PARTE I: ENTERING THE VOID
V'era un rigagnolo di tenebra nel core accortosi
Di essere stato consumato quasi interamente
Il sospiro del male sul suo collo beato, belava
Svelate seduzioni, vaghe pervasioni sottese
Sotto alla gonna gravida di gravi attenzioni
All'entrata dell'ignoto, anche i suoi occhi giovani
Gioivano dell'eclittica consumazione temporale
Del vento sugli scogli, irradiati dai tre Immobili
Per le ogive striature tonali, il canto dei cantici
Al becco dello speco, orali ali di volatili inviti
Accoglievano i dubbi della donna, è divenuta
Domanda, quel che prima era risposta
Allorché l'ombra del dolore e del piacere
Fecero la loro brillante comparsa nell'iride
Dei ridenti occhi rotati, a ciò che stava oltre
La coltre di desio, la corte della corvina corona
Sul capo della diabolica mente, scuote la chioma
Al calar delle palpebre del lume della ragione
Il male, che avrà invaso le fila, tessute fra muscolari
Spasmi di teoretica teologia, in fondo al cuore
Trafitto dalle artropode zampe a iosa, contorte.
Il Padre era sempre attento alla natura del lago, di così stabile diletto, di così corpulento temperamento. L’oggettiva indicazione di quale fosse la temperatura non sembrava rispecchiare a dovere la sua percezione, e del resto nemmeno il cielo faceva degno specchio al lago, il primo impaziente, il secondo calmo; nel mezzo stava il nero gabbiano, la bestia dell’accidia, che il vieto vessillo della morte aveva rianimato. Adunque le adunche tratte del becco storcevano il moto lunare, e il tempo e lo spazio vennero a unirsi in un bacio che sapeva di tutto e niente, contemporaneamente.
E seppi che quando mi avvicinavo al suo pallido odore
Ignote trasparenze traspiravano dalle fessure
Che l'entrata al vuoto fosse davvero la natura
Della mia aspra maturazione? Ho colto quanto più
Di dolce, dal frutto della compassione, v'è n’è rimasto
Un eone ottenebrato della sua essenza, privato
D’ogni silenzio. Caos risorgerà dal cadavere infestato
Di peccati, non far della speranza una possibilità
Conserva il pianto per il mio ritorno, quando memorie
Frammentate ti corteggeranno, e si spegneranno gli astri
Collassando nel vuoto.
Il Padre le aveva proibito di ascoltare le voci della Grande Gola, poiché dette dal Mendace, il profeta, il Signore, il falso dio. Per far sì che ciò non si verificasse, il Padre le recise le orecchie, e al suo posto pose due maglie d'argento. Le voci parlavano di antiche storie, di vanagloria e di neri insegnamenti, e colui che le ascoltava cadeva nel regno del sonno eterno; il sovrano di tale regno ha nome Azrael, l'insinuatore, la palpebra del Mendace, il portale nel vuoto. Sendaco incontrò un angelo, e chiese di donarle nuove orecchie, perché il Padre crudelmente le aveva troncate, così l'angelo esaudì la sua volontà. Un passo, due passi, tre passi, entrando nel nulla.
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