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57. Il nuovo portiere ✓

«Rega', non stamo a giocà a tennis, cazzo!»

Claudio si lasciò cadere sulla panchina. Tiziano lo imitò. Si sentiva sfinito. Non era più abituato a giocare per novanta minuti. E ne erano passati appena quarantacinque. Afferrò una borraccia e bevve un po' di Gatorade annacquato.

«Gatorade! Banana!» disse Claudio allungando le mani in avanti come uno zombie affamato. «Cocaina! Sto a morì!»

Valerio distribuì qualche banana ai giocatori. Claudio ne afferrò una, la sbucciò con un gesto secco e ne morse via un pezzo con voracità. Masticò qualche secondo poi, con la bocca ancora mezza piena si rivolse a Michele, che lo fissava con aria stranita. «Inutile che me guardi così, nun ta 'a faccio 'na dimostrazione pratica de pompino.»

Tutta la stanza scoppiò a ridere.

«Che schifo! Ma chi ti guarda?» disse Michele, quasi offeso.

«Claudio, linguaggio!» lo ammonì Valerio. «Come mai così stanco? Hai fatto le ore piccole, ieri?»

Ci fu un attimo di silenzio nella stanza, prima che tutti scoppiassero nuovamente a ridere. Claudio lanciò un'occhiata complice a Tiziano e scoppiò a ridere anche lui.

Tre volte in dodici ore? Poi nun li reggo i novanta minuti, gli aveva detto prima della sveltina nel ripostiglio.

«Ok. Delle ore piccole ne parliamo dopo» proseguì Valerio, ignaro. «Andrea, sei troppo insicuro. Devi uscire di più, buttati! Il dieci avversario ha capito che non sai uscire e ti stringe sempre nella porta.»

«Vale', è la prima volta che faccio il portiere in vita mia, cosa pretendi?»

«Cinque gol subiti!»

«E cinque segnati» ribatté Andrea. «Oh, Tizio, ma che ti sei dopato oggi? Ci aveva ragione Valerio che avevi un blocco psicologico?»

Tiziano sorrise. Aveva segnato tre gol e fatto due assist per Claudio. Aveva giocato benissimo. Era come se tutto il tempo perso non fosse passato, era come se l'avesse addirittura recuperato. Dribbling, passaggi millimetrici, tunnel, sombreri, elastici, e tutto il repertorio in cui eccelleva da ragazzino. I difensori avversari ce l'avevano messa tutta per cercare di neutralizzarlo, ma lui, agile come un gatto, li aveva sempre schivati. Si sentiva di nuovo Flash, e tutto il mondo andava a rallentatore.

Avrebbe voluto parlare con Simone, ma era rimasto sugli spalti. Aveva davvero rinunciato alla sua eterosessualità per restituirgli il talento?

Ma allora perché sia io che Claudio abbiamo avuto la nettissima impressione che fosse ancora innamorato di Karen?

«Lo so io cosa gliel'ha fatto passare, il blocco psicologico...» disse Gianluca malizioso. Risatine in tutta la stanza.

Valerio sbuffò. «Cos'è che gliel'ha fatto passare?» Probabilmente era seccato dal fatto che i ragazzi stessero alludendo a qualcosa di cui non era a conoscenza. Ancora risatine.

Valerio scosse la testa e fece un gesto di rigetto con le mani. «Ok, non c'è tempo per parlarne, adesso. Difesa. Anche voi dovete aiutare di più Andrea.»

«Vale', sinceramente, nun so se ja'a faccio. Sono già scarso come terzino...»

Valerio ignorò il commento di Andrea e cominciò a spiegare i movimenti che i centrali avrebbero dovuto fare per chiudere meglio gli attaccanti avversari.

«Se avevi voglia de vede quarche altro cazzo nudo, caschi male, semo tutti vestiti.»

Tutta la squadra si voltò per capire con chi stesse parlando Claudio.

«Karen?!» esclamò Tiziano. La ragazza stava in piedi, sulla porta, borsone in spalla, pugno sul fianco, e un'espressione fiera e sicura in viso.

Valerio si voltò verso di lei con aria scandalizzata. «Questo è uno spogliatoio maschile...» provò a protestare.

«Ma no! Sei la benvenuta!» esclamò Gennaro.

«È la ragazza di Simone...» disse qualcun altro a mezza voce.

Tiziano ebbe l'impressione che Karen volesse rispondere all'ultima affermazione, ma quando aprì la bocca disse qualcosa di completamente inaspettato: «Credo che abbiate bisogno di un portiere serio. Ce l'avete una divisa che vi avanza?»

Tutti la guardarono rimanendo in silenzio, Tiziano notò molte facce perplesse.

Solo Andrea sorrise. Si alzò in piedi, si diresse con passo sicuro verso di lei, si sfilò i guantoni e glieli porse.

«Andre', ma sei impazzito?» disse Michele. «È una femmina!»

