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Capitolo 26

‹‹ I codici sono i soggetti ››disse Nathan, schiaffando una pila di documenti sul tavolo.

Newt era andato a dormire dopo ilprocedimento del recupero della memoria. Aveva preferito così, dopoaver visto cos'era successo a Thomas.

Questo in effetti mi tranquillizzòparecchio.

‹‹ Sì, questo l'ha detto ancheNewt ›› risposi. Eravamo chiusi all'interno di una stanza per leriunioni. Una manciata di scienziati, compresi Thomas, Teresa e Huan.

Con i nostri ricordi al completopotevamo quantomeno essere più d'aiuto.

‹‹ Eva e Minho non hanno volutoparlare molto, ma hanno detto che prima di separarli dagli altri èstato prelevato loro il sangue. Presumibilmente, quindi, L'hae non haabbandonato l'idea di trovare una cura, ma hanno sviato i lorointeressi su questa serie di codici che, come detto prima,equivalgono ai soggetti. Ora, questi codici provengono principalmentedalla memoria di Newt, ma Chuck è riuscito a completare l'elenco.

Il perché Newt fosse al corrente diquesti codici, è semplicemente perché l'Hae deve aver impiantatonel suo cervello queste cose in modo che se li ricordasse a fase dueterminata, ossia al ritorno dei velocisti dalla zona bruciataCoreana.

Ora, giustamente, vi starete chiedendoil perché.

Semplice: perché in quel caso Newtavrebbe collaborato, se i ricordi fossero saltati fuori una voltafinita la fase due ›› Nathan, tutto sommato, era un ottimoalleato.

‹‹ Non ha senso ›› disseTeresa, poggiandosi le mani incrociate sotto il mento ‹‹ è unaprobabilità ››

‹‹ Evidentemente non lo era ››controbatté Nathan, ‹‹ ma capisco il tuo scetticismo più chelecito ››

‹‹ Ma, comunque ›› intervenneThomas ‹‹ perché fare una cosa del genere? Nel momento in cuiavevano i codici, allora significa che avevano già i soggetti, no?››

‹‹ Ecco, è questo il punto. Sì eno ›› Nathan incrociò le braccia al petto, schiarendosi la voce‹‹ sì, loro avevano il codice genetico, ma non la certezza chequesti soggetti, affrontando determinati rischi, non subisserocambiamenti. Quindi, in pratica, se confrontiamo i soggettianalizzati del test 1C, chiamiamo così quello seguito dallaC.A.T.T.I.V.O., quelli del test 1H, teoricamente avrebbero dovutosviluppare altre caratteristiche danneggiate, no? E quindi capiredove agisce il virus mutato e dove quello normale ›› era chiaro erapido nelle spiegazioni, utilizzava termini facili da capire eseguiva degli schemi precisi per rendere tutto più chiaro ‹‹ seciò che abbiamo analizzato è perfetto, allora abbiamo un ipoteticacura sotto mano.

Hanno recuperato i corpi dei vostriamici dalla C.A.T.T.I.V.O. perché, quasi sicuramente, c'era qualcheinfiltrato che ha potuto recuperarne i corpi e trasferirli all'HAE inmodo sicuro.

In fondo alla C.A.T.T.I.V.O. nonbuttavano via nulla, si trattava comunque "dei loro bambini" edel materiale genetico buttato.

Queste fiale ›› indicò con uncenno della testa l'enorme schermo alle sua spalle, dove era apparsauna foto delle fiale prese all'Hae ‹‹ sono quel materialegenetico. Ci sono tutti. Voi ora penserete "ma sono poche fiale".No, in realtà, micro-fiale assemblate in modo da formarne una piùgrande, si possono separare uno ad uno, ed il computer, dopo averprelevato anche solo un goccio del liquido, è in grado diindividuare a chi appartiene. ››

‹‹ Okay, ma perché? ›› domandòuna degli scienziati. Non l'avevo mai vista, doveva essere "unanuova" ‹‹ hanno i corpi, a cosa servono delle fiale? ››

‹‹ Analizzarle e prelevare ciò chepotrebbe essere utile per la cura finale ›› disse Huan ‹‹l'Hae ha una propria idea su come cercare la cura sui soggetti, laC.A.T.T.I.V.O. un'altra, ma nessuna delle due è effettivamentevalida. Noi avevamo trovato un metodo, ma... è da ricominciare tuttoda capo. Vedremo di non sprecare la morte dei nostri e vostri amicicercando di utilizzare il loro materiale genetico ›› concluse.

