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Ventotto

Liam si muoveva continuamente nel sonno. Dominic era rimasto a dormire nella sua cella perché ormai si sentiva sicuro solo quando era sotto i suoi occhi, tuttavia era stata davvero una pessima idea dividere la brandina. Già dormiva a pancia sotto, poi quel letto di merda era per bambini e Dominic faceva fatica a dormire rannicchiato in un angolo e con la paura di toccarlo e fargli male alla schiena.
"Riesco a sentire anche i tuoi pensieri" Sussurrò Liam a un certo punto.
In qualche modo e con non poche difficoltà riuscì a girarsi su un fianco, quello sinistro, dove era stato colpito di meno. Ora Dominic gli era faccia a faccia, con la luce della Luna che filtrava dalla finestra facendolo sembrare quasi un angelo con quei capelli biondi.

Se non l'avesse conosciuto l'avrebbe davvero considerato tale.
Tuttavia le immagini di quel giorno, il suo viso crudele, erano impresse a fuoco nella sua mente. Aveva di nuovo visto il mostro che era dentro di lui e la cosa lo spaventava e attirava al tempo stesso.
Perché se il biondo era una contraddizione continua Liam era proprio l'ipocrisia fatta persona. Lo temeva e lo desiderava con la stessa intensità.

"Vuoi che torni nella mia cella? Non ho pensato al fatto che sarebbe stato difficile per te dormire in questo stato"

"No, resta con me" il ragazzo prese coraggio e infilò le dita nei suoi capelli biondi, così morbidi al tatto.
Dominic sospirò, avvicinandosi con cautela per paura di fargli male.
"Guarda che non sono di cristallo, puoi anche toccarmi"
Parlavano così a bassa voce che dovevano guardarsi le labbra ogni volta per capire cosa stessero dicendo.
Il biondo gli toccò una spalla, scendendo piano piano per il braccio.
Liam sussultò e Dominic interruppe immediatamente il contatto.
"Non mi hai fatto male, era un... Brivido"
Girò la faccia nel cuscino, aveva dovuto dirglielo per forza altrimenti non l'avrebbe più toccato, tuttavia si sentiva in tremendo imbarazzo.
Il biondo si mise a ridacchiare.
"Ti ecciti così facilmente..."
"È tutta colpa tua!"
Alzò un pochino il tono di voce, Gere immediatamente si mosse nel letto.
Dominic gli mise una mano sulla bocca, per evitare di svegliare il bestione irritabile.
Avvicinò le loro fronti fino a farle toccare, i loro capelli si mescolarono, moro nel biondo.

Dominic lo baciò, dopo un gioco di sguardi di diversi secondi.
Liam sentiva formicolare tutto il corpo, si aggrappò al suo collo perché anche se era disteso aveva la netta sensazione di star cadendo nel vuoto.
Le loro lingue si intrecciarono, il biondo si fece un po' più spavaldo e gli mise una mano sul culo.
"Sei fissato" Gli sussurrò il ragazzo sulle labbra.
"Sì, quel culetto sodo mi chiama ogni volta"
Gli sorrise e lo baciò ancora, così a lungo che quando finalmente riuscirono ad addormentarsi era già l'alba di un nuovo giorno.

Quella mattina, Dominic fu il primo ad alzarsi e di conseguenza trovò lui il nuovo messaggio per Liam. Quella storia cominciava a rompergli i coglioni, seriamente.
Lesse velocemente un "Piaciuto il regalino?" Poi si decise a uscire di lì, andando dritto alla sala monitor dove sapeva già con chi parlare.
Non gliene fregò un cazzo di mandare tutto a puttane, quella storia doveva finire.
Dovette discutere con tre guardie, prima di arrivare a destinazione. Aprì la porta della sala monitor senza nemmeno bussare, guardando quel coglione di Ludwig come se fosse un cazzo di vampiro.

