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Capitolo 20: Ricordi Sepolti: Tra Dolore e Vendetta

Stavo iniziando a preoccuparmi. Erano passate poco più di 24 ore dall'ultima volta che ho sentito una brutta notizia e tutto sembrava troppo tranquillo. Questa però è davvero la cosa peggiore che potessi aspettarmi. Sapere che Layla è in pericolo non è solo un'altra brutta notizia, va oltre.

Ora non posso far altro che dirigermi verso Seattle, ma prima devo informare i miei genitori dell'accaduto. Scendo le scale e mi dirigo in cucina, dove trovo mia madre intenta a preparare il pranzo

<<Mamma, dov'è papà? Devo parlare con entrambi>> dico

Lei si gira verso di me e smette improvvisamente di cucinare, come se percepisse che qualcosa non va. Si avvicina a me e, dopo avermi fissato in silenzio per qualche secondo, mi chiede <<Dustin, va tutto bene? Cos'altro devi dirci?>>

Mia madre ha appena iniziato a riprendersi, non del tutto, dalla notizia della morte di Harry. Se le dicessi ora di Layla, la distruggerei completamente

<<Non preoccuparti, Mamma. Va tutto bene, andrò a Seattle a trovare Layla>> dico con un sorriso forzato

<<Va bene, Dustin. Tuo padre non è in casa in questo momento, ma puoi farglielo sapere più tardi, a meno che tu non abbia intenzione di partire presto>>

Non posso permettermi di perdere tempo. Devo trovare mio padre e parlare con lui.

<<Potrei sapere dove si trova in questo momento? Solo per curiosità>> dico

Riflette per qualche secondo e risponde <<Dovrebbe essere alla stazione di Polizia. Voleva parlare con un detenuto, Thomas se non sbaglio>>

Non è ancora stato processato?

<<Va bene. Grazie, mamma>>

Ora devo solo andare alla stazione di polizia e parlare con mio padre. Spero solo che sia una buona idea. Sto per uscire dalla porta quando trovo mia sorella all'ingresso che sta rientrando <<Dustin, dove stai andando così di fretta?>>

Accidenti!

<<Sto andando alla stazione di Polizia per parlare con nostro padre>>

Avrei potuto inventare qualsiasi scusa, ma preferivo la sentisse da me invece che da nostra madre, si sarebbe insospettita ancora di più

<<Va bene>> risponde

Wow, sono sorpreso, la conversazione è già finita?

Si fa da parte, lasciandomi aprire la porta e proprio mentre sto per chiuderla, attira la mia attenzione <<Dustin, di cosa devi parlare con papà?>>

Dannazione!

Va bene, le dirò tutto. Evitiamo perdite di tempo.

La prendo per un braccio e la trascino fuori casa. Mi guarda confusa e prima di spiegarle il motivo delle mie azioni, mi guardo intorno per assicurarmi che nostra madre non stia origliando. <<È un vero disastro, devo andare a Seattle perché quella pazza di Kennedy ha rapito Layla. Ora è tenuta in ostaggio e non riesco nemmeno a immaginare cosa potrebbe farle>> dico

Come previsto, la sua espressione non può che essere questa: si porta le mani al volto e quasi inizia a urlare <<Stai scherzando, vero? E pensavi che non dirmelo fosse una buona idea?>>

Cerco di rassicurarla, ma non so proprio come fare. È difficile anche per me <<Non volevo dirtelo proprio per evitare questo. Non voglio allarmare tutta Los Angeles e devo dire che preferirei che tu rimanessi a casa per tenere calma nostra madre. Per favore>>

Lei vorrebbe discutere, ma stranamente sembra convincersi. Sospira e mi assicura che non farà nulla che io non sappia <<Va bene, ma promettimi che risolverai questa situazione, ok? Non voglio perdere anche lei. Dustin, devi salvarla>>

È quello che spero di fare

Mi dirigo verso la stazione di Polizia, devo fare in fretta, ogni minuto è prezioso. Dopo aver camminato a passo spedito, riesco a raggiungere la stazione di polizia. Con il fiato corto, entro nell'edificio e chiedo di mio padre. Vengo indirizzato verso la stanza dove lo avrei trovato a parlare con il comandante Rogers.

Raggiungo la stanza e busso

<<Avanti>>

Apro la porta e mi trovo di fronte mio padre e il comandante, che mi guardano confusi e, allo stesso tempo, incuriositi dalla mia presenza <<Dustin, cosa ci fai qui?>> domanda mio padre

Faccio un respiro profondo per qualche secondo <<Papà, dobbiamo parlare. È molto importante>> dico

Lui sospira e mi rimprovera quasi come se fossi un bambino in cerca di attenzione <<Figliolo, sono impegnato con il comandante. Qualunque cosa sia, sono sicuro che può aspettare>> risponde

Si volta verso il comandante e riprende la loro conversazione come se nulla fosse, ignorando la mia richiesta e negandomi la sua attenzione. Non so perché sono venuto qui e non so nemmeno perché dovrei parlargli di questo. Forse dovrei semplicemente andarmene, dopotutto non sarebbe una cattiva idea.

