Scusa
Mi tolgo i miei indumenti per indossare il vestito bianco, voglio sentirmi come Beth quella sera, bella e spensierata e amata dal padre. Lei aveva un rapporto diverso con i suoi familiari.
Lo indosso e mi va a pennello, metto anche le scarpe argento come il nastro. Non sciolgo mai i capelli ma voglio ricordare lei. Tolgo l'elastico e i capelli ricci e lunghi mi ricadono sulle spalle, mi posiziono davanti al grande specchio dell'armadio e fisso il mio riflesso. Occhi contornati da profonde occhiaie per il sonno perso, labbra rosse e screpolate per il freddo, capelli spettinati, guance rosee e pelle chiara e pallida per il freddo.
Sto gelando adesso con indosso solo questo vestito, inizio a scaldarmi strofinando le mani sulle braccia e poi sui polsi.
Ahi! I lividi fanno davvero male.
Ha usato tutta la sua forza contro di me, mi sono innamorata di una persona che ha cercato di farmi del male, ma io vedo del buono in lui.
È diventato così per Beth. È spezzato dentro come io lo sono per Ben.
Mi manca e so che anche a lui manca sua sorella. I miei pensieri vengono interrotti dalla porta d'ingresso che sbatte e dal rumore di passi che si fanno pesanti sempre più vicini.
Mi giro di scatto e la porta della stanza viene aperta.
"Che ci fai tu qui?!" Mi sbraita contro.
"Scusa Nate. Sono qui perchè mi manchi!"ammetto in imbrazzo.
Avanza verso di me, non chiudo gli occhi per dimostrargli che non ho paura di lui. Io amo tutte le sue sfumature.
Eccolo è vicino, prendo un respiro profondo per calmare la mia agitazione per quello che succederà dopo e quando mi abbraccia forte rimango sbigottita. Il suo corpo si incastra con il mio alla perfezione, il suo petto preme contro il mio, la mia testa è nell'incavo del suo collo e inalo il suo profumo. Le sue mani mi accarezzano la schiena, quando si allontana da me mi da un bacio sulla fronte.
"Non avrei mai voluto comportarmi con te in quel modo" dice dispiciuto e abbassa la testa.
Io gliela rialzo e gli sorrido.
Mi guarda dall'alto in basso.
"Mi ricordo di quel vestito " ammette "era il ballo di inizio anno. Mia sorella era emozionata ad andarci" continua.
"Tu no?"Gli chiedo.
"No. Già non scorreva buon sangue tra me e la mia famiglia"
Mi irrigidisco perchè lui per la prima volta mi parla della sua famiglia.
"Sai quella sera anche se ero arrbbiata ti ho notata" sorrido "eri bellissima con il vestito beije e la tua solita coda di cavallo" si avvicina di nuovo "Ti avevo già notato" ammette.
Mi guarda dall'alto in basso con un piccolo sorriso.
"Questo vestito ti sta d'incanto" ammette e mi fa arrossire.
"Non sei arrabbiato che io sia venuta qui e abbia preso le cose di Beth senza il tuo permesso?" Scuote la testa.
"Non ha più importanza ormai"
Annuisco.
"Questo è un rifugio per me Nate" ammetto.
"E tu sei la benvenuta quando vorrai. Se litigherai con Hilary o con i tuoi genitori potrai venire qui. Qualsiasi cosa anche se succederà qualcosa tra me e te. Questa adesso è la tua stanza"
Gli sorrido e lo abbraccio di nuovo.
"Allora avevo pensato di andare a mangire qualcosa ma prima devo prendere una cosa"
Guarda me "mi accompagni?" Chiede dolcemente.
Annuisco.
"Ma prima cambiati!" mi rimprovera.
"Come non ero stupenda con questo vestito?" dico mettendomi in posa.
"Certo che lo sei" esclama " ma fuori fa freddo e non voglio che diventi un surgelato" rido e lui con me. Mi mancava stare insieme a lui anche se non ci conosciamo del tutto.
