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44. La festa del Mare

L'aria di festa era stata preannunciata da diversi giorni, e persino chi non era nativo dell'isola non poteva non lasciarsi coinvolgere dall'entusiasmo generale.
Le case del paese, per di più appartamenti da due piani massimo o villette di piccole dimensioni, erano state decorate con file di conchiglie poste vicino alle porte o ai cancelli, rendendo unanime la partecipazione.  Ad ogni leggera brezza, le collane emettevano un dolce suono delicato, che rieccheggiava nelle vie e nelle piazze. I muri erano stati decorati con manifesti dell'imminente celebrazione, che erano stati creati da Agnese, Vincent e Margherita. Ognuno nel paese era impegnato a fare qualcosa, ma chi sarebbe stato il protagonista assoluto era Daario, che quell'anno era stato scelto per sfilare lungo la striscia rocciosa per onorare il porto con una ghirlanda di fiori.
La festa del Mare era un evento molto sentito a Stendhal, un vivido desiderio di venerare il mare non solo per i suoi frutti, ma anche per il lavoro che offriva, consentendo ai mercanti di fornire merce e prodotti all'intera popolazione.

Il tanto atteso giorno del rito arrivò.
La famiglia Valli, affiancati dagli ormai inseparabili Graham e Dalia, onorarono la tradizione vestendosi completamente in bianco, simbolo di purezza e candore, quella purezza che la distesa d'acqua salata sembrava possedere. Erano uniti, vicini, ma nonostante la vicinanza fisica la mente di Agnese era completamente altrove, assorta nel litigio con Daario, che l'aveva lasciata con l'amaro in bocca e una sensazione di profondo fastidio lungo la faringe. Odiava essere così vulnerabile, così esposta, ma ancor di più odiava quella sensazione, poiché per quanto tentasse di negarlo, litigare con il pirata le lasciava sempre una sensazione di profonda e radicata tristezza.
Si riunirono verso il porto, già gremito di gente che riempiva l'aria con il chiacchiericcio irrefrenabile.

-Pare che quest'anno tocchi proprio a Daario onorare il mare. Sarà interessante- mormorò Margherita all'orecchio di Agnese, che inconsapevolmente si irrigidì.

-Cosa dovrebbe fare?-

-Deve attraversare quella striscia di terra con una ghirlanda di fiori, inginocchiarsi davanti al faro e ringraziare silenziosamente il mare. Sarà l'unico tra di noi ad essere riconoscibile- spiegò la ragazza, soddisfando la curiosità della sua amica.

-Sono sicura che affronterà egregiamente il suo compito- annuì Agnese, mentre notava un gruppo di donne distanti da lei che commentavano proprio l'imminente protagonismo del pirata, il tutto con ammiccamenti e risatine civettuole.

-Per me, tra tutte queste persone, sei senz'altro la più carina- le disse Graham, affiancandosi a lei e gratificandola.

-Sei decisamente di parte. Ma sei molto carino anche tu- sorrise la ragazza, stavolta senza avvampare o vergognarsi, semplicemente perché aveva trovato quell'affermazione estremamente pura e senza malizia.

Ed era vero che lo riteneva di bell'aspetto, completamente vestito di bianco, con la pelle bronzea che risaltava tra il tessuto soffice e fresco.

-Il nostro pirata si fa attendere- commentò Vincent, che da sempre odiava attendere, soprattutto se l'attesa richiedeva il contatto stretto ed insopprtabile con altra gente.

-A pensare che tanti anni fa c'ero io al posto di Daario- confessò Roberto, con un sorriso nostalgico.

-Immagino che sia piuttosto emozionante. Insomma, sfilare davanti a tutte queste persone...- disse Dalia, con il cuore a mille e gli occhi lucidi a causa di quella lenta ripresa ad una normalità che per anni le era stata strappata. Sembrava finalmente più giovane con il volto truccato e i capelli tinti con un lucente nero, persino più piccola dell'età che aveva realmente. Provava profonda riconoscenza per Roberto, che l'aveva letteralmente salvata per la seconda volta, ma riconoscenza soprattutto per la giovane nipote, che aveva donato un po' di linfa vitale a suo figlio, che guardava la ragazza completamente assorto ed adorante, e lei a stento sembrava accorgersene.