<<Comunque, sono venuto qui solo per farti sapere che sto per partire per Seattle. Layla è in pericolo e indovina un po'? Kennedy è coinvolta, ma capisco che non è importante>> dico aprendo la porta

Entrambi si girano bruscamente nella mia direzione e pagherei una fortuna per immortalare i loro volti in questo momento.

<<Perché non me lo hai detto prima?>> chiede mio padre

Ma che problema ha? Non mi dà nemmeno il tempo di parlare e si aspetta che gli dica tutto subito?

<<Speravo che potessi venire con me. Conosci quella donna e forse potresti darmi una mano. Sono solo e ci saranno sicuramente persone armate fino ai denti>> dico

Il comandante Rogers mi si avvicina e mi consiglia di starne fuori

<<Dustin, forse dovresti lasciare che se ne occupino i professionisti. Le autorità locali non sono state informate?>>

Cosa ne so io?

<<Non credo sia una buona idea aspettare qui senza fare nulla. Layla ha chiesto il mio aiuto e di certo non glielo negherò>>

Me ne vado senza dire altro e mi dirigo verso l'uscita della stazione di polizia. Sto per chiamare un taxi quando mio padre attira la mia attenzione alle mie spalle <<Dustin, aspetta un momento>>

Mi giro e aspetto che dica qualcosa di più. È senza fiato e piegato sulle ginocchia <<Ti accompagnerò all'aeroporto e, ovviamente, a Seattle. Fermeremo insieme quella maledetta donna>>

Mi mette una mano sulla spalla e riesce a strapparmi un mezzo sorriso. L'ultima volta che abbiamo agito insieme, sono quasi morta. Spero che almeno questa volta vada meglio. Saliamo in macchina, mio padre accende il motore e iniziamo a guidare verso l'aeroporto. Il primo volo disponibile per Seattle.

Dopo aver acquistato i biglietti e aver atteso l'orario di partenza, ci dirigiamo verso il gate e saliamo a bordo dell'aereo. Il volo sembra relativamente tranquillo e nessuno dei due ha parlato di cosa ci aspetta una volta arrivati a destinazione.

Ci penseremo una volta arrivati.

A Seattle mi trovo subito di fronte alla prima domanda. Dove devo andare? Non posso certo presentarmi dalla Kennedy così ingenuamente, mi ucciderebbe all'istante.

<<Qual è la prima mossa da fare Dustin?>> domanda mio padre

Ottima domanda, papà

<<Direi che dovremmo andare a casa di Jack Dempsey. Layla era li prima di essere rapita, forse qualcuno dello staff può dirci di più>>

Fuori dall'aeroporto, chiamiamo un taxi. Saliamo e ci porta all'esterno dell'edificio. Dopo aver pagato l'autista, ci dirigiamo verso l'ingresso.

*Busso*

Aspetto che qualcuno apra la porta. Si apre dopo poco e davanti a noi c'è una donna che ha decisamente l'aspetto di una domestica.

<<Come posso aiutarvi, signori? State cercando qualcuno?>> domanda la domestica

Lancio un rapido sguardo a mio padre <<Si, sono Dustin. Ho ricevuto una telefonata qualche ora fa da una domestica di questa casa>>

La domestica sembra riflettere e non sembra disposta a concedermi il permesso di entrare <<Mi scuso, ma non posso lasciarvi entrare. Non ho prove di ciò che dici e, come spero tu capisca, non ho intenzione di mettere a repentaglio la mia posizione per una simile richiesta>>

Sta per chiudere la porta e con una mano cerco di fermarla e di spiegarle meglio, nel tentativo di fare appello alla sua empatia <<La signorina Layla è in pericolo e una domestica di questa casa ha chiesto il mio aiuto. Per favore, deve credermi>>

Noto una ragazza di fretta <<Dustin, sei tu?>>

Conosce il mio nome. Deve essere proprio lei, grazie a Dio. È più giovane di quanto pensassi.

Annuisco

La ragazza apre la porta e fa cenno a me e a mio padre di entrare.

