Un po' di più (fanfiction)
Quest'oggi abbiamo, fresca fresca di produzione, una fanfic NSFW della sempre carissima e bravissima Floricienta94Eil, che si è divertita a immaginare un momento speciale della vostra coppia preferita. Succederà mai nel canon? E se sì, come?
SPOILER ALERT: la fanfic è stata scritta dopo il termine della storia, quindi contiene spoiler spoilerissimi spoileroni! Leggete a vostro rischio e pericolo se non avete ancora terminato la storia principale (o meglio ancora: leggete dopo averla terminata).
Buona lettura! :)
***
Tiziano fece un gemito più roco e lungo degli altri prima di accasciarsi sul corpo sudato e nudo di Claudio. Il piacere del fidanzato si appiccicò al suo torace, ma non gli importò, assuefatto dall'ebrezza dell'orgasmo.
«M'hai popo sfonnato, stavolta.»
Tiziano rise, prese qualche respiro profondo e annusò l'odore della pelle di Claudio, appena acre ma inebriante. L'aveva già ammesso troppe volte a se stesso: Claudio aveva una fragranza che lo sconquassava e gli faceva andare in cortocircuito la ragione.
Annusò quella carne fino a perdere la percezione delle narici, poi sollevò lo sguardo e si soffermò sulla bellezza del volto di Claudio. Teneva gli occhi socchiusi, le ciglia vibravano lievi e le labbra lucide e gonfie chiedevano di essere baciate.
Così fece.
Tiziano unì la bocca con quella di Claudio, che non attese un istante per ricambiare il bacio, rendendolo bagnato più del necessario. Man mano i baci diventarono più pacati e Tiziano non riuscì a non sorridere tra l'uno e l'altro. Sfregò il naso con quello di Claudio e gli diede uno schiocco.
«Stai a fà il romanticone post sesso?» Claudio lo guardò con una smorfia quasi di disgusto e Tiziano si sentì in imbarazzo, tuttavia non resistette agli impulsi e sorrise ancora, scambiando ulteriori baci, avvertendo le guance dolere.
Claudio sbatté le palpebre un paio di volte e lo fissò serio. «Ok. Nun me fà quer faccino da cojone, perché non resisto.» Roteò gli occhi al cielo e sbuffò esasperato, vedendo che Tiziano non aveva affatto intenzione di cambiare espressione. «E no, eh...» Claudio avvolse il volto di Tiziano con entrambe le mani e lo avvicinò al proprio. «Nun resisto manco pe' niente.»
Si baciarono di nuovo, assaporando le reciproche lingue, sorridendo entrambi, questa volta.
Tiziano portò una mano sopra quella dell'altro e l'accarezzò con il polpastrello del pollice, lo fissò negli occhi azzurri nei quali si notava ancora un cenno di desiderio. Quanto era bello quando sorrideva, e quanto capiva, Tiziano, di raggiungere livelli gay assolutamente alti quando si riscopriva pensare certe cose.
Il sorrisino di Claudio non accennava a scomparire, l'angolo destro leggermente più inarcato rispetto a quello sinistro.
«Sei felice di stare con me?» sussurrò Tiziano.
«Cheeee?!»
E subito si pentì.
Non posso averlo chiesto sul serio. Il sesso deve avermi rincoglionito... e quel sorriso, quel bellissimo sorriso... Cazzo! Riprenditi Tiziano, adesso prendi le botte, quelle serie.
Claudio si accigliò e quello sguardo non gli piacque per niente. Ecco, stava arrivando il pugno, dritto nello stomaco, o un calcio nelle palle. Ma lui era ancora dentro il corpo di Claudio. Sarebbe stato complicato.
«Niente?» provò a salvarsi con scarso successo.
Perché, quando c'erano di mezzo i sentimenti, doveva trasformarsi in un idiota?
Amareggiato dal viso di Claudio, uscì da lui e si mise seduto al suo fianco; si tolse il profilattico e lo annodò, lanciandolo verso il cestino e imprecando per non averlo centrato. La risatina di Claudio gli fece storcere il naso. Adesso l'avrebbe preso in giro pure per la sua mancata capacità di coordinazione mano-occhio.
Claudio si tirò su, grattandosi il mento e quel filo di barba che gli era cresciuto negli ultimi giorni. Tiziano sbirciò con la coda dell'occhio e notò che tutta l'attenzione dell'altro era rivolta a lui; il sorriso, in quel momento, somigliava più a un ghigno.
«Adesso che c'ho il buco vuoto nun sò più tanto felice.»
Tiziano non contenette una risata e quella frase bastò a farlo voltare di nuovo verso Claudio senza più vergogna. Certo, Claudio aveva evitato di rispondere, con quella battuta, ma Tiziano non fece in tempo a ribattere che il ragazzo continuò: «Ma che ci hai in qua'a capoccia?»
Tiziano scosse la testa, confuso.
