Capitolo 8
Fabrizio venne a prendere Violetta sotto casa con la sua macchina alle sette e mezzo.
Alle otto meno cinque arrivarono a "La Rosa dei Venti", un altro ristorante stellato sui Navigli, concorrente de "L'ingrediente segreto"; infatti alla ragazza fece uno strano effetto.
《Certo che è buffo... Devi darmi consigli sulla campagna pubblicitaria de "L'ingrediente segreto" e mi porti a cena dalla concorrenza...》sorrise lei.
《Per affrontare il nemico bisogna conoscerlo, non credi?》rispose lui tranquillo.
《Sono anni che ti conosco ma solo adesso mi accorgo che sei pieno di sorprese...》osservò la Galiardi.
《E non sono finite...》dichiarò Imbriani, accompagnandola dentro.
Aveva prenotato uno dei tavoli sui terrazzo, con una splendida visuale sui Navigli nel loro aspetto notturno, con le luci che si riflettevano sull'acqua del Po.
《Che meraviglia... Questo ristorante mi ricorda la mia infanzia...》ricordò nostalgica la ragazza.
《Ricorda l'infanzia a mezza gioventù bene di Milano...》osservò il giovane.
《È che mi ricorda i momenti più sereni e distesi della mia famiglia, prima che smettessimo di comunicare davvero...》sospirò l'una.
《Sono tornato a Milano sono da poco, ma non pensavo che i rapporti tra di voi fossero così peggiorati...》fece l'altro.
《Credimi, facciamo vedere a tutti di essere la famiglia ideale, ma in realtà siamo degli estranei. La mamma appartiene ad un mondo che sta scomparendo, e Tancredi ha preso le sue stesse orme; papà è completamente preso da se stesso, non accetta consigli da nessuno, ascolta solo Francesco. E io, beh... Non so mai con chi parlare, mi sento così sola alla villa...》disse malinconica la prima.
《Non sei sola, Violetta. Lo sai che io ci sono sempre. E se tu vorrai, ci sarò per sempre...》fece il secondo prendendole la mano.
《Fabrizio, tu sei troppo buono, io temo di non meritarti...》replicò Violetta, ma la loro attenzione fu presto distolta dall'arrivo di Adele Mainaghi e Andrea Del Bosco qualche tavolo più in là.
***
《Ci stanno guardando tutti come se fossimo degli alieni...》commentò divertita Adele, mentre si sedevano.
《La proprietaria del ristorante concorrente e il suo chef, deve essere spiazzante per i clienti de "La Rosa dei Venti"...》sorrise Andrea.
《E a quanto pare non siamo i soli a destare l'attenzione dei presenti...》osservò lei, indicando con lo sguardo il tavolo dove sedevano Violetta e Fabrizio.
《Come mai è allegramente a cena col fidanzato, mentre dovrebbe pensare solo alla campagna pubblicitaria?》fece lui, leggermente infastidito.
《Magari stanno parlando di quello col signor Imbriani》ipotizzò la donna, ma la verità era che non riusciva proprio a vedere Fabrizio in compagnia di una qualsiasi ragazza.
Da quando l'aveva visto, si era sentita come quindici anni prima, quando si davano appuntamento di nascosto ogni volta in un luogo diverso e segreto della villa dei genitori di lui.
《Quelle non sono facce di chi parla di lavoro》commentò Del Bosco. A lui Fabrizio non era mai piaciuto: gli dava come l'impressione di essere un avvoltoio, finto e interessato, più che a Violetta, alla sua eredità.
Non riusciva a digerire l'idea di una ragazza giovane e innocente nelle mani di un tipo simile.
《Comunque non siamo certo venuti qui per vederli tubare. O sbaglio?》lo richiamò la Mainaghi.
《Io...》cominciò, mettendo la mano destra nella tasca dei pantaloni per cercare qualcosa, il motivo per cui aveva portato a cena fuori la sua fidanzata.
Ma vedere Violetta chiacchierare allegramente con Fabrizio lo distoglieva dal suo intento; e neanche Adele gli prestava poi tutta questa attenzione.
《No, niente. C'è troppa confusione. Andiamo a casa tua?》rispose l'uomo.
