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Troppo incasinati

Non riesco a togliermi dalla mente il suo sguardo, mi ricorda quello di mio fratello Ben.

Anche i suoi occhi erano cosí profondi come un abisso, ma non lasciava mai traspirare nessuna emozione proprio come quella sera.

Stava per aprire la porta per andare via, toccò la sua giacca per controllare dove fossero le chiavi ma non le trovò.Le avevo io.
Non volevo che disubbidisse a papà, l'avrebbe chiuso in camera sua per molto tempo.

Cercò da tutte le parti finchè non mi vide in cima alle scale e mi fece segno di scendere giù per non svegliare i nostri genitori.

Arrivai alla fine delle scale e mi sedetti.

Lui mi guardò dall'alto abbassando la testa e io alzai la mia.

Mi persi nei suoi occhi.

Ho sempre avuto la curiosità di poter leggere le persone attraverso gli occhi, ma non ci sono mai riuscita. Quella notte c'erano troppe emozioni nell'aria, forse avrei potuto leggere in lui paura?tristezza?

Non so cosa provasse mio fratello nei confronti di mio padre, ma non andavano d'accordo.

Hilary mi scuote dai miei pensieri per avvisarmi che la professoressa di matematica sta passando tra i banchi per consegnare i compiti. Non me la cavo male in matematica e ho anche qualche credito in più per aver aiutato alcuni studenti in questa materia.

La campanella suona e mi alzo per dirigermi in bagno.
Hilary mi ferma afferrandomi il polso.
<< Dove vai? >> mi chiede preoccupata per me. Oggi ho la testa tra le nuvole e non riesco a mettere fine a questo mio stato di trance.

<< In bagno >> le rispondo velocemente.
<< Allora vengo con te >> annuncia cercando di seguirmi.
<< No no >> cero di fermarla.
<< Perché? >> chiede lei alzando un sopracciglio.
<< Voglio rimanere un po' da sola >> cerco di sviare il suo tentativo di seguirmi dicendole la verità.

Corro subito in bagno lasciando lì in mezzo al corridoio la mia migliore amica, l'unica persona al mondo che si preoccupa per me.

Mi posiziono davanti allo specchio concentrandomi sul mio riflesso: occhi chiari dove le sfumature azzurre si incontrano con quelle verdi, lunghi capelli ricci di un castano chiaro simile alle nocciole.

Non ho niente di speciale eppure tutti vedono in me la luce, ma si sbagliano.

Voglio aiuatre le persone forse per il senso di colpa verso mio fratello.
Non ho saputo aiutarlo quella sera, ma forse prima di aiutare gli altri devo aiutare me stessa ad andare avanti.
Ogni tanto mi tormento con la storia di Ben e lo sogno spesso che mi rimprova.

Forse ce l'ha con me, ma non sapevo cosa fare.
Volevo che fosse felice.

Cerco di smettere di tormentarmi da sola con i miei pensieri. Prendo la mia borsa dirigendomi verso l'uscita, non voglio più assillarmi con questi pensieri.

Mi dirigo verso il mio armadietto per prelevare il libro di storia per la lezione successiva, mentre lo estraggo dall'armadietto cade qualcosa a terra: il diario di mio fratello.

È l'unica cosa che ho saputo prendere dalla stanza di Ben. Sono esattamente due anni che nessuno ci entra, al di fuori dellla domestica per le pulizie.

Lei è l'unica ad avere la chiave. Nessuno ha voluto farne una copia per evitare di entrarci ed essere sommerso dai ricordi.

Lo poso subito e a testa bassa vado verso il corso di storia. Svolto l'angolo e all'istante vengo spinta con le spalle contro gli armadietti.

Il freddo del metallo si fa sentire e anche il dolore.

Alzo la testa e il libro mi cade di mano per lo stupore. Gli occhi azzurro ghiaccio, che tormentano i miei incubi, adesso sono davvero vicini e voglio provare a scavarci dentro.

Desidero vedere cosa nascondono.

Il possessore di quegli occhi mi blocca contro gli armadietti facendo pressione sulla mia spalla. La sua mano percorre il mio collo accarezzandolo finché non si ferma dove inizia a fare una piccola pressione.

Fa un po' male, ma io sono intenta a guardarlo nei suoi occhi.

Il dolore scompare e viene rimpiazziato dal rumore assordante dei suoi pugni che vengono sbattuti contro la superficie degli armadietti ai lati del mio viso.

Chiudo gli occhi e quando li riapro lui è distante.
Brian l'ha spinto via da me.

<< Che ti prende? Vuoi avere problemi? >> sbotta il ragazzo dai capelli scuri: Brian.

Nate inizia a guardarmi e va via.

Brian raccoglie il mio libro e me lo porge.

<< Non fa sempre così >> cerca di difendere Nate, ma non deve. Capisco cosa ci si prova perdere qualcuno che sia ama.

Annuisco afferrando il mio libro.
<< Non credo sia così >> mi pento non appena quelle parole lasciando la mia bocca. Hilary mi ha detto di non immischiarmi ma è stato più forte di me.

Inizialmente sembra turbando, ma poi mi sorride

<< Cosa l'ha portato ad arrivare a questo punto? >> chiedo curiosa. Questa mia curiosità sarà la mia più grande rovina.

<< E se fosse realmente così? >> cerca di cambiare discorso con un altra domanda?

<< Ognuno ha una parte oscura dentro di se ma anche una parte immersa nella luce. Sono gli avvenimenti che fanno emergere una delle due parti. Quindi cosa l'ha portato ad essere così? >> chiedo di nuovo un po' irritata per il suo intendo di cambiare discorso. Se non vuole dirmelo non c'è bisogno che usi giri di parole.

