16. Stretching ✓
«Secondo me le cesse so' le mejo a fà le pompe.»
«Lo dici perché hai provato?»
«No, ma ragiona: alle bone je va tutto bene na'a vita. Una bona vie' lì, ce prova e tu ce stai subito, no?»
«Ho capito, dici, le cesse ce se impegnano de più perché te vonno conquistà.»
«E hanno pure più fame de cazzo. Andrea, confermi?»
Andrea lanciò un'occhiataccia a beta Paolo, che aveva appena esposto la sua raffinatissima teoria sociologica a tutto lo spogliatoio. Non gli rispose e terminò di allacciarsi gli scarpini.
«Eddaje Andre', dicci qualcosa. Te l'ha fatta una sega, almeno?» gli chiese Gianluca colpendolo ad elastico con la sua maglietta.
«E finitela!» sbottò Andrea. Si alzò e uscì dalla stanza.
«Permaloso...» commentò Gianluca.
La sera prima Andrea aveva chiacchierato fittamente insieme ad Anna e la mattina successiva la cosa era diventata l'argomento di discussione principale in spogliatoio, con tanto di ripasso video del momento in cui i neo-piccioncini cantavano insieme La canzone della felicità.
Tiziano terminò anche lui di allacciarsi gli scarpini e seguì Andrea fuori dallo spogliatoio. Arrivato all'esterno, osservò il gruppo delle ragazze che si stava già allenando da un po'. Si mise a correre sul posto per scaldarsi e identificò subito Karen. Anche lei lo vide e agitò una mano sorridendo. Tiziano si guardò intorno per essere sicuro che stesse salutando proprio lui (e non Simone) e quando ne fu certo rispose al saluto, con un sorriso altrettanto smagliante.
Ti colpisse una diarrea fulminante, pensò a denti stretti.
Si sentì immediatamente in colpa per il pensiero cattivo: Karen non aveva fatto niente di male, in fondo.
Ma Tiziano non riusciva ancora a mandare giù la canzone con condimento di abbracci e sguardi dolci che aveva cantato insieme a Simone la sera prima. Simone, al termine del pezzo, aveva avuto una reazione ambigua: era praticamente scappato via da lei ed era poi tornato in camera prima del termine della serata. Anche Tiziano se n'era andato prima, per evitare di essere chiamato sul palco a cantare, e si era addormentato (fortunatamente prima dell'arrivo di Claudio) riflettendo sulla reazione di Simone: Lei gli dà fastidio, aveva pensato ottimisticamente lì per lì, non gli piace, e quel pensiero gli aveva dato un po' di speranza.
Riflettendoci meglio, però, a mente fredda, il motivo del comportamento di Simone poteva essere anche la sua proverbiale, eccessiva timidezza.
Tiziano sperava che ci avrebbe capito qualcosa di più nel pomeriggio, durante la gara di alce rossa. Sapeva già chi erano i ragazzi che avrebbero fatto parte della sua squadra: c'erano sia Simone sia (purtroppo) Claudio. Gli allenatori, però, avevano deciso di organizzare una gara collettiva a squadre miste e non sapeva ancora se Karen sarebbe finita con lui o con gli avversari.
L'allenamento si svolse tranquillamente. Simone aveva pienamente riacquisito tutte le sue abilità calcistiche, nemmeno l'ombra di un errore a ricordare il disastro di due giorni prima, e Tiziano, ogni volta che lo guardava, provava la sgradevole sensazione di aver sprecato stupidamente i primi due desideri.
Per quanto riguardava Karen, l'aveva sorpresa diverse volte a lanciare occhiate verso il gruppo maschile, ma Simone era stato per tutto il tempo concentratissimo sugli esercizi e sul pallone. La cosa non poté che far piacere a Tiziano.
Arrivati al momento dello stretching, Tiziano fu distratto dalle sue preoccupazioni amorose dall'arrivo di Claudio. «Daje, appoggiate» gli disse, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Ma non era affatto la cosa più normale del mondo. Claudio non aveva mai fatto stretching insieme a lui. Tiziano sollevò un sopracciglio in direzione del ragazzo: «Hai fatto tutti gli esercizi con Simone» commentò.
«Simone s'è messo a fà stretching co' Gianluca, che sta a fà er fidanzatino in crisi di coppia co' Andrea. Quindi mo' faccio stretching co' te. Su, movite.»
Claudio piegò la gamba all'indietro e si afferrò la punta del piede. Con l'altra mano si appoggiò alle spalle di Tiziano che, dopo qualche secondo di perplessità, fece lo stesso.
Lo metteva sempre un po' in imbarazzo fare quegli esercizi di stretching a coppia: prima o dopo, chiunque fosse il suo partner, bello, brutto, magro, grasso, non riusciva a evitare di farsi passare per la mente qualche pensiero sconcio. Troppo contatto fisico, troppa vicinanza, troppo maledetto Cherubino in crisi ormonale.
E non appena la sua mano si poggiò alla spalla di Claudio, Tiziano rivisse per un attimo l'episodio del giorno prima, la lotta nell'armadio, quell'attimo di smarrimento e desiderio che aveva provato quando si era ritrovato avvinghiato al corpo dell'altro.
Cercò di scacciare dalla mente quei pensieri inopportuni, c'erano altre cose che meritavano decisamente più attenzione: i beta. Qualche metro più in là Paolo e Federico (accoppiati per lo stretching) stavano ridacchiando. Dov'era Stefano?
Claudio mi sta distraendo per farmi uno scherzo. È così ovvio. È così palese.
«Sta arrivando Stefano alle mie spalle, vero?»
«Eh?» Claudio fece un'espressione che sembrava sinceramente dubbiosa.
«Poi in due mi trascinate nel solito armadio» proseguì Tiziano. «Ma mi hai preso per coglione?»
«Non capisco di che parli. Stefano sta là co' Michele» disse Claudio facendo un cenno con la testa verso destra.
Tiziano si girò e vide che effettivamente Stefano era impegnato a fare stretching come tutti gli altri.
Claudio cambiò gamba d'appoggio. Lo stesso fece Tiziano, che contemporaneamente socchiuse le palpebre in direzione dell'altro.
«Che ci hai mo'?» chiese Claudio roteando gli occhi.
«Lo so che c'è qualcosa sotto. E la prossima volta che organizzate uno scherzone di' ai tuoi beta di non ridere come due cretini, ché si fanno sgamare.»
«Ai miei cheee!?»
Tiziano si rese conto di aver appena svelato a Claudio il soprannome che aveva segretamente affibbiato al suo trio di cagnetti scodinzolanti.
Va be', ormai che mi è sfuggito tanto vale che glielo spiego. Abbassò la voce, per non farsi sentire: «Paolo, Federico e Stefano. A loro piacerebbe tanto essere maschi alfa. Ma sono solo degli inutili maschi beta.»
Claudio annuì pensoso e infine esibì un ghignetto: «E il maschio alfa chi sarebbe?»
Tiziano scosse la testa: «Non ti rispondo.»
Claudio produsse una risatina gutturale.
«E togliti quell'aria da neanderthal giulivo» disse Tiziano.
Claudio rise apertamente, ora. «I beta...» Annuì di nuovo: «Me piace. Sembra er nome de 'na band pe' froci. Tipo gli Abba.»
Tiziano sorrise, suo malgrado, a quella battuta stupida.
Ma non si fidava ancora delle intenzioni del ragazzo.
Cosa ha in mente?
Deve avere in mente qualcosa!
«Dài, a terra» disse Claudio. «Prima tu.»
Tiziano si stese sul prato.
Ecco, adesso farà qualcosa. Adesso che sono più vulnerabile.
Claudio gli sollevò una gamba e fece pressione sulla punta del piede, per allungargli il polpaccio.