<<Signorina, perdoni le mie maniere ma capirà che in queste situazioni ogni secondo è prezioso e vorremo che ci spiegasse ogni singolo dettaglio>> le dico tutto d'un fiato

Lei annuisce

La seguiamo in un angolo della casa, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

<<La signorina Layla ha ereditato il patrimonio del defunto signor Dempsey. Stavamo facendo una passeggiata dopo che la signorina aveva ricevuto alcune istruzioni su come gestire i suoi beni. Mi ha confessato di voler prendere una strada diversa e di voler investire il denaro altrove. Proprio mentre ne stavamo discutendo, sono arrivati due uomini accompagnati da una donna di mezza età. Hanno accusato la signorina Layla di aver preso l'eredità del signor Dempsey. L'hanno rapita e credo che non la lasceranno andare finché non avranno ottenuto ciò che vogliono>>

La ragazza scoppia a piangere

<<Perché Leonardo non è stato informato? Se ricordo bene, Jack Dempsey ha alcuni uomini che potrebbero aiutarci a liberare Layla>>

Si asciuga le lacrime e scuote la testa a ogni mia parola <<Non lo so, mi ha detto di chiamare voi. Forse non si fida abbastanza di Leonardo da affidargli questo compito>>

Comincio a camminare nella stanza e a considerare le nostre prossime mosse. Devo parlare con Leonardo, non c'è altro modo. <<Mi faccia parlare con Leonardo>> le dico

Annuisce e mi guida attraverso i corridoi. Ci chiede di aspettare e gira per la casa alla ricerca di Leonardo. Dopo un paio di minuti di attesa, finalmente appare. Si avvicina e sembra sorpreso dalla nostra presenza <<Dustin, cosa ci fai qui con tuo padre? Se sei qui per la signorina Layla, beh, devo informarti che non è in casa in questo momento. Sta facendo una passeggiata>>

Mi schiarisco la gola e chiedo con sarcasmo <<Non credi che questa passeggiata sia un po' troppo lunga? È tarda sera ormai>>

Guarda l'orologio e la sua espressione cambia drasticamente. Inizia a preoccuparsi, dimostrando la sua totale incompetenza nel suo ruolo.

Si rivolge bruscamente alla domestica <<Rose, dov'è la signorina Layla? Perché tarda a tornare a casa?>>

La ragazza, che a quanto pare si chiama Rose, mi guarda in cerca di aiuto.

<<Layla è tenuta in ostaggio da Ely Smith. Ecco perché sono qui>> intervengo

Leonardo sembra raggelato e si rende conto di non aver fatto abbastanza per proteggere Layla e, non solo, di non essere nemmeno al corrente dell'accaduto <<Non ne avevo idea. Perché sono stato informato solo ora?>>

Sfoga tutta la sua frustrazione su Rose, che intimidita si allontana.

<<Non è il momento di fare capricci. Se sono qui è perché dobbiamo liberare Layla e ho bisogno del tuo aiuto>> dico a Leonardo

Mi guarda e dopo un po' annuisce <<Parlerò subito con i miei uomini. Avremo bisogno di tutti di loro e devono essere ben armati>>

Mio padre, che finora è rimasto in disparte ad ascoltare, sembra voler prendere l'iniziativa <<Quindi dobbiamo solo fare la prossima mossa. Penso che chiamerò Ely Smith, sarà sorpresa di sentire la mia voce>>

Prende il telefono dalla tasca e avvia la chiamata in vivavoce.

<<Tom Watson. Che sorpresa! Cosa ti ha spinto a chiamarmi?>> domanda la Kennedy

Mio padre sembra irritarsi <<Non smetti mai di stupirmi, eh? Rapire una ragazza per i tuoi sporchi comodi>>

Dall'altro capo del telefono sentiamo una risata. Cosa potrebbe mai trovare divertente?

<<Non ho intenzione di farle del male, per ora. Ma ti assicuro che se non otterrò quello che voglio entro domani sera, beh, allora finirà molto male per lei>> minaccia Ely Smith

Devo fare qualcosa, non posso rimanere in silenzio mentre lei minaccia la mia ragazza.

<<Provi soltanto a toccarla e le assicuro che sarà l'ultima cosa che farà>> le dico

Riesco quasi a immaginare la sua espressione divertita in questo momento. <<Dustin! Che bello, ci sei anche tu. Facciamo così: visto che ti ascolterà sicuramente, perché non vieni qui domani e provi a convincere la tua ragazza?>>

Rifletto sulla proposta, sapendo bene che sarà sicuramente una trappola.

<<Ci sto>>

Prima di riattaccare, mi avverte <<Verrai da solo, capito? Non tentare trucchi, sappi che ho occhi ovunque e se fai una mossa sbagliata, beh, finirà male molto prima che tu possa raggiungermi. Ti farò inviare la posizione a questo numero>>

Questa donna è davvero fuori di testa. Sarà difficile fare qualcosa di diversa da quello che ha detto. Non voglio rischiare che lo scopra e che faccia del male a Layla.

La riunione è fissata per le 9:00 del mattino. Così presto?

Io e mio padre ci scambiamo un'occhiata, pensando entrambi la stessa cosa: siamo fregati.