La Mainaghi diede un'altra occhiata a Violetta e Fabrizio. Si tenevano per mano e quello per lei era troppo.
《Molto volentieri. E poi non possiamo farci vedere a cena dalla concorrenza. Potrebbero esserci dei giornalisti, potrebbero scrivere che ce la possiamo così male da elemosinare una pace col nemico》argomentò la giovane, ma in realtà dentro si sentiva ribollire di rabbia.
Si alzarono senza nemmeno aver ordinato nulla.
***
L'indomani mattina Violetta si alzò allegra e piena di buoni propositi.
《Buongiorno a tutti!》esclamò rivolta al resto della famiglia, durante la colazione.
《Deduco che la cena con Fabrizio sia andata bene》commentò sua madre.
《Benissimo, così bene che sono piena di energie per dedicarmi alla campagna pubblicitaria delle Delizie della terra!》rispose raggiante la ragazza.
《L'entusiasmo è una dote straordinaria, ma cerca anche di mantenere la calma e i nervi saldi. Il compito che ti ho affidato non è uno scherzo...》l'ammonì suo padre.
《Senza contare che è la tua prima esperienza, quando potevamo rivolgerci a degli esperti》sottolineò Francesco.
《Io mi impegnerò al massimo, e sono sicura che i miei sforzi verranno ripagati》sentenziò Violetta.
《Sicuramente sarà così. Invece dov'è Tancredi? Si sveglierà a mezzogiorno, come al solito?》fece Raffaele.
《È uscito presto, stamattina. Diceva di avere un appuntamento》spiegò Serena.
《Probabilmente andava ad incontrare una delle sue mille amanti. Non ha nulla di meglio da fare. A volte lo invidio...》commentò Francesco.
《Sono convinta che un giorno incontrerà la ragazza giusta e metterà la testa a posto》rispose la giovane.
《La speranza è l'ultima a morire》motteggiò la contessa.
Dopo colazione Violetta si mise al lavoro: avrebbe dovuto buttare giù alcune idee prima di farsi accompagnare da Fabrizio agli studi televisivi della Rai, dove lui aveva parecchie conoscenze; ma soprattutto la ragazza desiderava che con questo suo operato, lo chef Andrea Del Bosco rimanesse a bocca aperta.
***
Poco più lontano, nella sua camera al Grand Hotel, Emma Cristaldi aspettava l'arrivo della cameriera per la colazione in camera praticando il suo segretissimo rito: aprì il primo cassetto del comodino vicino al letto e ne tirò fuori un articolo di giornale datato gennaio 1959, dove in prima pagina campeggiava la foto di Roberto Mainaghi, con tanto di cronaca e ipotesi dell'attentato di cui era stato vittima.
Vedere quell'articolo ogni mattina appena sveglia le dava la forza di portare avanti il suo proposito: riprendersi Roberto e dare forma a quella vita che avevano sognato insieme a New York, nella casa dei genitori di lei dove il ragazzo, allora magazziniere ai Ferraro's Store, era ospite; era il 1949, la guerra era finita da pochi anni, erano giovani, innamorati e felici: Emma ricordava ancora quando lui, ogni volta che si incontravano clandestinamente nel magazzino, le prometteva che avrebbe fatto talmente tanti soldi da diventare il miglior partito che lei potesse desiderare.
All'epoca era magazziniere anche Francesco, per volere del padre, il quale voleva che il suo primogenito facesse la sua gavetta partendo dal basso; alloggiava presso l'ambasciata italiana a New York ed era fidanzato con Linda, la figlia dell'ambasciatore Oscar De Angelis.
La giovane lo veniva a trovare spesso sul lavoro, come faceva Emma con Roberto, per questo i quattro divennero amici, e per un po' di tempo si trovarono bene, formando un bel gruppo di giovani entusiasti e spensierati; il loro idillio si interruppe il giorno in cui Roberto e Linda si innamorarono e scapparono a Las Vegas per sposarsi e tentare la fortuna al Casinò, dove vinsero un'ingente somma che permise loro di aprire un ristorante a Milano, sui Navigli, che chiamarono "L'ingrediente segreto"; poi però Linda morì, in circostanze su cui non fu mai fatta piena luce.
