Capitolo 16: La Ricerca della Verità: Dustin Watson Innocente!
Salgo nell'auto di Jack, evitando il contatto visivo. È imbarazzante trovarmi in questa situazione.
Sento che mi fissa, senza dire una parola. So che vuole che gli spieghi cosa è successo e perché ero in quel bar ieri sera, ma per fortuna non mi fa domande. Metta in moto l'auto e inizia a guidare verso casa, mentre i minuti passano in completo silenzio.
Finalmente trovo il coraggio di dire qualcosa in mia difesa. A bassa voce e a testa bassa, cerco di dargli una spiegazione.
<<Jack, mi dispiace che tu abbia dovuto pagare la cauzione per colpa mia. Non avrei dovuto essere lì. Il mio telefono era scarico e non sapevo come contattare i miei genitori>>
Lui annuisce, tenendo lo sguardo fisso sulla strada, e mi chiede con un tono insolitamente calmo
<<Cosa ci facevi lì a quell'ora?>>
Ecco la domanda che mi aspettavo. Ho già lanciato il sasso e non posso più nascondere la mano. Devo dirgli tutto.
<<Ieri, mentre tornavo a casa, sono stata rapita da Thomas e John. Mi hanno costretta a salire su un furgone e mi sono ritrovata in una zona della città che ancora oggi mi è sconosciuta>>
Frena e si gira verso di me, con la rabbia evidente nei suoi occhi
<<Cosa volevano da te?>>
Mi faccio coraggio e gli chiedo aiuto, o meglio, di dare una mano a Dustin
<<Vogliono impedirmi di aiutare Dustin, hanno qualcosa a che fare con la scomparsa di quella ragazza. Hanno orchestrato tutto questo per incastrare Dustin e Tom>>
Sembra riflettere, chiude gli occhi, sospira e condivide con me la sua prospettiva
<<Forse dovresti ascoltare quei due, restarne fuori, potresti metterti nei guai>>
Ecco, speravo non me lo chiedesse, sa bene che non posso abbandonare Dustin. Speravo che potesse aiutarmi e invece dovrò cavarmela da sola.
<<Lascia perdere, me la caverò da sola, non so nemmeno perché te l'ho detto>>
Riprende a guidare e per il resto del viaggio verso casa rimaniamo in silenzio. Non ho intenzione di dire altro, sono così arrabbiata con il mondo intero.
Sono appena arrivata a casa e devo preparare le cose da portare al campus. Tuttavia, prima di farlo, dovrei darmi una rinfrescata. Ho passato la notte in una cella sudicia e preferirei essere investita un camion piuttosto che presentarmi in questo stato.
Quando entro in casa, mia madre è lì ad accogliermi. Non appena si accorge della mia presenza, si precipita verso di me e mi abbraccia con tutta la sua forza.
<<Layla, come ti hanno liberata?>>
Alza lo sguardo e dietro di me c'è Jack, che è appena entrato in casa. Mi stacco dall'abbraccio di mia madre e le sussurro <<Vi lascio parlare>>
Mi dirigo verso le scale che portano al piano superiore. Una volta raggiunta la cima, mi chiudo in bagno ed entro nella doccia.
Rimango lì per qualche minuto, persa nei miei pensieri, mentre l'acqua mi scorre addosso. Mi sembra quasi che possa lavare via tutte le mie preoccupazioni, lasciandomi un senso di pace e tranquillità.
Esco dalla doccia e, in accappatoio, mi dirigo verso la mia stanza. Sul letto giace l'uniforme lavata e stirata. Ripenso a quello che è successo ieri e non so come riuscirò a trovare la forza per affrontare questa giornata.
Indosso la mia uniforme e mi affretto a preparare la valigia con tutto il necessario. Quando sono pronta, do un'occhiata allo schermo del telefono per controllare l'ora.
È molto tardi.
Scendo le scale e, seduti al tavolo della cucina, i miei genitori sono impegnati in una conversazione con Jack.
Mi sembra strano vedere questa scena.
<<Sono pronta, credo che uscirò o farò tardi a lezione>> dico
Mi dirigo verso l'uscita e, una volta in strada, non mi resta che chiamare un Taxi. Prendo il telefono e proprio mentre sto per comporre il numero, sento una voce alle mie spalle.
Mi giro e vedo Jack che tiene in mano le chiavi dell'auto, senza darmi la possibilità di obiettare.
