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27. Gelosia

Le nubi grigiastre e la pioggia sottile di fine giugno, furono ben presto sostituiti dal sole cocente che infuocava prepotentemente la piccola isola, costringendo la popolazione ad un fastidioso supplizio di inizio luglio.

Margherita si aggirava per il porto di Stendhal, con lo sguardo guardingo e il sudore che appiccicava la camicetta bianca, scoperta un po' prima del seno. Gli uomini di passaggio la guardavano maliziosi, mentre lei fingeva indifferenza. Non era un mistero che fosse considerata una delle isolane più belle, complici gli occhi scuri e vispi, le labbra rosse e la pelle mulatta. Era pomeriggio, perciò non temeva particolarmente quegli occhi insistenti, nonostante non potesse negare che la mettessero a disagio.

-Margherita, che sorpresa trovarti qui! Diventi ogni giorno più bella!- esclamò improvvisamente Karim, un componente del gruppo guidato dal pirata gentiluomo.

-Ti ringrazio... sapresti dirmi dov'è Can?- chiese, cercandolo disperatamente con lo sguardo.

-Oh accidenti, ma pensi ancora a Can? Quando ti accorgerai che qui davanti a te c'è un uomo pronto ad amarti per il resto della vita?- scherzò il mercante, facendo scuotere e sbuffare la ragazza.

-D'accordo, lo cercherò da sola-

-Potresti trovarlo in dolce compagnia- la provocò, con un sorriso sornione sul volto abbronzato.

-Che significa?- domandò Margherita, innervosendosi spontaneamente.

-Che in questo momento è in compagnia di una moretta. L'ho visto poco fa, vicino l'imboccatura della spiaggia. Al posto tuo non li disturbarei-

-Grazie, sei stato gentilissimo- lo congedò seccata lei, voltandosi di scatto ed incamminandosi verso la spiaggia, stringendo le mani a pugno.

Effettivamente Can era lì. Stava conversando con una donna della sua età, che sorrideva e rideva ad ogni frase che l'uomo pronunciava, mentre lui sembrava faticare nel staccare lo sguardo dal seno prosperoso.
La domestica non potè fare a meno di diventare rossa dalla rabbia, covando una gelosia che le divorò lo stomaco.
Stava per allontanarsi, quando l'uomo senza mano la notò e la raggiunse.

-Marghe! Che ci fai qui?- la richiamò, dimenticandosi immediatamente della sua conversatrice.

-Ti cercavo, ma continuate pure a parlare, non vorrei disturbarvi- alzò le mani la ragazza, non nascondendo uno sguardo torvo ed accusatorio.

-Nessun disturbo, dimmi pure-

-Torna pure dalla tua amichetta, io faccio da me- sorrise falsamente lei, girandosi per andare via da lì, ma la mano di Can bloccò il suo braccio, costringendola a fermarsi.

-Livia, scusami, ma devo parlare con Margherita. Ci vediamo!- l'uomo congedò prontamente la donna, che lo guardò offesa, concentrando tutta la sua attenzione sulla domestica che aveva le braccia incrociate al petto.

-Allora, cosa dovevi dirmi?- chiese lui, cercando con tutto sé stesso di non seguire la gocciolina di sudore che dal collo si dirigeva verso il basso.

-Vorrei parlare con Daario, sapresti dirmi dove si trova e quando potrei farlo? Preferirei che fossimo soli- affermò lei, ancora troppo nervosa.

-Cosa devi dirgli?- alzò un sopracciglio lui.

-Non sono affari che ti riguardano-

-Ah no? E perché avresti la necessità di vederlo da sola? Da quando avete questa confidenza?- domandò Can, cambiando atteggiamento.

-Fai il geloso adesso?-

-Lo sono sempre stato- confidò lui, stupendola e facendola restare per qualche secondo in silenzio, a bocca aperta.

-Allora, mi dici dove lo posso trovare?- ripeté lei, dopo essersi ripresa.

-Credo che tra poco potresti trovarlo in piazza o alla locanda, ultimamente si sta lasciando un po' andare-

-D'accordo- disse lei, credendo di aver finito la conversazione e voltandosi, ma Can la fermò per l'ennesima volta per il polso.

-Era solo un'amica. Niente di più- affermò, inchiodando gli occhi di colori diversi in quelli della giovane.