Un rullo di tamburi impose un'improvviso silenzio. Agnese sembrò scambiare quel ritmo con quello del suo cuore, soggetto ad inspiegabili sussulti. Tentò di placare quell' agitazione, facendo profondi respiri.
Attesero qualche minuto, e solo quando avvertì dei mormorii notò che qualcosa stava cambiando, e solo dopo un po' ne capì il motivo.
Una figura completamente vestita di nero si avviava con passo elegante e deciso lungo la striscia rocciosa, reggendo tra le mani una ghirlanda di fiori rigorosamente bianchi.
Agnese si sollevò sulle punte per vederci meglio, e quando mise a fuoco  la presenza di Daario, per poco non barcollò.
Rimase completamente ipnotizzata dalla bellezza esotica di quell'uomo, un fascino che era impossibile considerare soggettivo.

Il pirata portava i capelli lunghi legati ordinatamente, lo sguardo era fiero e concentrato, un accenno di barba gli decorava il mento. La camicia era aperta fino a metà petto, dove risaltava un medaglione color argento. I polsi sottili erano adornati da tanti bracciali, esattamente come gli anelli sulle dita, e le falcate sembravano quelle di una pantera. L'uomo, giunto di fronte al porto, si inchinò con maestosità, per poi inginocchiarsi e lasciare i fiori ai piedi  del faro. Aveva le palpebre chiuse, la mente concentrata, e Agnese non riuscì nemmeno una volta a staccargli gli occhi di dosso.

-È bellissimo- sentì dire da qualche voce vicina, e non poteva essere più d'accordo.
Non era un'opinione personale, era semplicemente una brutale verità.

Margherita l'afferrò per il polso, richiamando la sua attenzione come se la stesse risvegliando da un sogno paradisiaco.

-Smettila di sbavare- la prese in giro, con un sorriso divertito sulle labbra.

-Non ci riesco- bisbigliò appena, tentando di non farsi sentire da Graham che però notò chiaramente il repentino cambio di espressione nel vedere il pirata.

Fu in quel momento che prese consapevolezza della sua giovinezza che sembrava aver dimenticato, delle vibrazioni che provava, dell'esplosione di ormoni che tentava di reprimere. Aveva ventidue anni, e in quel momento la sua età la rappresentò al meglio: non una bambina, ma non completamente donna. Eppure lei si era sentita veramente tale quando Daario l'aveva coinvolta in un bacio quasi aggressivo, voluto, spontaneo. Ripercepì le stesse sensazioni di quel momento, e si chiese se le avrebbe mai riprovate con qualcun altro, poiché era chiaro che, per quanto si annusavano e si avvicinavano, lei e il pirata erano due mondi completamente diversi.

La festa continuò spostandosi nel centro del paese, adornato con bancarelle, mercatini, file di luci bianche e qualche giostra per i bambini verso la spiaggia. Stendhal sembrava più viva che mai, e la nipote di Valli cominciò a pensare che fosse proprio quello il suo angolo di mondo, la sua gente. Sarebbe stato perfetto se avesse avuto i suoi genitori e suo fratello con sé, a gioire con lei, ma ciò purtroppo non era possibile. Sperava con tutto il cuore di tornare in Italia, ma dall'altro lato sapeva che il suo amore per quell'isola non sarebbe stato affato svanito nel nulla.

-Come ti sembra la festa?- domandò Vincent a Graham, con aria cordiale.

-Non ho mai assistito a qualcosa del genere, mi reputo molto fortunato. Mi sembra di cominciare a vivere solo ora- si confessò il ragazzo.

-Ti andrebbe di bere qualcosa nei dintorni?- gli propose allora, e Graham accettò di buon grado, avvisando Agnese del suo allontanamento.

-Si può sapere perché hai questa faccia imbronciata?- chiese Margherita, una volta che i due erano lontani.

-Non lo so Marghe, sono nervosa. Tu piuttosto, ti sei vista con Can?-

-No, ma tanto la mia vita non gira attorno a quel farabutto- si imbronciò la ragazza, e Agnese non potè trannere una risata d'affetto per la sua amica e per il modo in cui si rivolgeva all'uomo.

-Pensavo che vi fosse riavvicinati-

-E poi è sparito di nuovo. Comincio ad essere stufa del suo modo di comportarsi. Se non va, non va. Non posso ancora disperarmi con un tipo come lui- sentenziò la domestica, troppo ferita per parlare con lucidità.

