Capitolo 24
Quando i ragazzi abbandonarono la base, passarono un bel po' di ore prima riuscire a raggiungere l'Hae.
Nei caschi indossati da Newt e Thomas c'era una telecamera nascosta, per cui questo permetteva una visione anche a noi altri. La stanca con Chuck ora era affollata da altre persone, tra cui Justin e Nathan.
Secondo Nathan era meglio non lasciarmi sola col bambino durante il recupero della memoria, potrei avere degli svenimenti e cose simili che avrebbero portato ad una deconcentrazione e agitazione del bambino. Quello, in realtà, non aiutava alla mia calma. Thomas stava attraversando lo stesso processo... ma era in missione.
‹‹ Okay... sono dentro ›› disse Nathan, incrociando le braccia ‹‹ Minho ed Eva dovrebbero trovarsi al diciottesimo piano inferiore, se non hanno cambiato le posizioni ››
‹‹ C'è questa possibilità? Loro lo sanno? ›› chiesi, corrugando la fronte
‹‹ Huan sa tutto ›› mi rassicurò Nathan ‹‹ ha preso in considerazione da subito l'ipotesi che qualcuno potesse sospettare di una loro intrusione, o che qualcuno potesse notare una manomissione... sono comunque una potenza mondiale ed all'intero di queste strutture è pieno di scienziati ed Hacker professionisti ›› certo che quello non era ulteriormente d'aiuto.
Mentre Huan e gli altri camminavano, Nathan aveva preso in mano i fogli con i codici trovati da Newt.
Il bambino non distoglieva lo sguardo dagli schermi, assorto, però, nei suoi pensieri. Era silenzioso, mentre i suoi occhi brillavano di un azzurro intenso.
Era parecchio interessante vedere quei processi dal vivo, e vedere il modo in cui i colori cambiavano nei suoi occhi.
Mentre il tempo passava, la mia testa cominciava a pulsare. Ad un certo punto fui costretta a sedermi, ma mi rifiutai di allontanarmi.
Dovevo stare in quella stanza. Non potevo fare niente per aiutarli, certamente, ma volevo essere presente durante la missione, seppure in modo indiretto.
Huan, Newt e Minho furono fermati più volte da più persone. Parlavano in coreano, per cui non capivo nulla... io, ma Huan, fortunatamente, sì.
Le stanze che attraversarono, man mano che scendevano, erano sempre peggio.
Inizialmente, nei primi piani, ci furono stanze dedicate alle piante, erbe...
Più scendevano, più sembravano uscite dai peggiori horror.
C'era una stanza rossa, con carne – non volevo assolutamente sapere della natura di quella carne – appesa come se fossero all'interno di una cella frigorifera di una macelleria. Nella mia testa, si fece spazio il ricordo di Winston. La puzza delle faccemorte. L'odore dei nasi all'interno della "casa" di Gervaso e Rose... gli spaccati.
La testa mi pulsava. Il corpo lo sentivo percorso dai brividi di freddo.
Cominciai ad avere come dei buchi di memoria. Attimi in cui non ero lucida. Chiudevo gli occhi e subito dopo la stanza dove si trovavano Huan e gli altri era cambiata. Piano piano, però, sentivo come se la mia testa stesse diventando bollente.
‹‹ Il battito di Thomas è in aumento ›› disse Justin. Non sapevo nemmeno da quanto tempo avesse sott'occhio quel computer.
‹‹ L'importante è che non perda i sensi ›› rispose Nathan ‹‹ il resto è normale ››
Chiusi di nuovo gli occhi.
Riguardai lo schermo.
Erano dentro una cella.
Ricordai di George nella gattabuia. Le labbra di George... l'odore del sangue.
Justin.
Mi girai rapidamente in direzione del biondo.
I ricordi legati a lui esplosero. Tutto quanto.
Non potevo odiarlo... non era cattivo.
Non c'era niente di veramente cattivo in lui... eravamo tutti dei semplici pupazzi. Strumenti per arrivare a qualcosa di ben peggiore della morte.
Le mie orecchie cominciarono a fischiare. Sentii una marea di voci nella testa, interi dialoghi confusi tra loro. Mi sembrava di impazzire. Chiusi gli occhi.
Una marea di immagini mi passarono davanti come se fossero parte di un film mandato alla velocità massima.
Era tutto agitato. Era come essere chiusi all'interno di una bolla.
Era buio.
Era freddo.
Era notte.
Le sue labbra, quelle di Newt, erano insanguinate.
‹‹ Non ti lascio qui. Preferisco morire, piuttosto che andare via senza di te! ››
‹‹ Se potessi tornare indietro, rifarei tutto da capo, con te ››
‹‹ Ed io perderei la memoria anche mille volte, se necessario, solo per re-innamorarmi di te ››
I colpi di pistola. Il suo corpo che perdeva le forze. Il suo sguardo. Le mie preghiere per non vederlo morire un'altra volta.
Erano quelli i miei ultimi ricordi.
Era quello il motivo di quella sensazione di vuoto.
Mi sentivo come se qualcuno si fosse seduto sul mio petto, cercando di impedirmi di respirare. Ero un bagno di sudore, confusione, nausea.
Il mio corpo non era più in sé.
I rumori attorno a me erano definitivamente distorsi, le immagini offuscate, troppo chiare. Il corpo lo sentivo pesante.
Sentii chiaramente solo una cosa.
‹‹ Merda, abbiamo perso il contatto. Il segnale è completamente assente. ››
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