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4 - L'uomo che cancella i ricordi

Si sedette davanti al dottore senza aver chiesto il permesso. Lui lo scrutò attentamente, l'uomo seduto davanti a lui era visibilmente agitato, si muoveva a scatti come in preda a un'emozione incontrollata.

"Dottore " sussurrò "lei mi deve aiutare!"

"L'aiuto è nella parola!" rispose il dottore, meravigliando Tony sorpreso che avesse parlato.

"Ecco tutto inizia ..." balbettò l'uomo.

*******

Non ricordo molto di prima, solo alcuni particolari. Ricordo solo che la mia vita era uno schifo, dovevo essere sposato o qualcosa del genere. Un giorno, nel tardo pomeriggio, forse dopo un litigio o forse ... non ricordo neanch'io, camminavo senza meta per il quartiere.

Il mio quartiere è grande, da una parte confina con l'area industriale, dall'altra arriva quasi al fiume. Stavo percorrendo un strada di negozi e li guardavo appena. La mia mente era persa in pensieri dolorosi.

Passai davanti a una vetrina, gettai lo sguardo, sembrava un negozio di rigattiere. Gli oggetti erano i più disparati, la maggior parte erano album fotografici, alcuni chiusi e altri aperti. Ma c'erano tanti altri oggetti, bambole, scatole di giochi, sci, caschi da moto e da bicicletta.

Incuriosito entrai. Dentro il negozio sembrava regnare il caos totale. Sugli scaffali e sul bancone altri oggetti, abiti, accessori per la casa messi alla rinfusa.

Seduto vicino al bancone c'era un uomo, doveva essere il padrone o l'esercente. Era di età indefinibile, senz'altro più che maturo forse un vecchio. I capelli radi e la barba folta entrambe bianchi gli davano un'aspetto austero. Vedendomi non disse nulla, solo mi squadrò attentamente per capire che cosa volessi.

Ero incuriosito, girai sperando di trovare qualcosa di interessante. In uno scaffale in basso vidi una macchina da scrivere, una di quelle meccaniche che non si usano più da decenni. Era una portatile bassa, sembrava in ordine a parte alcune macchie scure.

Giocai un po' con i tasti, feci scorrere il carrello che suonò allegramente a fine corsa.

"Prendo questa, quanto costa?" chiesi ad alta voce.

Il padrone mi guardò, sembrava sorpreso o forse irritato.

"Non è in vendita!" esclamò.

Lo guardai incuriosito.

"È già venduta?"

"No, non è in vendita"

"Vuol dire che è in deposito?"

"In un certo senso, sì"

"Cioè, qualcuno l'ha depositata qui e tornerà a prenderla?"

"Forse sì ... o forse no!"

Lo guardai perplesso.

"Può spiegare meglio?" chiesi.

Il padrone scosse la testa, sembrò a riflettere.

"Quell'oggetto contiene dei ricordi ..."

"Ho capito, è un ricordo ..."

"No, contiene dei ricordi, qualcuno l'ha lasciato lì assieme ai suoi ricordi"

Mi misi a ridere, la cosa mi sembrava assurda.

"Cioè, io vengo qui con un oggetto e lo lascio qui assieme ai miei ricordi?"

Il vecchio fece cenno di sì con la testa. Indicai con la mano tutti gli oggetti attorno a me.

"Quindi delle persone vengono qui con qualcosa e lasciano qui i loro ricordi ... e tutte queste cose sono ricordi di persone ... e lei ..."

"Io li custodisco ... nel caso in cui qualcuno torni a riprenderli"

"E tornano a a riprenderli?"

"No, non è tornato mai nessuno"

Guardai gli oggetti immerso in mille pensieri e indeciso che cosa fare.

"Tornerò!" dissi uscendo da quello strano posto.

Trovai a fatica la strada del ritorno, entrai in casa. Non sapevo che cosa prendere ma mi decisi per un album pieno di fotografie. Adesso non ricordo che cosa fossero quelle fotografie ma dovevano essere importanti se le presi.

Vagai a lungo prima di ritrovare il posto. Il vecchio non mi sembrò per nulla sorpreso.

"Cos'ha portato?" chiese.

Gli feci vedere l'album, sembrò deluso.

"Pensavo che avrebbe portato qualcosa di meno banale. Va bene lo metta lì"

Posai l'album vicino a una casetta delle bambole.

"Mi dia le mani!" ordinò seccamente.

Mi prese le mani, le strinse e chiuse gli occhi per qualche secondo. Li riaprì e lasciò le mani. Non era successo nulla o così mi sembrò. Uscii da quello strano negozio e camminando lentamente tornai verso casa.

Mi resi conto che ogni cosa, le strade, gli edifici mi sembravano nuovi. Incrociai alcune persone che mi salutarono ma io non le conoscevo. Stranamente mi sentivo leggero ma qualcosa mi preoccupava. Perché avevo deciso che dovevo dimenticare tutto?

In quello che era stato il mio appartamento, e che ora mi sembrava un posto nuovo, cercai qualche segno. Vidi dei vestiti ma non mi dicevano niente. Stanco della giornata mi sdraiai sul letto e cercai di dormire. Fu un sonno agitato, pieno di sogni in cui non c'era nessuno ma solo buio.

Il mattino dopo decisi che sarei tornato in quel negozio e avrei ripreso il mio album e i miei ricordi. Corsi in preda all'angoscia e quando arrivai il posto era chiuso. Mi sedetti spaventato, deciso ad aspettare il vecchio.

Dopo parecchio tempo lo vidi arrivare camminando tranquillamente.

"Ah, lei è tornato ..." mi disse aprendo la porta " ... è sicuro di rivolere tutto?"

Mi precipitai dentro. Il vecchio sospirò comprensivo.

"Coraggio, prenda l'oggetto che ha portato ma non sbagli, non vorrà impossessarsi dei ricordi di qualcun altro?"

Cercai disperatamente ma non vedi il mio album. Il vecchio restava in silenzio. Si decise a parlare.

"Lasci perdere, forse ricordare sarebbe peggio che dimenticare, mi dia retta ..."

Lo guardai perplesso, volevo davvero tornare a ricordare? E se i ricordi fossero stati orribili, se mi avessero fatto soffrire? Mi voltai e uscii.

*******

"Dottore, non so cosa fare, lei cosa dice?"

Il dottore sospirò, si passò la mano sul viso, scosse la testa.

"Dai retta al vecchio"disse sottovoce e tornò a immergersi nei suoi pensieri.

L'uomo sialzò, sembrava calmo. Fece un gesto di commiato, sorrise a Tony e uscì.

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