Mrs No One
Boston
15 Maggio 2012
Sentii come una lingua di fuoco che mi penetrava nel braccio e caddi a terra. Mrs Clarckson fece un paio di passi avanti, chiuse gli occhi e sparò di nuovo. Un bruciore peggiore mi travolse alla spalla. Avevo le lacrime agli occhi. Ero senza fiato. Cercavo di tenermi il braccio sanguinante. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella pistola. L'ultima immagine che avrei visto nella mia vita. Improvvisamente venni accecata dai fari di un auto. Era salita sul marciapiede e prima che potessi anche solo respirare travolse Mrs Clarckson in pieno. Il tonfo fu orribile. Rimasi bloccata a guardare quella donna con ancora la pistola in mano rotolare a terra. -Rachel!- sentii una voce dire, una voce che non avevo mai sentito prima. Proveniva dall'auto. Poi guardai stupita la portiera dell'auto aprirsi in sbando. La donna al volante portava un cappuccio a nascondere un caschetto rosso. La signora dell'ombrello rosso! Mrs Clarckson era ancora a terra, ma aveva rialzato la pistola e la stava puntando ancora verso di me. Non me lo feci ripetere due volte. Rotolai sul fianco per alzarmi e mi gettai dentro l'auto che partì. Riuscii a chiudere la portiera solo quando fummo tornate sulla strada.
- Togliti l'impermeabile- ordinò la donna. Feci come diceva. Il braccio mi faceva malissimo. Mi ritrovai con la chiavetta in mano e le chiavi della mia auto. Lei fece un ghigno soddisfatto e presa la chiavetta.
-Questa la tengo io. Getta il resto dal finestrino- disse ancora. Feci come diceva. Il suo sguardo soddisfatto mentre imboccava la curva facendo scivolare la chiavetta in tasca, mi tolse il fiato. Sentii un conato di vomito in gola. Non so se fosse per l'orrore o per la sorpresa. Guardai arrabbiata i suoi occhi a mandorla. Passavano da me alla strada ogni pochi secondi. Mi accorsi che mi girava la testa. Puntai lo sguardo dritto verso la strada.
- Tu sei della ditta concorrente dell'MZ3- aggiunsi con un ghigno di disprezzo.
-Indovinato.- sorrise. Sbiancai. Mi ero gettata direttamente nella mani del lupo. Grande idea! Avevo appena consegnato il codice che Lily era morta per proteggere a coloro che probabilmente l'avevano uccisa. E che presto avrebbero fatto altrettanto con me.
-Perchè mi hai salvato la vita allora?- chiesi senza voltarmi. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla strada talmente ero terrorizzata. Finchè guardavo la linea su quella strada potevo fingere che non stesse capitando a me, che qualcun'altro fosse su quell'auto al posto mio.
- Tu non hai idea di quanto valga la tua vita in questi giorni, tesoro!- rise lei. - Siamo stati fortunati che quella tipa non ha mai sparato in vita sua!- disse soddisfatta. - Bella trovata il giubbotto, non me l'aspettavo!- si complimentò poi.
- Devo togliere anche questo?- feci smorfiosa. Non mi piaceva il suo tono di superiorità, la sua tranquillità apparente davanti a quella situazione assurda. La sua sicurezza tagliava la mia anima a fette. Il dubbio e la paura galoppavano nella mia testa.
- No , affatto. Hai qualcos'altro addosso? Telefoni?- chiese poi.
-Era tutto nella borsa - ammisi. L'avevo lasciata al MIT. La situazione peggiorava ogni secondo. Non avevo modo di chiamare aiuto, nessuno aveva idea dove l'auto stesse andando. Ero sola. Sola con la persona che probabilmente aveva spinto l'auto di Lily giù da un ponte con l'auto della Clarckson.E poi aveva inziato a seguirmi. L'avevo vista nel parco sotto casa mia.
L'auto prese un dosso e poi svoltò a sinistra facendomi sbandare contro la portiera. Sussultai per il dolore al braccio. Mi girava molto la testa. Feci per appoggiarmi al sedile ma la donna mi schiocchiò le dita davanti agli occhi per attirare la mia attenzione.
- Ehi non farti venire strane idee, tu resti sveglia e presente- fece con decisione. Restare sveglia era l'ultima cosa che volevo fare, ma avevo troppa paura di contraddirla. Feci un profondo respiro e piantai di nuovo gli occhi sulla linea della strada.
Imboccammo il Leverett Circle Connector Bridge. Eravamo quasi a metà quando una jeep militare si avvicinò nel traffico. L'Mz3. Non sapevo se essere contenta o terrorizzata. Quando iniziarono a sparare la donna mi spinse a tenere la testa verso il basso. Estrasse anche lei una pistola e rispose al fuoco. Mi chiusi le orecchie con le mani. Tamponammo un auto davanti a noi. La donna sterzò nella corsia laterale. Rigò la macchina per l'intera lunghezza ma aggirò il traffico e poi si buttò nello svincolo a destra che costeggiava il fiume, quindi accelerò. Costeggiammo il River Charles oltre il Lederman Park. La jeep non demordeva.