<< Amava la sorella alla follia >> è l'unica cosa che riesce a dirmi prima che la campanella metta fine a questa conversazione.

Brian mi saluta con un cenno della testa mentre io entro nel corso di storia. Lo vedo seduto lì come sempre, ma questa volta il posto della sorella è vuoto affianco a lui.

Prendo tutto il mio coraggio e mi siedo occupando quel posto catturando il suo sguardo che , non appena si posa su di me, si indurisce.

<< Togliti di qui >> mi ordina Nate ringhiando sotto voce, come se volesse evitare altri guai.
Stringe la matita nelle sue mani, noto la rabbia bollire in lui, le vene del suo collo mi stanno sussurrando di correre via perché sta per scoppiare.

<< Conoscevo Beth ed era davvero meravigliosa >> cerco di avere una conversazione con lui per poterlo conoscere meglio.

<< Non parlare di lei >> ordina di nuovo, ma questa volta il tono di voce è più rigido e anche un po' alterato.

Stringe i pugni sul banco e guarda fisso davanti a se, voglio aiutarlo per fargli capire che non è solo.
<< So come ci si sente quando si perdere qualcuno a cui tieni. Io ho perso mio fratello, si chiamava Ben ed è morto mentre andava ad una festa. Stava ... >> cerco di parlare ma lui si alza in piedi

<< Ho detto vattene via! >> urla rovesciando il banco per poi fissare me pronto a scaraventarmi  a terra.

La professoressa vede la scene e lo rimprovera cacciandolo via dalla classe.

Io mi alzo a malapena e, un po' stordita ,vado in infermieria.

Ho sbattuto la testa e ho un piccolo taglio sulla guancia. L'infermiere mi dà del ghiaccio per evitare il bernoccolo che minaccia di uscire.
La porta si apre ed entra un Hilary al quanto arrabbiata, avrà saputo della caduta.

<< Quante volte ti ho detto ti stare lontana dai guai? >> mi rimprovera.

<< Non ho fatto niente. Calmati! >> mi difendo.
<< Ti conosco e hai fatto qualcosa a Nate. >> afferma.

<< Ho cercato solo di leggerlo negli occhi come provavo con Ben e .. >>

<< Cosa?! Nate è una persona che vuole stare da sola e non vuole essere capita. Perchè ti ostini tanto a voler aiutare le persone? >> dice con tono esasperato.

Mi alzo dalla sedia.
<< Perché forse posso alleviare il dolore di Ben >> sbotto, so che non ha tutti i torti ma cerco di difendermi.

<< Ben è andato via 2 anni fa. Sarà da qualche parte a spassarsela con qualcuno andando nei locali, bevendo e facendo chissà cosa. >> dice Hilary non preoccupandosi di nulla.

<< Non dirmi che anche tu credi alla storia dei giornali? Mio fratello non è scappato di casa e non è scomparso. È morto! >> cerco di proteggere la mia ipotesi.

<< Non è morto! È vivo e se davvero lo fosse sarebbe stato meglio che fossi morta tu al suo posto. Forse i tuoi genitori soffrirebbero di meno e io non avrei dovuto badare a te e alla tua testa incasinata. >> afferma ringhiando.

Rimango a guardarla sbalordita alla sua affermazione, m cerco di raccogliere tutto il dolore per lasciare uscire la rabbia.

<< Non ho chiesto di farmi da babysitter. Per me puoi anche fare quello che vuoi. Niente ti obbliga a starmi vicino. >> sbotto per poi andare via.
Non voglio sentirla parlare ancora.

Mi rifugio nel giardino posteriore della scuola, vicino al bosco. Lì c'e una piccola capanna. Ben la costruì per metterci un letto quando avrebbe voluto saltare qualche ora per dormire un po'.

Non entro anche se sono tentata, ma mi siedo all'ingresso.Passano minuti che sembrano ore e  alla fine decido di alzarmi.

Quando passo per il corridoio per prendere il libro di arte e il blocco da disegno sento delle voci.

Mi dirigo verso la fine del corridoio e noto Hilary parlare con un ragazzo che non riesco a vedere perchè è di spalle.

Ascolto.

<< Riporta al tuo amico di star lontano da lei.È fatta così vuole conoscere le persone e se Nate vuole restare nell'ombra bisogna che stia alla larga da Allison! >> sbotta contro il ragazzo.

<< Calmati Hilary. Nate non l'ha voluto fare apposta. Si sente in colpa e io lo conosco. Sono il suo migliore amico >> afferma.

<< Appunto senti il bisogno di difenderlo, anche se sai che ha sbagliato. Perché non riconosci il suo sbaglio? >> chiede frustrata.

<< Perché lui agisce senza pensarci >> lo difende.

<< Allora avverto te. Deve starle lontano altrimenti avvertirò suo padre. Un poliziotto, che guarda caso è lo stesso che indaga da anni sulla morte di sua sorella e dei suoi genitori. >> dichiara prima di voltare le spalle al ragazzo ed andar via.

Il ragazzo si gira verso la mia direzione riuscendo finalmente a vedere il suo volto.
<< Non è bello origliare le conversazioni sai? >> mi rimprovera Zack.

<< Scusa non volevo. >> mi difendo.

<< Allison lo chiedo a te perchè Nate non mi darà ascolto >> dice con tono dolce guardandomi << Stagli lontano >> mi ordina.

<< Perché? >>

<< È troppo incasinato >> dichiara cercando di mettermi in guardia.

<< Allora siamo in due, Zack >> affermo notando la sua espressione accigliata.

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