Passano un paio d'ore prima che Leonardo torni a casa. Ci raggiunge in cucina, dove io e mio padre ci siamo lamentati di quanto la vita faccia schifo.

<<Ho parlato con i miei uomini. Stanno solo che io dia l'ordine di agire. Avete parlato con quella donna? Cosa vi ha detto?>>

Sbuffo vistosamente <<Si, le abbiamo parlato e abbiamo brutte notizie. L'incontro è in previsto per domani mattina e dovrò andarci da solo. A quanto pare, controlla chiunque si avvicini e possiamo immaginare cosa potrebbe succedere se lo scoprisse>>

Leonardo si passa una mano tra i capelli e inizia a camminare a vuoto, cercando una soluzione che mio padre sembra aver trovato <<L'unica soluzione possibile è aspettare a distanza. Aspetteremo che Dustin si presenti alla riunione e poi interveniamo in assenza di notizie. Diciamo che ti diamo dieci minuti di tempo>>

Indipendentemente dalle circostanze, trovarsi nella tana del lupo sarà sempre rischioso. Tutto è pronto, non resta che aspettare e sperare che tutto vada nel migliore dei modi.

Il giorno seguente

Ho dormito pochissimo, incapace di addormentarmi al pensiero di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Manca poco più di mezz'ora all'incontro con la Kennedy e devo prepararmi mentalmente per evitare un crollo emotivo e di rovinare tutto.

Scendo al piano di sotto dove trovo mio padre che sta chiacchierando con Rose

<<Buongiorno>> dico avvicinandomi

Mio padre si alza per salutarmi e abbracciarmi <<Buongiorno figliolo. Come ti senti?>>

Alzo gli occhi e sospiro <<Ammetto di essere un po' spaventato, ma prometto di dare il massimo>>

Mio padre annuisce e mi mette una mano sulla spalla. Mi sorride senza aggiungere altro. Leonardo ci raggiunge in cucina e conferma che è tutto pronto <<Mancano poco più di quindici minuti. È meglio che tu vada per non destare sospetti. Ti raggiungeremo più tardi, rispettando il piano>>

Mi dirigo verso l'uscita e salgo sull'auto di mio padre che mi porterà al luogo dell'incontro. Durante il viaggio, non riesco a pensare ad altro che a Layla. Andrei in capo al mondo per lei e forse cercherei anche di convincerla a dare tutto a Kennedy se questo significasse salvarle la vita.

Arrivo sul posto mi fermo davanti a un enorme edificio. I piani superiori sembrano ancora in costruzione. Forse è li che tengono Layla. Mi avvicino all'ingresso dell'edificio e noto due uomini armati alla porta.

Fantastico!

Non appena mi notano, uno di loro si fa avanti per assicurarsi che io sia la persona che stavano aspettando. <<Sei Dustin Watson?>> mi chiede uno dei due

Annuisco

L'altro uomo si avvicina e inizia a perquisirmi <<È pulito. Può andare>>

Andiamo, è ovvio che non ho armi con me.

Entro nell'edificio e c'è un terzo uomo che mi fa segno di seguirlo. Ci fermiamo davanti ad alcuni ascensori dove, ancora una volta, ci sono delle guardie. Entriamo nell'ascensore. Inizia a salire sempre più in alto fino a raggiungere la cima dell'edificio. Le porte dell'ascensore si aprono e mi trovo di fronte a uno spazio grezzo, senza pavimentazione né intonaco alle pareti.

Guardo l'orologio, sono le 9:00 in punto. Da questo momento ho esattamente dieci minuti prima che mio padre e gli uomini di Leonardo intervengano. Mi guardo intorno e non lontano da me, alla mia destra, sento delle voci. La Kennedy e numerosi scagnozzi appaiono da dietro un muro, uno di loro ha con sé Layla.

L'hanno legata e imbavagliata. Quando mi vede, inizia a dimenarsi e a piangere disperatamente.

<<Dustin, sembra che tu sia stato di parola>> dice Ely Smith avvicinandosi con spavalderia, un sorriso stampato in volto.

Da prendere a schiaffi...

Si ferma a pochi passi da me e sembra scrutarmi dall'alto in basso. Cerco di. Mantenere la calma e mostrarmi sicuro <<Arriviamo al dunque, se lei dovesse ottenere quanto richiesto, libererà Layla e ci lascerà in pace una volta per tutte?>>

Ely riflette sulla domanda, ma è chiaro che sta cercando di farmi impazzire. So che finirà per ucciderci entrambi.

