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46. Boing, sdeng, bam, kaboom, fap fap fap ✓

Le labbra di Tiziano rimasero premute contro quelle di Claudio per qualche secondo, serrate. A occhi chiusi, Tiziano avvertì il ruvido della barba di un giorno, e la consapevolezza che quello era un ragazzo, la bocca di una ragazzo, di Claudio, quasi lo fece esplodere. Sentì il bisogno di leccargli le labbra, di sentire quel ruvido con la lingua. Lo fece, e con una mano gli afferrò i capelli dietro la nuca, per tenerlo fermo. Claudio socchiuse la bocca e le loro lingue si incontrarono. Passò un minuto, forse due, in cui Tiziano non fece altro che perdersi in quel bacio, in quel rimbalzare di lingue e denti e labbra. Le loro mani correvano frenetiche su e giù dalla nuca alla schiena, senza apparente direzione, solo per il bisogno di toccarsi, sentirsi.

«Ho caldo» disse Tiziano. Si staccò per un attimo, si tolse la felpa più rapidamente che poteva.

«E questa no?» Claudio prese un lembo della maglietta di Tiziano. Lo tirò a sé, gli diede un altro bacio e gliela sfilò. La lanciò a terra. Tiziano si avventò su Claudio e fece lo stesso con la sua felpa e la sua maglietta. Rimasero a torso nudo e si guardarono per qualche istante, ansimanti, famelici. Si erano visti nudi un migliaio di volte, nelle docce, dopo gli allenamenti, ma in quel momento si guardarono come se fosse la prima volta.

Fu di nuovo Tiziano ad avventarsi su Claudio. Lo buttò sul letto, si distese su di lui, lo strinse, lo avvinghiò, gli baciò il collo. Claudio lo inarcò all'indietro, come per invitarlo a continuare, Tiziano accettò l'invito. Lo morse, lo leccò, affondò una mano tra i suoi capelli, con l'altra gli accarezzò il petto nudo.

I suoi muscoli, la sua pelle.

Lo annusò.

«Ho un buon odore, eh?» disse Claudio, affannato.

«Eh?»

Claudio gli sorrise. «Lascia perde. Una cosa che hai detto quando eri ubriaco.»

«Eh?» Tiziano non ricordava. Cos'altro gli aveva detto quando era ubriaco? Che altre dichiarazioni imbarazzanti?

Claudio fece ondeggiare le anche sotto di lui, strofinandsi contro Tiziano.

«Eddaje, continua» gli ordinò Claudio.

Tiziano dimenticò all'istante le paranoie. Imitò il movimento appena fatto dall'altro e strofinò il bacino contro quello di Claudio. Sentì il bisogno di sfogare il piacere con un gemito, Claudio gli rispose gemendo anche lui e afferrandogli le natiche con le mani, per premerlo ancora più forte contro di sé. La torcia, che ancora era sul letto, cadde a terra. Non si spense. Tiziano si distrasse un attimo, per il rumore, poi guardò Claudio nella penombra.

Dio, com'è bello.

I due ragazzi si guardarono negli occhi, le bocche socchiuse, i petti che si sollevavano ritmicamente, la pelle scintillante di sudore.

Voglio sentirlo. Voglio toccarlo.

Tiziano lo baciò di nuovo. Mentre le loro lingue si leccavano a vicenda, Tiziano accarezzò il petto di Claudio con una mano, poi scese lungo gli addominali, fino ad arrivare ai pantaloni.

Dapprima lo toccò attraverso la tuta. Avrebbe voluto fare piano, tormentarlo un po', ma non appena avvertì il rigonfiamento sotto le dita non resistette e lo afferrò con tutta la mano.

«Mmmh» Claudio infilò un dito nell'elastico della tuta di Tiziano e tirò verso il basso, scoprendogli parzialmente i boxer. Tiziano lo aiutò, si sfilò i pantaloni. Mentre li sfilava si massaggiò attraverso le mutande.

Vorrei tirarlo fuori e sbatterglielo in faccia, si stupì a pensare.

Claudio si tirò su a sedere. Infilò una mano nelle proprie mutande, e iniziò a masturbarsi davanti a Tiziano, ma nascosto dentro i pantaloni. Tiziano vedeva la mano muoversi sotto la stoffa.

«No» disse Tiziano. Voleva vedere. Voleva vederlo, subito, adesso. Da vicino.

Gli afferrò il braccio, con un gesto brusco tolse la mano da dentro i pantaloni, ma a metà strada dimenticò il motivo per cui l'aveva tolta e la appoggiò sulla stoffa tesissima delle proprie mutande. Claudio non perse tempo: le sue dita corsero lungo l'elastico, si intrufolarono nei boxer e ne afferrarono il contenuto. Claudio lo tirò fuori, cominciò a muovere la sua mano su e giù, con l'altra mano fece scendere i boxer di Tiziano lungo le cosce.

