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L'inizio

P.S. Volevo informarvi che nell'ultimo capitolo troverete il trailer della storia.
Spero vi piaccia e buona lettura.

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La pioggia scende come tante piccole gocce d'acqua che, una volta a contatto con l'asfalto, spariscono per sempre lasciando un turbine di emozioni che divorano l'animo di chi la guarda.

Tristezza e angoscia. Queste due emozioni prendono possesso del nostro corpo divorandolo, ma io non la vedo così. Tutti dicono che vedo il bene in tutto, ma non è vero! Cerco di non entrare in un mondo che non possa farmi soffrire, non voglio essere catapultata nella realtà, preferisco stare ancora nel mio mondo dove ogni cosa sembra giusta, così da non portare un peso sempre con me.

Questa barriera che mi sono creata mi aiuta a non soffrire per mia madre, che piange continuamente per la perdita di mio fratello: Ben.

Quanto mi manca! Non avrei dovuto aiutarlo ad andare via quella notte.

Sarebbe dovuto restare qui in punizione, ma invece il destino aveva già deciso che non avrebbe più fatto ritorno a casa quella notte.

Tutti i giornali continuano ad affermare la sua scomparsa e, per un periodo di tempo, ci ho creduto davvero, anche se nel profondo del mio animo ho sempre sospettato che ci fosse qualcosa in più al di là delle solite chiacchiere: lui è morto.

Mi ha lasciata da sola, altrimenti questo vuoto dentro me non mi starebbe divorando e io non avrei bisogno di vivere in un mondo che sia in grado di portarmi lontano dalla sofferenza.

Ognuno affronta a modo suo il suo vortice di emozioni fatto di paura e risentimento.

Mio padre ha cercato di affogare il dispiacere nel lavoro.Tornava a casa sempre più tardi e a volte ubriaco.

Una sera tornò talmente tardi e aveva talmente bevuto che non riusciva a salire le scale.

Fece così tanto rumore che mi svegliai, andai di sotto e lo vidi intento a salire le scale, ma con scarso risultato. Decisi di aiutarlo, lo feci appoggiare a me, ma lui non volle.

Ripeteva che poteva riuscirci da solo.
Sarebbe andato avanti senza di me.

Non capivo cosa intendesse, ma quando pronunciò il nome di mio fratello capii che era il senso di colpa che aveva preso il sopravvento.

Mi diede uno schiaffo e mi rimproverò.
Poco dopo riuscì a mettere a fuoco il mio viso.

Si scusò e uscii di casa.
Tornò il giorno dopo a pranzo.

Quando andai in cucina per aiutare mia madre lo vidi che stava seduto a tavola.

Lo salutai.

Lui alzò lo sguardo e quella fu l'ultima volta che mio padre mi guardò negli occhi.
Aveva il rimorso anche con me.

Sono ormai due anni che Ben è morto e lui non mi rivolge neanche più la parola.
È brutto avere un genitore in casa che non riesce a guardarti in faccia a tal punto da non rivolgerti neanche la parola.

Amo vivere nella luce.
Odio il buio.

Sono due delle mie caratteristiche principiali che sono in costante lotta tra di loro per la completa possessione del mio corpo.

La porta si apre rivelandomi un Hilary al quanto arrabbiata. Lei è la mia migliore amica, un grande affetto ci accomuna. Hilary non riesce mai a dimostrarlo ma so che mi ama come una sorella, sono l'unica famiglia che ha anche se vive con sua madre in un quartiere poco raccomandato di Londra.

La sua famiglia si compone di due membri: lei e sua madre che fa la cameriera in una piccola tavola calda per pagare le bollete e riuscire ad arrivare alla fine del mese.

Mantenersi ai giorni d'oggi è molto difficile ed è per questo che anche Hilary lavora per poter andare a scuola.

Lavora da quando aveva 14 anni in una ferramenta non molto lontana da casa mia e lo so perchè qualche volta l'ho sostituita per alcuni turni.

Jack è un bravo capo e quando Hilary ha bisogno di un giorno di vacanza non la lascia mai delusa.

È come un padre per lei.
Il padre che non ha mai avuto.

<< Ti sto mandando messaggi da molto tempo, perché non mi rispondi? >> mi chiede con un pizzico di irritazione nella voce.

Guardo la sua figura per poi distogliere lo sguardo ritornando a fissare il punto precedente.

<< Mi sono incantata nel guardare la pioggia >> affermo cercando di difendermi dal mio solito atteggiamento passivo nei confronti del mondo.

Lei sospira affranta perchè conosce ogni mia piccola sfumatura e sa che ,quando mi trovo vicino alla finestra della mia stanza, penso a molte cose:

A lei che è sola e che cerco di proterggerla.
A Ben.
A mia madre.
A mio padre e a quella sera.
Al mio mondo.
Alla realtà .

Si siede di fronte a me guardandomi con i suoi grandi occhi color caramello che ho sempre tanto invidiato.

