Short but sweet... e short anteprima!
Buongiorno a tutti!
Se volete leggere qualcosa di slash M/M, vi segnalo che oggi è uscita un'antologia di racconti a cura di Cathlin Bo in cui è presente una mia storia inedita a tema "amori adolescenziali". No, i protagonisti non sono Tiziano e Claudio (sorry), ma due bei ragazzi milanesi che saranno i protagonisti della mia prossima storia, aka Alessandro Pastore e Hiroshi Conrad (spoiler alert: il finale del racconto è totalmente inventato, la storia vera si svilupperà in modo completamente differente). Il libro è scaricabile gratuitamente come epub o kindle a questo indirizzo (purtroppo dovete fare copia-incolla perché Wattpad non consente i link):
https://stores.streetlib.com/it/autori-vari-a-cura-di-cathlin-b/short-but-sweet-primi-amori-adolescenti/?fbclid=IwAR17OyKc3zjn-pMU2EMK9DUyZoAyf-EVT_t77G08oF3x_T7aKHbjdPPdS6w
EDIT: mi ricordano nei commenti che Wattpad non consente nemmeno il copiaincolla. Bene. Per trovare l'antologia cercate il titolo su streetlib.com: Short but Sweet - Primi amori - Adolescenti.
Prima che mi date dell'idiota per aver scelto un nome come Hiroshi Conrad, sappiate che trattasi di ragazzo riccastro giappo-americano nato a Milano, quindi il nome assurdo e location sono giustificati ;-)
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A margine, siccome so che ciò che vi preme di più è il proseguimento del sequel, vi incollo un altro piccolo estratto con alcuni misteriosi riferimenti che so già vi metteranno in paranoia (no, non imparanoiatevi), in attesa della storia che arriverà spero, se tutto va bene, per gennaio - febbraio.
A presto!
[...]
«Cla', ti ho visto raramente così sottosopra. Mi vuoi dire cosa è successo? Ti...?»
«Hai ricominciato a bere?»
Claudio sputò fuori quella domanda perché non ne poteva più di parlare dei suoi problemi. Ma voleva davvero sapere qualcosa di più su quel particolare. Voleva sapere se Tiziano gli aveva detto la verità su Simone.
Simone non disse nulla, fissò Claudio per qualche istante con gli occhi sbarrati. «E questo mo' che cazzo c'entra? Stavamo parlando di...»
«So' talmente scojonato, in questo momento, che per te è il momento migliore di dirmi la verità, nun ci avrei la forza de incazzamme.»
«Ma quale verità? No, non ho ricominciato!»
Claudio lo fissò negli occhi. «Giura.»
Simone esitò. E l'esitazione fu sufficiente a far capire a Claudio che il suo amico stava mentendo.
Claudio si abbandonò contro lo schienale del sedile, chiuse gli occhi. «Se vuoi farti una birra e pensi di essere in grado di controllarti me lo poi pure dì. Nun so er tuo paparino, nun so' neanche er tuo sponsor. Nun so' nessuno, Simo', nun me devi nasconne le cose.»
«Non mi faccio le birre, proprio perché ho paura di non essere in grado di controllarmi» disse Simone.
Claudio guardò di nuovo il suo amico. «Tiziano mi ha detto una cosa diversa. Testuale, circa: non ti può neanche dire che si fa una birra coi suoi amici sennò gli rompi il cazzo...»
Simone aggrottò le sopracciglia. «Perché stavate parlando di me?»
«Lasciamo perdere. Non mi va.»
«No, dobbiamo parlarne, Cla'. È anche per questo che sei sconvolto. Che cosa...?»
«Ho detto: NON MI VA!» L'urlo fu talmente violento che Wendy si mise ad abbaiare. Claudio iniziò ad ansimare, Simone si schiacciò contro il finestrino e fissò il suo amico con aria più offesa che spaventata. «Stai zitta!» Claudio gridò contro Wendy, che saltò giù e si accucciò a terra, nell'interstizio tra il sedile del guidatore e quello posteriore.
«E allora che cazzo ce sei venuto a fare, a casa mia, se non volevi parlare?» gli sbraitò addosso Simone in risposta.
Claudio prese un respiro e cercò di calmare il proprio tono di voce, ma era ancora tremulo quando ricominciò a parlare. «Per distrarmi. Per non pensarci. E tu me ce stai a fà pensà.»
Simone spense il motore dell'auto, tirò indietro il sedile. Sospirò.
E infine parlò. «Non bevo mai. Giuro. Non ho bevuto nemmeno al mio battesimo in squadra, gliel'ho detto, ai miei compagni che ho avuto dei problemi. E mi hanno capito. Però... mi sono ubriacato una volta. Una sola! Giuro. E non so Tiziano come possa averlo saputo, probabilmente tramite Arturo e Giacomo.»
Giacomo era il procuratore di Simone, Arturo quello di Tiziano.
Claudio si sentì grato nei confronti di Simone. Era evidente che non ne volesse parlare, ma aveva capito il momento di difficoltà di Claudio e aveva cominciato il racconto senza lamentele.
Sicuro me incazzerò co' lui, mo'. Ma mejo incazzato che triste.
«E come mai è venuto a saperlo Giacomo? Che casino hai combinato?»
«Niente di tragico, per fortuna, mo' capirai.» Simone si passò una mano davanti agli occhi. «Me sto a vergognà un casino.»
Claudio sbuffò. «Eddaje, che poi avè fatto? Te sei messo a ballà nudo davanti a 'na pischella?»
Simone ridacchiò. «No. Quasi.»
Claudio abbassò un po' lo schienale per mettersi più comodo. «'O sapevo che ce stava de mezzo 'na pischella. Famme indovinà: te sei fatto un cicchetto pe' trovà er coraggio de provacce e la cosa è degenerata.»
«Era un pischello.»
Claudio si voltò molto lentamente verso Simone e lo vide che fissava il volante. Era buio, quindi non riusciva a capire di che colore fossero le sue guance, ma era certo che stessero virando al viola. «Dopo quattro anni de seghe sui pornazzi froci, prendi finalmente la decisione di provare la cosa in real life e nun me dici gnenteee?!»
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