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CAPITOLO 5 🔞 - MANDORLE E RESINA


⚠️ ATTENZIONE ⚠️

🔞 capitolo adatto a un pubblico adulto 🔞


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La testa di Hajime era ancora confusa ma quella rivelazione in qualche modo sembrò diradare la nebbia che vi aleggiava.

Quello che aveva appena detto Tooru, per quanto alla sua mente razionale sembrasse comunque senza senso, riusciva finalmente a spiegare quel modo istintivo e primordiale in cui sentiva l'attrazione verso di lui, il potere irresistibile che il profumo di Tooru – i suoi feromoni – esercitava sul suo desiderio, il bisogno viscerale di toccarlo, di sentirlo, di baciarlo...

Quella dannata pozione in qualche modo aveva cambiato il suo corpo, così come quello di Tooru, rendendoli davvero più simili ad animali che a esseri umani, delle bestie quasi...

E per quanto gli sembrasse folle anche solo pensarlo, Tooru era andato in calore e questo fatto riusciva finalmente a spiegare l'escalation che il suo stesso corpo aveva subito negli ultimi giorni.

Sembrava quindi evidente che la ragione fosse stata relegata in secondo piano, i bisogni primari che ormai spingevano per dominare, per guidare ogni sua scelta, e che sembravano portarlo inesorabilmente ad un'unica conclusione: il bisogno di accoppiarsi con Tooru, di fondersi con lui, come l'unico scopo che il suo istinto gli diceva di perseguire.

Eppure, la sua razionalità sembrava essere ancora lì, presente, anche se in qualche modo doveva essere stata inquinata anch'essa dalla pozione che gli avevano dato; perché nel profondo del suo cuore albergava la certezza assoluta, granitica, innegabile, che tutto quello che provava, la necessità di assecondare il suo istinto, di appagare il suo stesso appetito, fosse giusto, naturale, inevitabile.

Aveva ormai raggiunto la consapevolezza inconfutabile che fondersi con Tooru fosse solo e semplicemente il suo destino.

E per la prima volta Hajime sentì che non doveva più opporsi né farsi domande.

Tooru aveva bisogno di lui, e lui stesso aveva bisogno di Tooru.

"Non farlo." mormorò infatti Hajime raddrizzando la schiena "Non fermarti. Io sono qui per te, Tooru."

Lo sguardo di Tooru era velato, annebbiato dalla sofferenza e da quella fame bruciante che lo stava divorando. Ma quando lesse la determinazione negli occhi di Hajime, ogni sua riserva si dissolse nel sollievo di poter finalmente soddisfare il suo bisogno.

Tooru si avventò su Hajime e lo atterrò sul tappeto di muschio, un movimento rapido e letale, quasi felino. Ed era esattamente come il gatto osserva il topo intrappolato tra le sue zampe, che guardava il volto di Hajime mentre lo bloccava con il corpo sopra al suo senza dargli alcuna possibilità di potersi liberare.

E non era tanto la potenza fisica, Hajime era con buona probabilità più forte di Tooru, più robusto e massiccio, ma piuttosto il potere che emanava era schiacciante, supportato dal profumo di mandorla che si insinuava in sottili volute in tutti i sensi di Hajime rendendolo debole. Inerme.

Sottomesso, pensò ancora una volta, mentre ruotava la testa di lato e scopriva il collo in un gesto istintivo e atavico di riconoscimento verso Tooru della sua totale e soverchiante dominanza.

Tooru si avventò sul suo collo e Hajime fu quasi sorpreso quando non sentì alcun morso lacerare la sua pelle.

La lingua di Tooru era calda e invadente mentre lo leccava avidamente, un sottile mugugno soddisfatto che vibrava nel suo petto mentre succhiava forte la sua carne.

"Iwa-chan..." mormorò accanto al suo orecchio staccandosi per un istante "Riesco a sentirti sotto di me, così duro, mmhh..."

Tooru sembrava quasi tornato padrone di sé stesso, quantomeno era capace di pronunciare frasi coerenti mentre strusciava il suo bacino contro quello di Hajime e tornava a leccare ogni centimetro del suo collo.

"E il tuo sapore è così buono..." gemette, la lingua che scivolava lungo la linea decisa della sua mascella, fermandosi qua e là per mordicchiare la carne tenera, ma senza mai segnare o ferire, come se davvero lo stesse assaporando.

"...inebriante, quasi quanto il tuo profumo..." aggiunse in un sospiro.