Per diverso tempo Emma seguì le gesta e i successi dell'ex fidanzato sui giornali, chiedendosi ogni volta se fosse il momento giusto per rientrare nella sua vita, trattenendosi sempre all'ultimo; quando lui si mise con Camilla Reggiani, lei capì di dover restare nell'ombra, a pianificare le prossime mosse, con la complicità di Francesco, che l'aveva ricontattata il giorno del funerale di Linda.
L'attentato ai danni di Roberto fu l'occasione per cominciare a mettere in atto il loro folle piano, che sarebbe stato una piccola parte del più grande progetto di Raffaele: l'uomo e suo figlio sarebbero entrati nel capitale de "L'ingrediente segreto" insieme alla Ferraro, e avrebbero spinto Adele Mainaghi e Andrea Del Bosco a fare scelte talmente sbagliate da metterli con le spalle al muro entro la fine dell'anno, di modo che non avessero alternativa che assistere alla demolizione del ristorante il 31 dicembre di quell'anno; prima di quella data Francesco avrebbe sedotto Camilla Reggiani per allontanarla da Roberto che, senza più né la sua attività né la sua fidanzata, sarebbe dovuto tornare per forza dalla Ferraro, l'unica disposta ad occuparsi di lui senza chiedere nulla in cambio.
Niente sarebbe dovuto andare storto, fino a quel giorno: bisognava solo assicurarsi che tutto procedesse senza intoppi.
《Non ti preoccupare, amore mio. Ti perdono per tutte le scelte che ti hanno allontanato da me, e allora saremo felici》sussurrò accarezzando la foto sull'articolo, quando bussarono alla porta.
《La colazione, signorina Ferraro!》annunciò la voce della cameriera.
《Avanti!》rispose Emma, affrettandosi a nascondere l'articolo.
***
Francesco Galiardi non aveva ancora avuto il tempo di portare dei fiori freschi sulla tomba di Linda De Angelis in Mainaghi, da quando era diventato socio de "L'ingrediente segreto".
Quel mattino aveva posto rimedio a questa sua dimenticanza mettendo un ricco bouquet sulla lapide dell'unica donna che avesse mai amato.
Era bella, in quella foto che Roberto aveva scelto al fine di immortalarla per l'eternità: aveva lunghi boccoli biondi elegantemente acconciati sotto il cappello a cloche celeste che le aveva regalato lui e che s'intonava perfettamente con i suoi occhi.
La ricordava ancora affacciata al terrazzo dell'ambasciata, mentre sorseggiava i suoi cocktail di metà mattina al sole; lui lavorava tanto, in quel periodo, per dimostrare a suo padre che era perfettamente in grado di fare la gavetta: in quei momenti lei lo prendeva in giro, gli diceva che doveva rilassarsi e sedersi vicino a lei a sorseggiare cocktail.
Non aveva la più pallida idea di cosa fosse la fatica, l'unico sforzo che aveva fatto era stato quello di nascere; era quanto di più diverso potesse esistere rispetto al giovane Galiardi, ma lui l'amava proprio per questo, e aveva continuato ad amarla anche dopo che era scappata con quell'avvoltoio di Roberto Mainaghi, che non aveva esitato a trascinarla in un folle matrimonio a Las Vegas e subito dopo in uno scriteriato giro di roulette per tentare quella fortuna di cui lei, sostanzialmente, non aveva nemmeno bisogno perché dalla vita aveva e avrebbe continuato ad avere tutto, se solo fosse rimasta a New York e fosse diventata la signora Galiardi.
Francesco sarebbe stato disposto anche a restare in America, per lei, ad allontanarsi da casa sua e a seguire gli affari di famiglia pur vivendo dall'altra parte dell'oceano.
Ma quella ragazza viziata e capricciosa aveva preferito la ruspante intraprendenza di Roberto ai buoni propositi di Francesco, ed era rimasta fregata dalla sua stessa scelta: Galiardi era profondamente convinto che ci fosse Mainaghi dietro la morte di Linda, per questo aveva mandato il malvivente Vito Lentini, amico d'infanzia del proprietario de "L'ingrediente segreto", a sparargli davanti al suo amato ristorante; metterlo temporaneamente all'angolo era stato fondamentale per dare inizio a tutta l'operazione.