<<Andiamo, ti accompagno io. Almeno avremo qualche minuto per parlare>> dice
Cosa c'è ancora da dire? Abbiamo già detto tutto prima. Sospiro e lo raggiungo in macchina.
Accende il motore e inizia a guidare. Passano un paio di minuti e sono sinceramente curiosa di sapere di cosa vuole parlare
<<Prima hai detto che avremmo parlato. Di cosa?>> gli chiedo
Lui tiene gli occhi sulla strada e noto un mezzo sorriso sul suo volto.
<<Ho pensato alla nostra conversazione di stamattina, a Dustin e alla sua situazione. Sembra che tu non abbia intenzione di farti da parte, quindi invece di complicare le cose, ho deciso di aiutarti>>
Istintivamente sorrido, cercando di nasconderlo mordendomi il labbro, ma ovviamente Jack se ne accorge.
<<Ma ti comporterai bene finché non ti darò degli aggiornamenti. Non fare niente di stupido. Farò delle ricerche sulla ragazza rapita, cercherò di capire dove si nasconde e poi decideremo cosa fare, capito?>>
Annuisco
Apprezzo molto che si dia da fare. Non so se sarò in grado di stare con le mani in mano. Spero solo che non ci voglia molto per scoprire qualcosa di utile.
Siamo arrivati fuori dal campus, Jack ferma l'auto e, prima che io scenda, mi ricorda di dare la priorità alla mia vita sopra ogni altra cosa.
<<Non aggiungere altri casini, concentrati sullo studio e goditi la vita da semplice studentessa>> mi dice
La mia vita non è più semplice da quando ho conosciuto Dustin e non me ne pento. Mi piace quello che faccio e l'impegno che metto nell'aiutare le persone a cui tengo.
Prima di dirigermi verso le aule, vado ai dormitori, o meglio, verso la mia stanza per poter disfare questa maledetta valigia. Una volta in camera, organizzo le mie cose e all'improvviso sento delle urla dietro di me.
Mi giro e trovo una Jessica euforica che salta su e giù e applaude <<Guarda un po' chi c'è a Seattle>> dice
Si avvicina a me e mi salta letteralmente addosso
<<Ciao Jess, anche tu mi sei mancata, ma allontanati o soffocherò>> le dico
Si allontana di qualche centimetro da me prima di gettarsi sul mio letto.
<<Allora, è tutto risolto e sei tornata qui per continuare i tuoi studi, giusto?>>
Tutto risolto? Magari lo fosse.
Sto per rispondere che in realtà tutto sta andando male, ma vengo interrotta da una terza persona che nel frattempo è entrata nella stanza.
È Jeremy
<<Ciao ragazze, ho sentito di Dustin, a quanto pare lui e il resto della sua famiglia sono stati arrestati>>
Si, è una brutta situazione.
<<Layla, mi dispiace tanto, non ne sapevo nulla, mi sento una completa idiota>> dice Jess
Ma cosa sta dicendo? Come poteva saperlo?
Jeremy interviene di nuovo e mi dice qualcosa che mi dà un po' di conforto
<<Mia mi ha informato di quello che è successo, sembra che fosse con Dustin al momento dell'arresto. È convinta dell'innocenza di quel ragazzo, è decisa ad aiutarlo a qualunque costo>>
Jeremy mi mostra una chat con la sua ragazza
<<Ha anche aggiunto che sta indagando con un certo Harry, era presente anche lui in ospedale. Ci possiamo fidare?>>
Certo, quindi Harry è ancora libero?
Annuisco e non riesco a nascondere un sorriso. Mi conforta sapere che c'è qualcuno disposto a fare tanto per Dustin. È un bravo ragazzo, non merita di trovarsi sempre in queste situazioni.
<<Si, lo conosco bene>>
Sembra pensieroso
<<Dovremmo aiutarli, non posso starmene qui senza far niente mentre la mia ragazza lavora così duramente>>
Jessica annuisce e si alza, entrambi si girano a guardarmi e notano le mie esitazioni.
<<Non posso, ho promesso a Jack di non fare nulla finché non ho sue notizie>> dico
Jeremy scuote la testa in segno di disaccordo
<<Layla Davis, cosa stai aspettando? Dai, ormai ti conosco abbastanza bene. So quanto desideri andare a Los Angeles e sistemare le cose>> dice
Lo guardo e mi prendo qualche istante per riflettere. Chiudo gli occhi, sospiro e, dannazione, ha ragione.