Quindi... era come un tributo a loro.

‹‹ Eravamo ad un passo dalloscoprire una cura definitiva... mancava qualcosa. L'ultimo codice, edè ancora assente... per ora. ›› corrugai la fronte. Gli occhi diNathan si incrociarono ai miei.

Thomas e Teresa si accigliarono,picchiettando le dita sul tavolo in modo nervoso.

‹‹ Nonostante i codici dell'1C el'1H, comunque, manca l'unico codice veramente utile. Abbiamo ilmateriale genetico di muni e non muni. Quello che ci manca, è ilmateriale genetico di qualcuno che è stato curato ››

‹‹ Newt, quindi... ›› mormorai‹‹ ma al momento Newt è malato, no? ››

‹‹ Lo è? ›› chiese Nathan,attirando quindi l'attenzione di noi tre ‹‹ lo è davvero? ››

‹‹ Non lo è? ›› corrugai lafronte. Nathan sollevò lo sguardo al soffitto.

‹‹ Abbiamo dato la nostra curasperimentale a Newt, ha acconsentito lui stesso mentre procedevamoalla procedura per il recupero della memoria... ›› disse, dinuovo, la scienziata di prima ‹‹ il suo corpo ha reagito bene, madiciamo che tenendolo monitorato per qualche minuto in più – nonl'abbiamo lasciato andare subito – abbiamo visto che il suo corpo,più che altro, ha preso la cura come se fosse semplicemente unaggiunta... una sorta di vaccino. ››

‹‹ Perché? ›› chiese Thomas

‹‹ Perché Newt è un mune ››rispose Teresa ‹‹ come noi. La medicina non può curarlo perqualcosa che non ha... e – per fortuna – ha agito come unvaccino... ››

‹‹ Esattamente ››

‹‹ Il punto è che noi, in realtà,già sospettavamo che Newt fosse un mune. Probabilmente quando vihanno portati nel labirinto si sono attenuti ai documenti dellaC.A.T.T.I.V.O. e non si sono accertati del fatto che il corpo di Newtfosse cambiato drasticamente ›› spiegò un secondo scienziato ‹‹ma noi sapevamo lo stato di Newt. Ci è sorto il dubbio quando Newtha insistito col fatto del Virus ››

‹‹ Quando vi ho portati via ››cominciò Huan ‹‹ mentre tu e Teresa eravate incoscienti, hodetto a Newt che era immune. Ma lui insisteva con queste sensazionistrane che provava. Una rabbia incontrollabile, stanchezza, a momentiaveva come la sensazione di non essere padrone del proprio corpo...per cui ci siamo insospettiti ed abbiamo deciso di affrettarci con lapreparazione della cura, o quantomeno una sorta di Nirvana, percombattere la mutazione dell'eruzione.

Anche se Newt è un mune all'eruzione,non è completamente mune alla sua mutazione ››

‹‹ Ma i suoi valori sono tornati azero dopo questo vaccino. È come se ne avesse mangiato le tracce inpoco tempo ››

‹‹ Come avete ottenuto questa sortadi cura? ›› chiese Teresa, particolarmente interessata.

‹‹ Non l'abbiamo ancora ottenuta,in realtà... ma se la risposta del corpo di Newt è stata una sortadi vaccino, allora pensiamo di essere a buon punto. Il virus èmutato, ma di base è uguale al primo. La cura sicuramente è uguale,ma in questa zona, dove il virus – come detto prima – è mutato,ci sarà bisogno di questo vaccino aggiuntivo. I prossimi su cui lotesteremo saranno Eva e Minho. Minho è quello più esposto a questamutazione... ma per sua fortuna è comunque un Mune. Essendo statopiù tempo esposto al virus – ne avvertiva i sintomi già da prima,se ricordate – probabilmente ci vorrà più tempo ››

quindi... c'era davvero, di nuovo, unasperanza.

‹‹ Tutto ciò che ci serve adesso,per provare a collegare tutti i tasselli in modo perfetto, èl'ultimo codice genetico... quello di Newt. Un non mune reso mune.Volente o nolente. Poi ci servono Thomas e Teresa ›› concluseNathan ‹‹ la C.A.T.T.I.V.O. vi considerava i più forti a livellogenetico... se non vi dispiace, vorremmo il vostro contributo ››annuirono all'unisono.

‹‹ Bene. Sarà Chuck ad elaborarele formule in modo perfetto, con tutte le variabili e gli effetti ››

Non si trattava di prove, ma diprelevare del materiale genetico.

