciami!" sussurra Tom, percependo il respiro dell'altro farsi più vicino. La testa del ragazzo si inclina e lui è costretto a guardarlo negli occhi. Sono sadici. Non vuole solo ucciderlo.

Il bambino sente la punta di una lama segnargli le guance. Un ghigno compare sulla faccia del tributo mentre il coltello scende lento sul suo collo.

"Dimmi quanto fa male." intima l'altro. Tom sente la punta tagliente penetrargli la carne come un pungiglione.

"Ti prego!" urla, ma il ragazzo sghignazza. Ha perso il controllo. Il viso del tributo diventa rosso e gli occhi strabordano nelle orbite troppo piccole. La risata si interrompe e, con un lamento, il nemico cade di lato. Tom rimane immobile, osservando il manico del coltello stretto tra le sue dita mentre la lama viscida e rossastra sparisce nel ventre del tributo. Sbatte le palpebre accigliato, guardando il viso inerme di chi ha appena ucciso.

Spaventato si rifugia di nuovo nel bosco, aspettando notte dopo notte i colpi di cannone, finché non conta un ultimo tributo rimasto. Sa che qualcosa sta per succedere, quando sente un fruscio lontano, poi un mostro d'acqua lo assale devastando il bosco e trascinandolo al centro dell'arena.

Il rumore dell'acqua che scroscia punge ancora le orecchie di Tom che, fradicio, si abbandona ai piedi della Cornucopia. L'onda è arrivata all'improvviso, travolgendolo in pieno, spingendolo verso il centro dell'arena.

Gli occhi persi del bambino aspettano l'arrivo del suo ultimo nemico. È esausto, ogni parte di lui urla di dolore, le mani ustionate, i piedi scalzi bucherellati dalle ferite e la testa pesante. È una sagoma vuota, quando vede due occhi spenti spiarlo attraverso le spighe. Nemmeno il campo ha retto allo tsunami. I chicchi galleggiano sul pelo dell'acqua mentre gli steli spezzati cadono al vento.

Tom guarda l'altro spiazzato. Ansimando, inizia a muoversi freneticamente nel tentativo di arrampicarsi sul tetto della Cornucopia. Le mani cercano appigli dove non ci sono mentre i piedi si incastrano l'uno sull'altro senza tregua. Quando il suo corpo si affloscia sulla superficie lucida e bagnata, il bambino tira un sospiro di sollievo. I suoi occhi si chiudono per un secondo chiedendo la tregua.

"Sali!" grida l'uomo correndo verso di lui. "Sali!"

Tom si volta terrorizzato. Una parete d'acqua si fa strada tra le spighe, distruggendo tutto ciò che incontra.

"Aiutami!" urla l'uomo tendendogli una mano. Tom lo guarda spaesato. "Ti prego" implora, ma il bambino non si muove. Un pensiero gli attraversa la mente, una parte di lui gli dice di lasciarlo morire.

"Non posso" dice Tom. L'onda arriva come un mostro affamato, devastando il campo, travolgendo il tributo. Il bambino lo vede aprire la bocca mentre un urlo straziante riecheggia nell'arena, poi solo un leggero fruscio. Il bambino rimane immobile mentre un sorriso fugace compare sul suo viso. Ha vinto?

Scende dalla Cornucopia. Le lacrime iniziano a scorrergli sulle guance, quando sente dei gemiti chiamarlo. Si volta credendosi pazzo. L'uomo vivo è accasciato a terra mentre l'acqua amplia il sangue che il suo corpo rilascia lentamente. Tom strabuzza gli occhi e un suono acuto gli esce di bocca, la rabbia lo stritola in una morsa indissolubile, sfociando in un urlo che gli spezza le corde vocali. Tossisce mentre un liquido rosso e melmoso gli esce dalla bocca facendolo soffocare.

"Perché non sei morto?!" grida, "Dovevi morire!"

"Vieni" sussurra l'altro. Tom si avvicina sfinito, si inginocchia, lasciando che la tuta si inzuppi di sangue. I suoi occhi scorrono sulla lama che trapassa il ventre dell'uomo mentre qualcosa di roseo minaccia di fuoriuscire.

"Non ce la faccio da solo." dice traendo un coltello dalla cintura.

"No!" ansima Tom cadendo all'indietro. "Non posso."

"Devi." Il bambino sente la lama fredda sul palmo. "Ti prego" .

Il tributo sorride chiudendo gli occhi, cogliendo l'ultimo respiro. Tom si china, puntandogli la lama sul cuore, senza il coraggio di affondarla.

"Sono pronto." dice l'uomo. Il bambino si piega su di lui mentre le lacrime gli corrodono le guance, il battito aumenta quando, piegandosi in avanti, gli conficca la lama nella carne.

"Scusa." sussurra, lasciando il coltello.

Un nuovo boato risveglia l'arena, questa volta non era l'acqua, ma lo strazio racchiuso nel grido agghiacciante di un bambino.

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