<<Se fai in fretta, forse avrai una minima possibilità di sopravvivenza>> dice

Tolgono il bavaglio a Layla in modo che io possa parlarle e cercare di convincerla a rinunciare a ciò che ha ottenuto. Mi avvicino a Layla, prendo il suo viso tra le mani e le sussurro <<Layla, questa è l'unica via d'uscita. Devi rinunciare a ciò che hai ottenuto>>

Layla scuote la testa, cercando di trattenere le lacrime <<Tu non capisci, Dustin. Questa storia finirà male comunque. Otterrà ciò che vuole e poi ci ucciderà entrambi>>

La fisso negli occhi, sperando che capisca le mie vere intenzioni <<Devi fidarti di me. Ok?>>

Annuisce

Ely Smith le passa carta e penna affinché possa firmare un'autodichiarazione <<Questa è un'autodichiarazione in cui scegli di rinunciare all'eredità ottenuta e intestarla a mio nome>>

Non so cosa sperare sinceramente. Mi piacerebbe pensare che, dopo aver firmato, ci lascerà andare e che tutto si risolverà senza conseguenze.

Do un'occhiata all'orologio, sono le 9:09. Tra un minuto esatto qui scoppierà il caos. È il momento di scappare velocemente.

<<Hai fatto la scelta giusta e sei stata molto veloce. Vedi? Non è stato così difficile, dopotutto>> dice Ely Smith rivolgendosi a Layla

Dopo aver firmato, Layla consegna l'autodichiarazione a Ely Smith. Sembra tutto risolto quando sentiamo qualcuno urlare.

Che sta succedendo? Guardo l'orologio, sono le 9:10.

Merda!

Ely Smith si gira rapidamente verso il lato dell'edificio da cui provengono le urla. Si dirige verso un'estremità della stanza che affaccia nel vuoto. Si gira verso di me e inizia a urlare <<Ti avevo detto di non fare cazzate e non hai voluto ascoltarmi. Stavi prendendo tempo?>>

Scuoto la testa, cercando di spiegare la mia versione, ma vengo circondato dai suoi scagnozzi

<<Non ne sapevo nulla>> dico mentendo

Provo a giustificarmi ma non ha alcun effetto. Un ghigno appare sul volto della Kennedy, afferra una pistola dalla tasca di uno dei suoi uomini. La punta verso di me, e prego con tutto il cuore che non prema il grilletto.

<<Non penserai mica che vi lascerò andare, vero? So benissimo che a breve quegli uomini saranno qui, e scoppierà un casino, ma prima di allora vi avrò già ammazzati entrambi>> dice

Sta per sparare quando ad un tratto sentiamo un rumore, come se qualcosa rotolasse. È una bomba fumogena. Il fumo è così denso non riesco a vedere dove metto i piedi. Ho paura di cadere giù dal palazzo se continuo a muovermi.

Provo ad urlare nella speranza che Layla si metti in salvo <<Layla scappa>>

POV: Layla

Il fumo inizia lentamente a dissolversi, e riesco a scorgere una figura. Ely Smith sta per spararmi quando Dustin le si getta addosso facendole cadere l'arma

<<Dustin, corri veloce. Andiamo via di qui>> gli urlo

Si sentono tanti spari e corpi cadere a terra senza vita. Dustin si rialza in piedi e cerca di correre da me. Sono ferma in ascensore, in attesa che mi raggiunga per scappare. Sento un colpo di pistola, il suono è assordante rispetto agli altri. Dustin inizia a barcollare tenendosi il petto prima di cadere a terra. Mi guarda con gli occhi colmi di lacrime, ma sembra incapace di parlare.

Ely Smith si avvicina a Dustin, ancora steso a terra, e gli punta l'arma al petto. Una seconda bomba fumogena esplode, riempendo nuovamente la stanza di fumo.

*BANG*

No, no, no e ancora no. Non può essere vero. Quella maledetta donna ha sparato a Dustin due volte.

Istintivamente premo il pulsante dell'ascensore e le porte si chiudono. Arrivo al piano terra ed esco fuori dall'edificio in cerca di aiuto. All'esterno, trovo il padre di Dustin <<Layla, sei viva grazie al cielo. Dov'è Dustin?>>

Scuoto la testa, incapace di pronunciare una parola. Faccio fatica persino a pensare. Poco dopo, sentiamo un'esplosione provenire dalla cima del palazzo. Alziamo lo sguardo e vediamo le fiamme inghiottire la cima dell'edificio.

Tom si accascia a terra, piangendo disperatamente. Dal lato del palazzo vediamo avvicinarsi Leonardo <<Signorina Layla, come sta? È rimasta illesa?>>

Annuisco, le lacrime scorrono incessantemente sul mio viso.

<<Non ho buone notizie. Alcuni dei miei uomini hanno visto la Kennedy scappare dall'altro lato dell'edificio. Non so come sia sopravvissuta>> continua Leonardo

Cosa? Quella donna è ancora viva?

Tom si rialza, asciuga le lacrime e stringe i pugni <<Troverò quella maledetta donna e l'ammazzerò con le mie mani>>

Si, signor Watson, sarò ben lieta aiutarla ad eliminare quella strega.

