Promettilo
<< Nate dai vieni! >>
<< Nate aiutami! >>
Le urla sono immense. Provengono dalla stanza di Beth. Salgo le scale e trovo mio padre che cerca di toccare mia sorella. Lo afferro per le spalle e mi ci butto sopra. Gli tolgo le mani davanti alla faccia per vederlo meglio.
Il viso di mio padre si tramuta nel mio come se mi vedessi allo specchio. Mi alzo preso alla sprovvista e quando cerco di consolare Beth trovo un altra persona che sta piangendo.
Allison mi guarda e mi urla che sono un mostro.
Mi sveglio di soprassalto, sono tutto sudato.
Mi torturo la faccia con le mani e dopo aver bevuto 4 birre decido di alzarmi dal divano per andare da lei. Devo vederla per sapere se sta bene.
Vado in bagno e cerco di calmare il mio respiro, mi guardo allo specchio e vedo l'orribile riflesso della mia immagine. Do un pugno sul lavandino, il dolore non riesco a sentirlo, sono anni che non riesco a provare emozioni.
Prendo la giacca e scendo cautalmente le scale.
Devo vederla. Adesso.
Prendo la mia moto e accelero a tutta velocità ad un certo punto mi fermo d'impatto, una macchina dietro di me mi sorpassa e l'uomo al volante mi fa vedere il suo dito medio.
Che si faccia i cazzi suoi. Voglio vederla certo ma non posso presentarmi così a casa sua e chiderle come sta, mi prenderebbe per uno stalker oltre ad essere un pazzo che stava per strangolarla.
Il suo sguardo è impresso ancora nella mia mente. Scuoto la testa e decido di arrivare davanti casa sua, dopo penserò ad una strategia. Quando arrivo passo ben 20 minuti andando avanti e indietro.
Getto un urlo di frustazione. Il telefono squilla. e quella tortura psichiatrica finisce momentaneamente. Adesso chi è? Zack!
<< Cosa vuoi? Non é giornata! >> rispondo alla chiamata nel solito modo: arrabbiato.
<< Cazzone non ti arrabbiare volevo solo dirti che non devi dimenticarti il colloquio con l'agente Blake. Due giorni fa te lo sei già dimenticato, questa volta non te la farà passare liscia se non ci vai >> mi raccomanda.
Stacco la chiamata. Non credo particolarmente in Dio, ma a quanto pare qualcuno o qualcosa esiste e vuole aiutarmi. Busso alla porta e mi apre una donna dai capelli spettinani e con gli occhi arrossati.
Sembra distrutta.
<< Oh tu devi essere Nate. Di solito è mio marito ad aprirti. Sta per arrivare tu puoi accomodarti nel suo ufficio >> mi dice. Chiude la porta dietro le mie spalle e inizia a salire a passo calmo le scale. Quella donna è distrutta.
Mi dirigo verso l'ufficio, tanto già so dove si trova. Quando apro la porta trovo Allison che sta sbirciando tra i documenti di suo padre.
Prima di dire qualcosa sporgo un occhio e mi rendo conto che è la cartella che riguarda il caso di Beth.
Sto per arrabbiarmi ma devo mantenere la calma. Zack e Brian hanno ragione, non devo avere problemi, prima o poi la polizia si stancherà di tutto questo e archivierà il caso; devo solo tenere duro e non rivelare niente.
<< Sai dovresti farti gli affari tuoi e non dovresti impicciarti delle cose di noi adulti >> proferisco con saccenteria. Lei alza la testa di soprassalto e mi guarda, anzi mi fissa incredula della mia presenza.
<< Hai solo 5 anni in più a me e poi questa è casa mia; sei tu che non dovresti essere qui >> ribatte con il mio stesso tono.
Pensavo che non avrebbe risposto.
Vuole giocare? Giochiamo.
<< Quei documenti dico che tuo padre vuole parlarmi >> inizio a camminare verso la sedia e mi ci sedio e appoggio i piedi sulla scrivania gettando le braccia dietro la mia nuca. Le sta andando il sangue alla testa. Sorrido vittorioso.
<< Quindi sono nel posto giusto e anche ben voluto mentre penso che tuo padre non sarebbe molto contentodi sapere che sua figlia frughi nelle sue cose >> continuo << Non pensi all sua reazione? Forse si arrabbierà? >>.
La vedo abbassare la testa.
<<< Almeno sarebbe qualcosa >> proferisce tutto con un fil di voce. La guardo con un sopracciglio alzato facendole capire il mio dubbio riguardo quelle parole.
<< Lui non da nessun segnale di vita nei miei confronti da quando Ben è morto >> dice.
Non me lo aspettavo. Fisso il vuoto e non so perché le parole mi escono così all'improvviso dalla mia bocca.
<< Conoscevo Ben >> alzo la testa e vedo che ho catturato la sua attenzione.
<< Davvero? >> bene e adesso che le dico?
Annuisco.
<< Ehh... >> continua . Vuole sapere di più. Intravedo la curiosità nei suoi occhi.
La porta si apre e vedo l'agente Blake che mi fissa. Allison non fa caso al suo sguardo omicida nei miei confronti.
<< Credo che tu debba andare. Io e tuo padre dobbiamo parlare >>
Lei esce con la testa bassa e noto che il padre non la degna di un saluto, neanche un cenno.
Poi sarei io lo squilibrato! Lei è tua figlia!
Si siede.
<< Che intendi fare? >> sbotta .Non lo seguo.
<< Non capisco cosa stia dicendo! >> dichiaro.
<< Vieni e vai qui quando ti piace. Quando vieni svii le mie domande come se non vorresti collaborare. Non credere che io sia stupido. Questo te lo lascio fare ma sta lontano da lei >> dice battendo le mani sulla scrivania e indicando la porta. Ah capisco adesso.
<< Sua figlia mi ha detto che non avete un buon rapporto. Credo che non le interessi se io... >> non mi lascia finire la frase che mi riprende.
<< Non sono fatto tuoi! Quello che succede tra me e mia figlia sono nostri problemi, e se noi li abbiamo sono per causa tua! >>
<< Colpa mia? È lei che allontana sua figlia e se lei vuole la mia compagnia sono disposto a sacrificarmi >> dico con un sorriso dipinto sulle labbra.
<< Non credo che mia figlia sarebbe tanto disposta a passare del tempo con te se sapesse che tu le hai ucciso il fratello. >>
Stringo i pugni. Non devo fare cazzate, non sa che è stato un incidente! Anzi lui non sa un emerito cazzo di tutta questa faccenda!
<< Devi starle lontano! >> mi ordina.
Abbasso la testa. Prendo dei respiri e solo dopo che le nocche riprendono il loro colorito capisco che mi sono calmato. Alzo la testa notando che mi sta fissando.
<< Promettilo >> mi ordina.
Apro la porta e la sbatto. Devo uscire da qui.
Chi si credere di essere?
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