«L'ho vista giocare, è bravissima» ribatté Andrea.

Karen allontanò i guantoni di Andrea con la mano, sorridendogli per ringraziarlo. «Grazie, uso i miei. Mi servono solo maglietta e pantaloncini.» Poi si rivolse alla stanza. «Rega', mi pare di aver capito che il vostro portiere titolare abbia mollato. Se continuate a giocare con un giocatore fuori ruolo in porta, la partita finisce venti a venti.»

«Sì, ok... ma... senza offesa, hai mai giocato contro maschi?» le chiese Gianluca, un po' titubante.

«Sì, un sacco di volte» rispose Karen. Poi guardò Tiziano. «Contro il migliore!» Sorrise e Tiziano ricambiò. Si sentì quasi imbarazzato, dal complimento. Allo stesso tempo gongolò intimamente.

«Sei una cara ragazza, ma non posso prendermi la responsabilità di far giocare una femmina in una squadra maschile» disse Valerio.

«Sentite...» Karen si rivolse a tutta la stanza: «Conosco bene la differenza tra calcio maschile e femminile, non voglio pretendere che sarei capace di fare il portiere titolare nel vostro campionato, ok? Ma contro questi avversari, contro gli attaccanti che ho visto prima: sì. Sono più forti i tiri da fuori area di Anna di quelli ravvicinati del loro centravanti.»

«Confermo!» Andrea annuì con decisione.

«Ma non è regolamentare...» tentennò Valerio. «E poi ho già dato la lista dei titolari e...»

«Eddaje, manco fosse la finale de Champions» tagliò corto Claudio. «È un'amichevole con una squadra de montanari scarsi e l'arbitro è er barista del paese.»

Tutti si voltarono a guardarlo.

«Io voto Karen portiere» disse lui. «E sono il capitano quindi il mio voto vale undici. Qualche titolare vota contro?» Fece un sorrisetto stronzo, e Tiziano ebbe la netta sensazione di essere sul punto di liquefarsi sulla panchina accanto a lui.

Datti un contegno, cazzo.
Fino a ieri li detestavi, i suoi sorrisetti stronzi.

«Come se non fossimo già abbastanza froci...» commentò qualcuno, Tiziano non capì se Michele o Alessandro, a mezza voce.

«Oi, linguaggio!» Valerio assunse un tono indignato. «Non si offendono così le ragazze!»

«Non stava offendendo la ragazza, stava offendendo me e Tiziano» disse Claudio.

Valerio lo guardò stranito. Tiziano notò che anche Karen scrutò Claudio con un'aria tra il perplesso e l'incredulo.

«Semo froci, Vale'. Ma perché sei sempre l'ultimo a sapere le cose?»

Valerio scosse la testa. «Tu hai sempre voglia di scher...»

«Omioddiooooo!» Karen prese ad agitare due pugni davanti al viso come il personaggio di un anime giapponese. «Avete fatto coming out?»

Tiziano scoppiò a ridere.

«Devo dirlo a Teresa! Subito! No, cazzo... ho lasciato fuori il cell...»

«Glielo dici dopo. Andrea, spogliati e dalle la tua divisa. Gli altri fuori tutti e facciamola cambiare. Veloci!» Claudio scattò in piedi, batté le mani e tutti lo seguirono, Valerio compreso.

Ma mentre passavano accanto a Karen, la ragazza fermò Tiziano prendendolo per un braccio. Aspettò che gli altri uscissero, prima di parlare. C'era ancora Andrea, che si stava levando la maglietta, ma non sembrò disturbata dalla sua presenza.

«E... non mi dici niente?» domandò infine Karen.

Tiziano sorrise, si grattò la testa. «E cosa dovrei dirti?»

«Claudio è etero, e se fosse gay, cosa che non è, io sarei l'ultima persona di cui si innamorerebbe. Ti devo ricordare chi ha pronunciato queste parole soltanto l'altroieri?»

Tiziano rise di nuovo. «A mia discolpa, ti giuro, fino a ieri sera lo pensavo davvero.»

«Aaah, quindi era per quello, che ti stavi a fà le paranoie, ieri pomeriggio» si intromise Andrea. «Ma non ci credo che con Claudio ve la state facendo solo da ieri sera... cazzo, avete passato sette notti insieme e per sei non avete combinato niente?»

Tiziano annuì. «Potete non crederci, ma è così.» Poi abbassò la voce e parlò a Karen quasi all'orecchio. «In realtà lui ci stava provando da un po', ma io non l'avevo capito.»

Karen eruppe in una risata cristallina. «Tu non capisci mai quando qualcuno è innamorato di te!»

A Tiziano non sfuggì che Karen si stava riferendo a se stessa. Se stessa bambina, ovviamente. «Innamorato, mo', dai, non usare paroloni!» le rispose un po' imbarazzato.

