Chapter Fourty-seven- Wake Up
ADRIEN
La boccetta datami dalla Strega scintilla a contrasto con la luce lunare, sopra la mia scrivania. Mi passo una mano tra i capelli, evitando di guardarla per troppo tempo.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Giusto?
Se non la guarda magari, prima o poi, la curiosità svanirà. Eppure è ancora lì, martellante, che mi urla di aprire la boccetta. La tengo li, su quella scrivania, da ormai cinque giorni, senza il coraggio di buttarla o di usarla.
E' una scelta difficile, quella che mi ha dato la Strega.
C'è sofferenza nel tuo amore.
Mi ha sussurrato la Strega, un secondo prima che mi sbattessi la porta alle spalle. Come può essere amore, qualcosa che fa soffrire? Me lo sono chiesto per questi ultimi giorni, senza ricevere risposta.
Non credo in un Dio, eppure ho pregato.
Ho pregato qualcuno, qualcosa, che mi aiutasse a decidere, che mi indicasse la via. Ma le mie preghiere sono rimaste li, intrappolate tra le mura bianche della mia casa.
Ho pregato di poter tornare indietro, mentre il Tempo si burlava di me. Non è possibile tornare indietro, ma andare avanti si può. Eppure è impossibile procedere se dietro di te mancano tasselli di strada.
Quei tasselli si trovano in quella boccetta, totalmente alla mia portata. La scelta è mia,non di un qualche Dio.
Fisso gli occhi sulla TV, concentrandomi parzialmente sulle notizie in onda. Il telegiornale umano è poco organizzato, ci sono due persone che si limitano a leggere delle notizie, niente più.
"Presto verranno ristabiliti i mezzi di trasporto quali gli aerei, i treni e le navi. Entro un mese saremo capaci di comunicare con le altre città. Il posto di Presidente è stato assegnato ad Adrien Siburg sotto il comando del Presidente delle nazioni Mannare.
I paesi e le città sono sotto sviluppo, nel giro di un anno, promette il Presidente, ogni luogo umano tornerà alla sua efficienza. E' inoltre tassativo recarsi entro la fine di giugno in ogni comune della città in cui alloggiate per confermare la vostra età, sesso, e tutte le altre informazioni correnti per procedere alla creazioni di documenti d'identità.
Vi auguriamo una buona giornata!" Conclude la donna, con un sorriso di circostanza. Parte subito dopo la sigla di coda, e successivamente la pubblicità.
Presidente. Sono Presidente.
Quasi me ne ero dimenticato. Mi chiedo quanto Matt debba fidarsi di me per proclamarmi Presidente, o quanto pensa che io sia in suo controllo.
Deglutisco, passandomi una mano tra i capelli per poi spegnere la TV.
Sono già le dieci di notte, penso di aver passato le scorse tre ore ad oziare sul divano, controllando i documenti mandatemi da Matt. Mi alzo con passo lento, stanco, andando in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua.
Le mie labbra sono secche mentre guardo il tavolo della cucina, colto da un flash.
Una ragazza dai capelli rossi, la stessa senza volto, che dondola le gambe mentre sta seduta sul mio tavolo. Mi strofino gli occhi e, quando li riapro, non vi è più nulla. Nulla, se non la boccetta che mi ha dato la Strega.
L'afferro quindi in mano e, con gesto meccanico, ingoio il liquido magico.
**
REBECCA
Mi sento debole, con il corpo intorpidito e un gran calore in tutto il corpo. Mi sento andare in fiamme mentre con estrema lentezza apro gli occhi, risucchiando un gran respiro per far andare aria nei miei polmoni affaticati.
"Finalmente hai aperto gli occhi." Mi sento sussurrare in un orecchio. Il mio corpo reagisce d'impulso, rilassandosi. Mugolo un po', sorridendo stancamente agli occhi lucidi di Xavier. Noto le nostre mani, intrecciate, mentre il suo braccio sinistro è leggermente piegato mentre tiene in braccio Orion.
Mi si blocca il fiato in gola, mentre Xavier scioglie le nostre mani. Mi sollevo con qualche difficoltà, sedendomi ed appoggiando la schiena sul retro del camion. Siamo ancora in viaggio.
"Vuoi tenerlo in braccio?" Mi domanda Xavier, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Muovo un po' le braccia, riprendendo sensibilità, mentre annuisco. Xavier si affretta quindi ad affiancarmi, passandomi delicatamente Orion tra le braccia.
Ha gli occhi chiusi e le labbra sottili socchiuse mentre stringe nel piccolo pugno l'indice di Xavier. Dorme beatamente e, per la prima volta dopo molto tempo, mi sento serena.
"Quanto sono stata incosciente?" Gli domando io, con la voce roca. Lui stacca lo sguardo da Orion, per fissare me. Con le dita traccia cerchi invisibili sul mio braccio, mentre inizia a spiegarmi tutto.
"Dopo che Annael ti ha guarita sei stata priva di sensi per tre giorni, a causa di tutto il sangue che hai perso. Non avevamo gli attrezzi giusti, quelli d'ospedale, per aiutarti nelle dovute maniere. Ma tu sei stata forte," l'ultima parte della frase la dice con un sospiro, accennandomi un sorriso.