<<Va bene, ma a una condizione>> dico
Jeremy e Jessica esultano come se avessero vinto alla lotteria.
<<Oggi abbiamo lezione, quindi, ho tutta l'intenzione di frequentare e comportarmi bene fino a stasera, poi vedremo>> dico
Ho già perso alcune lezioni che dovrò recuperare più tardi e non voglio mettere a rischio l'intero anno di studi, soprattutto considerando l'obbligo di frequenza.
<<Layla, c'è in gioco qualcosa che va oltre lo studio. Siamo tutti nella stessa situazione e non appena tutto sarà risolto, ci concentreremo sul college>>
Come posso contraddirlo?
Sarà colpa mia se anche loro si ritroveranno a dover rifare interi corsi, ma alla fine cosa è più importante che aiutare qualcuno in difficoltà?
E chi spiegherà ai miei genitori che sto per lasciare di nuovo il college?
<<Dai, Layla, staremo via forse un paio di giorni, non di più>>
Va bene, d'accordo, capisco.
<<Vogliamo andare?>> dico
Annuiscono entrambi e, prima di raggiungerli fuori dalla stanza, mi cambio. Non posso certo andare in giro con la mia uniforme.
Ci dirigiamo verso l'uscita del campus quando improvvisamente sento vibrare il mio telefono in tasca.
Sullo schermo appare una notifica da parte di Jack Dempsey, che dice di avere notizie sul rapimento di quella ragazza e che si sta dirigendo a Los Angeles.
Possibile che sappia dove si nasconde la ragazza?
Dobbiamo assolutamente andare a Los Angeles per liberare Dustin e la sua famiglia prima che sia troppo tardi.
Jeremy chiama un taxi che ci porterà all'aeroporto. Fortunatamente ci sono ancora dei voli disponibili che purtroppo dovremo pagare a caro prezzo.
Nel taxi, durante il tragitto verso l'aeroporto, Jeremy si mette in contatto con Mia, facendole sapere che stiamo per raggiungerla e che non deve muovere un dito prima di allora.
Una volta arrivati all'aeroporto, superiamo i controlli di sicurezza, raggiungiamo il gate e saliamo a bordo dell'aereo. Non resta che aspettare.
Qualche ora dopo
Siamo appena atterrati a Los Angeles, di nuovo qui. Chiamo un taxi che ci porta a casa di Mia.
Jeremy si avvicina alla porta d'ingresso e bussa. Dopo un attimo di attesa, la porta si apre: è Mia, che accoglie Jeremy con un bacio e un breve abbraccio, poi fa cenno a me e a Jessica di entrare in casa <<Benvenuti, è bello avervi tutti qui>>
Chiudo la porta alle mie spalle e raggiungo gli altri in salotto.
<<Mia, Jeremy mi ha detto cosa stai facendo per Dustin e te ne sono davvero grata>> dico
Mia sorride e risponde <<Figurati. Dustin non merita di stare dietro le sbarre. Mi fido di lui e so che non ha nulla a che fare con quello che è successo>>
Annuisco, prendendomi un momento per riflettere.
<<Comunque, Harry mi sta aiutando, ma per ora sappiamo ben poco. Non sappiamo dove cercare o cosa fare>> continua Mia
Rimango in silenzio, contemplando le nostre prossime mosse
<<Jack Dempsey potrebbe sapere qualcosa. Potrebbe aver scoperto dove hanno nascosto quella ragazza>>
Mia ci fornisce un'altra informazione <<Prima che arrestassero Dustin, ero con lui nell'ufficio del Rettore. Ci ha detto che due testimoni hanno denunciato Dustin e la sua famiglia. A quanto pare, erano lì al momento del rapimento>>
Quindi il passo successivo è parlare con il Rettore e chiedergli dei due testimoni. So che Thomas e John hanno delle informazioni, ma non sono sicuro che siano loro i testimoni. Per ora non dirò nulla, preferisco indagare ulteriormente.
<<Mia, come possiamo metterci in contatto con il Rettore?>> chiedo
Mia riflette per qualche istante
<<Domani è sabato e non ci saranno lezioni, dovremmo scoprire dove vive, perché non abbiamo molto tempo, il processo è lunedì e senza prove dubito che riusciremo a evitare il peggio>>
Mi addolora ammetterlo, ma ha assolutamente ragione. Dobbiamo solo scoprire dove vive il Rettore, il problema è: come fare?