Hajime riusciva a sentire il corpo meraviglioso di Tooru totalmente adagiato contro al suo, il bacino che oscillava in lenti colpi che facevano strusciare la sua erezione contro quella di Tooru attraverso il tessuto sottile della tunica, rendendolo impaziente e sempre più bisognoso.

Le mani di Tooru erano ancora stretta attorno ai polsi di Hajime ai lati della sua testa mentre il suo profumo lo avvolgeva in spire sempre più strette, ipnotiche, ammalianti.

Ormai era impossibile ragionare, l'istinto aveva preso il sopravvento e, nell'istante in cui vi si abbandonò senza più riserve, riuscì finalmente a registrare il modo in cui il suo stesso corpo stava reagendo a quel bombardamento multisensoriale di stimoli.

La sua erezione scivolava impaziente contro quella di Tooru, ma Hajime registrò un'altra reazione fisiologica mai provata prima in vita sua, una sensazione di calore intima e profonda, pulsante, bagnata di umori che non credeva nemmeno di poter produrre.

Ma il fluido caldo e vischioso al profumo di resina che gli stava scivolando fra le gambe e inzuppava la parte posteriore della sua tunica, era una prova oggettiva dei cambiamenti che il suo corpo aveva subito.

E si sentì fremere anche lì, ogni sfregamento di Tooru si trasmetteva in mezzo alle sue gambe e poi sempre più giù, rendendolo ancora più bagnato e pulsante e bisognoso di essere finalmente riempito!

"Scopami Tooru!"

Non aveva davvero pensato di dirlo ma gli era scivolato fuori insieme ai suoi umori, le parole allo stesso modo calde e bisognose.

Ma non ne fu più di tanto sorpreso né sicuramente spaventato.

Nella sua lunga relazione con Tobio, Hajime aveva sperimentato entrambi i ruoli a letto, apprezzando ambedue le situazioni a seconda del suo stato d'animo. E per quanto, nei giorni passati, l'istinto fosse sempre stato quello di essere lui a possedere Tooru, ecco che in quel momento era il profumo ipnotico di Tooru che gli invadeva i sensi, a renderlo debole e sottomesso, e sentiva soltanto il bisogno urgente e pressante di essere preso, riempito, amato, penetrato, completato.

In risposta alla sua preghiera, Tooru si sollevò sui fianchi e, con un movimento fluido, si sfilò la tunica rivelandosi finalmente ad Hajime in tutto il suo splendore.

Le brilline continuavano a vorticare instancabili sopra di loro, ammantando il corpo di Tooru di una luminosità soffusa, evidenziando le linee eleganti dei suoi muscoli asciutti in un gioco ipnotico di chiaroscuri.

La sua erezione svettava impudente sopra allo stomaco di Hajime, la cui bocca si riempì subito di saliva davanti a quella invitante visione.

In qualche modo Tooru sfilò anche la tunica di Hajime e si sdraiò di nuovo, lentamente, sopra di lui.

Tooru era bollente, il contatto pelle a pelle elettrizzante, e Hajime restò ancora per un lungo istante a fissarlo, il suo volto bellissimo che si avvicinava piano e finalmente posava le labbra sulle sue in un bacio morbido e delicato.

Era come se tutta la frenesia, l'urgenza, la smania di divorarlo, si fossero stemperate nella consapevolezza, l'istinto animale di nuovo domato dalla ragione e dai sentimenti. E anche quelli erano evidenti negli occhi di Tooru; non c'era più solo la lussuria ma le sue iridi erano pervase da una luce calda e morbida che ardeva e brillava, parlandogli d'amore e di fiducia, prima che le lunghe ciglia le nascondessero alla vista di Hajime.

Perché alla fine, forse, un po' fiaba questa storia lo è, e i due principi che si erano ritrovati in circostanze così strane e misteriose, erano riusciti nell'arco di pochi giorni a creare una sintonia tale da non poter essere etichetta come il mero bisogno fisico innescato dai feromoni.

E Hajime stesso provava un sentimento forte e potente, che travalicava il bisogno e la necessità. Perché Tooru, oltre che bellissimo, era arguto, intelligente, divertente; aveva affrontato con coraggio quei tre anni di prigionia restando capace di regalare ad Hajime quei sorrisi dolcissimi che lo avevano subito conquistato.

E poi, si sa, l'amore non si può spiegare con la ragione. Si può solo sentire, percepire nel fondo del cuore e dell'anima.

E fu esattamente per quello che Hajime non si stupì delle parole che uscirono dalle sue stesse labbra non appena Tooru sollevò le sue per respirare.

"Ti amo, Tooru."

