Vaffanculo Zack!
<< Non mi convince per niente >> sbotta Jack entrando all'improvviso nel mio studio disturbando la mia telefonata con Hilary.
<< Ci sentiamo dopo >> dico a mia moglie che sbuffa irritata. Sa cosa stiamo passando con Nate, ma questa situazione la rende molto più irritabile e irascibile del solito.
<< Sempre quando ci sono io al telefono >> sbotta << Chi è che ci sta interrompendo? >> alzo gli occhi verso Jack che si sta torturando la faccia convinto, almeno tanto quanto me, che Nate si sia cacciato in un altro casino.
<< Tuo zio >> confermo.
<< Passamelo >> afferma con tono solenne. Il mio sguardo saette verso il diretto interessato che mi sta mimando qualcosa con la bocca: "Chi è?"
<< Hilary devo andare >> proferisco il nome di mia moglie per rispondere alla domanda di Jack, che al suo del nome della nipote sbianca e mi mima di non passargliela per nulla al mondo. Questa ragazza è riuscita a domare tutta la famiglia O'Connel, oltre al sottoscritto!
<< Senti testa di cazzo >> ok, adesso si è arrabbiata sul serio << dì a quello scansa fatiche di mio zio di tornarsene da dove sia venuto, che da quando è tornato mi dà solo fastidio! >> rido e Jack sembra aver capito che Hilary gli abbia affidato qualche nomignolo, perchè alza gli occhi al cielo.
<< Ti amo >> dico prima di salutarla.
<< Vaffanculo Zack! >> sbotta prima di interrompere la chiamata bruscamente.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro consapevole di averle chiesto di sposarla e sicuro, come se fosse quel giorno, che sapevo a cosa stessi andando incontro e a quante altre volte l'avrei fatto.
<< Dovresti portarla da uno strizza cervelli >> proferisce parola Jack.
<< Sai vero che tua nipote è una di quelli? >> chiedo << non le serve niente di tutto cio' >> affermo convinto.
<< Anche perché Hilary è sempre stata così di natura >> una voce cattura la nostra attenzione. Ci voltiamo entrambi verso la persona che ha proferito parola e notiamo Nate con in mano dei fascicoli. Avanza verso di noi e posa i documenti sotto il mio naso, per poi sedersi su una delle poltroncine di fronte alla mia scrivania e vicino a Jack, che sembra in collera con il nipote e alquanto irritato.
<< Prego >> dice Nate guardando lo zio << puoi parlare con Zack. Non sarò certo io ad interrompere la tua seduta quotidiana di lamentele verso il sottoscritto >> indica se stesso << fa come se io non ci fossi >> sorride beffardo poggiando i gomiti sulle ginocchia. Il suo sorriso mi riporta in mente la mia gioventù, del nostro affetto fraterno e della famiglia che ci siamo creati perché ne eravamo privi, io perchè non sono mai andato d'accordo con la mia e lui perché l'ha distrutta con le sue mani.
<< Muoviti >> canzona lo zio << anche perchè devo parlare anche io con lui >> indica me.
<< Cosa hai combinato? >> stringo la penna che ho in mano e digrigno i denti.
<< Calmati Orso Yoghi >> mi prende in giro << sono venuto a lamentarmi anche io >> alzo un sopracciglio << voglio che tu mi tolga Allison come segretaria personale >> sbotta irritato. Rido.
Ormai sono due settimane che Allison si sta occupando personalmente di Nate e ha lasciato che Betty diventasse la segretaria di Tom. Due intere settimane che Allison lo riprende per i suoi modi bruschi, che lo sveglia la mattina presto e lo trascina in ufficio, che gli fa svolgere i compiti del giorno e che lo canzona continuamente di come ha perso la sua grinta.
<< Non c'è niente da ridere >> mi rimprovera.
<< Che c'è O'Connel? Hai perso la tua grinta? >> marco le ultime parole per riprendere una delle solite frase che Allison gli dice.
Inizia a farsi cupo.
<< Jack sarà meglio che io vada >> si alza e ci lascia da soli nel nostro silenzio. Sento il respiro di Nate regolarizzarsi, le mani strette in un pugno ritornano a penzolare ai lati della poltrona e finalmente i suoi occhi incontrano i miei.
Lo sguardo tormentato del mio amico mi riporta a 20 anni indietro, quando Nate non riusciva a capire cosa lo tormentasse così tanto come lo sguardo di Allison che indagava sul suo passato.
Si alza si scatto interrompendo io nostro contatto visivo, di impulso imito il suo gesto alzandomi a mia volta. Lo seguo con lo sguardo mentre si avvicina alla porta del mio ufficio, abbassa la maniglia e fa per uscire, non prima di avermi detto << Zack >> mi richiama << in nome della nostra amicizia >> mi guarda negli occhi e scorgo in essi un barlume di fiducia e rispetto per quello che abbiamo passato << ti prego >> e sparisce via.
L'ultimo sguardo e il tono della sua voce mi fanno pensare che Nate abbia intuito i miei sospetti, sa che io lo conosco e vuole frenare la mia volontà di aiutarlo, ma non ci riesco. Lui è tutto cio' che ho di più caro, la mia famiglia che mi collega al mio passato, che mi ricorda il mio giuramento verso la mia nuova famiglia: essere un buon marito e un modello di esempio per Stefan.
Lo sguardo di Nate mi affolla i pensieri fin verso il tragitto di ritorno a casa, quando ormai il lavoro è concluso e Hilary mi sta di fronte cercando di spiegarmi qualcosa. La fisso mentre la sua bocca si muove, il suo petto si inalza e si abbassa per la velocità con cui sta proferendo le parole, ma di cui io non ho afferrato nessun concetto. Sono troppo preso dai miei pensieri, Nate è un tormento continuo. Forse perchè mi sento finalmente realizzato, vorrei che anche il mio amico trovasse la felicità. Il suo sguardo mi rende consapevole dei miei dubbi, che forse non sono così tanto insensati e se ... ? Se Nate mi avesse chiesto aiuto in tutto questo tempo attraverso i suoi gesti e io non me ne fossi mai reso conto? Forse a modo suo ... mi sta chiedendo aiuto?
<< Zack mi hai ascoltato?! >> sbotta Hilary sbattendo i pugni sul tavolo facendo ribaltare il contenuto della mia camomilla.
<< Scusa tesoro e che sai... Nate e tutta questa storia, davvero puoi ripet.. >> mi blocco.
<< Sono incinta! >> urla.
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