-Ragazze- s'intromise Dalia, che stava ascoltando quel discorso -non fatevi troppe domande: gli uomini sono esseri semplici, ma tutti uguali. Fanno mille promesse, ti lasciano e tornano con la coda tra le gambe appena un secondo dopo che smetti di pensarli- affermò, probabilmente ripensando alle storie di quando era ragazza.

-Non siamo tutti uguali- borbottò Roberto, che si sentì colpito.

-Oh, invece sì- ribadì Dalia con un sorriso, mentre Agnese e Margherita si scambiavano uno sguardo complice.

Verso serata inoltrata la piazza si riempì con musica incalzante ed allegra, e la maggior parte delle persone cominciarono a ballare, ad eccezione di qualche timido o anziano che preferivano osservare da lontano.

-Lei balla, Roberto?- chiese la madre di Graham, rivolgendo uno sguardo ad un impacciato Valli che tentennò.

-Non ho più l'età temo-

-Ma che dice! Se vuole possiamo sfigurare insieme- propose audacemente Dalia, e lui allora accettò, iniziando a ballare in maniera un po' grossolana con la donna.

-Ecco qui Roberto Valli versione latin lover- commentò Margherita divertita, cominciando a muoversi sui piedi.

-Sono contenta per loro- sorrise Agnese, ma il sorriso della sua amica si spense quando vide in lontananza Can, in compagnia di Daario.

-Eccolo lì- borbottò, sbuffando.

-Che dici, balliamo?- propose allora la riccia, prendendo per mano la ragazza e inducendola a ballare, mentre la faceva voltare e divertire, dimenticando la pesantezza che troppe volte covava.

Ballarono per tanto tempo, alternandosi con Roberto, Dalia, Graham e Vincent, e furono protagonisti persino di occhiate non maligne, piuttosto intenerite nel vedere quella famiglia allargata così unita.
Per Agnese fu emozionante ballare per la prima volta con suo zio, ed anche il ballo con il ragazzo che l'aveva salvata le aveva regalato belle emozioni.

Si erano fermati per bere qualcosa, quando videro avvicinarsi Daario.

-Buonasera- disse cordiale, rivolgendo un cenno del capo a tutti tranne che ad Agnese.

-I miei complimenti, Daario. Sei stato impeccabile- si complimentò Roberto, stupendo tutti e ricevendo un sorriso accennato dal pirata.

-Marghe, ti va di ballare? Sono stato impegnato fino ad ora e non ne ho avuto il piacere- disse, pietrificando Agnese che guardò prima l'uno e poi l'altra.

Margherita rimase visibilmente stupita da quell'invito, e rivolse una rapida occhiata alla sua amica, che però non reagiva. Tuttavia, la domestica era perfettamente consapevole che il pirata non avrebbe mai fatto un torto al suo migliore amico, perciò accettò di buon grado, allontanandosi.
Agnese non staccò gli occhi di dosso dalla coppia, provando una sensazione di acido allo stomaco.

-Tranquilla cuginetta, ci penso io a te- intervenne allora Vincent, invitandola implicitamente.

Durante tutto il ballo però, con la musica allegra in sottofondo, Agnese non riusciva a provare nulla che fosse allegro, e non staccava lo sguardo da Margherita e Daario, che sembravano dialogare tranquilli.
Le due coppie si ritrovarono vicine, e fu in quel  momento che gli occhi della ragazza si incrociarono con quelli magnetici del pirata.

-E adesso, a sorpresa, cambio di coppie! Forza, mollate il vostro partner e scegliete quello più vicino a voi!- esclamò uno dei cantanti.

La ragazza pensò che per un attimo il suo cuore si fosse fermato. Vide Vincent allontanarsi rapidamente, Can avvicinarsi a Margherita e lei e il pirata restare soli, immobili.

Si studiarono con lo sguardo, tentando di indovinare a cosa l'altro pensasse, volesse, ma entrambi non riuscivano a dare un'interpretazione ai pensieri.
Daario scostò lo sguardo, osservando la gente che li circondava e poi lo riportò su di lei.

-Se la cosa ti turba evitiamo- le disse, e Agnese non ebbe alcuna difficoltà nell'affrontare gli occhi magnetici che tanto l'attiravano.

-Non mi turba-

-Alcune persone potrebbero vederci-

La ragazza sapeva perfettamente che con "alcune" intendeva Graham.

-Io non devo dar conto a nessuno- affermò lei, decisa, e il pirata non potè non aprirsi in un sorriso soddisfatto, orgoglioso.