Gli piace. Tiziano glielo leggeva in faccia: negli occhi socchiusi, nella fronte contratta, nella bocca ansimante. Gli piace toccarmi. Tiziano gli prese il viso tra le mani e lo baciò ancora una volta, mentre Claudio continuava a masturbarlo.

Con la mano libera Claudio tirò Tiziano a sé, lo baciò sul collo, strofinò la guancia ruvida contro di lui gemendo piano. Tiziano ansimò, i capelli sulla nuca gli si rizzarono in un brivido di piacere.

Voglio vederlo. Toccarlo. Leccarlo.

Tiziano si staccò, il collo di Claudio si tese verso di lui, mentre i loro corpi si allontanavano. Ma Tiziano lo tenne distante. Lo prese per le spalle, lo stese di nuovo sul letto. Poi gli si mise cavalcioni. Afferrò le sue mani. I polsi. Glieli portò sopra la testa. Claudio sorrise. Sembrava divertito. Tiziano era troppo eccitato per riuscire a sorridere.

Lo baciò un'ultima volta sulla bocca. Gli baciò il petto, affondò i denti nella sua pelle, lo sentì emettere un piccolo gemito di dolore, forse aveva esagerato, ma non gli importò. Fece scivolare le mani lungo i fianchi, gli baciò gli addominali, e arrivato con la bocca all'altezza dei pantaloni afferrò l'elastico coi denti per tirarlo giù.

«Oh, wow!» esclamò Claudio.

Tiziano gli sfilò i pantaloni.

«In che pornazzo l'hai vista, questa?» disse Claudio finendo di togliersi i pantaloni con i piedi.

«Eh?»

«Sai dire solo eh?»

Tiziano scosse la testa. «E sta' un po' zitto.» Afferrò le mutande dall'elastico e le fece scendere con un movimento brusco.

Il cazzo di Claudio emerse ballonzolante dalle mutande.

«Boing!» disse Claudio. Poi sorrise e girò lo sguardo, come imbarazzato dalla sua stessa idiozia.

Tiziano rise. Si tirò su con la schiena e sbatté con la testa contro le doghe del letto superiore. Claudio scoppiò a ridere. «Sdeng!» disse.

«Ahia» Mentre Tiziano si massaggiava la nuca, Claudio si prese il cazzo in mano e cominciò a sbatterselo sulla gamba. «Bam! Bam! Bam!» Poi lo puntò verso Tiziano tipo pistola. «Psh! Psh!»

Tiziano rise di nuovo. «Psh psh? Ma che è? Una pistoletta ad acqua?»

«Stai sminuendo il mio cazzone?» Lo afferrò con entrambe le mani, poi fece un movimento brusco a tirare. «Kaboom!»

Proprio in quel momento fuori tuonò. Claudio chiuse gli occhi e allargò le braccia con aria solenne: «Sono Thor il dio del tuono!»

Non hai idea, pensò Tiziano, che non riusciva a smettere di ridere. Era così infantile e cretino e inspiegabilmente eccitante. «Altre onomatopee idiote?» disse asciugandosi una lacrima.

«Mmm...» Claudio alzò gli occhi con aria pensosa. Poi cominciò a masturbarsi guardando Tiziano con fare provocatorio. «Fap fap fap?»

Tiziano sorrise. Si morse un labbro.

Decise di imitarlo e cominciò a masturbarsi anche lui. Sedette sulle cosce dell'altro e rimasero lì, per diversi secondi, a masturbarsi guardandosi negli occhi, con le mani che si scontravano tra loro per quanto erano vicine. Poi Tiziano si spinse contro Claudio e ci fu uno scontro di carne e mani mentre i ragazzi si toccavano a vicenda con gesti confusi. Claudio non sorrideva più. Chiuse gli occhi e piegò la testa all'indietro, affondandola nel cuscino.

Tiziano avrebbe voluto avere mille mani per poterlo toccare contemporaneamente in ogni parte del corpo.

Claudio si leccò le labbra, e cominciò ad agitare il bacino.

Anche Tiziano si leccò le labbra guardando l'erezione Claudio. Era così tesa e liscia e lucida.

Voglio baciarlo.

Quando Claudio sentì Tiziano muoversi riaprì gli occhi. Si sollevò su un gomito per guardarlo, tese una mano verso di lui, ma Tiziano continuò a indietreggiare, si portò più in basso lungo le gambe, gli accarezzò le cosce muscolose e le allargò.

Poi abbassò la testa e lo leccò in tutta la lunghezza.