"Esci mai di qui?" Si poggiò alla porta chiusa incrociando le braccia al petto. Quello scattò in piedi in un lampo.
"Che ci fai qui, Dom? Cristo santo manderai tutto a puttane"
"Non me ne frega un cazzo, uno dei tuoi bastardi ha frustato un detenuto e ha portato un messaggio, devo scoprire di chi"

L'altro sospirò. Sapeva che i suoi uomini erano troppo violenti, troppo rabbiosi, e facilmente corruttibili. Ecco perché si fidava solo di Dominic.
"Cazzo, e chi sarebbe?"
Il biondo sorrise con una strana soddisfazione negli occhi.
"Quello con il segno alla gola" Il suo sorriso si tramutò in ghigno, era tremendamente orgoglioso del suo operato.
Ludwig era stressato, guardava quei di monitor da mesi, ogni giorno. Non usciva mai se non per andare al cesso e gli era sfuggita una cosa come quella?
"Te lo farò trovare nel buco"
"Ottimo, sapevo che ci saremmo intesi. Mi servono anche alcuni strumenti"
Ludwig sapeva che potenzialmente quel figlio di puttana che si era fatto comprare non sarebbe uscito vivo, ma Dominic era un gradino al di sopra di tutti e lo sapeva.

Due ore dopo il biondo finse una rissa per farsi mandare in isolamento, ad aspettarlo la guardia che aveva colpito Liam, legata e imbavagliata a una sedia.
Su un piccolo tavolino i suoi amati strumenti erano messi in fila, sembrava un banchetto nuziale.
"Bene, finalmente abbiamo un po' di privacy"
Quello strabuzzò gli occhi, comimciando a farfugliare. Dominic gli tolse il bavaglio, gli piaceva sentire le sue vittime urlare.
"Chi cazzo ti credi di essere?"
"Oh beh, un tuo superiore, un torturatore, un pezzo di merda o il tuo assassino, decidi tu"
Il suo sorriso illuminato solo dalla lampadina che era al soffitto lo faceva sembrare demoniaco.
"Non hai giurisdizione qui! Sei un detenuto come gli al-"
Dominic si avvicinò, sussurrandogli: "Sbagliato, io sono ovunque"
Ripeté le minacce che aveva gettato su  Liam, rivoltandogliele contro.

"Lo fai per quel moccioso? Hai una missione qui, lurido bastardo"
Dominic stava perdendo la pazienza, gli diede un malrovescio che fece traballare la sedia.
Si avvicinò al tavolo prendendo un coltellino svizzero, per poi cambiare idea e afferrare un bisturi.
"Cominciamo lentamente, va bene? Chi era il mandante?"
La guardia gli sputò addosso e il biondo quasi sperava in quel tipo di reazione.
La lama del bisturi taglio la pelle del suo viso come burro, il sangue cominciò a colare sporcandogli la divisa.
"Mh, mi affascina vedere la carne staccarsi. Potrei scuoiarti magari, che ne pensi?" L'uomo lo implorò di fermarsi, improvvisamente più collaborativo.
"Quando il tuo fidanzatino scoprirà che sei un poliziotto sotto copertura ti odierà, lo sai questo? Qui dentro sono tutti pezzi di merda, me e te inclusi"

Dominic poggiò il bisturi sul tavolo, afferrando una sega arrugginita. Quelle armi erano i suoi compagni di viaggio, sapevano tutto di lui, di cosa faceva per vivere. Dopo aver combattuto in guerra, a differenza di Geremias che era rimasto traumatizzato, Dominic si sentiva rinvigorito, affascinato quasi dalla morte. Così aveva fatto richiesta di diventare un torturatore, uno di quelli che nei registri della polizia non hanno nome e che non ricevono stelline da appuntare al petto e pacche sulle spalle per congratularsi.
Il biondo era un solitario, uno che ti faceva confessare cose che non avevi nemmeno fatto solo per salvarti la vita.
Dominic girava il mondo a caccia di black site, progetti segreti ma non ufficiali che gli consentivano di salvare il culo a quelli con le mani pulite.

Si poteva tranquillamente definire un sicario autorizzato dallo stato.

Un demone a caccia di demoni.






*note
Ho solo una domanda: ve lo aspettavate? 👀

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