𝓬𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 1
Il sole illuminava da poche ore il campo attorno a Hilversum, una piccola cittadina dell'Olanda Settentrionale, zona caratterizzata da brughiere rigogliose, piccoli paesini di campagna e laghi suggestivi, famosa per i suoi colori, espressi nei magnifici fiori che facevano capolino ad ogni angolo delle strade. Ancor più pittoreschi, se possibile, erano i campi che circondavano Hilversum: immense valli accoglienti con sporadici mulini e canali fittizi che punteggiavano l'infinita distesa di erbe e di fiori; numerosi greggi di pecore pascolavano sorvegliati dai loro pastori, svegli già a quell'ora; le pecore sembravano essere il riflesso terreno delle nuvole nel cielo, che era sempre di un colore vivido, anche d'inverno. La tranquillità di quelle terre si riversava sul paesaggio.
Si dia il caso che proprio in questo paesino abitassero due delle figure più illustri dell'Olanda del diciassettesimo secolo, e no, non si trattava di governanti o dittatori, ma di due semplici mercanti di fiori, padre e figlio. La loro fortuna iniziò con una passione molto antica che si tramandava da anni nella loro famiglia, avevano infatti una destrezza innata per la cura dei fiori, una creatività che era passata di sangue in sangue fino a maturare nel loro successo, stimato ovunque nei paesi limitrofi, tanto puro da non essere invidiato da nessuno; il loro era uno di quei lavori che aggiungeva bellezza al mondo, veramente impossibile augurargli il male. Avevano così raggiunto la fama di migliori mercanti della zona, tramite sacrifici e fatica, costruendo da soli il loro patrimonio.
Nelle immense distese, tagliate da piccoli corsi d'acqua, possiamo riconoscere subito la loro casa: era nel verde la macchia più intensa e colorata, saltava subito all'occhio essendo all'inizio della strada per raggiungere la cittadina, un po' lontana da quest'ultima. Era una modesta abitazione, costruita non molti anni addietro. Nonostante fosse piccola, i suoi colori accesi la rendevano fin troppo visibile. Era il rosso delle sue pareti a farla spiccare nel mezzo del campo, e non c'era persona che passasse di lì e non si fermasse ad ammirare quel loro grazioso capolavoro.
A pochi passi dalla tenuta, nascosto da alberi non troppo alti e di un verde incantevole, vi era un piccolo laghetto dove si poteva ammirare il riflesso di quello splendido paesaggio intriso di tulipani e colori che trasmetteva una vivace e piacevole serenità. Il pezzo forte della loro tenuta però, sovrastato da un maestoso mulino, era il personale campo di tulipani: i loro fiori crescevano rigogliosi da quasi mezzo secolo in quello stesso campo, che si espandeva di anno in anno, insieme al ricavato dei loro commerci e all'economia del paese, che in quegli anni si andava incrementando sempre più.
Eccoli lì: proprio in quel momento stavano aprendo la piccola porta di legno di betulla della loro casa, di buon'ora come sempre, per dirigersi nella piazza del paese, dove avrebbero esposto i loro tulipani.
Il signor Ruben e suo figlio Jeroen non si somigliavano per niente, Jeroen aveva preso molto dalla madre, soprattutto i lineamenti del volto, molto delicati, che si abbinavano a pennello all'eleganza dei suoi modi di fare, al contrario di quelli del padre, aspri e ben marcati che dipingevano alla perfezione un uomo all'apparenza rozzo ma nell'animo gentile. Probabilmente il figlio cercava di accentuare sempre di più queste differenze; ad esempio portava i capelli lunghi color biondo scuro, raccolti in un codino, mentre quelli del padre erano radi e leggermente brizzolati. L'unica cosa che rendeva riconoscibile la loro parentela erano gli occhi, di un verde iridescente, e se di per sé sono rari gli occhi di questo colore, i loro erano di una rarità impagabile. Seppure non fossero vividi come i loro, anche la mamma di Jeroen aveva gli occhi verdi, questi ultimi però non erano riusciti a vedere il figlioletto crescere, perché la vita era stata troppo ingiusta con la donna e l'aveva fatta spegnere troppo presto.
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Jeroen
Ruben, suo padre, vogliamo lasciarlo immaginare a voi...
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