Tiziano lanciò l'ennesima occhiata ai beta. Erano tutti e tre sempre impegnati nei loro esercizi e non ridevano nemmeno più, chiacchieravano distrattamente col proprio compagno di stretching.
È tutta una tattica, chiaramente. Sta per succedere qualcosa.
Ma non succedeva niente.
Claudio si guardava intorno, tenendogli il piede ben calcato, e canticchiava tra sé, come se fosse sovrappensiero. Visto dal basso sembrava ancora più imponente, e il suo profilo deciso... Tiziano chiuse gli occhi per non guardarlo, non voleva farsi venire strane idee. Cambiò gamba.
Fa solo finta di essere sovrappensiero, pensò a occhi chiusi.
Quando li riaprì Claudio lo stava guardando con un'espressione seria. Continuando a tenere la gamba di Tiziano sollevata da terra, si inginocchiò e la piegò verso il petto di Tiziano, per allungare bicipite femorale e gluteo. Per farlo si chinò su di lui, e il suo ginocchio si appoggiò dove non avrebbe mai dovuto appoggiarsi.
Tiziano avvertì un'improvvisa ondata di calore.
E mo' perché mi sta così appiccicato?
Si è accorto che mi sta premendo le palle col ginocchio?
La gamba di Claudio si mosse leggermente e Tiziano non riuscì a decidere se la frizione era sgradevole o piacevole.
E smettila di strusciarti?
Claudio continuava ad avere l'aria annoiata e distratta di poco prima. Sembrava totalmente ignaro di quello che stava accadendo nei paraggi del suo ginocchio.
Possibile che non se ne sia accorto?
Che faccio? Glielo dico?
Improvvisamente Claudio lo guardò negli occhi e si chinò leggermente in avanti.
«Te tira?» gli chiese sottovoce.
«Eh?!» Tiziano andò nel panico.
Non mi sto eccitando. No che non mi sto eccitando.
«Er bicipite, la coscia... te senti tirà?»
«Ah... n-no» rispose Tiziano.
«E dimmelo, no? Cazzo stamo a fà, altrimenti?» Claudio aumentò la pressione. «Così?»
«No, spingi di più.»
Spingi di più? Ma cosa sto dicendo? Spero che nessuno stia ascoltando questa conversazione.
Claudio aumentò ulteriormente la spinta. La coscia di Tiziano era adesa al petto, ora, e Claudio era completamente sopra di lui, col suo ginocchio e la sua coscia che ora toccavano non solo i testicoli, ma anche un bel pezzo di quel che c'era sopra.
Tiziano aveva sempre più caldo. Sempre più caldo. «Ok, basta, così mi tira.»
In tutti i sensi.
Claudio fece un sorrisetto. «Sei flessibile» commentò.
«Faccio stretching tutti i giorni da quando sono bambino. È importante per la salute del muscoli e per ridurre il rischio di infortuni.»
Sì, parliamo di aspetti tecnici dell'allenamento, così mi distraggo.
Claudio rise. «Anche le pippe come te se devono da preoccupà degli infortuni?»
Tiziano sospirò. «Quanto sei stronzo...»
«Be', comunque sicuro ci hai pure altri vantaggi» continuò Claudio, a voce molto bassa.
«Tipo?»
«Tipo, chissà che scopate acrobatiche.»
La testa di Tiziano esplose.
Ma di che cazzo mi sta parlando?! Col ginocchio premuto sul mio pacco, per giunta?
Oddio, signora Fletcher aiutami tu.
Claudio allentò leggermente la pressione per cambiare gamba. La variazione di pressione mandò completamente in tilt il sistema cardiocircolatorio di Tiziano.
Mi devo calmare, altrimenti appena mi alzo se ne accorgono tutti.
Un momento: ma non è che lui se n'è accorto? In fondo ha la gamba premuta proprio lì. E la sta strusciando, adesso. Perché cazzo la sta strusciando? Ma è proprio così rincoglionito da non accorgersene?