«Ngh... ah! Tu vuoi farmi morire» fu la reazione di Claudio.

La sensazione della pelle tesa sotto la lingua fece vibrare di piacere ogni centimetro del corpo di Tiziano: non avrebbe mai pensato che fosse possibile essere più eccitati di quanto lo fosse fino a pochi secondi prima, ma si sbagliava, e dovette artigliare le cosce di Claudio, tirarsi su e prendere fiato, per non venire lì, in quell'istante, senza nemmeno il bisogno di toccarsi.

«Fallo di nuovo» disse Claudio. Il suo sguardo stava implorando. Non l'aveva mai visto così ansioso.

Tiziano si abbassò per la seconda volta, lo leccò ancora. Stavolta era preparato a quello che avrebbe provato, non si lasciò travolgere dalle sensazioni, ma il cuore gli batteva tanto forte da fargli prudere la pelle. Claudio gli infilò una mano tra i capelli. Tiziano guardò per qualche istante l'erezione di Claudio da vicino, la leccò ancora una volta. Poi aprì la bocca e la infilò dentro quanto più possibile, fino a che non sentì la punta toccargli il palato. Udì Claudio gemere. Afferrò la base con una mano e cominciò a muoversi su e giù.

«Ah, attento!» disse Claudio. Tiziano tirò su la testa, preoccupato.

«Stai attento coi denti» disse Claudio. «Tieni... non so, coprili... cioè, coprili meglio.»

«Oh...» Tiziano si sentì mortificato.

Be' cosa mi aspettavo? Di essere un mago dei pompini senza averne mai fatto uno in vita mia?

«Oddio, scusa...» disse Tiziano. «Io... non... non l'ho mai fatto...»

«Non importa, non mi hai fatto niente, dài, continua.» Claudio si morse un labbro. «Continua.»

Ma Tiziano esitò. Come doveva fare? Coprire i denti con le labbra? Le leccò per bene pensando al modo più intelligente di procedere.

«Mh, sai che sei fico quando ti lecchi le labbra?» disse Claudio.

Tiziano chiuse la bocca, imbarazzato.

Fico non era un aggettivo che era abituato ad abbinare alla sua persona.

Claudio rise. «Ma guardalo, che carino. Neanche se rende conto de esse fico.»

Tiziano si sentì confuso.

«No, no, no, stai ad annà in crisi. Troppi complimenti. Scusa. Sei bruttissimo.»

Ok. Mi sta prendendo in giro?

«E famme 'sto pompino!» lo incalzò Claudio spazientito.

Quella frase riaccese qualcosa nel cervello di Tiziano.

Questo è Claudio. Questo grezzone con l'aspetto di un dio norreno. Questo grezzone con il cazzone che adesso mi ficco di nuovo in bocca.

«Mmm» mugugnò mentre scorreva di nuovo le labbra sull'erezione dell'altro. Cercò di coprire bene i denti, mise la lingua sopra quelli inferiori e cominciò a succhiare leggermente mentre scendeva su di lui. Con una mano cinse di nuovo la base, con l'altra afferrò i testicoli.

«Oh...» disse Claudio. Tiziano sentì di nuovo la mano dell'altro tra i suoi capelli. Non lo spingeva, non lo guidava. Gli lasciava fare quello che voleva. Teneva solo la mano lì, sulla sua nuca, intrecciata ai suoi capelli, e ogni tanto stringeva le ciocche. A Tiziano piaceva.

«Cazzo... non l'hai... nnnh... mai fatto, dici?» Claudio ansimava «Sei... uh... un talento... mmmh... naturale?»

Ignora i complimenti, si disse Tiziano, concentrati sul pompino.

Tiziano staccò una delle due mani, perché sentì il bisogno di prendersi un po' cura di se stesso. Si masturbò continuando a succhiare Claudio. Poi, mentre la sua mano tornò su, gli venne un'idea.

E se... e se...?

Tiziano l'aveva fatto tante volte, quando si masturbava da solo.

Ma magari lui non l'ha mai fatto. Magari non gli piace.

Ok. Glielo faccio capire. Così se non vuole mi ferma.

Tiziano smise di toccarlo. Si tirò su con il braccio sinistro, Claudio lo scrutò stringendo gli occhi.

Poi Tiziano portò l'indice della mano libera alle labbra, tirò fuori la lingua e lo leccò.

Si pentì immediatamente di averlo fatto. Si sentì ridicolo. Lanciò un'occhiata in giro per la stanza prima di guardare di nuovo Claudio. Che aveva un sorrisetto incerto.

Sorrise anche Tiziano.

Oh, vaffanculo. Ho iniziato, tanto vale che finisco.