Il come non mi riguardava, quello nonera il mio campo.

Avrei avuto anche io un ruolo in tuttaquella faccenda.

Per il momento, però, mi bastava potertirare un sospiro di sollievo nel sapere che Newt ed i miei amicierano fuori pericolo.


Minho ed Eva non erano ancora pronti aparlare, e questo lasciava intendere quanto doveva essere statoorribile.

Dovevano aver visto cose che andavanooltre la mia immaginazione...

Dalla piccola sala di controllo, doveora il bambino era sdraiato sulla poltroncina e riposava, riuscivo avedere la piccola sala dove Minho ed Eva erano chiusi mentre duescienziati iniettavano loro lo stesso "vaccino".

Minho era dimagrito un sacco, e gliocchi di Eva, invece, erano infossati in profonde occhiaie,nonostante avesse riposato fino a quel momento.

Ma almeno erano salvi. Si tenevano lamano, nonostante fossero distanziati dai lettini. Era come vedere duebambini dal dottore.

‹‹ Devono averne passate di cotte edi crude ›› disse Newt alle mie spalle. Mi girai per guardarlo.

Non avevo idea di quanto tempo fossepassato da quella "piccola operazione".

Era poggiato sullo stipite della portacon la spalla, le gambe incrociate ed uno sguardo assorto.

Appena, però, notò il mio sguardo,scosse appena la testa e si spostò per venire nella mi direzione.

Tuttavia, rimase a distanza quasi disicurezza.

Riportai lo sguardo di fronte a me,sullo schermo.

‹‹ Già ›› dissi, mordendo illabbro inferiore.

Probabilmente aveva ricordatoqualcosa... quel qualcosa.

Era logico.

‹‹ Anche noi ›› disse ancora,con un tono di voce più serio ‹‹ ed eccoci qui ›› questoconfermò ancora di più quella teoria.

‹‹ Ed eccoci qui ›› ripetei ‹‹hai sentito Huan? Ti hanno raccontato le cose? ››

‹‹ Un breve riassunto, se intendila questione del codice genetico. Non posso tirarmi indietro.

O meglio, loro non mi hanno impostoniente, ma sarei uno stupido egoista se decidessi di tenermi per mecerte cose. Sopratutto dopo tutto quello che è successo, e dopotutto quello che l'Eden ha fatto per me e per noi ››

‹‹ Sì, intendevo quello ››

Non mi girai nemmeno per guardarlo, matrasalii quando sentii le sue mani passare attorno alla mia vita,chiudendosi sulla mia pancia, mentre mi spingeva delicatamente con laschiena contro il suo petto. Poggiò il mento sulla mia nuca, poiinspirò.

‹‹ Non avrei dovuto dirti quellecose ›› inspirò, stringendo la presa.

Deglutii. Quantomeno era una cosapositiva ‹‹ mi dispiace. Dovrei controllare il mio pessimocarattere. Credevo seriamente di essere migliorato col tempo, maprobabilmente è vero che le vecchie abitudini non cambiano mai ››

‹‹ Per quale cosa ti stai scusando,Newt? ››

‹‹ ... Okay, questo è un colpobasso ›› brontolò, allentando la presa ‹‹ me lo sonomeritato, ma è un colpo basso. Parlo della questione della miamorte, per i modi un po' duri che ho usato nella radura... per ilbacio di ieri ›› sollevai un sopracciglio.

‹‹ Per quello non hai motivo discusarti ››

‹‹ Ti ho lasciata, direi che invecefarlo è il minimo ›› lasciò definitivamente la presa, poi mioltrepassò ‹‹ non ho recuperato completamente i ricordi, maricordo le ultime cose successe prima di essere portati qui ›› sipoggiò alla scrivania, facendo attenzione a non rovesciare nulla.

Sembrava essere visibilmente teso enervoso.

Le sue labbra erano storte, il visoserio e contratto.

Doveva essere seriamente frustratodalla cosa.

Inspirai. Non che non volessiaffrontare il discorso, ma erano successe troppe cose ed avevo troppeinformazioni nel cervello.

Tra la questione del codice, ilrecupero della memoria... e sotto sotto, mi chiedevo ancora il perchéusare quei bambini e poi ucciderli.

Era un gesto crudele... erano statitrattati come carne da macello.

E la coda "divertente", era cheanche noi eravamo stato quello. Nient'altro che quello.

