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Hotel maledetto

La pioggia cadeva a dirotto, sembrava che ce l'avesse con le persone, ma in particolare con due giovani ragazzi.

Lei era tutto per lui, ma non glielo avrebbe mai detto. Sperava che la sua ragazza smettesse di essere arrabbiata con la sua persona, non aveva calcolato che la pioggia avrebbe rovinato i loro piani: una fantastica notte all'aperto immersi nella natura.

Lui aveva le mani sul volante e più volte , di sfuggita, mandava occhiate alla ragazza che era seduta al suo fianco, avrebbe preferito fare un incidente piuttosto che vederla ridotta in quello stato: fronte appoggiata al finestrino, sguardo perso e sospiro pesante, tipici connotati che, donati dal corpo di lei, facevano trapelare un atteggiamento avversativo nei confronti del suo ragazzo.

Voleva sistemare quella lite che era sorta tra di loro,ma la pioggia, che si scagliava contro il parabrezza della Range Rover di lui, gli prosciugava qualsiasi possibilità di poter perdere la concentrazione dal guidare.

Intanto, insieme ai sospiri di lei che aumentavano, le mani di lui diventano bianche per la pressione che metteva nel stringere il volante. La ragazza se ne accorse, ma non fece trapelare nessuna soddisfazione nella frustrazione di lui.

"Anne" cercò di richiamare l'attenzione della giovane donna, avrebbe voluto chiederle di sposarlo quella sera. Aveva progettato tutto: una bella tenda, il fuoco accesso, magari lei si sarebbe posizionata tra le sue braccia e, prima che Morfeo l'avesse portata via da lui, le avrebbe fatto la proposta. Niente era andato come previsto, ma di una cosa era sicuro: quella sarebbe stata una notte funesta.

La voce di Anne non arrivò mai a solleticare l'udito di lui, anche se Thomas avrebbe tanto voluto. Un sospiro fece intuire che la tensione tra i due stava aumentando e la pioggia, di sicuro, non migliorava la situazione.

Lui si girò di nuovo verso Anne, forse per cercare qualche segno di cedimento e fu sorpreso di vedere un sorriso illuminarle il volto.

La speranza era andata via da lui, dal momento che avevano litigato, ma era appena tornata; Thomas poggiò una delle sue mani calde sulla coscia bagnata di Anne, rabbrividì al contatto con la pelle d'oca di lei, causata dal freddo, e si rincuorò presto di averla lasciata ad aspettare, sotto alla pioggia da sola, cossichè lui potesse andare a recuperare l'auto.

Lei ricambiò il contatto di lui dopo poco, ma non in segno di pace, stava cercando di richiamare la sua attenzione.

"Guarda" indicò Anne un hotel che sembrava sorreggersi a malapena, ma che era la loro unica speranza di scappare dal verde che li circonda.

"Fermiamoci qui per stanotte" consiglio Anne " non arriveremo mai a casa presto" fece notare lei.

Lui si allungò verso il finestrino di Anne per riuscire ad intravedere meglio la dimora che li avrebbe accolti in nottata; "una notte funesta" ripeté Thomas mentalmente, mentre cercava di parcheggiare l'auto.

Entrarono nella hall dell'hotel con il fiatone, il peso dei loro bagagli non aveva facilitato la loro fuga dal freddo e dalla tempesta.Un lampo illuminò la stanza in cui si trovavano e Anne, fifona come era, si avvicino a lui e lo strinse a sè.

"Fifona" la prese in giro e Anne gli diede uno schiaffo.Si sorrisero, sembrava che tutto stesse avendo una svolta. Lui si avvicinò al viso di lei con l'intento di darle un lungo bacio, uno di quei baci passionali che si vedevano nelle serie tv, ma Thomas intravide una donna, non molto anziana, che li stava fissando.

Anne portò lo sguardo nello stesso punto dove Thomas aveva indirizzato il suo: la donna anziana.

"Prego" la donna li diresse verso la reception per la registrazione; Anne sbuffò, odiava tutte queste formalità e pensava che fossero inutili, soprattutto in quel momento che l'hotel sembrasse essere vuoto.

"È necessario" le disse la donna facendola imbarazzare per il suo comportamento.
Thomas rise e lei si avvicinò a lui come una bambina che, infilatasi dietro la veste della madre, cerca di distogliere l'attenzione da lei.

Firmarono entrambi.
"Annabelle" l'uomo richiamò la donna "dimmi Richard" disse lei "porto io i giovani ragazzi nelle loro stanze".

