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Ciambella e dentifricio

Nota introduttiva 
È con grandissimo orgoglio è un pizzico di commozione che vi presento la prima fanfiction e la prima fanart de L'ultimo desiderio, ovviamente entrambe Clizio, entrambe realizzate dalla bravissima Floricienta94Eil
Mi sento quasi sciocca a specificarlo, ma lo specifico: essendo una fanfiction è una trama immaginata, che nella storia non accadrà mai, quindi non costituisce in alcun modo spoiler. Ho trovato la storiella gustosissima, e penso che le personalità di Tiziano e Claudio siano state centrate molto bene, che ne dite? La storia è stata scritta subito dopo la pubblicazione del capitolo 19, che state a fà dietro ar cespuglio? quindi non tiene conto di ciò che è accaduto dopo quel momento. 
In calce alla storia una fanart che illustra un momento di sana passione travolgente tra Claudio e Tiziano.
Buona lettura e buon shipping! ;)

***

Tiziano si girò e rigirò nel letto, senza riuscire a dormire.

Un problema ben maggiore lo stava asfissiando e non aveva intenzione di diminuire. Provò a darsi una grattatina alle parti intime, ma quello non fece che accentuare il desiderio che aveva. Doveva alzarsi e porre subito rimedio, senza svegliare Claudio che dormiva nel letto sopra al suo.

Chi c'ha voglia di alzarsi a pisciare?

Sbuffò e spostò il lenzuolo, poggiando i piedi sul pavimento. Barcollò appena e si voltò; per un breve attimo si ritrovò a fissare Claudio, con i capelli sparpagliati sul cuscino e le labbra socchiuse dalle quali proveniva un leggero sibilo. Gli venne una fitta allo stomaco, ma non ci badò.

Abbandonò quatto quatto la camera e diede finalmente riposo alla sua vescica urlante. Nel tornare a letto, tuttavia, incrociò proprio Claudio, che gli diede una spallata seguita da un grugnito assonnato. Roteò gli occhi al cielo e pregò di ripiombare nel sonno prima che Claudio tornasse dal bagno.

Ovviamente non accadde.

Anzi, Claudio, dopo esser rientrato e aver chiuso la porta dietro di sé, gli diede un calcio sulla schiena, senza troppa forza, e si aizzò per tornare sdraiato sul suo materasso. La risatina che seguì fece accapponare la pelle a Tiziano.

«Ma che problemi hai?» lo rimbeccò, stizzito.

Quando avrebbe smesso di essere perseguitato da quel fetente di Claudio? Avrebbe mai avuto una tregua? Forse, se solo fosse stato più bravo a calcio, meno goffo nel resto delle cose, con un minimo di vita sociale degna di questo nome, Claudio l'avrebbe trattato come un suo pari, proprio come era successo durante alce rossa.

«Me piace pijatte pe'r culo» Claudio ridacchiò ancora e Tiziano, di tutta risposta, tirò un calcio verso l'alto, proprio all'altezza del fondoschiena del compagno di stanza e lo sentì schioccare la lingua. «Mo te stai ad allargà n'po' troppo, Fiorellì. Le ciambelle, anche se c'hanno er buco, se diventeno tutto buco, poi nun ne rimane più da'a ciambella.»

«Ma che stai dicendo? Che significa?» Tiziano aggrottò le sopracciglia.

Claudio si sporse verso il basso, i suoi capelli biondi caddero sulla fronte e gli contornarono il viso. L'espressione che aveva era un misto tra chi stava godendo alla grande e chi non vedeva l'ora di fare la battuta più eclatante del mondo. «Che te distruggo.»

Claudio rise di gusto, scomparendo alla vista di Tiziano.

Tiziano rifletté sulla metafora pessima dell'altro.

Almeno si rende conto che non fa altro che usare doppi sensi?

