Nella mente di L.I.L.Y.
Boston, 9 Maggio 2012
In casa
Ingrandii ogni immagine di 10 volte, le stampai su più fogli fino ad aver tappazzato l'armadio con quella che era la più grossa rete neurale che io avessi mai visto. Presi un pacco di patatine dalla dispensa, una bottiglia d'acqua e mi misi a sedere sul pavimento davanti a quel mostro. Le parole della Clarckson rimbombarono nella mia mente. - L'algoritmo di Elizabeth è davvero così strabiliante?- questo mi aveva chiesto. Non era solo l'algoritmo ad essere strabiliante. Non era solo il modo in cui Lily aveva congegnato quella rete perchè sembrasse fare cio che in realtà fingeva solo di fare. Presi un evidenziatore e colorai la parte che già avevo fatto. Quindi tornai sul pavimento. L'orologio segnava ormai le 2.00 passate. Afferrai il portatile. Poi afferai il lettore Mp3 e accesi la musica al massimo.
Dovevo pensare, dovevo entrare nella mente di Lily, per quanto doloroso fosse, non conoscevo altro modo per capire quella rete. Mi stupii a chiedermi: quanto ha cambiato lei il mio modo di pensare, di essere? Quanto in me è stato plasmato a sua immagine e somiglianza in questi due anni? E prima durante la tesi? Non una sola volta avevo dubitato della sue parole, ma questa volta Elizabeth Collins era entrata nella tana del lupo e mi stava trascinado a fondo con lei, insieme a Rice. Era ovvio che qualcuno mi stesse sorvegliando, forse non avevano una jeep militare, ma erano lì, me lo sentivo. Spensi la musica.
Rimasi bloccata a sentire i rumori della notte. Una paura primordiale che non avevo più da molti anni si reimpossessò di me. Prima di rendermene conto alzai il telefono , composi l'ultimo numero che avrei dovuto fare. Suonò a vuoto 3/4 volte e poi una voce molto impastata mi rispose.
- Rachel, è piena notte, che succede? Sei in pericolo?- nella voce di Set sentivo una punta di apprensione che mi fece pensare di non essere paranoica.
-Temo che qualcuno mi stia sorvegliando, ho paura- aggiunsi.
- Chi?- fece lui allarmato.
- Non lo so, ho visto una jeep di fronte a casa- mentii. Quello era il mio sogno , ma il mio incoscio mi stava gridando qualcosa. Per ora l'unico modo di proteggermi che conoscessi era invitare un ispettore di polizia a casa. Nonostante questo fosse proprio ciò che Rice mi aveva implorato di non fare.
- Hai chiuso tutto in casa?- chiese mentre lo sentivo armeggiare coi vestiti.
- Si - risposi secca.
-Ok, metti l'allarme, vai in salotto ed aspettami. Dieci minuti e arrivo. Io ti telefonerò, non suonerò. - disse deciso. Sapeva cosa fare, questo mi tranquillizzò. Feci come mi aveva detto e mi misi in salotto sul divano. Tremavo nell'oscurita. Non avevo osato accendere una sola luce. Forse stavo davvero cadendo nella mente di Lily. Sentivo la sua paura. La sua tenacia, la sua ostinazione a non lasciare perdere, nonostante tutto. Non dormivo quasi più. Mi scordavo di mangiare. In un attimo di lucidità mi stupii a pensare cosa avrebbe pensato Set nel vedermi ridotta così. Ovviamente il sesso era fuori discussione quella sera. L'ultimo dei miei pensieri.
Poi pensai a quello che non potevo dirgli. L'importante era parlare della rete e non del caso. Io dovevo essere tranquilla per finire e non lo ero affatto. Stavo abusando di Set? Forse si, ma davvero non sapevo come saltarci fuori. Quando il cellulare suonò tra le mani, mi precipitai alla porta. Mi aiutò a disattivare l'allarme. Lo controllò e poi aggiunse deciso: - Aspetta qui-. Accese una dopo l'altra tutte le luci della casa. Arrivato in cucina mi sembrò di vederlo estrarre la pistola. Sparì nel giardino. Tornò dopo un tempo che mi sembrò eterno. Sbirciavo nell'oscurità ascoltando i rumori. Quando riapperve inspirai a fondo.
Rimasi ad osservarlo mentre controllava le porte, le mandate, le finestre. Io tremavo come una foglia. Quando infine tornò chiuse lentamente la porta dietro di me e mi spinse verso il piano di sopra. Ci rifugiammo nella mia camera. Io lo lasciai entrare e poi mi sedetti per terra. Lui fece il giro del piano anche li e poi tornò.
- Hai fatto bene a chiamarmi- disse. Io lo guardai stupita e sconcertata.