Abbasso la testa e aggiungo un'altra cattiva notizia <<Ci sono altre brutte notizie. Mi ha costretto a firmare un'autodichiarazione in cui rinuncio all'eredità di Jack. Ho consegnato tutto nelle mani di quella donna in cambio della mia libertà e di quella di Dustin>>

Leonardo si copre il volto e inizia a imprecare <<Dobbiamo fermarla immediatamente prima che sia troppo tardi>>

Le forze dell'ordine arrivano sul posto e iniziano a fare domande sull'accaduto. Passano diversi minuti prima che un agente faccia rientro da un'ispezione dalla parte del palazzo andata a fuoco. Riferisce a un superiore e, nel mio cuore, nutrivo ancora una piccola speranza che Dustin fosse sopravvissuto.

Le sue esatte parole sono "Abbiamo ispezionato ogni centimetro. Non ci sono sopravvissuti, sono tutti morti"

Sento il mio cuore spezzarsi, le gambe cedono e la vista si annebbia. Mi appoggio a una parete per evitare di cadere a terra e cerco di riprendere fiato, ma finisco per vomitare. Sento dei passi avvicinarsi, mi volto e vedo Leonardo con un'espressione dispiaciuta nel vedermi in questo stato <<Signorina Layla, l'accompagno a casa così può riposare un po' mentre io e il signor Watson cerchiamo quella donna>>

Sto per ribattere, ma Tom interviene e appoggia la scelta di Leonardo. Va bene, mi arrendo.

Torniamo a casa, dove vengo accolta con gioia da tutta la servitù, anche se non conosco bene ognuno di loro.

<<Signor Watson, come faremo a raccontare tutto l'accaduto alla sua famiglia?>> dico

Tom scuote la testa e sospira <<Non lo so, ma ci penseremo una volta terminato qui a Seattle. Ora prova a riposare un po'>>

Vado in camera e mi sdraio sul letto. Risultato? Passo tutto il tempo a girarmi nel letto senza riuscire a riposare.

Cazzo!

Da quanto tempo sono chiusa in stanza? Un'ora. Fantastico!

Sento le urla di Leonardo, e mi avvicino rapidamente alla sua voce <<Signorina Layla. Abbiamo trovato quella donna al porto di Seattle>>

Sul mio volto compare un ghigno. Niente e nessuno mi impedirà di vendicarmi. Ma prima di tutto, devo fare una cosa. Scendiamo al piano di sotto, e suggerisco di bere qualcosa prima di dirigerci al porto <<Vi servo qualcosa da bere prima di andare?>>

Riempio due bicchieri di Cognac e li porgo a Tom e Leonardo. Dopo averne bevuto un po', cominciano a barcollare fino a cadere a terra. All'interno dei bicchieri ho messo qualcosa che li facesse addormentare, così da avere campo libero.

Sarà compito mio ammazzare quella donna.

Prendo la pistola di Leonardo e le chiavi dell'auto. Esco di casa e mi dirigo verso il porto. Premo a fondo l'acceleratore e raggiungo il luogo indicato nel minor tempo possibile.

Scendo dall'auto e cammino lungo il porto nella speranza di trovare quella donna. Mi guardo intorno e finalmente la vedo. Sta in piedi sul bordo della passerella, affacciata sul mare.

Mi avvicino silenziosamente e mi fermo a pochi metri da lei, girata di spalle. Si volta e, vedendomi, non mostra nessuna espressione di sorpresa. Resta calma, con un mezzo sorriso sul volto <<Cosa ci fai, qui ragazza? Dovresti essere a casa, disperata per la morte del tuo ragazzo, no?>>

Rispondo con una risatina nervosa, prendo la pistola e gliela punto contro. Ma niente, resta impassibile.

<<I miei uomini stanno per arrivare. Tra pochi minuti me ne andrò su uno scafo e mi godrò la ricompensa dei miei sforzi>>

La sua sicurezza mi rende ancora più nervosa, le mani cominciano a tremarmi, e i miei occhi si riempiono di lacrime. Sto per fare qualcosa di cui potrei poi pentirmi, ma la sola idea di vederla andarsene impunita mi manda in bestia <<Perché ha ucciso Dustin? Ormai aveva ottenuto quello che voleva. Che motivo c'era di sparargli?>>

Lei rimane in silenzio per qualche secondo con gli occhi chiusi <<Lo avevo avvertito che se avesse provato a fregarmi, non l'avrebbe passata liscia. Ci saremmo risparmiati tutto questo casino se avesse rispettato il piano>>

Dustin è morto solo per il capriccio di questa donna? Si volta dandomi nuovamente le spalle.