"Iwa-chan..." il nomignolo gli uscì in un sospiro commosso, e poi le labbra si schiantarono di nuovo sulle sue, voraci e determinate questa volta ad esplorare ogni angolo della sua bocca. Anche le sue mani percorrevano curiose ogni centimetro della pelle di Hajime, vagando incessantemente su quei muscoli sodi e guizzanti, cercando di arrivare ovunque con evidente impazienza.

Le dita di Tooru raggiunsero infine le sue natiche e, quando si insinuarono lentamente dentro di lui, Hajime emise un lungo gemito vibrante e inarcò la schiena.

La sensazione era nuova e invadente, per quanto l'atto in sé non lo fosse.

Ma mai, mai, con Tobio aveva sperimentato qualcosa di simile, un'ondata di godimento così intensa e profonda, totalizzante, come se le terminazioni nervose all'interno del suo corpo si fossero moltiplicate, espandendosi e trasmettendogli violente scariche di piacere per ogni più piccolo sfioramento delle abili dita di Tooru all'interno del suo corpo.

Hajime si aggrappò ai capelli di Tooru, strattonando le lunghe ciocche castane mentre si inarcava e spalancava le gambe in un gesto che era un chiaro invito, e che Tooru non poté fare a meno di raccogliere subito con un gemito impaziente.

Sollevò la mano davanti al viso di Hajime, l'indice e il medio che brillavano di umori gocciolanti. Il profumo di resina era pungente e Tooru sorrise, e fissò con intenzione gli occhi nei suoi prima di scivolare con la lingua in mezzo alle sue stesse dita. Quando arrivò in cima separò lentamente le labbra e le dita scomparvero all'interno della sua bocca con un suono bagnato e peccaminoso.

"Cazzo Tooru!" furono le uniche parole che Hajime riuscì a dire prima di sentire Tooru scivolare lentamente dentro al suo calore.

Hajime sibilò per la sensazione e chiuse gli occhi, a malapena in grado di registrare un basso grugnito che vibrava proprio al centro del petto di Tooru.

Finalmente Tooru era dentro di lui, invadente e inebriante; Hajime lo sentiva ovunque, dilagava dentro al suo corpo riempiendo ogni singolo anfratto con la sua soverchiante presenza. Il profumo di mandorla si faceva sempre più dolce e ricco, e Hajime lo inspirò come se ne andasse della sua stessa vita.

"Tooru..." gemette ancora prima di cercare le sue labbra e iniziare a dettare il ritmo col movimento dei suoi fianchi, ormai schiavo del suo corpo e del bisogno che muoveva i suoi fili come un inerme burattino.

Tooru piagnucolò al calore stretto di Hajime e accelerò subito, stabilendosi in una serie di affondi lenti ma decisi, la carne che schiaffeggiava la carne e i loro gemiti che rimbalzavano tra le pareti della grotta facendo pulsare la luminosità delle brilline al ritmo dei loro ansiti.

Fu un amplesso rapido e bruciante, i fianchi di Tooru che acceleravano negli affondi mentre si puntava con le mani ai lati della testa di Hajime. E Hajime stesso era inebriato da quelle spinte invadenti, il calore al suo interno che si raccoglieva e pulsava allo stesso ritmo delle luci sopra la sua testa.

La sua mente era ormai sopraffatta, il corpo che reagiva a quegli stimoli fisici e sensoriali senza più distinguerli, in un crescendo che lo trasportava sempre più vicino al culmine. E quando credeva che sarebbe arrivato, ecco che saliva ancora, e ancora, trasmettendogli sensazioni che non aveva mai creduto che fosse possibile provare.

L'ultimo barlume di coscienza di Hajime cominciava a credere che la sua essenza si sarebbe consumata in quel modo, quando finalmente esplose in un orgasmo devastante, una sensazione ottenebrante mai sperimentata prima.

Il profumo di resina esplose con lui, saturando tutta la grotta con la sua nota pungente e bruciata, mentre ancora si stringeva negli ultimi spasmi attorno alla carne pulsante di Tooru, trascinandolo con sé oltre il limite.

E fu con un ultimo grugnito vibrante che anche Tooru si sciolse nel corpo di Hajime prima di crollare ormai incosciente addosso a lui.

Il profumo di mandorle si spanse nell'aria mescolandosi ancora una volta a quello di resina e consolidandosi definitivamente in una nuova e inebriante fragranza.


👑


La percezione del tempo era distorta all'interno della grotta e Hajime si domandò quanto ne fosse passato da quando era tornato e aveva trovato Tooru in preda al calore.