Tiziano portò di nuovo l'indice alla bocca e stavolta ce lo infilò dentro completamente. Lo tirò dentro e fuori un paio di volte, inzuppandolo bene di saliva.

Claudio, sempre sorridente, aggrottò le sopracciglia. «'Ndo lo voi mette quer dito?»

Tiziano fece una risatina perfida.

Non sta dicendo di no. Non sta dicendo di no!

Prima che desse segni di titubanza di qualsiasi genere, Tiziano infilò il dito bagnato in mezzo alle natiche di Claudio e lo spinse dentro.

«Ah! Fanc... mmm!»

Tiziano iniziò a muovere il dito, poi scese di nuovo su Claudio e ricominciò a succhiarlo.

«Oh porca... uh!» Claudio passò le dita tra i capelli di Tiziano e glieli artigliò con forza. Fu doloroso ma allo stesso tempo piacevole e il gesto spinse Tiziano ad aumentare il ritmo.

Il pensiero cosciente iniziò a vacillare. Tiziano era guidato completamente dal suo desiderio e aveva l'impressione che le sue vene stessero per esplodere per la troppa pressione. Si staccò un attimo per prendere fiato.

Mi fa male il cazzo.

«Che hai detto?»

Tiziano guardò Claudio, allarmato. «Ho detto qualcosa?»

Oddio, l'ho detto ad alta voce?

Quella piccola pausa gli consentì di ammirare Claudio: era sudato, arrossato, ansimante e ogni microespressione del suo viso diceva a Tiziano che stava godendo come non aveva mai goduto in vita sua.

Tiziano tirò fuori l'indice con cui lo stava stimolando, avvicinò il medio e ci sputò sopra, poi infilò entrambe le dita dentro Claudio.

«Li mort... ngh!» Claudio storse il viso in una smorfia di dolore.

Tiziano rimase immobile. «Ti ho fatto male?»

Claudio si morse un labbro, la smorfia di dolore si tramutò in un'espressione tra lo sconvolto e l'estatico. «Che cazzo vuoi farmi?»

Tiziano deglutì, ansimò, esitò. Mosse leggermente le dita, dentro Claudio, lui strizzò gli occhi poi spalancò la bocca e gemette. «Ti ho chiesto» ansimò, «che cazzo vuoi farmi?»

«Voglio scoparti.»

Per un attimo Tiziano ebbe l'impressione che Claudio stesse per avere un orgasmo, lì, all'istante. Ma durò solo un attimo.

Claudio si tirò su sui gomiti, cercò di farsi serio. Sollevò un pollice. «Punto primo:» prese un respiro, «io so' maschio alfa e sto sempre sopra. Sempre. Capito?»

Tiziano annuì. Le sue dita bagnate erano ancora ben infilate dentro di lui.

«Punto secondo: sia io che tu, non semo abbastanza rotti in culo da riuscì a scopà solo con la saliva.» Deglutì sollevando l'indice. Poi sollevò anche il medio e sventolò le tre dita aperte, annuendo con l'aria di chi stava riflettendo su qualcosa.

«Punto terzo...» un sorrisetto si dipinse sul suo viso. «M'è appena venuta una delle mie classiche idee geniali.»

Si sfilò con un gesto incredibilmente elegante le dita di Tiziano dal fondoschiena, poi ciondolò col busto giù dal letto, afferrò la torcia che era caduta a terra e si mise a cercare dentro la sua borsa.

Quando si risollevò illuminò davanti agli occhi di Tiziano un oggetto quadrato. Tiziano capì solo dopo un paio di secondi che era un preservativo.

«Questi cosi so' lubrificati!» disse Claudio con l'espressione che dovevano avere Watson e Crick quando scoprirono la doppia elica del DNA.

Si è portato dietro dei profilattici?

Con una spinta decisa, Claudio stese Tiziano sul letto, gli sedette cavalcioni, posò la torcia accanto a loro e non appena si drizzò sulla schiena andò immancabilmente a sbattere con la testa contro il letto sopra.

«Merda!» disse tenendosi la nuca. Tiziano era troppo preoccupato per riuscire a trovare la scena comica.

Quindi vuole scoparmi lui? Così? A freddo?

«Ok, senti, a me va bene, ma...» Claudio gli mise una mano sulla bocca.

«Statte zitto.»

«Non è che potresti...»

«Ho detto ftai hitto!» disse Claudio aprendo la confezione del profilattico coi denti.

Oddio. Questo è pazzo. È esaltatissimo. Mi rompe il culo. Non camminerò per due mesi. «No, dico davvero, io...» La sua bocca rimase ferma per qualche secondo sulla "o" di io.

Claudio stava infilando il preservativo a Tiziano.

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