Ingoiò a vuoto e si passò una mano sulla fronte, per poi premere due dita sulle palpebre chiuse. Era stufo di pensare in quel modo di Claudio, ma ancora sentiva la pressione di quel maledetto – durissimo – ginocchio sul suo dannato – durissimo anche lui, dannazione! – inguine. E Claudio ci metteva del suo per farlo pensare male in ogni senso.

Ogni perverso senso.

«Senti,» riprese a parlare Claudio, «ma da dov'è che t'è uscito maschio Alfa?»

Ancora? Perché era così fissato con quel nomignolo idiota? Quando mai Tiziano si era fregato da solo e si era lasciato sfuggire quel nome.

Portò un braccio dietro la testa e fissò la conca del letto sopra si sé. «I tuoi amichetti ti seguono come se fossi il loro padrone» decise di essere serio. «Fanno tutto quello che vuoi, quando vuoi. Basta uno schiocco di dita che sbavano per un tuo ordine, proprio come se fossi l'Alfa.»

Claudio rise per l'ennesima volta, forse si era svegliato con la ridarella, oltre che la pisciarella. «Me piace.» Si sentì tutto inorgoglito, incrociò entrambe le braccia dietro al capo e il piede destro si ritrovò a oscillare fuori dal materasso. Tiziano lo seguì andare a destra e sinistra, in alto e in basso.

Finalmente sembrò tornare il silenzio e la voglia di dormire da parte di entrambi.

Tiziano si rigirò, trovando comoda la posizione fetale con una gamba distesa e l'altra raccolta. Le molle del letto di sopra scricchiolarono e un attimo dopo ci fu un tonfo. Tiziano socchiuse un occhio per capire cosa fosse successo e vide Claudio in piedi davanti a lui che lo guardava divertito.

«Non è che vòi èsse anche tu 'n cagnolino mio e questo è tutto rosichino?» si sedette all'altezza del ginocchio di Tiziano, che si tirò su anche lui e poggiò entrambi i palmi sul materasso, osservandolo storto.

«Non credo proprio.»

Assurdo, semplicemente assurdo. Tiziano era quello preso in giro da sempre e Claudio infieriva pure sul fatto che volesse diventare uno di loro, un bullo di prima categoria. Non aveva mai sentito una proposta così incoerente nella sua vita.

Claudio si sporse su di lui, arrivò a pochi centimetri dal suo volto. «Er maschio Alfa attizza.»

Cosa stava succedendo? Tiziano dovette concentrarsi con tutto se stesso per non deglutire e far scoprire che stava già sudando freddo per quella vicinanza. Claudio stava osando troppo e non c'era alcun motivo per farlo. Tiziano non sapeva come prendere quell'atteggiamento, forse l'altro stava solo cercando di catturare l'attenzione su di sé, ma quello era un metodo decisamente ostentato.

Ma lui non sa che sono gay.

Ma Claudio non sapeva nemmeno quanto sembrasse gay proprio lui stesso.

«Il maschio Alfa è un coglione.» Tiziano attinse a tutta la sua forza di volontà per controllare la gocciolina di sudore che stava per colare dalla fronte e anche la sua voce.

«Sbagliato.» Ancora quell'espressione da superiore. «Il maschio Alfa c'ha i cojoni.» Senza preavviso, Claudio strinse i testicoli di Tiziano, ridendo beffardo.

Tiziano represse un gridolino, tuttavia non poté evitare il sussulto. La situazione stava decisamente sfuggendo di mano a entrambi.

Ce l'ha proprio con le mie parti basse...!

Claudio gli diede una palpatina prima di ritirare la mano, però era bastato quel gesto fatto per scherzo per mandare in ebollizione gli ormoni di Tiziano. Già sentiva le guance andare a fuoco, il sangue si stava concentrando tutto in un unico punto in basso, molto, molto in basso. Proprio dove prima c'era la mano dell'altro.

Non poteva eccitarsi davanti a lui, non quando erano così vicini. Aveva già rischiato una volta e gli era bastato.

La signora Fletcher! La signora Fletcher!