《Mia amatissima Linda, ti prometto che quel cane di Mainaghi pagherà per ciò che ti ha fatto. Perderà ogni cosa, e tu avrai finalmente giustizia》promise sulla tomba della donna, prima di dirigersi a "L'ingrediente segreto".
***
Tancredi colse di sorpresa Sofia mentre stava tornando in cucina, facendola trasalire.
《Tancredi!》sobbalzò la giovane. 《Cosa ci fai qui?》chiese poi.
《Volevo vederti per invitarti in un posto unico...》esordì il ragazzo.
《Un posto unico?》domandò lei.
《Già. Il mio laboratorio artistico. Il luogo in cui sono davvero me stesso, in cui do libero sfogo alla mia passione》spiegò lui.
《Dipingi?》fece l'una.
《Dipingo, scolpisco, disegno... Tutto ciò che è ricollegabile all'arte!》esclamò l'altro entusiasta. 《Dai, andiamo...》disse poi, prendendola per mano.
《Non posso, sono in orario di lavoro...》protestò la prima.
《Dov'è la tua superiore?》chiese il secondo.
《Eccola lì》rispose la Veralli indicando la signorina Morin che prendeva le ordinazioni.
《Risolvo tutto io!》esclamò il giovane Galiardi, dirigendosi dalla capocameriera.
《Buongiorno, signorino Tancredi!》salutò educatamente la donna.
《Signorina Morin, vorrei chiederle se posso rubarle la signorina Veralli per un'oretta...》esordì il ragazzo.
《Veramente c'è molto lavoro...》replicò dubitante la Morin.
《Solo per un'oretta, poi gliela riporto》insistette il ragazzo.
《Va bene, ma solo per un'ora, non di più》concesse la capocameriera.
《Grazie!》esclamò Tancredi, tornando da Sofia.
《Allora?》domandò la ragazza.
《Ti ha dato il permesso per un'ora! Dai, sbrighiamoci...》fece il giovane, mentre uscivano dal ristorante.
Proprio in quel momento il ragionier Vespucci si avvicinò a Beatrice.
《Non avrebbe dovuto lasciarli andare》le disse.
《Perché no, ragioniere?》chiese giustamente la donna.
《Ci sono dei motivi per cui potrebbe essere sconveniente che la signorina Sofia e il signorino Tancredi si frequentino》rispose l'uomo.
《Sconveniente?》domandò lei.
《È una lunga storia che temo tornerà a galla, prima o poi...》sospirò il ragioniere, congedandosi.
***
Dalla porta di servizio di Villa Galiardi si accedeva al laboratorio artistico di Tancredi, che occupava una parte del seminterrato.
Il giovane fece andare avanti Sofia, poi accese la luce.
La Veralli si guardò intorno a bocca aperta: quel luogo era pieno di affreschi e statue, tutti rigorosamente di gusto neoclassico.
《Allora, che te ne pare?》chiese il ragazzo.
《È veramente meraviglioso!》esclamò lei.
《È il mio piccolo regno, tutti gli artisti ne hanno uno!》spiegò lui.
《E ti capita anche di dormire quaggiù?》domandò l'una, notando un lettino in fondo al laboratorio.
《Oh sì, spesso faccio le ore piccole appresso alle mie opere...》si affrettò a dire l'altro, per non dover ammettere che per quel lettino c'erano passate innumerevoli amanti, a partire da Grazia Vallesi, che Sofia conosceva da una vita.
《Anzi, voglio farti una proposta...》aggiunse poi, prendendole le mani.
《Quale proposta?》chiese emozionata la prima.
《Vorresti farmi da modella per la mia prossima opera? Sai, è una statua, e vorrei che somigliasse a te...》argomentò il secondo, galante.
Sofia esitò un attimo. Fare la modella avrebbe significato posare per Tancredi e passare molto tempo con lui da sola.
《Sì, mi piacerebbe tantissimo!》rispose. Tancredi l'amava, e qualunque iniziativa avessero preso, sarebbe stata giusta, se presa per amore.
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