<<Mi guardi negli occhi mentre le parlo>> le urlo

Scuote la testa e si volta leggermente verso di me <<Non abbiamo nient'altro da dirci io e te. So che non hai il coraggio di sparare. Quindi, ti consiglio di andartene prima che arrivino i miei uomini. Considerati una ragazza libera da oggi. Non ti darò la caccia>>

Vedo uno scafo avvicinarsi al porto, e tra pochi minuti salterà a bordo e se ne andrà. No, non posso lasciarla scappare. Ha cancellato il mio futuro, e non ho motivo di risparmiarla.

Chiudo gli occhi, le mani ancora tremanti, premo il grilletto e lascio partire il colpo. Riapro gli occhi e la vedo barcollare lungo il bordo della passerella e cadere in mare.

Le lacrime mi rigano il viso, le gambe tremano e faccio fatica a rimanere in piedi. Lascio cadere la pistola e indietreggio lentamente, tenendo lo sguardo fisso sull'acqua.

Torno alla realtà quando sento il rumore di uno scafo, sempre più vicino al porto. Scuoto la testa per cercare di riacquistare lucidità.

Cazzo!

Inizio a correre verso l'auto parcheggiata sul lato opposto. Raggiungo l'auto ed entro. Accendo il motore e, ancora scossa per l'accaduto, mi avvio lentamente verso casa.

Quando torno a casa, trovo Rose che mi fissa dalla testa ai piedi <<Signorina Layla, dove è stata? Ha il viso pallido come un lenzuolo e sta tremando>>

Mi avvicino a lei, la abbraccio e scoppio in lacrime.

<<Suvvia, non faccia così. Fa piangere anche me>> dice singhiozzando

Mi fa sedere su una poltrona

<<Prima sono venuta qui in cucina e ho trovato il signor Watson e Leonardo a terra privi di sensi. Ho chiesto aiuto ad alcuni uomini di Leonardo e li abbiamo portati in camera da letto.>> continua

Annuisco e le spiego il motivo <<Lo so. Ho dato loro qualcosa per farli addormentare in modo da potermene andare senza che mi fermassero>>

Dalle scale vedo Leonardo e Tom che scendono e si avvicinano a me ancora storditi

<<Cos'è successo?>> domanda Leonardo

Faccio loro cenno di accomodarsi sulle poltrone di fronte a me e spiego a entrambi cosa è successo <<Vi ho dato qualcosa per farvi perdere conoscenza. Ho preso la pistola e le chiavi dell'auto per andare al porto. Lì ho incontrato Ely Smith e le ho sparato>>

Entrambi sembrano scioccati dalla mia mancanza di emozioni nel raccontare l'accaduto. Tom si avvicina <<Layla, ti rendi conto di quello che hai fatto?>>

Annuisco, asciugandomi le lacrime <<Non potevo lasciare che se ne andasse e si godesse la sua vita in pace>>

Tom mi abbraccia, cercando di calmarmi <<Va bene. Ormai è fatta, dobbiamo andare avanti e almeno non avremo più nulla di cui preoccuparci>>

Fa qualche passo indietro e tace, con lo sguardo rivolto verso l'alto <<Penso che abbiamo finito qui. Dobbiamo andare avanti con le nostre vite, reclamare ciò che è stato preso da quella donna ormai defunta e organizzare un funerale per Dustin>> conclude

Annuisco

Io stessa devo ancora accettare il fatto che non lo rivedrò più e che dirlo a sua madre e a sua sorella sarà incredibilmente difficile.

Scrivo a Jeremy, chiedendogli di incontrarci a casa sua con Mia e Jessica. Io e Tom usciamo di casa per andare da loro e raccontare di Dustin.

Arrivati a casa di Jeremy, bussiamo alla porta e aspettiamo che ci apra. Sembra sorpreso nel vedere Tom. Non sa nulla del mio rapimento e di quello che è successo dopo <<Layla, perché il padre di Dustin è qui con te?>> mi chiede

Con un gesto della mano, gli chiedo se possiamo entrare per spiegargli tutto. Tom decide di restare fuori. Anche Mia e Jessica sono presenti in salotto. Una volta che siamo tutti comodamente seduti, inizio a spiegare <<Immagino che vi stiate tutti chiedendo perché sono qui con il padre di Dustin. Ieri sono stata rapita da Ely Smith. Ha minacciato di uccidermi se non avessi consegnato l'eredita di Jack. Oggi Dustin e suo padre sono venuti a salvarmi e, come potete vedere, ci sono riusciti. Purtroppo, non tutto è andato come previsto>>

Mia scuote la testa, confusa, e chiede nervosamente <<Cosa vuoi dire?>>

Faccio un respiro profondo <<Dustin non ce l'ha fatta. Quella donna maledetta gli ha sparato>> mi copro il volto con le mani per nascondere le lacrime.