Cominciò a intonare il motivetto nella sua testa, ma gli risultò più difficile del solito.
Perché la signora Fletcher sapeva lontanamente di dentifricio?

Forse perché Tiziano si era allungato e aveva posato le labbra su quelle di Claudio.

Una semplice pressione tra di esse, ma che scatenò un tornado dentro al petto di Tiziano. Socchiuse appena gli occhi per vedere quelli sgranati di Claudio, un azzurro intenso più confuso del bluastro che si stava rispecchiando in esso.

Stava baciando Claudio.

Lo stava facendo davvero.

Decisamente non un buon modo per scemare l'eccitazione, anzi...

Da quanto stava durando quel momento magico?

Claudio lo spinse per il petto e si staccò. «Ma che stai a...» non riuscì a completare la frase che, alzandosi di scatto, picchiò la testa contro la struttura del letto. Si massaggiò la zona lesa con una smorfia corrucciata in volto, indietreggiò di qualche passo e fece un verso di disgusto. «C'avevo ragione che sei frocio. Nun è che adesso m'hai attaccato quarcosa? Già m'hai attaccato la tua goffaggine e so' stati solo sette seconni.»

Sette.

Soltanto sette secondi.

Claudio aveva contato i secondi del bacio.

Tiziano andò nel panico, aprì le labbra più volte nel vano tentativo di pronunciare parola, eppure non gli uscì niente. Claudio aveva scoperto che era gay, anzi, era stato Tiziano stesso a farglielo capire, sventolandoglielo in faccia. Per fortuna che non aveva usato la lingua, altrimenti sì che sarebbe stato grave.

E adesso? Che ne sarà di me...

Preso per i fondelli a vita, probabilmente anche quando sarebbe stato costretto a cambiare scuola.

«Non volevo...» fu l'unica cosa che riuscì a dire, lo sguardo puntato sulle ginocchia dell'altro.

«Nun è che te stavo a masturbà, era 'na strizzata de palle» commentò Claudio, ancora incredulo del bacio appena avvenuto.

Lui ha visto? Ha... sentito?

Tiziano ripensò all'erezione che si era ingrossata sotto le mani di Claudio. Doveva averla sentita per forza, ecco il perché di quella frase. Non poteva essere vero, non poteva. Non collegò più alcun pensiero, c'era solo l'ansia per quello che sarebbe successo d'ora in avanti tra lui e il resto dei compagni di squadra.

«Non dire a nessuno che sono gay» tentò di salvarsi, sebbene sapesse che chiedere un favore a Claudio equivaleva a tutto il contrario. Se non fosse stato che era notte inoltrata, sarebbe già andato ad annunciare la notizia al resto dei ragazzi.

«Ma che sei frocio pe' davéro?»

Tiziano scattò con gli occhi sul volto di Claudio.

Oh, merda.

Non era vero che Claudio aveva capito le sue tendenze sessuali, stava scherzando come al solito, ma Tiziano aveva la testa troppo in panne per poterlo afferrare al volo. Adesso si era davvero rovinato la vita con le sue stesse mani.

Si alzò traballante, la sua mente stava per scoppiare, sentiva caldo, aveva bisogno di un po' d'acqua. C'erano troppe cose che volteggiavano nella sua testa e nessuna si metteva a fuoco, lasciandolo in balìa della confusione. La stanza sembrò danzare per qualche attimo, più buia di quanto era pochi istanti prima. Poi Tiziano sentì due braccia afferrarlo e un petto caldo sul quale sbatté il naso.

«Oh, Tiziano, non svenire.» Un paio di colpetti sulle guance lo fecero riprendere, era aggrappato ai bicipiti di Claudio, le sue unghie erano letteralmente conficcate nella pelle nuda e abbronzata del ragazzo. «Respira» disse ancora Claudio, facendolo lui stesso per primo.

Tiziano ispirò e rimase così per qualche secondo.