Sembra stanco mentre si strofina le dita sugli occhi, nascondendo uno sbadiglio con una strizzata d'occhi. Annuisco mestamente, osservando il body azzurro che indossa Orion.
"Dove lo avete preso?" La mia voce esce ancora abbastanza gracchiante, ma non vi ci do peso. Xavier all'inizio non capisce, poi vede le mie dita ferme sul body e si illumina, mentre le sue labbra prendono la forma di una 'o'.
"Rose l'ha cucito per lui con della stoffa presente nell'altro camion. Annael invece si è occupato di stabilizzare la sua temperatura corporea. Orion è un Mannaro, ma solo in parte, quindi la sua temperatura è di circa quarantadue gradi. Annael ha fatto qualcosa, qualche stregoneria, per non fargli soffrire il freddo per quando arriveremo in Antartide."
Xavier poggia la testa sulla mia spalla, baciandomi il collo con dolcezza. Sento un mugolio d'apprezzamento davanti a noi, e capisco che proviene dall'autista del camion in cui siamo.
"Cosa significa che è solo per metà Mannaro? Ha qualche particolarità umana?" All'inizio pensavo che Orion sarebbe nato totalmente con il gene Mannaro, non pensavo che avrebbe ereditato qualche gene umano.
Xavier grugnisce, alzando lo sguardo sul tettuccio del camion.
"Non ha la possibilità di avvertire la propria compagna, in poche parole sarà lui a decidere con chi legarsi. Il suo olfatto sarà più debole di un Mannaro, ma più forte di un umano. E a quanto pare il suo Lupo sarà più piccolo. Nulla di troppo grave, solo qualche inconvenienza."
Eppure non sembra totalmente soddisfatto.
Faccio per rispondergli quando la porta del camion si apre con una forte spinta, rivelando il volto di Rose e di Annael. Quest'ultimo mi si lancia contro, e Xavier fa in tempo a tirar via Orion prima che Annael possa cadergli sopra.
Mi stringe a se, carezzandomi i capelli mentre si lascia andare a qualche singhiozzo. Non sapendo bene come reagire gli do qualche pacca sulla schiena, sorridendo contro la sua spalla. Xavier, dietro di noi, ringhia.
Riesco a vedere Orion svegliarsi tra le braccia di Xavier e muovere in aria i pugni, agitandosi ed allargando la bocca, probabilmente pronto a piangere quando incontra il mio sguardo.
Ha i miei stessi occhi.
Annael si stacca di poco da me, sorridendomi ampiamente, facendo risaltare i suoi occhi da fata. Xavier prorompe in un altro ringhio ed Orion si gira a guardarlo, spalancando poi le labbra e soffiando un po' di saliva per terra mentre dalla sua gola escono piccoli grugniti.
Orion sta ringhiando ad Annael.
Ci guardiamo tutti e tre, scoppiando a ridere mentre Orion continua ad agitare i pugni e a scalciare tra le braccia di Xavier. "Qualcuno è geloso della mamma, mh?" Chiede retoricamente Annael al piccolo, posizionandosi davanti al viso di Orion.
Gli occhi di quest'ultimo si sbarrano mentre un po' di saliva gli cola all'angolo della bocca. Sembra essere tutto così perfetto.
Rose, che fino ad ora si è limitata ad aggiustarmi la coperta e a pulire Orion dalla sua saliva, si schiarisce la gola per richiamare la nostra attenzione.
"Siamo venuti a chiamarvi. Abbiamo raggiunto l'Antartide." Dice Rose, aprendosi in un sorriso sollevato. Ci siamo riusciti!
Me lo ripeto nella testa, quasi a convincermi che non è un sogno. Che siamo liberi, finalmente.
Rose mi aiuta ad alzarmi, avvolgendomi attorno al corpo una coperta pesante, di un vivace color giallo. Scendo dal camion con le gambe che tremano, costretta ad aggrapparmi a Rose per non cadere. Mi si seccano le labbra mentre guardo tutti gli altri osservare il paesaggio ghiacciato.
Ci sono piccoli spazi verdi, con qualche albero da frutta. L'Antartide non è più quella di un centinaio d'anni fa. Ora ha terra coltivabile ed un clima più sostenibile. Vedo donne gettarsi a terra e baciare il ghiaccio sotto ai lori piedi, ed i bambini rincorrersi e scivolare sul terreno.
Gli uomini, invece, senza sprecare nemmeno un secondo, piantano con i loro picconi delle tende provvisorie.
Xavier mi bacia la fronte, con Orion stretti tra le sue braccia e coperto da almeno due copertine di lana.
"Ce l'abbiamo fatta."
ANGOLO ME:
Meno tre capitoli! Una vocina nella mia testa mi sta sussurrando "continua il libro", ma penso che non ce la farei hahaha. Il sequel è parzialmente pronto, mi manca la copertina. Questo è l'unico problema.
Che altro dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
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