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Punto di vista di Lorenzo [spoiler: l'Ultimo Ricordo]

Avevo accennato nel capitolo di commiato de L'ultimo ricordo, che esisteva un POV di Lorenzo, che non è mai entrato nella stesura finale del romanzo.

Vi incollo qui di seguito due estratti da uno dei primi capitoli, che poi ho riscritto dal punto di vista di Claudio. Lorenzo, leggendo nel pensiero di suo figlio, coglie degli aspetti del personaggio che non si vedono mai, ma forse un po' si possono intuire.

Ditemi che ne pensate!

Estratto 1

Per un istante, per un solo brevissimo istante, Lorenzo prese in considerazione l'idea che suo figlio potesse aver ragione, che Laura fosse morta.

Ma fu solo un istante.

Lui sapeva che Laura era ancora viva. Lo sentiva!

Perciò poteva essere successa solo una cosa: qualcuno aveva fatto credere ai due ragazzi che la madre di Claudio fosse morta.

Lorenzo era diventato bravissimo a leggere i pensieri. I primi tempi, le prime settimane da fantasma, dalle menti altrui percepiva solo confusione, come una musica cacofonica da cui emergevano solo le parole più forti, quelle che venivano pronunciate a voce o verbalizzate in modo chiaro nella mente. Ma pian piano aveva imparato a interpretare quella musica, a scremare il rumore, e a scremare i vari strati logici, verbali, emotivi.

Era stato come imparare una lingua sconosciuta. O meglio: tante lingue sconosciute. Ogni cervello funzionava in maniera diversa. Ogni cervello era un diverso dialetto della stessa lingua: funzionavano tutti sulla base di regole simili (le emozioni, ad esempio, avevano gli stessi colori, per chiunque, in qualsiasi lingua, cambiavano solo l'intensità e le sfumature); ma sulla base di quelle regole producevano diverse "musiche". Alcune menti, come ad esempio quella di Tiziano, verbalizzavano molto ed erano più facili da leggere. Tiziano era limpido, anche il rumore di fondo – i suoi pensieri non coscienti – era uniforme, e le sue reazioni emotive cristalline.

Claudio era più complicato: la sua mente era molto stratificata. Lo strato superficiale era di lettura in apparenza semplice, lineare. I primi tempi Lorenzo si era stupito di quanto suo figlio sembrasse avere le idee chiare su tutto.

Ma standogli vicino aveva iniziato a notare il rumore.

Non era affatto un rumore debole, ma lo strato più cosciente dei pensieri di Claudio era talmente forte da coprirlo. Era un rumore che faceva da contrappunto costante a ogni sua parola o pensiero. Era un rumore carico di dubbi, emozioni, pensieri divergenti che Claudio teneva sotto stretto controllo con la sua coscienza.

Era affascinante. Ma allo stesso tempo disturbante. Lorenzo vedeva la parte più intima delle persone. La parte più intima del suo stesso figlio. E non avrebbe voluto vederla.

Leggere il pensiero era un potere orribile.

[....]

Estratto 2

Lorenzo lasciò la rabbia di Claudio sbollire un po'. Lesse i suoi pensieri.

E nella sua mente vide, in maniera nitida, una frase dolorosa: Papà sta perdendo il senno.

E insieme a quel pensiero c'erano dolore, paura, e tanti ricordi. Ricordi di preoccupazioni vecchie di settimane, no, di mesi. Erano, però, talmente confusi e frenetici che Lorenzo non riuscì a leggerli.

Ma Claudio interruppe quel tentativo parlando. «Papà, cerca di ragionare...» disse, in tono fermo. La sua voce, che Lorenzo udiva attraverso Tiziano e Claudio stesso, esprimeva sicurezza. Anche lo strato più cosciente dei suoi pensieri era calmo e sicuro. Claudio era sicuro di poter far ragionare suo padre, di riuscire a convincerlo che Laura era morta, solo che...

...in realtà non lo era. Ecco rivelarsi per l'ennesima volta la personalità stratificata di suo figlio: sotto la sicurezza si celavano indecisioni, la paura di essere sul punto di perdere per sempre anche il padre e, infine, un commovente desiderio di rassicurazione.

Lorenzo vide un'immagine, Tiziano che abbracciava Claudio, che gli diceva: "Andrà tutto bene". Era un anelito talmente profondo che Lorenzo era certo Claudio non se ne rendesse nemmeno conto. Lo faceva spessissimo. Quando c'erano sentimenti negativi, in lui, Tiziano era l'immagine felice che il cervello di suo figlio evocava per cercare di scacciarli.

Tiziano gli stava ancora stringendo la mano, e Claudio imbeveva la sua anima di rassicurazione attraverso quel semplice gesto. 

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