Aveva cercato di dirgli della sua scoperta ma immaginava che Tooru non avesse davvero registrato le sue parole, troppo preso dal suo stesso sforzo per mantenere il controllo.

Probabilmente ormai si era fatta notte, meglio aspettare la luce del giorno per fuggire. A meno che le brilline non li avessero seguiti anche al di fuori della grotta, anche se non credeva che fosse possibile visto che, quando era uscito dal varco nella montagna, loro erano rimaste all'interno ad aspettarlo. Ma se Tooru fosse andato con lui, forse...

"Iwa-chan..."

La voce di Tooru era morbida, il corpo ancora abbandonato contro al suo. Pensava che stesse dormendo, il respiro calmo e lento contro la pelle nuda del suo torace.

"Dimmi Tooru..."

Hajime infilò le dita tra i suoi capelli e cominciò ad accarezzargli il cuoio capelluto.

"Dicevi sul serio prima?" bisbigliò Tooru con un tono talmente basso che Hajime aveva quasi fatto fatica a distinguere le parole.

"In merito a cosa?"

"A quello che provi per me."

Hajime sentì un improvviso guizzo in mezzo al petto.

La sua mente tornò a quello che era successo prima.

Aveva ricordi confusi, squarci di sensazioni così potenti e appaganti da togliergli il respiro al solo pensiero. L'esatta dinamica del loro amplesso era confusa nella sua mente, come quando ti svegli da un sogno e più passa il tempo e più il ricordo ti scivola tra le dita come l'acqua.

Ma ricordava perfettamente quello che gli aveva detto.

Gli aveva chiesto di scoparlo... e poi gli aveva detto di amarlo. E quelle parole riecheggiavano ancora forti nelle sue orecchie, la sua stessa voce arrochita dal piacere che le pronunciava come la più sacra delle verità.

"Io... sì. Ero serio. Ti amo. Non so spiegarmi come sia possibile ma è così. Ti amo."

"Anche adesso? Voglio dire, prima potevano essere i feromoni a farti parlare."

La voce di Tooru era ancora bassa e mesta, il terrore che Hajime potesse ritrattare le sue parole che gli rendeva difficile quasi anche solo respirare.

Hajime lo avvolse tra le braccia e lo attirò sopra di sé, il corpo che aderiva completamente al suo; gli occhi di Tooru erano spalancati nella penombra, così grandi e scuri che non era possibile distinguere la pupilla dall'iride.

"Sì, anche adesso." confermò posando un bacio sulla sua fronte "Ti amo e voglio che tu venga via con me."

Hajime si rianimò al pensiero.

Potevano fuggire, stare finalmente insieme lontani dal pericolo e dall'incubo della bestia che incombeva in ogni instante su di loro.

"Le scosse hanno aperto un varco in fondo ad una serie di cunicoli." spiegò ancora "Possiamo scappare, Tooru."

"Iwa-chan... aspetta, io devo dirti una cosa importante."

Il tono di Tooru era cupo e intriso di una solennità che congelò Hajime fin nelle viscere.

Possibile che avesse così paura della bestia da non voler nemmeno cercare di scappare?

O forse non aveva capito.

Quello non sembrava il tono di chi ha appena ricevuto una dichiarazione d'amore e a cui è stato proposto di fuggire insieme.

Senza ancora dire una parola, Tooru si mise seduto, allungò la mano per recuperare una tunica a caso e se la infilò.

A dispetto del momento di tensione, Hajime sorrise a quel gesto. Poteva essere la sua tunica e non quella di Tooru, ma ormai il loro profumo era così mescolato che lui stesso faceva fatica a distinguere le mandorle dalla resina.

Infilò l'altra tunica lui stesso e gli si sedette di fronte, le mani che stringevano le sue in un gesto che sperava gli trasmettesse rassicurazione.

"Dimmi tutto, Tooru. Cosa c'è che ti preoccupa?" chiese, dolce e paziente.

Avrebbe abbattuto tutte le paure di Tooru, una per una, come aveva sempre fatto davanti a ogni ostacolo che gli si era parato davanti nei suoi ventitré anni di vita.

"Quello che sto per dirti ti sembrerà pazzesco, ma ti prego di credermi. E ti prego anche di non interrompermi. Devi lasciarmi parlare."

"Va bene..." mormorò Hajime, le labbra distese in un sorriso dolce.

"Prima di tutto devo dirti la verità."

Hajime sollevò un sopracciglio, le labbra che ancora sorridevano e che continuavano a sorridere anche mentre Tooru pronunciava le parole successive.

"La bestia... sono io!"


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