"Anna!" Una voce grida dal salotto. Mia madre. "Svegliati! O arriveremo tardi!"

È una di quelle giornate dove il sole, con i suoi raggi, trapela dai vetri della finestra così forte che la sensazione di poterli vedere cristallizzare è a pelle. Adoro quel sole. Adoro vederlo soprattutto dalla finestra della camera in mansarda... la mia camera, le mie quattro mura che mi hanno vista crescere, diventare grande, piangere, sorridere e a volte emozionarmi mentre nelle serate in cui guardavo un film, la lacrima era facile. Quelle quattro mura sanno tanto e non dicono niente per la paura di farmi soffrire: la paura che mi assale ogni volta che penso a quelle serate e al mio nascondermi sotto le coperte cercando di potermi svegliare e pensare che tutto fosse solo un sogno, un sogno vero che ormai mi caratterizza.

"Sì mamma, sono sveglia!"

No, non posso rovinarmi questo giorno: il giorno stupendo della partenza. Abbiamo fatto tanto per organizzarci e scappare da questo paese, per respirare un po' d'aria fresca, aria che possa allontanarci da tutto questo. No, non posso, non voglio e non devo rovinarmi questo magnifico giorno. Mi alzo e il primo obiettivo della giornata è una doccia che possa scrollarmi tutta questa negatività. L'acqua fresca mi accarezza la pelle e mi fa dimenticare tutto quello che fino a poco tempo fa caratterizzava il mio risveglio. Questa è la mia ultima doccia nel mio bagno fino a settembre: andremo a passare la stagione estiva in una piccola località di mare alla quale sono legati i miei unici ricordi felici della mia infanzia. Termino la doccia, mi asciugo e torno in camera . Il tempo di vestirmi, aggiungere le ultime cose in valigia e sono pronta per questa nuova avventura. Non l'avrei mai detto ma mi mancherà svegliarmi coi raggi del sole e addormentarmi con l'infinito buio della mia camera. Saluto per un'ultima volta il mio rifugio, afferro la valigia e mi reco in salotto.

Al mio arrivo trovo una decina di valigie: come sempre mia madre ha fatto le cose in grande e questo non mi sorprende più. Sospiro e cerco di varcare la vasta barriera che mi attanaglia la strada.

"Mamma!" Lei si gira e io le faccio il mio solito sguardo che sta ad indicare la sua troppa esagerazione in tutto.

"Anna sai perfettamente che per me andare in vacanza significa portare valigie. Tante." Precisa mia madre. Io annuisco. Oramai sono consapevole che non potrò mai modificare questa sua caratteristica: per lei è necessario tutto!

Mi avvicino al tavolo e consumo la colazione che mi ha preparato: un bicchiere di latte, un toast con confettura di albicocche fatta da mamma e un buon caffè. Mi alzo con la pancia piena e dopo un lungo respiro, dico:
"Ok mamma, è arrivato il momento di mettere le tue valigie, o per meglio dire il tuo armadio, in macchina sperando di trovare un buco per la mia."

Dopo una risata fragorosa, mi dà un bacio sulla guancia e dice: "Certo tesoro. Prima sistemiamo queste nel bagaglio e prima partiamo."

Passiamo i successivi dieci minuti a cercare di giocare a tetris per la combinazione perfetta dei trolley, chiudiamo il cofano, ci rechiamo all'ingresso di casa, chiudiamo la porta dell'atrio a chiave e in coro diciamo:
"Ciao casa, a settembre!" Sospiriamo, ci giriamo e ci rechiamo in macchina. Mia madre avvia il motore ed eccoci pronte per una lunga estate. Speriamo sia una delle più belle.