Sta per dirmi che sono una ragazzina, sento arrivare la presa in giro. La sento potente. Pum! Rompiamo il cuore di Tiziano che voleva solo sapere se il suo ragazzo è felice.
Sospirò e attese che l'altro dicesse qualsiasi cosa
«Perché non dovrei esse felice?» il volto di Claudio si fece serio e il cuore di Tiziano prese a palpitare. «Facciamo sesso,» Claudio alzò l'indice al cielo, «ce divertimo,» lo seguì il medio, «facciamo molto sesso,» l'anulare, «giochiamo a calcio assieme,» e anche il mignolo, accompagnato da un tono di voce più acuto, «facciamo altro sesso...»
Tutte e cinque le dita svettarono davanti alla faccia di Tiziano, che stava osservando dietro di esse per cogliere l'espressione di Claudio, ancora più tremendamente seria. Seguì una piccola pausa prima che Claudio sospirasse. «E ci piacciamo.» Le dita erano finite. Gli occhi di Claudio sfuggirono quelli di Tiziano per un breve secondo prima di tornare su di essi. «Un po' più de piacciamo.»
Tiziano fu sicuro di aver spalancato la bocca, ma forse se lo era solo immaginato come possibile reazione a quella frase, perché Claudio non aveva ricambiato con nessuna smorfia stizzita o battutina grezza. Dentro la sua testa girarono e rigirarono quelle parole.
Un po' di più...
Quanto di più?
Claudio si grattò ancora, questa volta dietro la testa. Se Tiziano non fosse stato sicuro di essere nel pallone, avrebbe collegato quel gesto all'imbarazzo.
Ma era Claudio.
Non poteva essere imbarazzo.
Di scatto, Tiziano si mise a cavalcioni sulle gambe di Claudio, cinse il suo collo con le braccia e insinuò la lingua nella sua bocca. Claudio lo accarezzò lungo tutta la schiena, provocandogli brividi su brividi, facendogli tornare l'eccitazione e anche uno strano pulsare nelle vene.
Cos'era quel dolore allo stomaco? Perché si sentiva talmente euforico da voler urlare come Di Caprio sul ponte del Titanic? Gli venne la ridarola a quel pensiero e Claudio l'osservò confuso con le palpebre socchiuse, ma Tiziano non gli diede il tempo di ribattere che lo baciò con impeto, senza lasciargli il minimo respiro.
Adesso gli dico che lo amo, sì, glielo dico. Eccome se glielo dico. Nonono, così poi mi prenderà per il culo per i prossimi dieci anni. Non posso dirlo: metti che lui non mi ama? Sai la figura di merda? E chi c'ha il coraggio di dirlo? Oh, ma prima o poi glielo dico. Eccome se glielo dico.
Si staccarono affannati, Tiziano gli spostò indietro qualche capello biondo ribelle.
«Ti amo.»
L'aveva detto.
Molto prima di poi.
Claudio sgranò gli occhi e i secondi sembrarono essersi fermati.
Maledetta la mia boccaccia, maledetto me che ho questa boccaccia maledetta...!
Tiziano, tuttavia, si sorprese quando Claudio abbassò il capo ridendo. Ma non di lui. Rideva e basta. Una risata lieve, quasi un soffio; i capelli gli circondarono il viso e non permisero a Tiziano di cogliere la sua espressione, ma sembrava... felicemente imbarazzata?
«Ma quante pippe stratosferiche te fai in quella testaccia tua...» Claudio risollevò lo sguardo e un altro sbuffo dolce uscì dalle sue labbra prima che catturassero di nuovo quelle di Tiziano, ormai in preda alla confusione totale.
Lasciò che Claudio lo abbracciasse con i muscoli, stringendolo contro il suo petto, si appoggiò a esso con entrambe le mani per poi risalire fino al collo del ragazzo e affondare le dita nei suoi capelli. Stridette il bacino contro il suo, l'inguine gli diede il prurito.
«Secondo round?» sghignazzò Claudio.
«Dici che resisti o hai l'armamentario scarico?» lo provocò Tiziano, andando ad accarezzargli il sesso. Lo strinse tra i polpastrelli e lo sentì indurirsi sotto i suoi tocchi.
«Nun finisco mai le munizioni» Claudio si mordicchiò il labbro, poi lo guardò con sfida. «Mai.»
All'improvviso, Tiziano fu cappottato sottosopra, la faccia premuta contro il cuscino e il peso del corpo dell'altro sul suo; l'erezione strusciava tra le natiche.
«Mo' te faccio scoprì la potenza del maschio alfa.»
Tiziano godette di quella sottomissione, anche se a lui non piaceva essere dominato. In tutti i sensi. Ma il fatto che fosse Claudio e che quel gioco l'avrebbe portato all'apice della goduria lo fece ringhiare di lussuria.