Si avvicinarono, lei ponendo le mani sulle spalle muscolose di lui e l'uomo dietro la sua schiena, incrociandole.
La piccola band del paese cominciò ad intonare una canzone lenta, romantica, quasi sofferta.
Agnese la riconobbe: era la canzone del suo primo ballo con Daario, la sera in cui suo zio le aveva rivelato la verità sul suo passato e il pirata l'aveva invitata a ballare per gioco.
Sembravano passati secoli.

Cominciarono a ballare mantendendo comunque una certa distanza, complici l'imbarazzo e la tenue freddezza dovuta al recente litigio.
Eppure, dopo solo pochi frangenti, portarono lo sguardo l'uno verso l'altra, tenendolo ben fisso, senza pensare di staccare il contatto nemmeno un secondo.
Forse provarono a comunicare con gli occhi, visto che con le parole non ci riuscivano.
Forse volevano tornare alle origini, all'attrazione istintiva e brutale.
Forse volevano scusarsi.
Forse a loro andava bene così, in quel momento.

-Che ne dici di dimenticare solo per oggi il nostro litigio e riprendere la prossima volta che ci vediamo?- disse improvvisamente lei, sorridendo appena.

-Che ne dici se lo dimenticassimo oggi ed anche la prossima volta?- propose allora Daario, stringendola istintivamente più forte.

-Credi che ci riusciremo?-

-Possiamo tentare-

-E se non ci riuscissimo?-

-Allora ci riproveremo-

Agnese si liberò in un sorriso, ed osservò il volto di Daario, talmente seducente in quel momento ai suoi occhi che ne avrebbe dipinto un quadro.

-Sei davvero bellissimo- si lasciò sfuggire, forse nemmeno lei se ne accorse, e diventò quasi viola per l'imbarazzo dopo averne preso consapevolezza.

Il pirata si bloccò, fermando il loro oscillare. Lei pensò che sarebbe scappato, o al massimo che l'avrebbe derisa.
Si preparò al peggio, soprattutto quando avvertì la stretta sciogliersi.
Lui la guardò a lungo, indugiando.

-Che ne dici di allontanarci da qui?- le propose, stupendola.

-Per andare dove?-

-Lo prendo come un sì?- le chiese, porgendole la mano.

Lei tentennò, per poi afferrarla e stringere le dita intorno alle sue.

-Sì- disse, e lui in un gesto improvviso la strottonò via dalla folla, accelerando il passo e facendole quasi male.

La portò per le viuzze, la fece svoltare più volte, ma per tutto il tragitto mai la ragazza si pose il dubbio che lui potesse farle del male. La condusse in una parte deserta della spiaggia, circondata da palme e lontano dalle giostre, che però illuminavano il mare e il cielo con le luci.

-Perdonami, sono stato brusco, ma vestito in modo diverso davo troppo nell'occhio. Ti ho fatto male?- domandò lui, poggiandosi sotto una palma, affiancato da lei.

-No, tranquillo-

-Mi auguro che non pensi che possa approfittarmi di te. Preferivo la tranquillità, evitare occhi indiscreti- spiegò lui, ma per lei non c'era bisogno di una spiegazione.

-Mi fido di te- confessò, sincera, bloccando letteralmente il pirata, che si voltò con espressione attonita verso la ragazza.

-Sai a cosa sto pensando?- disse allora lui, con il corpo completamente volto verso di lei, trovandosi l'uno di fronte all'altra.

-A cosa?-

-Che non siamo così male in fondo-

-Sarebbe più facile se fossimo sempre così-

-Ma questo non succederà mai-

-Purtroppo no-

-Ho una proposta da farti- disse Daario, sporgendosi un po' più verso di lei.

-Sei in vena oggi- sorrise lei, coinvolgendo anche l'uomo.

-Che ne dici, almeno per stasera, di continuare a non essere poi così male?-

-E domani?-

-Chi se ne importa del domani. Domani si vedrà- concluse lui, che vide un luccichio negli occhi della ragazza.

La osservò nel suo abito lungo e bianco, con i capelli sciolti, il viso leggermente truccato e il profumo floreale che lo investiva. E desiderò che non se ne andasse.

-Va bene, ci sto- disse lei, avvicinandosi a lui e poggiando la testa sulla sua spalla -a patto che restiamo così-

Daario la accolse circondandola con un braccio, ed assaporando quella dolce sensazione di felicità.

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