Mia si alza di scatto, si passa le mani tra i capelli e scuote la testa. Non vuole credere a quello che le ho detto.

<<Sono venuta anche per dirvi che domani mattina partirò per Los Angeles. Dovremo anche informare la madre e la sorella di Dustin>> continuo

Jessica mi abbraccia e sussurra tra le lacrime <<Mi dispiace tanto per Dustin e per te, amica mia. Era chiaro quanto vi amavate>>

Mi dirigo verso la porta e, prima di uscire, Jeremy attira la mia attenzione <<Layla. Domani saremo lì con te. Non ti lasceremo sola>>

Un piccolo sorriso mi sfiora le labbra.

Avere degli amici affidabili mi sarà di grande aiuto in questo momento difficile. Trovo Tom fuori e gli faccio segno di tornare a casa. Penso che andrò a letto senza cena, non ho appetito e in questo momento vorrei solo che tutto fosse andato diversamente.

Il giorno seguente

Arrivati all'aeroporto, Tom, i miei amici e io ci imbarchiamo sull'aereo che ci porterà a Los Angeles. Una volta arrivati, un taxi ci porta a casa dei Watson. Scendiamo dal taxi e ci avviciniamo lentamente alla porta d'ingresso.

Tom prende le chiavi di casa dalla tasca e apre la porta. Entriamo in casa e vediamo la mamma di Dustin che ci fissa impassibile <<Ragazzi, che sorpresa! Perché siete tutti qui?>>

Povera donna, non riesco nemmeno a immaginare il dolore che proverà quando saprà di suo figlio. Poco dopo, vediamo Georgina che si precipita giù per le scale non appena sente la voce di sua madre. Si avvicina a me e mi abbraccia forte

Wow!

Mi sussurra qualcosa all'orecchio <<È bello che sei sana e salva>>

Annuisco e faccio un sorriso forzato, ma con difficoltà. Tom fa cenno alla moglie e alla figlia di sedersi <<Kelly, Georgina, ho qualcosa da dirvi cosa e non sarà piacevole>>

La mamma di Dustin sorride nervosamente <<Cosa devi dirci, tesoro?>>

Tratteniamo tutti il respiro, aspettando di vedere quanto sarà difficile calmare la loro reazione. Io tengo lo sguardo fisso su Tom, i cui occhi iniziano a lacrimare <<Dustin se ne è andato. Quella maledetta donna ce l'ha portato via>> dice tutto d'un fiato prima di scoppiare in lacrime

La mia attenzione si sposta sulla madre di Dustin, che sembra non voler capire <<Cosa vuol dire che ce l'ha portato via?>>

Prima che Tom risponda interviene Georgina <<È morto?>> balbetta

Tom annuisce e la reazione non è quella che mi aspettavo, ma peggiore. La madre di Dustin rimane in silenzio, come fosse pietrificata, mentre Georgina, beh, si getta tra le braccia del padre e scoppia in lacrime.

<<Parlerò con il pastore per organizzare una cerimonia funebre per Dustin>>

Al funerale

Non mi sarei mai immaginata qui, a piangere la morte di Dustin. Depongo dei fiori davanti alla lapide. Mi sembra tutto così sbagliato, avremmo dovuto avere un futuro insieme, ci eravamo promessi che avremmo superato tutto.

Tom si avvicina per consolarmi <<Layla, io e il resto della famiglia vorremmo che tu sapessi che d'ora in poi avrai sempre il nostro pieno sostegno>>

Annuisco e lo ringrazio <<La ringrazio. Tornerò a Seattle per rilevare l'attività di Jack Dempsey e chissà, forse la passerò a Leonardo>>

Sei mesi dopo

Sono passati sei mesi dalla sua scomparsa e non so come, ma sono riuscita ad andare avanti. Da allora, ogni giorno sono stata vicina alla sua famiglia. Suo padre sembra aver trovato la forza di riprendere in mano la sua vita e Georgina, dopo settimane di sofferenza, sembra essere tornata la ragazza di un tempo, mantenendo vivo il ricordo del fratello. La madre di Dustin, invece, non si è ancora ripresa del tutto. Non sembra trovare alcuna motivazione per andare avanti e ho sempre il terrore che possa fare qualcosa di stupido.

Sono tornata a vivere qui a Los Angeles con i miei genitori. L'anno prossimo frequenterò il college qui e questa volta raggiungerò gli obiettivi che mi sono prefissata. Lo farò anche per lui.

Da quando non è più con me andare al cimitero è l'unico modo per stargli vicino. Sono seduta davanti alla sua lapide e parlo tra me e me come se lui potesse in qualche modo sentirmi. All'improvviso, sento una mano posare sulla mia spalla e mi giro bruscamente.

Impallidisco alla vista della persona che mi sta davanti

<<Cosa ci fai qui?>>

...

THE END

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