Andrea si era cambiato e adesso indossava la sua maglietta da terzino, la numero 22. Porse a Karen la maglia grigia da portiere che stava indossando fino poco prima. «Senti... ci ho un po' sudato, ma non ne abbiamo altre... magari è meglio se ti metti la tua? Anche se ha lo stemma di un'altra squadra. Tanto non se ne accorge nessuno.»

Karen prese la maglietta pinzandola con le dita e tenendola ben distante da sé, sul volto la più disgustata delle espressioni. «Mmm... sì, penso che sia meglio... Dai, filate fuori, fatemi cambiare!»

Tiziano e Andrea uscirono insieme dalla stanza, chiudendo la porta dietro di loro.

Tiziano si sforzò di trovare qualcosa da dire, per non rimanere in silenzio mentre camminavano nel tunnel. «Dovrai iniziare ad allenarti sul serio. Paolo credo che mollerà la squadra, e non ho capito se Mauro ricomincerà ad allenarsi o no...» Mauro era il secondo portiere: non si era fatto vivo al primo allenamento di stagione e non aveva aderito al ritiro.

«La vedo dura...» Andrea storse la bocca.

«Un po' mi sento in colpa di averlo fatto andare via... Paolo era uno stronzo, ma non era affatto male, come portiere.»

«A' Tizio, ma chi se ne strafotte del portiere!» sbottò Andrea quasi esasperato. «Cazzo, di tutta questa storia del coming out la cosa migliore che è successa e che quei tre pezzi di merda si sono finalmente tolti dai coglioni!» Battè una mano sulla spalla di Tiziano. «Ma non potevate farlo prima?»

Tiziano rise.

«Mado', che momento epico, tra parentesi.» Andrea allargò le braccia. «Best coming out ever! Non che ne abbia visti tanti, di coming out... giusto un nostro capo scout, ma è stata una scena loffissima e lo sapevamo già tutti.»

Tiziano sorrise. Spuntarono finalmente all'aperto, e si fermarono a bordocampo.

«Del resto io l'ho sempre capito che Claudio era un tipo a posto» continuò Andrea. «Ok, sì, con te un po' se la prendeva, ma si vedeva che non era cattivo, che voleva solo giocare e ogni tanto il gioco gli sfuggiva di mano.»

Tiziano sollevò un sopracciglio, non era troppo convinto dalla fiducia di Andrea nelle buone intenzioni di Claudio. Tiziano sapeva che Claudio ci aveva messo della cattiveria, a volte.

«Adesso, non serve che fai l'apologia di Claudio» si sentì in dovere di precisare Tiziano. «Quando vuole sa essere stronzo...»

«Parlate di Claudio, vero?» chiese Karen arrivando di corsa fuori dal tunnel. Era stata velocissima, a cambiarsi.

«Esatto» rispose Andrea. «Sì che sa essere stronzo, si capisce... Però, tipo, con me non se l'è mai presa, a differenza degli altri tre coglioni.»

«Me l'avevi accennato, ieri...» disse Tiziano. «Spero non ci siano andati giù pesante.»

Andrea mulinò la mano. «Una volta, stavo a un raduno CNGEI a Genzano, in piazza, avete presente la piazza con la fontana e l'obelisco?» Tiziano e Karen annuirono. Con la coda dell'occhio Tiziano notò che Gianluca si sta avvicinando a loro. «Ecco, stavo lì in piazza col mio gruppo,» proseguì Andrea, «e chi ti becco insieme alla loro compagnia di coatti? Stefano e Federico. Indovina chi è finito dentro la fontana, pantaloncini, calzettoni, fazzolettone e tutto il resto?»

«Che stronzi!» esclamarono Tiziano e Karen all'unisono.

«Ah, sì, mi ricordo. Ed era pure inverno!» commentò Gianluca, che nel frattempo era arrivato.

«Esiste qualcosa di peggio di uno scout agli occhi di tre bulli coatti?» disse Andrea.

Gianluca incrociò le braccia e lanciò un'occhiataccia ad Andrea: «Ti devo ricordare che stai parlando con Tiziano?» Spalancò gli occhi. «Non voglio neanche immaginare cosa ti avrebbero fatto se avessero saputo che eri...» esitò un istante «gay...»

Tiziano strinse gli occhi in direzione di Gianluca. «Stavi per dire frocio, vero?»

«No!» si affrettò a rispondere Gianluca. Poi guardò Tiziano e si morse un labbro. «Ok, sì, stavo per dire frocio, è vero.»

Tiziano scoppiò a ridere. «Non preoccuparti. Come potrei offendermi quando gli insulti preferiti di Claudio sono frocio e checca?»

Gli altri tre si unirono alla risata, mentre dal campo Claudio li stava chiamando perché il secondo tempo stava per cominciare.

E mentre correva verso il centrocampo, Tiziano si sentì felice di aver riso insieme a loro. Aveva ritrovato una vecchia amica, e due amici nuovi. 

Non vedeva l'ora che ricominciasse il secondo tempo.

Non vedeva l'ora che ricominciasse la stagione.

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