Richard si mosse per prendere i bagagli, partendo dal prendere il piccolo zaino di Thomas, ma il ragazzo lo fermò dicendogli che li avrebbero portati loro.
Era un uomo anziano mentre loro erano giovani e forti, inoltre in quello zaino c'era la promessa di una vita eterna insieme ad Anne, aveva fatto tanto per comprare quell'anello e se l'avesse perso sarebbe andato tutto a monte. Avrebbe potuto chiederglielo stasera, magari dopo cena ... stava già pensando ad organizzare qualcosa di speciale per la sua amata.

Richard lasciò la stanza ricordando loro che la cena sarebbe stata servita tra mezz'ora.

Mezz'ora pensò lui, avrebbe avuto tempo per preparare qualcosa, ma doveva mandare via Anne da quella stanza.

"Amore" disse lui " perchè non chiedi a Annabelle se ha degli asciugamani in più?" chiese sperando che abboccasse all'amo, ma lei era seduta sul letto intenta a prendere qualcosa dalla sua valigia. Doveva esortarla ad uscire in qualche modo, così decise di togliersi la maglietta lanciandola sulla porzione di letto vicino ad Anne.
Lei sollevò lo sguardo, vide il suo ragazzo spogliarsi, si alzò e andò a sbrigare quella piccola commissione che Thomas le aveva affidato.
Scese le scale ricordandosi solo adesso che avrebbe dovuto passare la notte con il suo ragazzo, erano anni che stavano insieme, ma non si erano mai spinti oltre i baci appassionati di lui, pensò a Thomas disteso su di lei e le vennero le guance rosse al solo pensiero, sarebbe stata in grado di ... saper perdere la sua verginità?

La hall era deserta, la polvere era l'unica cosa che popolava quella stanza insieme ai fulmini che la facevano sobbalzare, presa dallo spavento fece urtare il suo gomito contro la piccola campanella che richiama il personale, si massaggiò il gomito e quando si voltò Annabelle era lì, spuntata dal nulla.

"Anne desidera qualcosa?" avrebbe chiesto come sapesse il suo nome, ma poi si ricordò della sua firma.
"Degli asciugamani in più" disse accompagnando quella frase con un sorriso gentile " Annabelle sarà molto felice di prenderteli" rispose Richard. Era dietro di lei, nell'esatto punto dove l'avevano incontrato prima, intento a controllare i registri degli ospiti.

Fu sorpresa di vederlo lì, non c'era prima e non capiva come fosse arrivato senza fare rumore.

Annabelle annuì all' affermazione del marito, che Anne dedusse da come l'aveva chiamato: "Tesoro" ; si diresse verso un piccolo divano vicino al camino, pensierosa, dove avrebbe aspettato la donna con gli asciugamani per Thomas.

Pensò ad un possibile futuro con il suo ragazzo, non era mai stata una di quelle ragazze che immaginavano di sposare il loro primo amore, perchè era consapevole del suo pessimo carattere e del comportamento che assumeva in situazioni ostili con Thomas, lo faceva impazzire e per questo non si aspettava niente da lui: nessun rapporto per la vita.

"Camille" una voce distrasse Anne dai suoi pensieri. Una donna anziana stava chiamando una bambina, ella aveva i capelli neri come il buio e occhi blu come la notte, una combinazione perfetta notò lei.

La donna prese la mano della bambina e insieme si incamminarono verso le scale, dritte verso la loro stanza; Anne non capiva come potesse non accorgersi della presenza delle persone, era troppo ossessionata da Thomas e da quella sera che non riusciva a pensare lucidamente? Ne ottenne la conferma quando notò una bambola ai suoi piedi, che non aveva intravisto prima, mentre fissava le sue scarpe e la moquette azzurrina. L'afferrò e seguì la donna, dal nome ignoto, e la dolce Camille.
Le chiamava, ma loro non sembravano prestare attenzione a lei. Arrivarono in un corridoio e svoltarono in un angolo per dirigersi verso una porta, che chiusero una volta dentro.

Anne rimase fuori, in mezzo al corridoio, con la bambola in mano, pensò di bussare per restituire il giocattolo ,ma la porta si aprì non appena il suo respiro entrò in contatto con il legno della porta.

"Ehilà" cercava un pretesto per entrare, ma non ottenendolo entrò lo stesso. La stanza era vuota e molto simile a quella che avevano avuto lei e Thomas, intravide la bambina sulla soglia della porta del bagno, che guardava Anne con occhi spenti. La ragazza stava per aprire la bocca intenta a dire qualcosa, ma Camille le fece segno di stare zitta.

"Camille vieni qui" la donna anziana la richiamava. Il volto di Camille si rigò di lacrime, scomparve oltre la soglia e Anne, spinta dalla sua umanità, la seguì.