‹‹ Capisco... ›› dissi infine

‹‹ Saresti dovuta andare via quandote l'ho chiesto ›› contrasse la mascella, digrignando i denti imodo piuttosto palese ‹‹ ma sei la solita testa puzzona testardacosa te lo dico a fare ›› dopo quella frase, però, rilassò lamascella e sospirò

‹‹ Non ti avrei mai lasciato, Newt.Non l'ho mai fatto, nemmeno quando l'eruzione prendeva possesso deltuo corpo mentre eravamo sulla berga. Non ti avrei lasciato nemmenose il virus evoluto avesse cominciato a mangiarti il cervello ››corrugai la fronte, facendo un solo passo nella sua direzione. Mifermai solo perché era palese che volesse evitare il più possibileil contatto con me ‹‹ avrei preferito morire con te piuttosto cheandarmene senza di te, e lo sai benissimo. Non me lo sarei maiperdonata ››

‹‹ Wow, romantico ›› gli scappòuna risatina, poi poggiò due dita sulla fronte ed abbassò il viso.

Deglutì, poi inspirò. La sua gambasinistra cominciò a tremare ‹‹ caspio... ››

Mi fece sorridere tra me e me il notarecome il gergo della radura, in quel momento, fosse più presente.

Ma era nervoso. Probabilmente perchésapeva bene che se entrambi eravamo nella radura, apparentemente eromorta anche io. E Newt aveva sempre avuto il peso della vita di tuttisulle spalle. Il fatto che non fosse riuscito a proteggermi, perchéera "caduto" per primo, probabilmente lo faceva andare in bestia.

‹‹ So che ti ho fatto arrabbiare,ma – ››

‹‹ Ovviamente non sto facendo isalti di gioia ›› m'interruppe ‹‹ ma se c'è stata una cosapositiva in tutto questo, è l'aver potuto riprovare tutto... o quasi›› si portò una mano dietro il collo, grattandolo nervosamente.Poi, tirò indietro la testa, sospirando ‹‹ la radura, anche senon era la stessa, per esempio. E l'aver potuto confermare la tuateoria iniziale ››

‹‹ Quale teoria? ››

‹‹ Era solo stress ›› si spostòappena, poi. Fece un passo verso di me ‹‹ almeno, questo èquello che penso ora. Questo vuoto di memoria, quantomeno, ci hapermesso di fare tutto... no? ›› era insicuro, ora. Si avvicinòdi nuovo, poggiando una mano sulla mia guancia ‹‹ è la cosapositiva di questo schifo, almeno ›› lasciò delle carezzedelicate col pollice, ma non spostò minimamente gli occhi dai miei.

Cercava, forse, delle rispostesilenziose in questi.

Annuii, poggiando poi la mano sullasua.

‹‹ È un modo carino per dirmi chehai provato qualcosa? ››

‹‹ Sì ›› ammise, spostando lamia mano per prenderla nella sua ‹‹ lo sai che non sono unmaestro nell'esprimermi in queste cose. A volte ci provo ma falliscoabbastanza miseramente ››

Accennai un sorriso, annuendo di nuovo.Era impacciato, come se avesse paura di toccarmi.

Sarà stato il vuoto della memoria ocose simili, visto che in genere non era poi così rigido.

Doveva solo rifarci l'abitudine.

‹‹ Sei perdonato ›› abbassò losguardo, per poi lasciare andare la mia mano. Poggiò entrambe le suemani, poi, sulle mie guance, portandomi a sollevare il volto verso ilsuo.

Il suo sguardo, in quel momento, erauna semplice richiesta di permesso.

Le sue labbra sulle mie, il bacio dipochi attimi dopo, era una richiesta di lasciarci alle spalle ciòche era successo.

Sì, se quel posto era riuscito a farequalcosa di buono, era averci permesso di "conoscerci di nuovo".Una seconda occasione, senza nemmeno saperlo.

Nonostante il disastro, le perdite etutto quanto... alla fine le cose avevano cominciato a prendere illoro giusto percorso.

Avevamo tra le mani una nuova soluzioneche avrebbe portato, finalmente, ad uno sviluppo differente.

Anche se questo avrebbe richiesto deltempo. Anni, forse, ma avevamo trovato una strada da seguire.


Passarono giorni interi.

Teresa guarì completamente, ed allafine anche Minho ed Eva si "unirono" a noi.

Erano scossi, ma alla fine avevanotrovato il coraggio di parlare. Erano stati usati come se fossero deitest umani, e da quello che aveva raccontato Eva, che era semprestata a quanto pare il soggetto preferito sia della C.A.T.T.I.V.O.che dell'Hae. Ero onestamente stupita del fatto che fosse ancora inpiedi.

