L'ultimo soffio di vita per un po' di vento
A un certo punto sentii dei rumori da dietro le spalle, diciamo come il vento. Un sospiro sul collo, lo posso ancora percepire, un segno di vita che avrebbe segnato la mia morte. Mi girai con la bocca piena di inchiostro e per istinto cercai di difendermi; ero pronta a morire, ma non li, non in quel modo. Erano in tantissimi, occhi a forma di pietre lucenti, mi avevano circondato: per il resto "senza identità", così li definivo. Erano troppo veloci, mi ferivano. Sentivo le loro unghie lacerarmi le gambe, braccia, petto e stomaco.
Ero ancora in piedi, solchi profondi di sangue mi oltrepassavano lungo tutto il corpo con il ripiego superficiale della carne. Ero senza speranza, il mio aspetto era la personificazione del dolore e della pazzia. Occhi sbarrati immersi nella paura e schiena ricurva come se portasse un macigno pesantissimo.
Tuttavia ....... con forza sovrumana, e ancora mi chiedo perchè, incominciai a sferrare tutto ciò in mio possesso, pugni e calci, usai anche i denti e le unghie, riuscii a sterminarli uno per uno. Non ero cosciente di niente.
Tutto sembrava andare bene, quando, un demone diverso, mi si avvicinò tranquillamente, era composto e sicuro di quello che faceva. Era quasi "rassicurante": l'immagine di una macchiata di peccato e l'altro pulito dalle impurezze del resto di quel mondo. Stavo per morire e neanche avevo la forza di pensarci, figuriamoci di combattere un'altro problema. In quell'istante la figura mi donò un melograno. Un lieve pensiero mi aveva fatto sospettare, ma subito glielo strappai di mano, lo apri e lo divorai voracemente.
Al contrario, invece di darmi energia, mi sentii strappare l'anima. Vomitai inchiostro, l'unica cosa ingerita. Un sorriso sadico sul volto di quel bastardo, che infilò la mano nel mio petto e si prese l'ultima cosa a me rimasta: me stessa. Un dolore atroce, la distorsione del mio tempo e del mio spazio, dal mio busto colava soltanto il liquido nero. Mi aveva appena preso in possessione, ero diventata la mal ridotta ombra, di un'ombra essenziale per far funzionare la Vita di Tutti, con i giusti equilibri. Le pochissime persone scelte per portare la parola di ..., si chiamano Equilibratori dell'Oscurità e da adesso ne facevo parte. Quella figura famigliare sono le mie Paure concretizzate, come diceva il cartello all'entrata della città, e se una persona riesce a ricongiungersi e a collaborare con le proprie (non per nulla, cosa rarissima), diventerà INVINCIBILE.
Con il mio stesso Sangue nero inchiostrato, avrei riscritto la mia vita.
~ATTENZIONE!~:
In futuro potrei anche mettere disegni fatti da me^^ non assicuro nulla, ma non perdete del tutto la speranza! :D
Questa è la storia di come io e Dark ci siamo incontrati. Spero vi sia piaciuta, un saluto a tutti quelli che sono arrivati fino a qui! ^^ La mia anima è con voi! (espressione che uso per augurare felicità o buona fortuna)
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