«Mo butta pure fuori er fiato, che se no ce rimani secco.»

Tiziano eseguì.

L'ennesima figura di merda da aggiungere alla lista di infinite figure di merda.

Svenire davanti a Claudio perché andato nel panico... che razza di ragazzo si comportava così?
Tuttavia, la situazione sembrò migliorare quando, alzato di nuovo lo sguardo, incontrò quello di Claudio. Era serio, solo adesso si era reso conto che poco prima l'aveva chiamato per nome e non con il nuovo nomignolo. Poteva essere preoccupazione nei suoi confronti?

Quelle labbra erano di nuovo troppo vicine, invitanti, lucide, ancora bagnate della sua saliva. Si ritrovò a osservarle senza ritegno, le voleva assaggiare meglio. Prima di crollare sul pavimento avrebbe anche potuto farlo.

Tanto la mia vita è andata a quel paese.

E se Claudio l'avesse picchiato a sangue? Era un rischio da correre per risentire quelle emozioni gorgogliare nello stomaco. Era stato un bacio troppo breve per poterlo assaporare del tutto.

Proprio quando decise di agire, Claudio cominciò a trascinarlo verso il letto, ancora aggrappati tra loro; gli sguardi non si sciolsero mai. Perché Claudio lo guardava in quel modo? Era davvero difficile far tacere il suo lato gay, se quel dannato bulletto psicologico non gli lasciava un attimo di respiro.

Claudio lo fece sedere sul materasso, ma Tiziano non mollò la presa; lo abbracciò di slancio, nascondendo il volto nello stomaco dell'altro.

«T'ho detto: nun allargatte troppo» Claudio bofonchiò qualcos'altro di incomprensibile e tentò di staccarselo di dosso, prima di sbuffare e cedere alla sua morsa. «Solo perché stavi pe' svenì e nun voglio un morto pe' compagno de stanza. Nun fatte strane idee.»

Posò le mani sulle spalle di Tiziano, che sobbalzò scioccato. Era sicuro che l'avrebbe respinto in ogni modo, invece eccolo che lo stupiva per l'ennesima volta.

Tiziano non contò i minuti che passarono in quella dolce posa, si limitò a spiaccicarsi contro lo stomaco di Claudio, sentendo la durezza dei suoi addominali; circondò la sua schiena con le braccia, anch'essa vigorosa e mascolina. Non c'era niente da criticare nel fisico di Claudio.

Malgrado ciò, il momento si spezzò non appena Claudio spostò una mano tra i suoi capelli, glieli accarezzò appena e si staccò con uno sguardo sornione. Si inclinò su di lui e gli scoccò un bacio sulla fronte. «Bacio della buonanotte, Fiorellì.»

L'attimo dopo, Claudio lo scavalcò per tornare nel suo letto, per poco non gli tirò un calcio in pieno viso. Tiziano alzò la testa e seguì il movimento del materasso che sprofondava sotto il peso del compagno.

Il cuore batteva a mille, mancava poco per balzare fuori dal petto. C'era una strana sensazione che lo avvolgeva da capo a piedi, quasi un formicolio che si fermava proprio all'altezza del suo organo vitale e che gli bloccava la funzione di tutti gli altri. 

Non aveva la minima idea di cosa sarebbe successo l'indomani, se sarebbe stato preso di mira ancora di più, se Simone sarebbe stato fin troppo attaccato a Karen, se Claudio l'avrebbe guardato con occhi diversi.

Cristo, voglio vedere quegli occhi...

Chiuse i propri e cercò di dormire.

Forse la signora Fletcher non avrebbe più funzionato, perché a quella donna dall'impermeabile giallo era associato un sapore che persisteva sulle labbra di Tiziano e che sperava non scomparisse così presto.

***

La fanart: purtroppo Wattpad me l'ha censurata per contenuto inappropriato perché era troppo porcosa. Non me la fa uplodare neanche con una faccina a coprire le pudenda. Cattivo Wattpad :(



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