Passammo sotto al Longfellow Bridge. Piegata come ero non me ne accorsi nemmeno. Sembrava che il destino di tutti noi ormai girasse attorno a quel ponte maledetto che si era portato via Lily per sempre. Eravamo così veloci che ogni dosso, ogni tombino, ogni buca mi sembrava che l'auto prendesse il volo. Poco dopo l'Hatch Memorial Shell la donna virò a sinistra e poi subito a destra in Bacon Street. Io guardavo solo le nocche delle sue mani con le unghie colorate di nero che impugnavano con grinta il cambio manuale dell'auto sportiva. Io nemmeno avrei saputo accenderla quell'auto. Il mio destino dipendeva da quella donna, da quelle mani e non erano affatto ben disposte. Cercai di rispedire indietro le lacrime. Non volevo darle questa soddisfazione.
All'altezza del Muddy River lei mi tirò su con uno strattone e mi urlò -reggiti!-. Io la guardai spaventata. Sentii i freni dell'auto stridere e fumare. Le ruote che sussultavano sull'asfalto. L'auto che si girava verso destra esponendomi al flusso di auto che avanzava verso di noi. Gli airbag si aprirono con uno scoppio. Il mio respiro , il mio cuore. Tutto si fermò in quell'istante. Come se tutto procedesse al rallentatore. I capelli di quelli donna sventolavano nell'aria. Finii completamante dentro al palloncino bianco che si stava gonfiando davanti a me. E un secondo più tardi un fulmine verde mimetico ci travolsein pieno, polverizzo il mio finestrino, sentii le lamiere contorcersi e un pesante colpo partire dal fianco e passare come una scossa elettrica fino alla testa. Non vidi la jeep che rimbalzò sul fianco e andò a sbattere contro uno dei piloni del cavalcavia accartocciandosi. Dopo quella scuossa fu solo vuoto.
Quando mi svegliai ero nel retro di un camioncino turistico appoggiata malamente sui sedili posteriori. -Non ti alzare- ordinò la donna. Era tutto molto confuso nella mia testa. Sentivo un dolore diffuso in ogni parte del corpo e specialmente dietro al testa e sul fianco. Sentivo il sangue nella bocca e il suo sapore che finiva in gola e ogni respiro era come se qualcosa mi trafigesse. Guardai le mie mani sporche di sangue. Mi tastai il giubbotto sul fianco. Mi fermai quando lo sentii tranciato. Non era affatto un buon segno.
-Perchè hai frenato così?- le chiesi stordita. Ero furente con lei. Mi aveva fregato. Ma nonostante la rabbia e l'adrenalina, stavo troppo male per lamentarmi. Non sapevo se piangere, se gridare. Forse non aveva la forza per fare nessuno dei due. Era così che ci si sentiva ad un passo dalla fine? Era così che si era sentita Lily mentre cadeva dal ponte e sporofondava nelle acque fredde del fiume? Era quello il mio destino? Morire dissanguata in una macchina o forse era anche peggio. Mi concentrai su un punto fuori dal finestrino per riuscire a scorgere qualcosa e cercai almeno di respirare lentamente. Ero davvero fuori di me. Non riuscivo a muovere il braccio o la spalla grazie alle due pallottole che mi aveva sparato la Clarckson.Ero in trappola e senza nessuna via d'uscita.
-Era l'unico modo o ci mandavano entrambe al cimitero- disse la donna scuotendo la testa e asciugando il sangue che le colava da una profonda ferita alla testa che spariva sotto al caschetto rosso. Sembrava come se il dolore non la toccasse, come se anzi al caricasse, come se fosse diventato una droga per lei.
- Avrebbero mandato te al cimitero vuoi dire!- protestai. Lei si mise a ridere. E poi si voltò e mi disse: -molto divertente, tesoro!- La guardai allibita. Chi era quella donna? Come faceva a ridere in una situazione del genere! Certamente non avrebbe avuto alcun scrupolo con me. Ero caduta là dove Lily mi aveva scongiurato di non cadere. Non ero riuscita a scappare. Avevo fallito ed ora sarei morta. E in modo atroce. Dai finestrini vedevo solo che stavamo andando in aperta campagna.
- Dove hai preso il camioncino?- chiesi per cercare di capire se si lasciava sfuggire qualche particolare su dove ci trovavamo o dove si stavamo dirigendo.
-Rubato, usa la fantasia!- aggiunse lei soltanto. Era allegra, felice, spensierata. Come se stesse facendo una gita. Che razza di persona può comportarsi così dopo quello che ci era successo.
-Ma io non mi ricordo...- dissi confusa. Dopo che quella jeep ci era venuta addosso era buio più totale nella mia testa. Come se qualcuno avesse staccato la spina del mio terminale. Non fraintendetemi: era stata un'ottima idea. Pensare già quanto male sentivo in quel momento! Tremavo per la paura e per la tensione. E ogni curva o dosso che l'auto faceva rimanevo senza fiato. Non andava affatto bene.
-Eri svenuta quando ti ho scaricata dall'auto. Hai preso una bella botta. Tieni la testa ferma- si premunì di dire la donna prima di accelerare. Bella scoperta! Perchè non mi aveva puntato una pistola in testa e fine dei giochi? Aveva la chiavetta! Giusto! Forse potevo provare a farla ragionare. Tentai con un altro approccio...
-Hai la chiavetta , perchè non mi scarichi in ospedale?- tentai. Forse se mi lasciava alle cure dei medici forse potevo ancora avere una possibilità. Loro avrebbero preso la rete, ma alla fine non importava più di tanto. Non mi importava più chi erano o cosa ne avrebbero fatto. Non era un problema mio. Io potevo vivere benissimo senza quella rete, l'avevo fatto, avrei continuato molto volentieri a farlo. Sarebbe bastato che Lily scegliesse qualcun altro per scrivere quel dannato codice.
-Molto spiritosa... così mi trovo i federali alla calcagna, per non parlare del tuo ragazzo, quel poliziotto... come si chiama?- chiese lanciando un'occhiata nello specchietto retrovisore.
- Set non è il mio ragazzo- feci colpita. Parlare di lui con quella donna mi sembrò stranissimo. Come se Set appartenesse ad un altro universo che ormai non era più mio, che ormai non potevo più raggiungere. Avevo avuto una scelta su quelle scale. Avevo scelto di credere a Lily fino in fondo. Avevo scelto di credere che scappare fosse l'unica soluzione. Col senno di poi era stata una pessima scelta. Lily mi stava trascinando all'inferno ed io, nonostante il dolore e la rabbia, non avevo mai smesso di fare quello che lei aveva stabilito per me. Ed era per questo che avevo perso Set e la mia vita.
- Lo sembrava quando giravate nudi per casa- annuì lei ridacchiando e voltandosi. Io arrossii fino al midollo. Non volevo parlare di set con lei. Forse non volevo parlarne e basta: capitolo chiuso. Meno doloroso per tutti.
- Ci hai spiati?- chiesi soltanto.
- Tutti ti hanno spiato: noi, loro... Tu avevi quello che tutti volevano. E' ovvio...- aggiunse lei.
- Ma la polizia ha scovato la squadra nel parco.- obbiettai.
- La MZ3 ha i suoi metodi, la Deftcon ne ha altri. A me piace lavorare da sola e non ho bisogno di una squadra speciale per seguire una ragazzina- fece lei piccata.
- Tu chi sei?- feci incredula.
- Io non sono nessuno o sono chi loro vogliono che io sia. Una mercenaria, una puttana, una criminale ... Puoi usare quella che vuoi, le ho sentite tutte. Non mi offendo.- aggiunse alzando le spalle.
-Mrs No One , quindi?- feci stupita.Mrs Nessuno. Mi puntellai sull'unico braccio sano che mi rimaneva pr guardarla in faccia. Sorrideva soddisfatta.
- Suona bene... Ascoltami bene, Rachel. Te lo dirò chiaramente ed una volta soltanto.Con quelle ferite non arriverai da nessuna parte. Se facciamo le brave ed arriviamo al rifugio della Deftcon da li posso chiamare un dottore. Mi sembra la scelta migliore data la situazione. Conta che io ho ancora la mia pistola e un paio di caricatori- disse con una velata minaccia che mi fece deglutire a stento.
- Ma tu mi vuoi viva, giusto?- tentai disperatamente. Nel briciolo di lucidità che mi rimaneva capivo che aveva già avuto mille occasioni per disfarsi di me. Se non l'aveva fatto c'era un motivo. E non ero così sicura di volerlo conoscere. Cosa poteva volere più che quel codice?
-Vedo che inizi a capire. All'MZ3 non servi più, a noi servi ancora.Quindi al momento noi siamo i tuoi migliori amici- spiegò soltanto. La campagna era sparita. Le conifere ora riempivano l'intera visuale del finestrino.
- Ti piacciono i laghi?- chiese Mrs No One dopo un lungo silenzio. Non le risposi , ero troppo impegnata a respirare per mitigare una fitta alla base del collo.
- Oggi, Rachel, facciamo una bella gita al lago- aggiunse e così dicendo svoltò in una stradina laterale. Io mi puntellai sulle mani per sbirciare dal finestrino e vedere dove eravamo . C'era una casa di legno davanti a me. Sembrava una normalissima casa delle vacanze. E al di la del giardino si intravedeva un lago dal colore bluastro. Potevamo essere ovunque. Era possibile che ci fossimo arrivati in così poco tempo? Quanto tempo era passato in realtà mentre ero svenuta? Su una cosa Mrs No One aveva ragione. Così non andavo da nessuna parte. Mi ridistesi e chiusi lentamente gli occhi esausta.
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