-Non m'importa, hai il diritto di avere altre donne- rispose lei, con finta indifferenza, mentre in realtà si sentiva esplodere dentro.

-Io non riuscirei mai a vederti con un altro come tu non riusciresti mai a vedere me con nessun'altra-

-L'hai voluto tu- replicò Margherita, afflitta, per poi allontanarsi, stavolta per davvero, da lui.

Trovò Daario circa un'ora dopo, nella locanda frequentata principalmente da mercanti. Ci entrò con celata timidezza, dirigendosi direttamente verso il tavolo dell'uomo.

-Ciao Daario. Possiamo parlare?- lo salutò, palesandosi davanti a lui come un fantasma.

Lui annuì a malapena, l'espressione sembrava quella di un cane abbandonato, e Margherita pensò che avesse perso un bel po' dello charme che lo distingueva dagli altri.

-Hai novità?- domandò lui, con un luccichio di speranza negli occhi neri.

-Stamattina Roberto ha ricevuto una lettera. Veniva dall'Italia- cominciò lei,  mordendosi il labbro.

-E...?-

-Era della madre di Agnese. Vuole notizie della figlia-

A quelle parole Daario quasi impallidì, per poi passarsi una mano sul volto.

-Roberto come l'ha presa?-

-Puoi immaginare, è distrutto. È ancora più irascibile, né io né Vincent riusciamo a gestirlo-

-Cosa diceva sua madre? Novità dall'Italia?-

-Non molte. A quanto pare la situazione è stazionaria, ma non ancora fuori pericolo. Agnese ti ha mai raccontato il motivo per cui è qui?-

Il pirata annuì. La ragazza gli aveva detto che si era trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, assistendo ad un assassinio da parte di un clan criminale. Probabilmente da quel momento tutta la vita di Agnese era precipitata.

-Vuoi sapere cosa ho scoperto?- sorrise a stento Margherita, chinando il capo.

-Certo-

-Roberto e la madre di Agnese, Beatrice, sono in realtà fratellastri. Stesso padre ma madri differenti. Non si vedono da così tanto tempo che probabilmente, se dovessero scontrarsi per casa, non si riconoscerebbero nemmeno-

-Quindi Roberto non aveva mai visto e conosciuto Agnese-

-Esatto. Sai, questo mi ha fatto riflettere. Credo che lui abbia un cuore talmente grande che è costretto a proteggerlo per non mostrarlo. Probabilmente per lui Agnese è l'unico aggancio con la sua patria, l'Italia-

Daario annuì, ma lui non pensava semplicemente a quello.  Credeva fermamente che la ragazza lasciasse un'orma indelebile nel cuore di chiunque incontrasse: con Margherita  perché sapeva ascoltare, con Roberto perché l'aveva difeso e protetto, e con lui perché aveva osato sfidarlo ed affrontarlo in quel periodo della vita dove chiunque sull'isola lo considerava un eroe.
Persino Vincent sembrava essersi lentamente avvicinato a sua cugina.
E lei era sparita, privando ai suoi cari di godere ancora di quel caratterino forte che al momento giusto sapeva sciogliersi, diventare fragile.

-Ho parlato con marinai, con qualche conoscente. Nessuno ha visto delle navi sospette, tantomeno una ragazza con le caratteristiche di Agnese. Non so più cosa fare- si lamentò Daario, sbuffando.

-Anche Roberto si sta dando da fare, ma gestire la situazione sta diventando difficile! Persino quando vado al mercato mi chiedono di Agnese, e io rispondo sempre che sta lavorando! Roberto non vuole allargare la voce per evitare ricatti e falsi allarmi, ma non sappiamo davvero più che fare-

-E se lei fosse lontana? Se non riuscissimo a trovarla?-

-Non dire così...- mormorò Margherita, nonostante anche lei avesse paura.

-Comincio a perdere la speranza, Marghe...-

-La troveremo. Se non dovessimo trovarla noi, sarà lei a cercarci. Stanne certo- lo rassicurò la giovane, stringendogli le mani, sotto lo sguardo attento di Can che osservava dall'alltra parte della locanda.

Allora gente, spero che questa "puntata" non sia stata troppo pesante, ma tra una rivelazione e l'altra deve pur esserci un po' di pausa!

Spoiler: nel prossimo episodio (oggi mi gira così) Agnese sarà assillata da un dubbio... di cosa potrebbe trattarsi?

Grazie a tutti per l'attenzione!❤

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