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Capitolo extra (che non c'entra molto con la storia)


SPOILER ALERT!
Non leggete questo capitolo se non avete ancora terminato la storia principale. MEGA SPOILER SUL FINALE DELLA STORIA. Ok, siete avvisati.

Sistemando i file sul mio pc, ho recuperato una vecchia bozza di una storia d'amore het con personaggi principali diversi da quelli de L'ultimo desiderio, in cui però avevo immaginato che il protagonista fosse compagno di classe di Claudio e Simone. 
È una storia che ho abortito al decimo capitolo e che non vedrà mai la luce (era proprio una robaccia molto gratuitamente smut dalla trama un po' demenziale, in cui lo sport principale stavolta era la pallavolo). Ho pensato però che magari vi faceva piacere leggere il ritorno in classe di Claudio, a distanza di qualche settimana dagli avvenimenti dell'Ultimo Desiderio. Ci saranno un po' di riferimenti incomprensibili ai nuovi personaggi, ma tutto sommato mi pare niente di particolarmente disturbante. Buona lettura, se vi va ;)

***

«Oh, bentornato!»

Alex saluta Claudio che entra in classe con gli occhi gonfi e semichiusi e il naso arrossato.

«Bentornato stocazzo.» Claudio tira su col naso.

«Come è andata la vacanza extra?» gli chiede Alex. Claudio si è saltato tutta la prima settimana di scuola, evidentemente perché era ammalato.

Pochi passi dietro Claudio entra anche Matilda. Non vorrei guardarla, perché non bisogna mai dare corda agli stalker, ma non riesco a fare a meno di guardarla: indossa i jeans sformati e le scarpe da nonna che aveva ieri, ma una maglietta diversa, tutta a fiori con al centro la scritta "Flower". E come se l'orrore non bastasse, la scritta è in rilievo.

La treccia color topo oggi è bassa sul lato destro della testa.

Ci guardiamo negli occhi per un istante. Merda. Però lei li abbassa subito. Non sembra imbarazzata, sembra semplicemente che non voglia guardarmi. Sento un sudorino freddo sulla schiena.

«Vacanza extra ri-stocazzo. Sto malissimo, ma mi' madre m'ha praticamente buttato fori dar finestrino da 'a macchina ner cortile qua fori.»

«Sei contagioso?» chiede Fabio preoccupatissimo. Fabio è un po' germofobico. Claudio alza le spalle e non gli risponde.

Matilda si siede silenziosamente al suo posto, in ultima fila.

«'Ndo sta seduto Simone? Me l'ha tenuto il posto, no?»

«Lì» indica Fabio. «Ma come l'hai presa? Questo non è periodo di influenza.»

«Quanto rompi er cazzo» dice Claudio lasciando cadere lo zaino a terra accanto al banco di Simone. «Me l'ha passata il mio ragazzo.»

Ci sono un paio di secondi di silenzio prima che le persone presenti in aula, me compreso, si mettano a ridere. Claudio fa sempre battute del cazzo.

«Grande Cla'» commenta ridendo Luca, che in quanto a figaggine e carisma sociale è il secondo in linea di successione, rispetto a Claudio.

«E il tuo ragazzo come se l'è presa?» chiede Fabio apparentemente non divertito né stupito dall'affermazione di Claudio.

«Boh, me sa che gliel'ha passata su' padre tornando dalla Cina.» Claudio si siede, poi si massaggia il collo. «Cazzo che male, ho dormito di merda stanotte.»

Suo padre tornato dalla Cina? Sta raccontando un po' troppi particolari su questo ragazzo inventato. Di nuovo, anche se non dovrei, non posso evitare di lanciare un'occhiata a Matilda, che proprio ieri mi ha detto di sospettare che Claudio sia gay. Matilda sta tenendo lo sguardo basso, puntato sul banco. Fa solo finta di non ascoltare, lo so. In realtà lei ascolta sempre tutto. Maledetta stalker maniaca sessuale con le magliette a fiorellini!

«Quindi è un ceppo cinese?!» ruggisce Fabio quasi sconvolto. «Non voglio sedermi dietro di te!»

«Siedite dove te pare, io resto qua.» Claudio allunga un braccio sul banco e ci si appoggia con la testa.

«No scusa un attimo» dice Luca avvicinandosi al banco di Claudio. «Che è sta storia del ragazzo cinese?»

«Quale ragazzo cinese?» dice Claudio perplesso sollevando leggermente la testa.

«Oh, sei vivo, allora!» È Simone, che ha parlato, appena entrato in classe.

«Per modo di dire» mugugna Claudio, di nuovo steso.

«Non ti lamentare, hai perso una settimana di scuola.» Simone lancia lo zaino sul banco.

«Sì, e pure una settimana di scopate, cazzo.» Tira su col naso. «No, anzi, due settimane di scopate. Prima sta male lui, poi io. Cristo come lo sfonno appena me ripijo.»

Decisamente questo scherzo sta andando avanti un po' troppo a lungo. Guardo di nuovo Matilda (basta, devo smettere di guardarla!) che sta facendo finta di ripassare inglese. Lo so che sta facendo finta. Lo so, cazzo.

«Cla', me stai a fà preoccupà» dice Luca, con una faccia come se gli avessero appena detto che gli è morto il gatto. «Che cazzo di scherzo di merda?»

Simone fa una risatina.

Claudio alza appena la testa dal banco. «Quale scherzo?»

«'Sto scherzo sul tuo fidanzato cinese!» grida Luca.

L'intensità delle risate di Simone aumenta. «Ma che cazzo gli hai raccontato? Cinese?»