<< Adesso ritorna in te e alziamoci >> mi incita << Dobbiamo andare a scuola >> ordina con tono dolce.

La scuola? Tutti la definirebbero l'inferno, ma per me è l'inferno del mio paradiso. Un posto dove non penso a niente  e sono una normale ragazza di 17 anni.

<< Allison se non torni in te ti butto dalla finestra >> mi avvisa alterando il suo tono di voce.

Rido e mi alzo diretta a prendere il mio zaino per poi dirigermi, insieme alla mia migliore amica, verso le scale.

<< Buongiorno signore Blake >>
Le parole di Hilary arrivano al mio orecchio come un'allarme. D'istinto alzo la testa e cerco lo sguardo di mio padre, che mi nega lasciandomi lì immobile mentre sale le scale.

Rimango ferma, i miei piedi sembrano essere diventati di piombo. Hilary sembra percepire il mio malessere, inizialmente sembra tentennare su cosa fare ma poi il suo spirito guerriero reagisce.
<< Dai andiamo! >> dice Hilary e, strappandomi alla solita situazione che si crea tra me e mio padre, mi riporta al mio spiraglio di luce che, io stessa per sopravvivenza, ho creato.

Mi prende la mano e ci dirigiamo verso scuola.

Quando arriviamo la campanella deve ancora suonare e quindi rimaniamo un po' nel giardino. Attraversiamo la grande distesa di verde che circonda la nostra scuola dirigendoci verso la quercia che cresce lì vicino da cui si puo' ammirare l'intero edificio e cio' che lo circonda, come i ragazzi e le ragazze che affrontano la loro vita.

Ho imparato che il corpo cerca di darci dei segnali.

Chi urla aiuto.
Chi cerca attenzione.
Chi come me cerca amore.

<< Sempre la stessa storia >> commenta Hilary ad alta voce.
<< Cosa? >> dico cercando di dare meno importanza ai miei pensieri.
<< Spettegolano ancora della morte di Beth >> mi spiega.

La conoscevo. Beth era una povera ragazza che ha dovuto affrontare la fine della sua vita un po' troppo presto.
La conoscevo, anche se non ho mai instaurato un rapporto di amicizia con lei, perchè frequentava il mio corso di storia.

Era davvero simpatica.

<< Mi dispiace che sia morta >> dico dando voce alla mia compassione.

<< La polizia crede che sia stato il fratello, ma tutti noi della scuola sospettiamo che sia stato Brian >> specifica Hilary cercando con gli occhi il diretto interessato.

<< Solo perché Brian la torturava e la prendeva in giro non significa che abbia provocato la sua morte >> ribatto con una punta di rabbia nella mia voce.
Odio quando si saltano a conclusioni affrettate senza avere delle vere prove.

<< Solo perché sono la tua migliore amica non significa che non voglia strangolarti con le mie mani quando vedi tutto con positività >> ribatte lei con tono cantilenante.

Accenno un sorriso e inizio a guardare davanti a me.

I miei occhi cadono su un ragazzo alto, biondino e con gli occhi color oceano che risaltano ancora di più grazie al suo abbigliamento nero e al piccolo piercing che porta sul labbro.

<< Il fratello non ha detto niente riguardo alle denunce? >> chiedo senza distogliere lo sguardo dal ragazzo.

<< Più volte ha detto che lui non avrebbe mai toccato la sorella >> risponde.

<< Non ha mai accennato alla sua famiglia? >> chiedo ancora. La mia curiosità sembra non avere un limite oggi.

Hilary ferma il discorso per scoprire cosa abbia catturato il mio sguardo, quando scopre l'oggetto del mio interesse diventa una madre super protettiva.

<< Nate è un ragazzo solitario Allison! Non ama la compagnia. Ama stare rinchiuso nella sua oscurità >> afferma Hilary capendo che se non riuscirà a mettere in guardia la mia stessa curiosità, non riuscirà neanche con me nel suo intento.

Lo guardo.

È appoggiato alla colonna principale con una spalla, la testa abbassata e il ciuffo alzato intento a guardare i suoi piedi incrociati, ma dopo poco alza la testa di scatto come se avesse percepito qualcosa intorno a se.

Guarda me.
Ha intuito il mio sguardo su di lui.

Lo fisso bene.

Voglio capire cosa tutti abbiano contro di lui.

Mi fissa.

Mi sfida con lo sguardo.

Lo distoglie perché la sua attenzione viene catturata da Brian che lo richiama dicendogli qualcosa all'orecchio che fa annuire Nate.

Dopo poco la sua attenzione torna su di me rivolgendomi un ultimo sguardo di sfida e di avvertenza, che io lascio in secondo piano.

Dopo l'ultima occhiata va via e io dal quel momento ho capito che sarebbe arrivato l'inizio.

#SPAZIOAUTRICE
Allison e Nate ci fanno sognare. Spero che la storia vi piaccia e vorrei sapere cosa ne pensate.
Tra Allison e Nate cosa succederà??
Aspetto vostri commenti!!
Grazie a tutti

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