Un lampo fece saltare la corrente e non poté vedere cosa stesse succedendo; un grido le fece rabbrividire la pelle e un altro lampo le permise di intravedere qualcosa nell'oscurità.

La donna aveva disteso sulle sue gambe il corpo di Camille insanguinato, gli occhi della bambina erano rivolti verso l'alto e piccole gocce di sangue le colavano dalla narice destra, lo sguardo di Anne si posò sulla donna, un coltello era tra le sue mani: l'arma del delitto che aveva traforato più volte il petto di Camilla; un altro urlo risuonò nella stanza, ma quella volta apparteneva a lei.

La donna si girò vero Anne, il viso scavato e diafano, la pelle talmente secca tanto che quasi cadeva a pezzi, gli occhi iniettati di sangue: si era trasformata in un cadavere vivente.

Anne lasciò cadere la bambola a terra e corse verso l'uscita, percorse il corridoio in preda alla paura e in cerca della sua salvezza: Thomas.

Il ragazzo riconobbe l'urlo di lei, corse a cercarla e la trovò non appena svoltò l'angolo del corridoio.
Lei si tuffo tra le sue braccia e lui l'accolse volentieri per consolarla, sapeva che Anne era una donna debole e necessitava di conforto.

Le prese il viso tra le mani e la guardò.
"Una donna ... ha cercato di, no ho sbagliato ... lei ha ucciso una bambina!" era sconvolta " te lo sarai immaginato" la consolò " questa tempesta ti sta spaventando troppo".
Lei ripensò al lampo e credette che lui avesse ragione, forse la tempesta stava giocando con le sue paure.

Si rilassò al tocco di Thomas e notò che si era cambiato, indossava una camicia bianca che metteva in risalto le sue spalle larghe, che lei tanto amava, e dei jeans neri stretti. Sorrise nel vederlo così e pensò che anche lei dovesse cambiarsi, ma Thomas glielo vietò, non voleva che entrasse in camera e vedesse cio' che aveva preparato: candele profumate erano disposte in punti strategici in modo da creare un' atmosfera romantica, petali di rose erano distribuiti sul letto, il quale era affiancato da un piccolo comò, sul quale aveva adagiato la sua promessa eterna per Anne.

Afferrò la mano della ragazza e cercò di distrarla.
"Richard ha detto di scendere" si ricordò " la cena è servita alle otto" sorrise vittorioso nel vedere un segno d'assenso da parte di lei.

Andarono nella sala pranzo accompagnati da Annabelle, si sedettero con il sorriso sulle labbra, incrociarono le mani sul tavolo e con occhi sognanti si scambiavano parole d'amore.

Lo sguardo di Anne cadde su di un tavolo che non distava molto dal loro, la stessa donna di prima stava mangiando, tranquillamente, una semplice zuppa di verdure.
Era sola e di Camille non ce n'era traccia; Thomas si accorse che Anne era distratta e le domandò cosa avesse. Lei voleva dirle che la donna che aveva visto, poco fa, stava seduta al tavolo dietro di lui, ma stette zitta.

"Devo andare in bagno" annunciò lei, lui annuì e le lasciò andare la mano. Anne iniziò a salire le scale, non per trovare un bagno, ma intenzionata a ritrovare quella stanza, svoltò un paio di volte e riuscì ad intravederla da lontano.

Si avvicinò alla porta e, una volta controllato se ci fosse qualcuno nei paraggi, entrò senza permesso. Andò dritta in bagno per trovare tracce di quel omicidio, a cui aveva assistito, ma non trovò niente. Tutto era lindo e pinto, nessuna traccia di sangue macchiava il pavimento bianco lucido del bagno. Anne era sorpresa e credette davvero che tutto fosse stato frutto della sua fantasia, ma Camille? Aveva immaginato anche lei? Queste furono le domande che si pose nel momento in cui uscì dal bagno e stava per dirigersi verso la porta d'ingresso, ma non ci arrivò mai.

Il tappeto, di finto raso rosso, la fece inciampare, cossichè il suo corpo aderisse completamente al pavimento. Ci fu un botto tremendo ed Anne si preoccupò che qualcuno avesse sentito quel frastuono e la vecchia donna fosse intenzionata a tornare in camera dopo cio'.
Respirò profondamente intenta a trovare le forza per alzarsi, un getto di aria fredda le solleticò il collo e di istinto si girò verso la fonte d'aria emanata dal letto. Il bordo del copriletto si muoveva come se incitasse Anne ad alzarlo e infatti così fece, cio' che trovò le accantonò la pelle: la testa insanguinata di Camille.

Le forze tornarono da lei senza nessun preavviso e , spaventata, uscì da quella stanza correndo verso le scale in cerca del suo ragazzo.
Thomas, che aveva notato la lunga assenza di lei, si era alzato dal tavolo per cercarla e quando la trovò piangente, davanti ai suoi occhi, sentì il cuore sgretolarsi ad ogni lacrima che rigava il volto di Anne.

L'abbracciò per calmarla, ma lei non volle. Ripeteva continuamente di voler andare via e Thomas acconsentì, le prese la mano e, insieme, si diressero verso la reception.

Richard e Annabelle erano lì immobili, la loro vista faceva raggelare il sangue di Anne che strinse, in modo molto forte la mano di Thomas.

"Dobbiamo andare" furono le parole del ragazzo ai due proprietari.
"A quest'ora della notte?" Chiese Annabelle preoccupata " partite domani" propose dolcemente, ma Anne non ne voleva sapere, ne aveva avuto abbastanza di quel posto.

Annabelle capì che il problema fosse la giovane ragazza ed, per quel motivo, le si avvicinò.
"Una buona tisana ti farà calmare" disse prendendola sotto braccio. Anne scosse la testa, non voleva staccarsi dalla sua fortezza umana.

Richard richiamò Thomas, che non era intenzionato a lasciare Anne, per concludere quella serata.
"Mentre lui paga, Annabelle puo' darti una tisana per calmarti" disse lui e Thomas, sotto lo sguardo rassicurante di Anne, la lasciò andare.

Tutto sarebbe finito non appena Thomas avesse pagato e lei avesse preso la tisana, pensò Anne, ma non aveva tenuto conto che l'inizio dovesse ancora arrivare.

Arrivate in cucina Annabelle si diresse verso lo scaffale delle tisane e ne prese una, sembrava tutto normale finché Anne non sentì la voce di Thomas. Il ragazzo stava urlando e non appena lei sentì il grido d'aiuto di lui, cercò di soccorrerlo, ma la donna glielo impedì.

Annabella le mise le mani intorno alla gola per cercare di soffocarla.
"Farai la fine delle altre" disse la donna "credo che tu abbia conosciuto Camille" sorrise .

Thomas cercò di togliere il coltello, con il quale Richard gli aveva trafitto la mano in un momento di distrazione. Il ragazzo si era voltato verso la cucina in cerca di un segnale della presenza di Anne ed ecco che un dolore allucinante gli attraversò la mano, non sapeva cosa fosse, ma quando vide Richard sghignazzare credette alle allucinazioni di Anne.

Il ragazzo si tolse il coltello e lo usò per trafiggere l'uomo, ma non poté: Richard non era fatto di carne e ossa, allora cominciò a correre verso la porta di ingresso e fu sollevato di veder Anne correre verso di lui.
"Avevi ragione" le disse dopo averla baciata, andarono spediti verso l'uscita pronti ad essere liberi, ma i proprietari non erano tanto d'accordo.

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"Eh poi?" un bambino chiese "Cosa?" disse la guida turistica "riuscirono a fuggire?" continuò lui.

La guida scosse la testa ripensando alla fine di quella coppia e come furono ritrovati i corpi.
I genitori di lei cercarono costantemente di ritrovare la loro figlia e quando la trovarono, si sentirono morire dentro.

La loro dolce Anne aveva la testa mozzata adagiata su un tavolino, vicino al camino della hall, e il corpo era stato messo sul divano, quasi fosse seduta.

Il ragazzo aveva gli occhi cavati e il cuore trafitto, mentre un suo braccio era intorno alle spalle di lei, una posizione abbastanza semplice e niente avrebbe potuto negare che quello fosse stato un omicidio, finché i loro resti scomparvero ... quel posto era maledetto. "Un museo di anime" lo aveva denominato la guida turistica, che cercava di spiegare il mito che si celava dietro.

Un hotel maledetto i cui ospiti, una volta entrati, non ne sarebbero più usciti e tutto cio' che accade, all'interno di esso, era destinato a ripetersi per sempre, come la morte di Camille provocata dalla nonna di lei.

Thomas e Anne furono una delle tante vittime dei secoli avvenire e di quelli passati, condannati a ripercorrere la loro morte per l'eternità. Di loro non è rimasto niente, soltanto un piccolo oggetto: una scatola di velluto blu, al cui interno c'era un anello di fidanzamento.

Parole: 2812.

agathabrioches
esistenza03
TheRealShimeon
LadyADark

P.S. Spero che la storia vi sia piaciuta, poiché non sono brava a scrivere storie di questo genere. :)

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