Ben
Mi fa male il fondoschiena.
La botta che ho preso ieri mi avrà provocato un livido enorme.
Vado in bagno per controllarmi allo specchio e ho un livido enorme; non riesco neanche a sedermi.
Forse dovrei andare in ospedale per chiedere qualcosa da poter metterci sopra e assicurarmi che non sia niente di grave.
Torno nella mia stanza e vedo Zack a torso nudo dormire beatamente abbracciato al cuscino su qui stavo dormendo.
La sua testa ci è appoggiata sopra e respira profondamente per memorizzare il mio profumo.
Forse dovrei approfittare di questo momento in cui tutti dormono per andare a fare un controllo in ospedale senza che qualcuno se ne accorga.
Posso prendere l'auto di Zack; ho visto le chiavi sul comodino.
Mi vesto e una volta presa le chiavi scendo le scale di fretta e furia e esco fuori casa con la stessa velocitá impercettibile di un lampo.
Mentre guido penso alla situazione strana di ieri.
Chi avrebbe mai detto che sarei riuscita a dire quelle parole a Zack e che in quel preciso momento??
La situazione non era delle migliori, ma sicuramente era indimenticabile.
Credo he Zack non lo dimenticherà mai quando gli ho detto Ti amo, e neanche Tom.
L'espressione che aveva assunto quando l'ho detto e le risate che sono stata in grado di suscitargli si sono estese per tutta la casa.
Zack era dolce e mi abbracciava.
Non voleva che rovinassi il momento dando troppo peso a Tom; inoltre voleva evitare che facessi qualcosa a Tom che in seguito me ne sarei potuta pentire.
Certo che la situazione è stata davvero buffa.
Chi avrebbe mai detto che dire quelle due parole mi avrebbe portato ad andare all'ospedale??
Quando cerco di alzarmi dal sedile dell'auto sento la mia schiena scricchiolare.
Odio l'amore.
Chiudo l'auto e mi dirigo all'ingresso dell'ospedale.
Mi stringo nella giacca.
Ho freddo perchè questo posto mi ricorda cio' che ho visto.
Chissà se sono ancora qui!
Mi dirigo verso il bacone dove un'infermiera mi accoglie con un sorriso enorme.
"Salve dovrei consultare un medico" dichiara.
"Cognome?" Chiede "O'Connel" rispondo.
Controlla sul registro che ha tra le mani.
"Ha una prenotazione?" Domanda.
Alza gli occhiali per guardarmi dritto negli occhi.
"No" dichiaro.
"Ah" dice " deve vedere se il dottor Morrins è ancora in servizio" dice " sarebbe dovuto uscire a momenti" dichiara " puo' controllare lei stessa nella stata in fondo al corridoio" conclude il discorso indicandomi con un dito la porta in fondo.
Devo davvero ripercorre quei corridoi??
Le porte sono tutte aperte e io , come se fossi in un film horror, cerco di farmi forza e di percorrere il corridoio.
Ho davvero paura perchè l'immagine di quelle persone è ancora impressa nella mia mente e non riesco a togliermi; anche se cerco di fsre l'indifferente e sappiamo tutti come io sia brava in cio' e come mi esce semplice a farlo.
Inizio ad avanzare pian piano.
Attraverso la prima linea di porte e non c'è nessuno.
Quando arrivo alla seconda una bambina di colore con un camice blu addosso passa dalla porta di sinistra a quella di destra tagliandomi letteralmente la strada.
Dopo poco esce una donna di colore che stava cercando di rincorrere la bambina.
"Scusi" dice " è ancora piccola e ha paura delle vaccinazioni" dichiara.
Annuisco.
Adesso che ricordo quando ero piccola, io dovevo sempre fare compagnia ad Allison quando doveva tirarsi il sangue o fare delle vaccinazioni.
Lei ha sempre avuto paura degli aghi e del sangue.
La madre la faceva sedere su un lettino e io le tenevo la mano.
Non voleva che la madre stesse con lei; lei voleva me.
Si fidava solo di me ed è così ogni volta che dobbiamo fare qualcosa all'ospedale.Andiamo sempre insieme.
Continuo a camminare nel viale dei ricordi.
Spontaneamente il mio sguardo cade in una stanza.
C'è una ragazza che sta allattando un neonato.
Quella è la ragazza quindicenne che doveva partorire.
"Mi scusi?" Qualcuno dice dietro di me.
Mi giro e vedo la ragazza.
Quella sua amica che l'avrebbe aiutata sempre.
"Cerca qualcuno?" Mi guarda con fare protettivo vero la ragazza e il suo bambino.
"Oh" dico in imbarazzo " volevo soltanto ... " non so cosa dire che imbarazzo.
"Sono venuta la settimana scorsa qui e ho visto te e la tua amica che avevate problemi e mi avete ricordato me e la mia migliore amica" ammetto.
"Anche lei ha partorito?" Chiede. Guarda la sua amica e credo che abbia paura di non riuscire ad aiutarla.
Si morde il labbro.
"No" dico " lei ha perso il fratello e il padre" dichiaro.
Annuisce.
"Non devi avere paura di non essere capace ad aiutarla " dico " a lei basta che tu rimanga al suo fianco" ammetto.
Annuisce.
"Jasie??" Dice la ragazza madre.
"Nicole sto arrivando" dice Jasie.
"Vuoi entrare?" Chiede e annuisco.
Non so il perchè.
Nicole mi guarda e Jasie le spiega tutto.
"È una bambina" dichiaro " congratulazioni" dico.
"Il padre?" Domando.
"È scappato via appena l'ha saputo" sputa Jasie con odio verso l'indirizzato.
Cerco di cambiare argomento.
"Avete deciso come chiamarla?" Loro si guardano in faccia insicure. Non hanno ancora deciso.
"Tu come ti chiami?" Chiede Nicole " sai i nostri nomi ma noi non sappiamo il tuo" dichiara.
"Hilary" dico.
Nicole guarda la bambina e la solleva per farmela vedere meglio.
"Hilary " dice guardando me " ti presento Hilary" dice.
Sorrido.
"Nicole il dottore sta per arrivare" dice Jasie.
Oh il dottore.
Saluto le ragazze.
Mi ero persa nella loro storia e negli occhioini di quella bambina da scordare il mio problema e il motivo della mia visita in ospedale.
Arrivo nella stanza e appena svolto l'angolo lo vedo che ha appena tolto il camice e gli occhiali.
"Dottore mi scusi ma..." lui si volta e vederlo spoglio dalla mansione di medico rimango letteralmente senza parole.
Ha i capelli e gli occhi azzurri.
Come non l'ho fatto a riconoscere prima. È cresciuto ed è cambiato; ma il suo sorriso è sempre lo stesso e beffardo.
Forse la barba che gli è cresciuta e i tratti marcati ,che adesso ha, hanno cambiato il ricordo che io ho di lui.
Ma è sempre lui.
"Ben ..." dico con un fil di voce.
"Hey Hilary" mi sorride.
Allora non ero pazza!!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro