Boston Police Department
Boston
15 Maggio 2012
Sullivan chiuse la porta dell'ambulanza e diede il via libera ai paramedici. L'ambulanza accese la sirena e lasciò la sala congressi del MIT. I paramedici avevano legato Mrs Clarckson alla barella e lui le aveva proclamato i suoi diritti. Quella donna aveva continuato ad urlare ancora come una pazza tutto il tempo. Aveva chiesto che le dassero un tranquillante, ma sembrava essere pericoloso per la sua condizione. Fece un sospiro, si fece coraggio e raggiunse Set. Era seduto sul marciapiedi e guardava fisso la mia borsa e una piccola pozza di sangue nelle vicinanze.
-Credo che quella donna abbia avuto un crollo psicotico.- ammise Sullivan accomodandosi accanto a lui. Erano contornati da auto e ambulanze da ogni parte. All'udire degli spari questa volta si era scatenato davvero il visibilio nella sala conferenza. C'erano diversi feriti.
- Non aveva nemmeno il porto d'armi, la pistola era del marito- aggiunse.
-Però l'ha colpita- disse solo Set giocando coi sassolini dell'asfalto.
-Io dovevo proteggerla e invece...- aggiunse alzando gli occhi verso il suo capo.
- Ci abbiamo provato Set. Abbiamo fatto quello che potevamo con quello che sapevamo. I raptus non sono prevedibili- tentò di farlo ragionare.
-Se l'avessimo portata in caserma Martedì tutto questo non sarebbe successo. Adesso cosa diciamo ai genitori di Rachel che aspettano il suo volo per domani mattina?- gli ricordò Set.
-Solo la verità. Non è una chiamata che spetta a te - aggiunse. Un polizziotto li raggiunse di corsa.
- Ho trovato le chiavi dell'automobile e l'impermeabile a 100 metri da qui in strada. L'ispettore ringraziò l'agente e poi si rivolse a Set.
-Visto che entrambi sappiamo che non andrai a casa e non dormirai e non rinuncerai al caso, adesso andiamo insieme ad aprire l'auto di Rachel. Prendi il suo computer e te ne vai in centrale. So benissimo che sai la password. Lo apri e cerchi di capire in cosa ci hanno mentito, perchè qualcosa c'è. - disse l'ispettore aiutando Set ad alzarsi.
- Rachel non mi avrebbe mai mentito- disse sicuro.
- Ti sei veramente rincitrullito questa volta? Non ti facevo il tipo da relazione seria ....- sbottò Sullivan mentre andavano verso il parcheggio. - Attento Set! A me è successo una sola volta nella vita e porto le manette tutti i giorni da allora- aggiunse Sullivan mostrandogli la fede.
-Millie è un mito- disse Set ritrovando un minimo di sorriso. Ricordava bene le grigliate a casa di Sullivan.
- Anche Rachel è una bella ragazza, intelligente. Non sono cieco, ok. Va bene. Ci sta.- lo rincuorò Sullivan.
- Non voglio trovare un'altra auto in un fiume- confessò Set.
-Non succederà. La città è piena di posti di blocco. Verranno fuori. Mrs Clarckson ci ha dato parte della targa. La troveremo- promise Sullivan.
- Ricordalo al giudice quando quella pazza invocherà l'infermità mentale!- rispose Set nero in volto. Quindi indossarono i guanti, aprirono il cofano della mia auto rimasta nel parcheggio dietro la sala congressi. Set prese la borsa col portatile e passò a Sullivan il borsone coi vestiti. Poi tornarono lentamente sul luogo dell'aggressione. Si avvicinarono al camioncino della polizia per fare imbustare le borse.
- Set, capisco che tu sia sconvolto, lo sarei anche io se fosse una persona a cui tengo. Guarda l'impermeabile!- Un agente lo stava imbustando giusto davanti a loro.
-Rachel aveva il giubbotto e quella tipa non sa sparare. E' evidente che l'ha beccata in un braccio, niente di mortale. Forse anche di striscio. - tentò di tirarlo su Sullivan.
- Farò finta di crederti- disse Set riprendendo il computer imbustato. Sullivan lo accompagnò ad una volante e chiuse lo sportello. Rimase a guradarlo finchè l'auto imboccò la strada. Si sarebbe inventato di tutto pur di mandare via Set dalla scena.
Fece un giro esplorativo del sito e andò ad informarsi dei feriti e raccogliere qualche testimonianza. Mezz'ora dopo stava parlando con una professoressa della commissione del concorso quando lo raggiunse un suo sottoposto. Si fermò ad un metro da lui. Sullivan imbastì qualche scusa e si avvicinò. Sembrava agitato.
- Ispettore capo, è la stradale. Forse hanno trovato l'auto -disse passandogli un telefono. -Ispettore Capo Sullivan, dica pure- rispose. Più ascoltava e più vedeva la sua serata diventare sempre più difficile. - Passo tra una mezza ora. Quanti morti? - chiese poi. Strinse il pugno. Non era sicuro che si trattasse della nostra auto. Non c'erano donne tra i dferiti o i morti dell'incidente.
- Mi può mandare una foto delle due auto coinvolte? - chiese infine. L'agente rispose positivamente. Nel mentre che aspettava andò a sincersi del numero dei feriti all'interno della struttura.
Quando il telefono emise un gemito chiese il permesso di allontanarsi un attimo. Gli basto mezzo secondo per riconoscere la Jeep. Non serviva un logo, quelle erano le auto della sicurezza dell Mz3. Lanciò un improperio e si mise a correre verso la volante più vicina. Doveva vedere coi suoi occhi.Corse verso una volante ed indicò al suo sottoposto l'indirizzo dove doveva dirigersi.
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Set intanto era arrivato alla centrale. Scese e si nascose in una sala riunioni vuota. Non voleva occhi indiscreti sul mio computer. Sullivan pensava di avergli fatto un favore , ma lui non ne era certo. Si ricordava così bene di me seduta davanti a quello stesso portatile imbustato con la sola vestaglia addosso. La password la sapeva ovviamente. Nei giorni trascorsi insieme mi aveva visto digitarla cento volte. E anche se cosi non fosse stato era qualcosa che avrebbe provato al 4°/5° tentativo. Il giorno della mia laurea. Si ricordava bene di quella foto che avevo in salotto. Non faceva che pensare al giorno della mia presentazione. Con rabbia e rimorso. Era come se il destino gli avesse dato un opportunità di fermare il mio aggressore e lui l'avesse persa per paura di giocarsi fino in fondo la sua carriera. Era un amaro calice da mandare giù. Forse Sullivan aveva ragione, non aveva ragionato lucidamente finora, ma adesso le cose sarebbero cambiate. Mrs Clarckson era fuori dai giochi, con un'imputazione praticamente scontata, aggressione a pubblico ufficiale, tentato omicidio, possesso di arma da fuoco senza licenza. Si era tirata la zappa sui piedi da sola, ma per la fine di Elizabeth Collins cominciava anche lui a nutrire i dubbi di Sullivan. Forse non era stata Mrs Clarckson. Ma chi poteva volerla incastrare?
Set quella sera capì in fretta che gli avevo mentito. E tanto. Nella pazzia degli ultimi giorni avevo abbassato la guardia e commesso un terribile errore. La lettera di Lily era ancora lì sul mio pc. Non l'avevo cancellata, non ne avevo avuto il coraggio, forse perché equivaleva a chiudere per sempre il suo capitolo nella mia vita. Avrei anche dovuto cancellare il codice dopo averlo consegnato, da quello comunque Set non avrebbe capito nulla. Poche persone erano in grado di capirlo e ci sarebbero voluti giorni. Si stampò la lettera e la lasciò li sul tavolo. Nelle mail non trovò altro e idem nelle mie ricerche internet. Solo qualche albergo con la Spa, ma non ci diede troppo peso. Esaminava un'area dopo l'altra del mio pc e poi tornava sempre alla lettera.
Come avevo fatto ad averla? Da quanto ce l'avevo li sul mio computer? Il perchè l'avevo tenuta segreta lo capiva bene invece. Lily mi aveva espressamente detto di non dire nulla alla polizia e lui ormai aveva capito quanto forte era l'influenza di quella donna su di me. Il risultato era che Mrs Collins aveva spostato il mirino su di me e che l'MZ3 o quest'altra ditta concorrente o entrambe adesso erano fuori controllo e mi avevano rapito. Non sapeva se essere disperato, arrabbiato, deluso. Era come se un uragano stesse prendendo forma dentro di lui. C'era un'inquitudine in lui che non trovava pace. Chi era la donna che mi aveva portato via? Perchè ero salita senza essere costretta? Avevo già visto prima quella donna? Era stato con me tutto il tempo negli ultimi tempi. Sapeva bene che non avevo avvicinato nessuno.
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Sullivan tornò più di tre ore dopo , con una cartellina in mano e una cera davvero orribile. Non gli piaceva quanto aveva scoperto. Chiese in segreteria dove fosse Set e gli indicarono la sala riunioni. Non gli piaceva perchè sapeva che la parola fine a quell'indagine per loro ormai era terribilmente vicina e non sapeva come farlo digerire a Set. Era questione di ore ormai. Bussò. Nessuna risposta. Set alla fine si era addormentato steso di fianco al computer. Un solo foglio stampato nella sue mani. Sullivan lo prese. Lo lesse corrugando la fronte.
Come faceva la Collins a sapere di essere in pericolo tanto da lasciarmi una lettera? Aveva ancora tre ore, forse quattro prima che gli togliessero il caso ed era deciso a farle fruttare. Lasciò Set e si diresse alla sua scrivania. Accese il pc e caricò il filmato dell'incidente d'auto della Collins sul ponte. Lo mandò avanti e indietro tante volte , ma era troppo buio. Allora prese il filmato dell'uscita dal parcheggio dell'università. Qui la Collins era ben visibile e anche una borsa rossa sul sedile del passeggero in cui armeggiava. Riguardò l'immagine più volte.
Dove cavolo era finita la borsa rossa? Perchè non ci aveva pensato prima! Quale donna va in giro senza borsa? Avevano trovato la cartella del lavoro con un cellulare all'interno e avevano pensato che non avesse altro. Ma in quella cartella non c'erano portafoglio o documenti. Era stata l'auto a condurli dalla Collins. Dov'era la borsa rossa? Prese il telefono e chiamò la stradale. - Sono il capo Ispettore Sullivan, Boston Police Department, distretto di Charlestown. Avrei bisogno di seguire un auto in un percorso dai Tech Lab del MIT fino al Longfellow Bridge- disse. Poi fornì l'ora e il giorno.
-Abbiamo il filmato già pronto, è già stato richiesto la settimana scorsa- disse inaspettamente la segretaria.
- Posso sapere da chi?- chiese.
-Mi dispiace, non ho il permesso di vederlo con le mie credenziali, dovrebbe fare richiesta ufficiale- rispose pacata.
-Per il momento non è necessario, basta che mi mandi il filmato. - disse Sullivan ancora sovra pensiero. Chi altri poteva stare indagando sulla sparizione della Collins? Forse la scientifica? Si mise alla scrivania a tamburellare con le mani. Poi stanco di aspettare andò a prendersi un po' di caffè. Quando tornò sulla sua casella del dipartimento aveva ricevuto un link per scaricare il filmato. Non aspettò oltre. Inveì per la lentezza della connessione. Riguardò di nuovo il filmato del ponte. Niente borsa rossa sul sedile. Che cavolo di fine poteva aver fatto?
Si erano concentrati troppo sul guidatore. Alla fine il filmato si aprì. Trattenne il fiato. Stava seguendo Elizabeth Collins per la città fino al semaforo prima del ponte la borsa rossa era al suo posto. Sbuffò contrariato. Alla fine la macchina arrivava sul ponte. E la borsa rossa spariva. Tornò indietro un paio di volte. Alla fine bloccò un istante del video. L'auto aveva la freccia azionata. Come se avesse accostato in una zona non coperta dalle telecamere stradali e poi si fosse di nuovo immessa nel traffico.
Cercò il punto esatto della strada e guardò la piantina nelle vicinanze poi trovò quello che cercava. Dalla parte esatta della strada in cui si era farmata l'auto della Collins sorgeva un grande palazzo in cui aveva una sua sede di ricerca la Microsoft. Figurarsi se non avevano una telecamera! Doveva aspettare mattina, ma ormai era fatta. Tornò a svegliare Set, voleva parlare con lui dell'incidente d'auto, della lettera e della borsa. Aveva un'idea che gli ronzava in testa e non riusciva a liberarsene. Non sapeva se era per l'ora tarda, per i troppi caffè o per la mancanza di sonno.
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