-Vuol dire che hai trovato qualcosa?- aggiunsi.
-Non sono in strada, ma nel parco. Non si sono avvicinati per ora. Non c'erano impronte nel giardino, ma sono certo di aver sentito dei passi che si allontanavano quando ho controllato il giardino- raccontò. Deglutii a fatica.
-Tu come stai? Stai bene?- insistette lui visto che non dicevo nulla. Non stavo affatto bene. Io mi stavo perdendo. E non sapevo più come uscirne. E non potevo dirgli la verità anche se avrei voluto.
- Questo ... che cos'è?- fece poi seguendo il mio sguardo.
- Questa è L.I.L.Y. , la più grossa rete neurale che io abbia mai visto e a cui la mia prof sembra aver dato il suo stesso nome di battesimo. - dissi come se li stessi presentando l'uno all'altra seppure solo nella mia immaginazione.
- Sembra complicata. Tutto questo serve per il concorso?- chiese stupito. Io annuii lentamente.
- E io ho fatto solo la parte evidenziata finora- aggiunsi poi.
- Non c'è nessuno che ti possa dare una mano?- chiese lui preoccupato.
-Elizabeth Collins- sospirai. -Non credo Rice abbia mai visto niente del genere e per la verità, nemmeno io l'ho mai visto- ammisi.
- Rice mi ha detto di stare lontano dall'università, che anche lui si sente sorvegliato, ma non sa da chi- aggiunsi poi. Set mi guardò preoccupato.
- Chiunque non voleva che la prof presentasse questa meraviglia al mondo è ancora là fuori e adesso sa che ci sto lavorando io- dissi soltanto. Lui si sedette sul letto dietro di me, mi prese tra le sue braccia e mi baciò. - Ho paura , Set- aggiunsi.
-Non me ne andrò di qua finchè non sarai più tranquilla- mi assicurò. - Se necessario lascerò un collega.- mi promise.
-E a Sullivan cosa dirai?- chiesi.
-La verità. Non mi fa stare tranquillo pensarti qui da sola. Con gente che dal parco ti controlla, che potrebbe prenderti in qualsiasi momento. Non voglio trovare un'altra macchina vuota in un fiume e soprattutto non voglio che quella macchina sia la tua- disse trattenendo il fiato.
- Hai un'idea del perchè finora non si sono mossi e hanno solo sorvegliato?- aggiunse poi Set. Io lo guardai e annuii lentamente.
- Sanno che non ho finito...- la voce mi morì in gola rotta dal pianto mentre lo dicevo. Lui mi guardò terrorizzato.
- Non volevo chiederti questo quando ti ho detto di non rinunciare al concorso. - fece pentito.
- Ormai è una strada a senso unico, se non lo finisco qui, me lo faranno finire da un altra parte e temo non sarà piacevole- rabbrividii solo al pensiero.
- Pensi che arriverebbero a rapirti?- fece stupito.
-Penso che l'abbiano già fatto con Lily- ammisi.
- Questa rete, se riesco a farla funzionare, vale molto di più di 5 milioni di dollari- non potei trattenermi dal rivelargli.
-Questa storia è pazzesca, c'è qualcosa sotto che mi sfugge- fece accigliandosi. Per qualche motivo non riusciva a lasciarmi.
-Il cerchio si sta stringendo sulla Clarckson, ma è sotto sorveglianza da giorni, non può essere lei a tenerti d'occhio e allora chi?- fece perplesso. Non dissi nulla. D'altronde non avevo certezze. Doveva arrivarci da solo. Più di cosi non potevo dirgli senza scoprirmi.
-Quando devi consegnare la rete?- aggiunse Set.
-Venerdì mattina alle 11:00- ricordai.
- Ok, stanotte intanto sto qui io di guardia. Domani sentiamo Sullivan- disse deciso. Feci per dissentire, ma mi attirò a sè. -Non voglio rischiare, ok?- disse serio. Io annuii.
- Tu fai quello che devi. Io penso al resto. Da quanto non mangi? - fece indicando il pacchetto aperto di patatine. Io arrossii.
- Ti porto qualcosa tra poco, tu concentrati e rilassati- aggiunse poi prese le cuffie da terra e me le mise nelle orecchie. - La musica ti rilassa. Me l'hai detto tu l'altra sera! Sono quasi sicuro che non sia SCA, ma non importa. Puoi ascoltare quello che vuoi...- mi disse accarezzandomi la faccia. Io gli sorrisi di rimando. Si alzò , controllò di nuovo la finestra e poi si apprestò ad uscire. Si fermò ancora un istante davanti a quella immensa creatura. Sospirò e se ne andò.
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