L'intenzione dell'Hae, era quella difarle avere dei figli il prima possibile.

Non che Minho sembrasse chi sa quantodispiaciuto all'idea di avere un figlio, ma non in quel modo e nonper usarlo come test.

E poi... Minho padre.

Un bambino con manie di protagonismo edun ego grande quanto una casa.

Ci raccontarono del massacro, di ciòche avevano visto fuori da quella base... ci raccontarono anche iloro ricordi, sebbene a grandi linee, e di ciò che avevano vistoall'interno della base, prima che Newt e gli altri entrassero.

Ricordavano bene le urla dei bambini.Gli spaccati di quel posto. Incubi ad occhi aperti che non sembravanovoler avere la parola fine.

La città deserta che attraversaronosembrava essere uscita dai peggiori film horror.

Minho spiegò che la notte letemperature erano talmente basse da far scendere qualche fiocco dineve, e dovettero rifugiarsi all'interno degli edifici abbandonati,quantomeno per stare su un pavimento, anche se la maggior parte dellefinestre erano rotte.

Verso quelle che presumibilmente eranole 3 di mattina, tutti i "mostri" uscivano per la caccia. Quandoquelli grossi, i Goemul, uscivano... beh, nella città risuonava unavecchissima sirena che faceva svegliare e movimentare anche glispaccati.

Quindi, alla fine, l'Hae chiaramente liteneva sott'occhio in maniera veramente maniacale, ma non dava loronessun aiuto, nessuna indicazione, nessun supporto per dare loro delcibo.

Loro suonavano solo quell'allarme incaso di Goemul, oppure completamente a casaccio, tanto per farlimuovere, stressare, agitare... creare una situazione talmente dipanico che portava alcuni di loro ad una morte per essere troppoavventata – e finire, quindi, preda dei "mostri" – o dicrepacuore.

I ricordi di Eva erano molto piùprecisi e cupi rispetto a quello di Minho, e questo lasciavaintendere la differenza con cui i due guardavano le cose.

Tutto sommato Minho lentamente avevaripreso ad essere... Minho.

E vedere che finalmente era tranquilloe sereno vicino ad Eva, mi metteva onestamente il cuore in pace.

Questa "avventura" li avevanettamente avvicinati.

Sì, avevamo perso Jorge.

Niente sarebbe stato più come prima,questo era sicuro, ma almeno eravamo rimasti noi.

L'ultimo codice per provare ad avere lacura definitiva era presente.

I soggetti principali erano vivi.

La C.A.T.T.I.V.O. era apparentementedistrutta, l'Hae non sembrava intenzionata ad interferire.

L'Eden sarebbe rinato... era questo ciòche Jillian avrebbe voluto.

Huan ci disse che i lavori, in realtà,erano già in corso. Non sapeva di preciso quanto tempo ci sarebbevoluto, ma una volta terminato saremo tutti tornati ad una vitarelativamente normale.

Per il momento, il salto nel cielo erala nostra casa.

Quanto sarebbe potuta essere normaleuna vita rinchiusi?

Semplice: non lo sarebbe stata.

Dovevamo rassegnarci che quella era lanostra normalità.

Ed in fin dei conti, a noi stava benecosì.

Eravamo insieme.

Eravamo una famiglia.

Eravamo presenti l'uno per l'altro.

‹‹ Piuttosto ›› Minho si sporsedal bordo del divano, assumendo un espressione divertita ecompiaciuta ‹‹ me lo sono sempre chiesto ›› i suoi occhi sipuntarono su Newt.

L'espressione di Newt lasciòampiamente intendere un "non chiedermi cose stupide"

‹‹ Cosa? ›› chiese Thomas,bellamente spaparanzato sul divano, ma con la testa poggiata sullegambe di Teresa

‹‹ Non è una domanda riferita ate, Thomasino, però ›› Minho indicò Newt, poi me ‹‹ comefacevate a fare le zozzerie tu ed Eli, quando eravamo nella radura? Enon ditemi "non le facevamo", perché non ci credo. Era palese,dai! ›› arrossii. Non sapevo dove guardare.

Newt si poggiò una mano sulla fronteed inspirò profondamente dalle narici.

Eva gli diede una gomitata dritta nellecostole ‹‹ Beh? Che ho chiesto di male? ››

‹‹ Indelicato! ›› lo rimproveròlei.

Sì, era quella la nostra normalità.


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