Tiziano tossì. Voleva disperatamente pensare alla signora in giallo, al pianoforte albertino, all'impermeabile, la bicicletta, il garrulo saluto di Angela Lansbury, ma non ci riusciva. Sentiva solo il ginocchio di Claudio, e le sue mani sulla coscia, e il suo petto sulla gamba.
«Non dici niente?» disse Claudio in un sussurro. Lo stava guardando con i suoi occhi grandi, chiari, lucidi.
«Fortunata...» Tiziano sentì il bisogno di tossire «...fortunata la mia futura fidanzata!» Ridacchiò.
Ma che diamine di commenti faccio? Devo uscire da questa situazione nei prossimi venti secondi. Mi deve passare tutto nei prossimi venti secondi. No, macché venti, dieci. Nove. Otto. Impossibile! Sei. Cinque...
Claudio non commentò ulteriormente, fece un sorrisetto e strusciò un'ultima volta il ginocchio, prima di lasciare la gamba di Tiziano.
Appena Claudio mollò la presa, Tiziano si avventò su di lui restando in ginocchio, perché non poteva permettersi di alzarsi in piedi. Spinse subito a terra Claudio, supino, prima che l'altro potesse decidere quale esercizio fare.
Se sto a terra, inginocchiato e ingobbito, non se ne accorgerà nessuno. E avrò il tempo di farmela passare. Avrò il tempo di cantarmi in testa tutta, ma proprio tutta la sigla della signora in Giallo.
Prese la gamba di Claudio e gliela spinse verso il petto, per fargli fare il secondo esercizio di stretching.
«Prima mi devi fare il polpaccio» protestò Claudio.
«Prima questo» ruggì Tiziano. Tossì per la terza volta.
Calma, Tiziano.
Claudio era steso sotto di lui, la testa sul prato, i capelli biondi sparsi tutto intorno a raggiera e le guance leggermente arrossate. La sua bocca era socchiusa.
È così che mi vedeva? Solo che io sono brutto. Con le orecchie a sventola e la mia faccia lunga. Probabilmente sembravo un cretino. Lui invece sembra un... Oddio no, non posso farcela. Non mi passerà mai se mi fa queste facce. Perché si morde il labbro adesso? Non se ne rende conto?
«Spingi di più.»
Boom. Adesso esplodo. Nei pantaloncini come un cazzo di tredicenne alle prese coi primi sogni erotici.
Tiziano spinse. E si appoggiò con il ginocchio come l'altro si era appoggiato poco prima a lui.
Vediamo se mi dice qualcosa. Magari si rende conto di quello che mi stava facendo.
Ma Claudio disse solo: «Di più.»
«Sicuro? Mi sembri al massimo.»
Claudio spostò un po' la sua gamba piegata e il suo scarpino andò a finire in mezzo alle gambe di Tiziano. Pieno contatto.
Eh, ma allora è una fissa. Allora lo fa apposta.
E in quel momento Tiziano ebbe un'illuminazione.
E se lo stesse facendo davvero apposta? Se fosse questa la presa per il culo?
Tiziano guardò i beta. Erano completamente disinteressati alla scena.
Gliela racconterà dopo. Di sicuro. Ahah, ho fatto eccitare quel coglione di Fiorellino, è popo un frocio.
Quei pensieri gli fecero passare rapidamente l'eccitazione. Sentì il piede di Claudio muoversi di nuovo, ma non gli fece più effetto.
Brutto bastardo!
Sentì le guance in fiamme, lo stomaco sottosopra, e Claudio se ne accorse, aggrottò le sopracciglia. «Ehi... tutto ok?» chiese, tirandosi un po' su col busto.
Tiziano spinse via la sua gamba, alzandosi in piedi.
«Finiscilo da solo, lo stretching!»
Si diresse agli spogliatoi, mortificato dalla vergogna.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro