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Ventuno

Liam ricevette la visita dell'avvocato. L'uomo gli spiegò a grandi linee l'azione di ricorso per avere un nuovo processo.
"Non sarà facile, Liam. Speravo che l'assassino si esponesse di più, mi sembrava più narcisista"
Il ragazzo annuì. Quel senso di impotenza lo avvertiva forse più di tutti.
"Non so cosa fare e da qui dentro è davvero difficile-"
Liam si interruppe improvvisamente, dal vetro della porta d'uscita nella sala visite vide Robert sbracciarsi per entrare. L'avvocato seguì la direzione del suo sguardo e si alzò velocemente per raggiungerlo. Il ragazzo sembrava affannato, doveva aver corso fino a lì.
Che avesse trovato il colpevole?

Si alzò anche lui, impaziente di sapere cosa stesse succedendo.
L'avvocato parlò con le guardie, chiedendo di far passare il ragazzo ma sembravano irremovibili, tuttavia Liam sapeva di quali guardie si trattasse.
Richiamò l'avvocato, che tornò verso di lui.

"Dai dei soldi a quello alto e con i capelli sparati in aria, fidati" L'uomo lo guardò a fondo, poi prese da parte quella guardia e dopo cinque minuti Robert entrò. Era facile quando conoscevi il meccanismo.
"Amico non so come cazzo hai fatto, quello muscoloso stava per sbattermi fuori" Liam sorrise e tutti presero posto.
"Coolin devi inserirlo nella lista"
Il suo compagno di banco all'università?
"Ma perché?"
L'avvocato si appuntò il nome di Coolin Moore sul suo fascicolo, rimanendo in ascolto.
"L'ho seguito, ha un capannone in mezzo al nulla, una notte sono entrato e-"
"Che cazzo hai fatto?"
Quel coglione sarebbe morto se avesse continuato a ficcanasare in quel modo, doveva chiedere aiuto a Dominic e Geremias per proteggerlo, magari conoscevano qualcuno più bravo a pedinare dell'idiota che aveva di fronte.
"Ascoltami cazzo! Non c'era molto, vecchi attrezzi, dei martelli, e delle medicine"
"Non è una prova incriminante" Disse l'avvocato. In effetti in un vecchio capannone trovare degli attrezzi era normale, ma le medicine?

"Lo so, ma quelle medicine mi hanno insospettito, ne ho presa una e l'ho portata a Logan"
Logan Forrest era uno studente di medicina, un conoscente di Robert. In verità era uno dei bulli che lo tormentava al liceo, tuttavia era stato l'unico a scusarsi per averlo preso di mira. Robert l'aveva perdonato ed erano diventati amici, non stretti come lo era il loro gruppo, ma comunque ogni tanto uscivano a bere insieme.
L'avvocato non smetteva di prendere appunti.
"Mi ha detto che preso in dosi massicce provoca la morte, indovina quali sono i sintomi?"
Liam si mosse inquieto sulla sedia, aveva un bruttissimo presentimento.
"Stanchezza, mal di stomaco, ventre gonfio, sangue dalla bocca..."
Dedusse in lacrime. Da quanto non piangeva? Nemmeno lo ricordava più.

"Di cosa state parlando?"
L'avvocato intervenne perché giustamente non aveva idea di cosa diavolo stessero dicendo.
"La madre di Liam è morta in due settimane e nessun medico è riuscito a capire cosa avesse. La cosa mi è sempre sembrata strana, lo sai Liam. Logan, ecco... Mi ha detto che il farmaco se preso con regolarità e in dosi eccessive avrebbe provocato la morte in..."
Prese una pausa, aveva la voce rotta e sentiva un nodo in gola.
"...Due settimane, tre al massimo"
Liam cominciò a singhiozzare, coprendosi la bocca con la mano. Si accasciò sul tavolo, sconvolto.
"Signori, queste non sono prove sufficienti per accusare qualcuno di-"
"Cenava con noi ogni sera, un mese prima che mamma morisse lei l'aveva preso a cuore, dopo che avevano parlato da soli, mi disse che voleva aiutarlo, cazzo"

Robert poggiò il palmo sul vetro, richiamando l'attenzione di Liam. Il ragazzo non aveva più la forza per parlare, riusciva solo a piangere e sentire un dolore cieco al petto.
I tempi erano mostruosamente giusti. Un mese prima di morire Laureen aveva parlato con Coolin per conoscere meglio il compagno di studi del figlio, lei l'aveva preso a cuore e l'aveva invitato a cena da lei, finché il suo stato di salute non era peggiorato. A quel punto Liam aveva deciso di non stressarla troppo e aveva interrotto quelle cene.
"È morta per colpa mia"
Sussurrò a un certo punto.
"No Liam, ohi ascoltami, non potevi saperlo"
Il ragazzo guardò il suo amico, scuotendo il capo.
"Non capisco, io non riesco a capire perché l'ha fatto"
"Non mi hai detto che ci ha provato con te?"
Liam strabuzzò gli occhi, come cazzo aveva fatto a non pensarci!
Coolin gli aveva confessato i suoi sentimenti poco prima di finire in galera e Liam l'aveva rifiutato.
"Cristo, ma perché uccidere mia madre? E poi mi ha detto di amarmi quando lei era già morta da settimane"
Qualcosa non quadrava, il ragazzo sentiva la mente confusa.
"Cercherò di sapere la verità in merito a questo, ma al momento la priorità è tirarti fuori di qui, lo capisci Liam? Ammesso e non concesso che davvero avesse assassinato tua madre, non fa di lui l'uomo che stiamo cercando. Le cose potrebbero essere separate, riesci a comprenderlo?"
Liam annuì, poi si congedò velocemente dai due; Non aveva più la forza per parlarne.

Quando finì la visita uscì direttamente per l'ora d'aria. Dentro di lui sentiva che in qualche modo Coolin c'entrasse davvero con la morte di sua madre, era più che altro una sensazione.
Se con Giorgio e Marcus aveva le idee confuse con Coolin le idee erano cristalline. Tuttavia quello che gli aveva detto l'avvocato era tristemente vero, in quel momento la priorità era uscire di lì.
Aveva bisogno di prove, così ritornò sui suoi passi per chiedere alle guardie di fare una telefonata.
Dall'altra parte del campetto, Dominic lo stava fissando senza capire cosa stesse succedendo a Liam, si staccò dal muretto, camminando verso l'entrata. Non sapeva cosa aveva messo il pepe al culo al moccioso, ma di certo l'avrebbe scoperto.

Liam arrivò ai telefoni quasi correndo. Prima di effettuare la chiamata prese un respiro profondo, perché non poteva affrontare quella situazione in uno stato tanto agitato.
Digitò lentalmente il numero di Coolin, poi attese.
"Pronto?"
La sua voce sembrava calma e serena, niente che farebbe pensare a un assassino. Ma Liam ne aveva conosciuti troppi di recente per non sapere quanto fossero bravi a mascherarsi.
"Coolin, sono Liam"
Ci fu un fruscio dall'altra parte della cornetta, come se il ragazzo si stesse appartando.
"Liam! Che bello sentire la tua voce"
Bastardo.
"Sai che sono al gabbio, vero?"
Sentì un sospiro da parte sua, quanto era bravo a recitare quel pezzo di merda.
"Sì, l'ho saputo"
La sua voce si era arrochita, diventando molto più austera.
Liam cercava di carpire ogni singolo dettaglio e appuntarlo mentalmente, qualsiasi cosa gli avrebbe fornito indizi sulla sua colpevolezza.
"Non sei mai venuto a trovarmi"

Stai giocando a un gioco di cui ho imparato le regole- pensò.

Ormai era diventato bravo a raggirare le persone, il carcere lo stava facendo diventare il figlio di puttana che il suo mondo meritava.
"Mi dispiace, non pensavo volessi vedermi, sai... Dopo che mi hai rifiutato"
Liam sorrise, stava cercando di farlo sentire in colpa.
"Se non hai troppo da fare, ti andrebbe di venire?"
Coolin sembrava indeciso, ci pensò su a lungo, ma Liam decise di giocarsi l'asso nella manica.
"Mi manchi Coolin, questo posto è orribile, ho davvero bisogno di te"
Ci fu un attimo di esitazione, il ragazzo si mordicchiava le pellicine delle mani in preda al nervosismo.
Se avesse detto di no anche così, non avrebbe saputo più come convincerlo.

"Farei qualsiasi cosa per te, lo sai vero?"
Bingo, lo stronzo aveva appena abboccato. Le sue parole risultarono maliziose alle orecchie di Liam, dopo tutto quello che gi aveva detto Robert.

Uccidere mia madre rientra in quel tutto? Avrebbe tanto voluto chiederglielo.

"Sì, ora più che mai me ne sto rendendo conto"






Note*
Carissimi, siamo nel pieno della storia. Il nostro Liam sta cercando in tutti i modi di sbrogliare una matassa difficile e intricata.
Il professore, Giorgio, Marcus, Allison e ora Coolin...

Ma chi sarà il vero colpevole?

Voi avete qualche sospetto?

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