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Capitolo 12

Controllo il cellulare, ho diverse chiamate da parte di Victoria e messaggi di mia madre.
Digito il numero della mia migliore amica e premo sulla cornetta verde per chiamarla.
Al secondo squillo risponde

"Amelia, come stai? David mi ha detto che non stavi tanto bene e che Trevor ti ha portata a casa sua" direi che non è proprio il caso di dirle in che condizioni mi trovo.

"Ehmm sì è appunto per questo che ti ho chiamata, puoi portarmi un cambio di vestiti e poi accompagnarmi a casa?"

"Si certo arrivo subito, dovrai raccontarmi tutto".

"Ti aspetto ciao".
Scendo a dare un'occhiata alla casa.

È un'abitazione arredata in stile coloniale, i mobili sono tutti in legno e le diverse stanze hanno in comune uno specchio dall'incorniciatura intrecciata anch'essa intagliata nel legno.
"Signorina Wilson, la colazione è pronta" oh si è preoccupato di farmi trovare la colazione.
La tavola è piena di dolci di ogni genere sarà difficile scegliere cosa mangiare.
Opto per un cornetto, sfogliatina, dei pasticcini al cioccolato e un cappuccino, non voglio farmi conoscere...
Non ti sei fatta conoscere neanche un po'
ieri sera non avevo mangiato nulla stronza.

"Il signorino Trevor mi ha detto di consegnarle questo" mi porge un biglietto.
La scrittura è elegante ed ordinata per essere quella di un ragazzo.

Spero tu possa accettare il mio invito a cena. Avrai le tue risposte.
Con affetto "Occhi belli" o almeno così mi chiamavi in sogno.

Oddio, adesso parlo pure nel sonno, stupendo!
Suonano alla porta la domestica si appresta ad aprire.

"Salve Victoria si accomodi pure"

"Buongiorno Tamara sono qui per lei" mi indica.

"Grazie a dio sei arrivata" abbraccio la mia amica.

"Ma come sei conciata?" dice sconcertata.

"È una lunga storia" mi porge i vestiti che le avevo chiesto di portare e vado a cambiarmi.

"Grazie Tamara per la colazione, ma adesso devo andare".

" Arrivederci signorina Wilson".

Entriamo in macchina, Victoria fa partire il motore uscendo così dalla villa Cooper.

"Allora? Che avete combinato?"
Le spiego brevemente ciò che è successo compreso il sogno che ho fatto.

"Più che sogni sembrano ricordi Vicky, ma non riesco a capire"

Mantiene lo sguardo fisso sulla strada tamburellando le dita sul volante.

"Tu sai qualcosa vero? Ti prego dimmi cosa mi sta succedendo!"

"Ne hai parlato con tua madre?" svia la mia richiesta "Lei è un medico giusto? Magari saprà dirti qualcosa".

" Vi ho sentite parlare di sotto, l'altro giorno" sbianca. "stavate parlando di me".

"Bene siamo arrivate, io devo andare ho un appuntamento con David ci sentiamo per telefono ciao baby"

"Non puoi fare così Vicky! Ho bisogno di risposte" corro dietro l'auto fino a quando non svolta in un'altra via.

Mia madre è in giardino, sta innaffiando i fiori che con tanta cura ha piantato.

"Ti sei divertita alla festa?" se le racconto i particolari mi uccide.

"Si un sacco!" mento mordicchiando l'interno della guancia. "Devo parlarti di una cosa mamma".

" Dimmi pure tesoro, si tratta di un ragazzo?" mi lancia un'occhiatina ammiccante.

"In un certo senso si" ci sediamo sotto il portico e inizio a parlare "è da un paio di giorni che faccio strani sogni"

"Continua" diventa seria improvvisamente.

"Sogno di correre a perdi fiato per strada con i vestiti sporchi e stracciati, e uno sguardo bicolore mi chiede perdono" mia madre ascolta pazientemente "questo ragazzo l'ho incontrato il primo giorno di scuola, mi sembra di conoscerlo da una vita! Ricordo di averlo portato a Primrose Hill, ricordo del suo tatuaggio all'orecchio...che mi succede? Inizio a dubitare della vacanza in Europa mamma, cos'è successo per un intero anno?".

"Durante questi flashback- chiamiamoli così- ti è capitato di avvertire mal di testa?" sembro una sua paziente adesso. Annuisco. Sospira pesantemente "Non devi avere più nessun contatto con Trevor hai capito?" socchiudo gli occhi in due fessure.

"Non ti ho mai detto il suo nome mamma"

"Adesso basta entra in casa e inizia a studiare per domani".

"Prima o poi qualcuno dovrà dirmi cosa cazzo sta succedendo alla mia vita!" sono infuriata " o lo scoprirò da sola!"

"Non è ancora il momento!"

Corro in camera mia, lacrime di disperazione sgorgano dai miei occhi, sta andando tutto a rotoli e non ne capisco nemmeno il motivo questo mi fa veramente incazzare.
Stasera andrò a parlare con lui, e nessuno mi impedirà di farlo.
Ho bisogno di risposte e non di dubbi.
Il telefono mi vibra nella tasca

Numero sconosciuto
~Vengo a prenderti stasera alle 20.00 Trev.~

Salvo il suo numero in rubrica e mi appresto a rispondere.

Messaggio da Amy:
~Come hai avuto il mio numero~
La risposta non tarda ad arrivare

Messaggio da Trevor:
~Ho le mie fonti piccola,a stasera ;)~

Non aspetto altro.

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