<<Fammi parlare con Harry, forse lui sa qualcosa di più, dopotutto frequenta il gruppo più popolare di tutto il college, potrebbero avere qualche informazione in più, credo>>
Alza gli occhi al cielo e sospira
<<Se è un problema, parlerò io con Harry>> le dico
Mia scoppia a ridere <<No, non preoccuparti, non si tratta di Harry, ma degli altri ragazzi, sono terribilmente cattivi. Comunque, io e Jeremy andiamo, tu resta qui a riposare>>
Jeremy e Mia escono dalla casa e iniziano a cercare Harry, sperando di poter ottenere qualche informazione sull'indirizzo del Rettore.
In casa siamo solo io e Jessica. Mi sistemo sul divano accanto a Jessica e sospiro
<<Ehi, cosa c'è che non va? Stai bene?>>
Mi volto a guardarla e scuoto lentamente la testa
<<Ho paura della reazione di Jack quando scoprirà che sono venuta fin qui, faccio sempre il contrario di quello che dice>>
Jessica scoppia a ridere <<Sei fatta così, no?>>
Annuisco e le sorrido
<<E tu? Come ci si sente a stare a casa di una ragazza che esce con il tuo ex?>> domando
Si copre il viso con le mani e lancia un grido soffocato
<<È davvero imbarazzante, credimi. A volte penso che potrebbe ripensarci e tornare da me, ma lei è così adorabile. Non credo si meriti qualcuno che la faccia soffrire. So come ci si sente e non voglio che lei subisca lo stesso destino, quindi, mi farò da parte>>
Mi dispiace per lei, so che tiene ancora a Jeremy ma non posso che essere d'accordo. Deve farsi da parte e vivere la sua vita e lasciare che Jeremy viva la sua.
Mi avvicino a lei per abbracciarla e rimaniamo così per qualche minuto senza dire una parola
Dopo un po' ci separiamo e ci sdraiamo sul divano. Chiudo gli occhi per un attimo e finisco per addormentarmi.
Mi sveglio al suono del telefono che squilla. Sullo schermo leggo il nome di Jeremy e rispondo
<<Layla, devi assolutamente venire a questo indirizzo che ti sto per mandarti, è urgente>>
*Riaggancia*
Dopo qualche secondo, ricevo la posizione da raggiungere.
Cosa c'è di così urgente?
Mi giro verso Jessica, sta ancora dormendo, devo svegliarla? Forse è meglio lasciarla dormire, dopotutto lei non dovrebbe essere coinvolta in questa situazione.
Mi alzo a fatica, sono davvero esausta, non dormo da ore. Mi dirigo verso l'uscita e, una volta in strada, imposto il GPS sul mio telefono e mi dirigo verso il luogo indicato.
Mentre cammino, mi ritrovo davanti a un bar. Perché sono qui?
Entro e seduti a un tavolo ci sono Jeremy, Harry e Mia.
Lei sta discutendo con una ragazza di fronte. Mi avvicino per cercare di capirne meglio
<<Ciao, che diavolo sta succedendo qui?>> chiedo
Cala il silenzio e tutti si voltano nella mia direzione. Jeremy mi sussurra il motivo di questa confusione <<Sappiamo che conoscono l'indirizzo della casa del Rettore, ma non hanno intenzione di dircelo>>
Mi avvicino a Mia e le faccio segno di farsi da parte. Ora dinanzi a me, ci sono una ragazza bionda, un ragazzo che sembra essere suo fratello e la ragazza accanto a lui che si fa gli affari suoi.
Riporto la mia attenzione sulla ragazza bionda che continua a comportarsi in modo superiore e mi sfida con lo sguardo.
Faccio un respiro profondo e chiedo con calma <<Potresti gentilmente dirci dove abita il Rettore? È di vitale importanza>>
Lei scoppia a ridere. È impazzita?
Devo mantenere il controllo, quindi, mi mordo la lingua per evitare di dire cose di cui potrei pentirmi in seguito.
<<Ripeto la domanda. Dove abita il Rettore?>>
Con un gesto della mano mi interrompe <<Non dirò una parola, so perché sei qui. Si tratta di Dustin, ma non posso aiutarti>> dice
Guardo Harry, implorando silenziosamente di aiutarmi, ma lui non si scompone e alza semplicemente le mani
Ora sono davvero stanca. Mia sta per intervenire, ma la interrompo battendo i pugni sul tavolo
<<Statemi bene a sentire, non mi interessa cosa volte fare o meno, ho bisogno di quelle informazioni e le otterrò a qualunque costo>>
Tutti si voltano per assistere alla scena
Riporto lo sguardo su Harry e lui non sembra turbato. Incredibile!
<<Sai una cosa, Harry? Sei la persona più ingrata di questo mondo. I Watson ti hanno accolto in casa loro come un figlio e tu cosa hai fatto? Te ne stai qui beato, senza fare nulla per aiutare Dustin, quando lui ha più bisogno di te, quando tutti noi abbiamo bisogno di te>>
Le lacrime spingono per venir fuori, con i nervi a fior di pelle. Non capisco davvero come si possa essere così insensibili
<<Layla, dai, calmati. Andiamo via>>
Jeremy mi afferra il braccio e mi tira via, lontano da quel luogo maledetto.
Ora cosa facciamo?
Passano alcuni secondi e vedo Harry uscire dal Bar e venire verso di me.
<<Mi addolora sapere che credi che non mi importi di Dustin. Per me è come un fratello, ma non posso costringere queste persone a fare qualcosa contro la loro volontà>> dice
Mi porge un biglietto, lo apro e leggo un indirizzo
<<È l'indirizzo di Michael Rogers. Non è stato facile per Crystal, è il suo patrigno e non hanno un buon rapporto nonostante lui si occupi di lei. Ecco perché è la ragazza più popolare del college>>
Ora capisco e mi dispiace, ma non posso permettere che Dustin e la sua famiglia rimangano dietro le sbarre.
<<Grazie, Harry>> dico
Salutiamo Harry e ci dirigiamo verso la casa dei Rogers. Non resta che chiedere loro dei famosi testimoni, rintracciarli e costringerli a confessare la verità.
Dopo una lunga camminata, arriviamo finalmente a casa dei Rogers. Raggiungiamo la porta d'ingresso e bussiamo
La porta non si apre, ma sentiamo una voce dall'altra parte <<Chi è?>>
Decido di parlare <<Signor Rogers, vorremmo parlare con lei>>
Il risultato non è quello sperato
<<No, andate via. Ho già risposto a molte domande, continuo a dire che non so nulla>>
Cosa sta dicendo? Pensa che siamo giornalisti?
<<Siamo studenti>> dico
Aspettiamo un attimo e lui si rifiuta di riaprire la porta <<In questo caso parleremo la prossima settimana, quando andrete a lezione>>
Dannazione!
<<La prego, è davvero urgente>>
La porta si apre e sul suo volto appare un'espressione piuttosto seccata <<Cosa volete?>>
La sua espressione cambia quando incrocia lo sguardo di Mia e sembra sorridere nervosamente
<<So perché siete qui, si tratta di quel ragazzo, Watson?>>
Annuisco
Sta per chiuderci la porta in faccia ma istintivamente la fermo con la mano
<<Mi dica solo se ricorda i nomi dei testimoni>>
Scuote la testa e nega di conoscere i testimoni
<<No, non ricordo i nomi ma se proprio insisti su questo argomento, posso mostrarti una foto, forse così capirai finalmente che i testimoni sono reali>>
Questo non ci voleva, come faremo a rintracciare quelle persone senza conoscere i loro nomi?
Aspettiamo all'ingresso che il signor Rogers torni con la famosa foto. Dopo qualche minuto, torna con due foto in mano.
<<Ecco uno dei due testimoni>> dice <<La foto è stata scattata alla stazione di polizia. Entrambi hanno preferito rimanere anonimi e solo uno di loro ha fornito la prova visiva presentandosi alla stazione di Polizia>>
Mi porge la foto e mi sorprende vedere il volto ritratto.
È Thomas. Mi aveva accennato che lui e John erano coinvolti, ma non pensavo che si sarebbero esposti personalmente fingendo di essere testimoni. Quindi, presumo che il secondo testimone sia John. Non si è presentato perché sarebbe stato riconosciuto.
Restituisco la foto e lo ringrazio prima di allontanarmi.
<<Layla, aspetta, cosa facciamo adesso?>>
Mi giro verso Mia e Jeremy, sorridendo nervosamente.
<<Conosco il testimone della foto, sia lui che John sono coinvolti in questo pasticcio. Lo hanno confermato loro stessi e lo conferma anche la foto>>
Mia e Jeremy sembrano ancora più confusi
<<Non capisco, Layla. Perché hanno incastrato Dustin e poi ti hanno detto tutto? Mi sembra strano, no?>> domanda Jeremy
Credimi, non capiresti
<<Ragazzi, dobbiamo andare alla stazione di polizia e parlare con il comandante Rogers>>
Jeremy e Mia si scambiano uno rapido sguardo e annuiscono.