Claudio chiude gli occhi e appoggia di nuovo la testa al braccio. «Ma no, è lui cojone che ha capito male. Er padre stava in Cina, per lavoro, non è cinese. È italiano.»

L'ultima parte della frase di Claudio viene coperta dal vociare di Rachele e Giulia, che entrano in classe spettegolando di qualcuno, come loro solito.

«Claudio è frocio!» grida Luca alle due ragazze.

Loro si zittiscono, si fermano in piedi, lo guardano malissimo per qualche istante.

«Non fa ridere» dice Rachele.

«Invece sì» dice Simone che quasi si rotola sul banco tenendosi la pancia.

Claudio si rialza dal suo coma e guarda Simone con aria stranita. «Ma non gliel'avevi detto? Pensavo lo sapessero.»

«Mica vado in giro a raccontare i cazzi tuoi...»

«Scusate, vogliamo preoccuparci un attimo del fatto che c'è un ceppo di influenza cinese che gira?» si intromette Fabio.

L'influenza cinese causa un nuovo attacco di risate a Simone.

«Ma... ma...» balbetta Luca. «Ti prego Clà, dimmi che è uno scherzo...»

«Ma sì, ovvio che è uno scherzo» commento io, tranquillo. Spesso con Claudio è così: dice cose assurde tutto serio e dopo mezz'ora si scopre che stava scherzando.

«Non è uno scherzo» dice Claudio. Si tira su a sedere, estrae un fazzoletto dalla tasca e si soffia il naso. «Sono frocio veramente» aggiunge, la voce un po' ovattata dal fazzoletto che ha davanti al naso.

«Mi fai morire dal ridere, Claudio» commenta Giulia quasi sospirando. Giulia muore dietro a Claudio dalla prima.

«No, giuro...» Simone ride ancora «...confermo io: sta dicendo la verità.»

«Sai quel vecchio proverbio: lo scherzo è bello quando dura poco?» commenta Alex.

Claudio rotea gli occhi. «Che palle che siete...» dice mentre tira fuori il cellulare.

«Non puoi metterti a guardare il cell come se niente fosse!» protesta Luca.

«Aspè,» dice Claudio continuando a guardare il cellulare, «ecco, tiè. Ce credi mo'?»

Gira il cellulare verso la classe e quindici persone meno una (Matilda) allungano il collo per guardare. Per qualche istante temo di vedere la foto di Claudio che limona con qualche sconosciuto, ma sullo schermo c'è un semplice selfie che ritrae lui e un ragazzo castano che sorridono alla telecamera.

Lo sapevo che era una sola.

«Questa foto non dimostra niente» dico. «Ci ho pure io un selfie con Alex preciso a questo, nel mio cell.»

«Perché sei frocio pure tu» dice Claudio.

«Sono etero» rispondo.

«Comunque non stavamo così appiccicati, in quel selfie» precisa Alex a mezza voce.

«Giochi a pallavolo, quindi sei frocio» mi dice Claudio. «Magari sei etero, ma sei frocio dentro.»

Qualcuno ride, io mi limito a scuotere la testa. Ormai ci ho fatto il callo, a queste battutine sulla pallavolo.

«E comunque cosa volevi che avessi, una foto che pomiciamo? Una foto der suo cazzo in tiro? Ma per chi m'hai preso? Mica me metto a scattà foto da checca pornomane.»

«Ma stavi con Sara Pennetta di quarta B!» protesta Luca.

«Giusto, stavo. Adesso sto con Tiziano.»

«È un caso che il nome finisce in ano?» dice Francesco, che fino a quel momento era rimasto in silenzio a guardare la scena.

Claudio fa una risatina. «Oddio, mo' gliela scrivo, questa. Si incazza come una biscia, sicuro.» Prende il cell e comincia a digitare qualcosa. Dalla faccia che fa Francesco non credo che il suo intento fosse quello di far ridere Claudio.

La mia testa si gira quasi contro la mia volontà in direzione di Matilda, che è ancora ostinatamente china sul libro di Inglese. Lei sapeva tutto! Anche se ho ancora il vago dubbio che Claudio stia scherzando: in questo momento sta digitando un messaggio, e sorride mentre lo fa.

«Good morning students!» La Pellizzari, la prof di inglese, entra in classe insieme agli ultimi compagni che ancora si attardavano fuori.

«Prof, Claudio is gay!» esclama Luca.

I compagni che sono entrati per ultimi ridono, ignari di tutto.

«You mean happy, cheerful» commenta lei con un sorriso sereno.

«No, he mean faggot» dice Claudio.

«Means» lo corregge Simone.

La prof fa una risatina imbarazzata. «Language, please! And put away your cell phone.»

«Sorry proffe, I was texting my boyfriend» dice lui buttando il telefono sotto il banco.

La prof fa un'altra risatina ancora più nervosa.

«Prof, Claudio has a chinese flu!» protesta Fabio. Simone scoppia a ridere per l'ennesima volta.

«A Fa', se nun la finisci co 'sta para dell'influenza te scatarro addosso così te togli il pensiero» dice Claudio.

«Stop joking, please, and sit down» dice la prof con la sua solita parlata melliflua. «Let's see your homework.»

Andiamo tutti a sederci. Lancio un'ultima occhiata a Claudio e lo vedo smanettare col cellulare sotto il banco. Fa un sorrisetto guardando lo schermo, prima di spegnerlo e riporlo.

Poi, mentre vado a sedermi al posto, sorprendo Matilda a guardarmi. C'è un'ombra di sorriso sul suo volto? O è solo un'impressione? Non lo so, ma mi dà i brividi.

***

E grazie di cuore per tutti i commenti che mi avete scritto! Anche se non sono riuscita a rispondere, li ho letti tutti, e mi avete fatta molto felice :°)

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