Non riesco a fermarmi, sto ridendo continuamente così decido di mettere una mano davanti alla bocca per fermare le risate, ma niente! Questa scena fa ridere anche Nate e mi scalda il cuore vederlo così spensierato, ma ad un certo punto di incupisce e diventa serio. Che ha?
Vedere la sua faccia così seria mi porta ai vecchi ricordi, cerco di calmarmi ma risulta difficile quando si avvicina a me con due grandi falcate e mi afferrale mani.
Mi accarezza i palmi per poi girarli, abbassa la testa non appena nota i segni violacei sul mio corpo, ma io non ci do troppo peso ... sono intenta a cercare i suoi occhi.
Quando alzò la testa noto paura e dispiacere nel suo sguardo, istintivamente abbasso la testa. I polsi violacei erano lì ben scoperti, me n'ero proprio dimenticata e sapere che gli provocano tutto questo dolore mi lacera dentro. Tolgo le mani dalle sue mentre lui rimane per un po' a guardare un punto fisso dietro di me, cerco di accarezzargli il volto ma lui mi blocca spostandosi da me.
"Nate non è niente" lo rassicuro.
"Sono stato io vero?" Mi domanda con tono sconvolto.Annuisco.
"Non ci pensare. Non è niente di che!" cerco di sviare la conversazione.
"Niente di che? Allison ti ho fatto del male e, se non fosse stato per Zack e gli altri, non so cosa avrei potuto farti quel giorno da tuo padre." Mi confessa. Si siede sul letto della sorella prendendosi la testa fra le mani intendo a fissare le sue scarpe. Mi inginocchio davanti a lui per sollervargli la testa in modo che possa guardarmi.
"Non mi avresti fatto niente Nate, lo so. Io mi fido di te come di nessuno altro. Sei entrato nella mia vita come un fulmine che colpisce un albero. Tu hai colpito me e con te riesco a vivere nel mondo della realtà perchè tu riesci ad alleviare ogni mio peso che porto con me"
Mi prende le mani e mi tocca i polsi.
"Sono dannoso per te. Potrei farti del male. Tutti gudicheranno. Sai cosa pensano di me" afferma non guardandomi negli occhi.
Cerco un contatto visivo.
"Nate guardami!" Gli ordino.
Lui alza la testa, ma fissa un punto fisso dietro di me. No no no!Deve guardarmi come voglio io.
"Voglio che mi guardi negli occhi!" Affermo
Lui sorride e mi guarda.
Mi fissa e non abbassa la testa. Cerca nei miei occhi come io cerco nei suoi.
"Qualche giorno fa non me lo avresti lasciato fare" confermo sorridendo e anche lui .
"Nate io voglio restarti vicina, non voglio andare via come gli altri!"alza la testa di scatto, lascia il letto mentre io mi alzo dalle mie ginocchia.
"Che ne sai?" Mi domanda rabbioso.
Non dovrei dirglielo ma non posso mentrigli di nuovo.
"Liam" dico con voce flebile.
Da un pugno sulla scrivani di legno, prende ogni cassetto e lo rovescia contro il muro.
Il contenuto cade a terra e con esso anche i pezzi distrutti di ogni cassetto, ho paura ma cerco di avvicinarmi.
"Nate..." Cerco di parlare ma lui mi spinge con forza.
Ah che dolore.
Le mie spalle vanno ad urtare contro il muro e a causa del dolore inizio a scivolare lentamente giù finchè le ginocchia non arrivano al mio mento. Apro gli occhi e me lo ritrovo davanti preoccupato.
Gli accarezzo il viso, chiude gli occhi a quel contatto, cerco di baciarlo ma si allontana.
"Scusa" dice "non meriti un incubo come me" continua "sei speciale Allison, hai avuto giá troppa oscuritá da combattere. Le mie tenebre sono profonde e io ci convivo. Non voglio che tu le condivida con me" dice e una volta finito il suo discorso va via. Non esce solamente dalla stanza ma anche dalla mia vita.
Non vuole farne parte, anche se io lo desidero così tanto.
Lui è l'incubo che ho desiderato.
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