Perfetto!
<<Voi andate. Io credo che tornerò a casa tra un po' per fare compagnia a Jessica>>
Ci incamminiamo verso la stazione di polizia e posso solo sperare che il comandante non ci respinga senza le risposte di cui abbiamo bisogno.
Quando arriviamo alla stazione, veniamo accolti da un agente di polizia <<Ragazzi, c'è qualcosa che non va?>>
Scuoto leggermente la testa
<<Vorremmo parlare con il comandante Rogers. È in servizio?>>
Annuisce e ci fa segno di attendere
<<Aspettate qui>>
Si allontana e, dopo una breve attesa, il comandante si fa vivo <<Layla Davis, che sorpresa. Fammi indovinare, sei qui per Dustin?>>
Faccio un respiro profondo per rimanere calma
<<Si, è innocente>>
Il comandante scoppia a ridere
<<Si aspetta davvero che creda che sia stato incastrato di nuovo? Fidati, non funzionerà. Questa volta abbiamo dei testimoni>>
Applaudo sarcasticamente
<<Ben fatto, comandante. Peccato che i testimoni siano John Becker e Thomas Jefferson, quelli che hanno orchestrato il rapimento di sua figlia>>
Il comandante mi guarda confuso e sembra che io sia riuscita a insospettirlo di nuovo
<<Che stai dicendo? Hai qualche prova a sostegno di queste accuse?>>
Scuoto la testa
<<Non ancora, ma può starne certo che otterrò quelle dannate prove. È mi creda, ha fatto un grosso errore ad arrestare Dustin e la sua famiglia>>
Non dice altro, annuisce come per ammettere che il dubbio esiste. Sto per andarmene quando Jack Dempsey appare davanti a me. Cosa ci fa qui alla stazione di polizia?
Si accorge della mia presenza e nei suoi occhi leggo rabbia e delusione. Si avvicina e punta il dito <<Layla, cosa ti avevo detto? Dovevi rimanere a Seattle ma, come al solito, hai disobbedito>>
Merda!
Jeremy viene in mio soccorso <<Signore, non si arrabbi con Layla. Sono stato io a convincerla ad andarsene. Posso assicurarle che voleva rimanere a Seattle e attendere sue notizie>>
Jack si rivolge minaccioso a Jeremy <<In questo caso, hai commesso un grosso errore>>
Comincio a temere che possa scoppiare un alterco fisico, ma fortunatamente il comandante interviene per riportare la calma
<<Signor Dempsey, cosa ci qui a Los Angeles?>> dice il comandante
Jack estrae alcune foto dalla sua valigetta e, prima di consegnarle al comandante, si rivolge a me
<<Ecco, Layla, questi sono gli aggiornamenti di cui ti parlavo. Dovevi solo fidarti di me>>
Chino la testa, incapace di incontrare il suo sguardo. Mi sento umiliata, come una bambina rimproverata.
Il comandante Rogers inizia a sfogliare le foto
<<Cosa sono queste?>> chiede
La risposta di Jack sorprende tutti, me compresa.
<<Queste foto mostrano il luogo in cui vostra figlia è tenuta prigioniera. Una di essere mostra anche i due rapitori. John Becker e Thomas Jefferson>>
Il comandante Rogers è visibilmente imbarazzato, sapendo di aver commesso ancora una volta un errore.
<<Voglio quattro pattuglie con me, andiamo a prendere quei due e mi raccomando, fate attenzione, quei bastardi hanno mia figlia>>
All'interno della stazione di Polizia, gli agenti iniziano a mobilitarsi. Prima che il comandante vada a recuperare sua figlia, lo fermo mettendomi di fronte a lui.
<<Non sta dimenticando qualcosa?>>
Chiudendo gli occhi, emette un sospiro e si rivolge a un ufficiale, dandogli il comando tanto atteso:
<<Vai alle celle, libera Dustin Watson e la sua famiglia>>
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Dustin Watson e la sua famiglia saranno finalmente liberi. Quale destino attende John Becker e Thomas Jefferson? La figlia del comandante Rogers sarà salvata in tempo? Quali nuove sfide e pericoli si presenteranno nel loro tentativo di recupero? E Layla, cosa le riserverà il futuro dopo questo sconvolgente confronto?
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