Claudio si allungò oltre il suo corpo e prese un altro preservativo dal comodino. «Sò quasi finiti.»
Quella constatazione fece arrossire Tiziano. Quanto sesso facevano, esattamente?
Non gli importò più quando sentì premere il membro di Claudio di nuovo. «Dici che sei abbastanza rotto in culo, adesso?»
«Fottiti.»
Claudio lo baciò per tutta la schiena, anche quando Tiziano provò a liberarsi ottenendo soltanto un braccio piegato in maniera poco naturale all'indietro e una morsicata sul fianco. Le labbra di Claudio continuarono tra baci e saliva, poi gli lasciò andare il braccio per dedicarsi alle sue natiche. Le afferrò e ci passò nel mezzo la lingua, obbligò Tiziano ad alzare i fianchi e fece una risatina.
«Che c'hai da ridere?» borbottò Tiziano.
Claudio non rispose e usò la lingua per lambirgli l'apertura, poi la fece scivolare oltre, lungo i testicoli, e li succhiò. Tiziano fu costretto a premere la faccia nel cuscino, mentre gemiti svergognati aumentavano d'intensità leccata dopo leccata.
I polpastrelli di Claudio sfiorarono la sua eccitazione prima di cominciare a masturbarlo con lentezza, il muscolo bagnato faceva lo stesso. Ora alla base del sesso. Ora di nuovo tra i glutei. E poi dentro Tiziano.
Questo strinse con forza il lenzuolo e si abbandonò alle attenzioni di Claudio, muovendo il bacino per ricevere di più, sentendo le dita bollenti dell'altro che sfregavano contro la sua carne, bollente allo stesso modo. Poi Claudio lo accontentò, si posizionò per bene, gli alzò maggiormente i fianchi, in modo tale che Tiziano rimanesse appoggiato sul materasso con le ginocchia e i gomiti, ed entrò in lui. Prima per metà, poi interamente.
Tiziano rantolò qualche imprecazione e qualche incitamento, allungò un braccio all'indietro e afferrò la mano che Claudio teneva sulla sua vita; Claudio intrecciò le dita senza riflettere e cominciò a spingere, dapprima lentamente, poi con più rudezza, ridacchiando ancora.
«Che ci hai da ride...» ripeté Tiziano, in preda alla libidine per poter ragionare in italiano corretto.
«Statte zitto e godi» gemette Claudio e usò l'altra mano per schiacciare la testa di Tiziano sul cuscino, solo per un breve istante, per poi accarezzarlo tra i capelli, il collo, la schiena e di nuovo in mezzo alle sue gambe.
Fu questione di pochi altri minuti ed entrambi raggiunsero l'orgasmo, collassando sul letto in un intreccio di gambe, sudore e battiti del cuore in sincrono. Al contrario di Tiziano, Claudio centrò perfettamente il cestino e alzò un sopracciglio in direzione dell'altro, con un'espressione compiaciuta da "sono il migliore".
Poi si stesero l'uno di fianco all'altro: Claudio avvolse Tiziano con un braccio dietro le spalle, lasciando a penzoloni la mano sul suo petto, tracciando di tanto in tanto, con la punta delle dita, la sua pelle. Il furore della scopata era stato sostituito da un senso di quietudine che fece tornare Tiziano a sorridere. Si era persino dimenticato della doppia figuraccia, prima con quella domanda assurda e poi con la dichiarazione improvvisa; il solo ripensarci gli fece pulsare il cuore più forte, così come le parole di Claudio.
Un po' più di piacciamo...
Si umettò le labbra e cinse lo stomaco di Claudio.
«Anche io, Tizià.»
Anche io... cosa?
Tiziano in un primo momento non capì, sollevò il capo per vedere il volto di Claudio leggermente arrossato, la mano libera spostò qualche ciuffo biondo all'indietro, lo sguardo era fisso sul soffitto. Lo stomaco di Tiziano si contrasse e i suoi occhi si illuminarono quando comprese, ma non poteva essere. Non quello che stava pensando.
Deve essere stato il sesso, sì. Che altro? Claudio non è quello romantico, è quello che mi prende per il culo quando faccio il sentimentale, non quello che si dichiara dopo aver fatto l'amore.
Eppure, Tiziano non era in grado di levarsi il sorriso dalla faccia, quello da innamorato perso, quello che, se Claudio l'avesse visto, avrebbe giudicato come: "sorrisino da cojone". Tiziano non se ne curò e incrociò le dita con quelle che gli sfioravano ancora il petto, appoggiando la testa contro quella di Claudio, che non si oppose minimamente al contatto e, anzi, rafforzò la presa; la bocca dello stomaco di Tiziano si strinse di più nel sentire e risentire dentro la testa le parole del fidanzato.
Roteò appena gli occhi per scorgere il suo viso: aveva ancora un cenno di rossore.
Ma era Claudio.
Non poteva essere imbarazzo.
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