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Ventidue

Dominic sparì nei corridoi poco prima che Liam lo scoprisse.
Aveva ascoltato la sua telefonata ma non aveva idea di chi cazzo fosse quel Coolin.
Un senso di gelosia e possesso gli chiuse lo stomaco ma non aveva intenzione di cedere a quel sentimento di rabbia.
Non aveva mai avuto intenzione di provare qualcosa per quel moscerino, voleva solo... Già, cosa cazzo voleva da lui?

Perché continuava ad aiutarlo, in primo luogo? Non stava nemmeno ricevendo il pagamento in natura pattuito, quindi perché?

Decise che era arrivato il momento di lasciarlo andare, quel bastardo aveva pure qualcuno da cui tornare, oltretutto.
Si era fatto abbindolare dalla sua innocenza, che era pure sparita del tutto da quando si era ambientato in galera, quindi era arrivato il momento di smetterla di correre a ogni suo richiamo, cominciava a sentirsi un cazzo di cane da riporto.

Quella sera decise di non corrompere nessuna guardia per entrare nella cella di Liam, né quella sera, né le cinque a seguire.
A mensa lo evitava, nell'ora d'aria si circondava dei lecchini che gli stavano dietro solo per avere la sua protezione.
Tutto, pur di non doverci parlare, perché se gli avesse messo le mani addosso l'avrebbe di certo distrutto.
Si sentiva incazzato, deluso, preso per il culo da un moccioso di merda.
Era un uomo adulto ed era caduto come un coglione nelle spire di quella vipera travestita da essere umano.
Aveva abbassato la guardia, semplicemente.

Ma non sarebbe più successo.

"Mi dici che cazzo hai fatto al biondo?"
Liam guardò Gere, ma non sapeva cosa rispondergli. Erano al campetto durante l'ora d'aria ed erano sei giorni che Dominic lo ignorava, così, dal nulla.
Non riusciva a darsi una spiegazione per quel comportamento, stavano andando così bene.
Anche se in un primo momento si era mostrato crudele, con il tempo Liam aveva visto quanto fosse anche protettivo. Si era perfino rotto una mano solo per poterlo vedere dopo lo stupro.
"Che cazzo ne so, è uno psicopatico, non te lo dimenticare"
Geremias incrociò le braccia al petto, dubbioso.
Guardò nella direzione del biondo, ma quello fingeva di non vederli.
"Deve essere successo qualcosa" Lo disse più a se stesso che a Liam, tuttavia il ragazzo si stranì.
"Guarda che non gli ho fatto niente, all'improvviso è sparito dalle mie giornate, come se non fossi mai esistito"
All'ispanico non sfuggì il suo tono malinconico, sapeva che il bambino provava qualcosa per lo squilibrato.
"Beh se ti sta bene così sono cazzi tuoi, pensavo che avresti voluto almeno una spiegazione" Lo provocò. Ormai lo conosceva, Liam era un tipo fumantino, anche se era bravo a nasconderlo.
Infatti il ragazzo lo guardò, in un tacito accordo dove aveva appena accettato la sua sfida.
Si alzò dalla panca per raggiungere il biondo, quasi schermato da tutti i parassiti che gli scroccavano protezione.

"Dominic, possiamo parlar-"
"Ohi, levati dal cazzo, non sei uno dei nostri"
Un tipo alto e muscoloso gli si parò davanti, ma Liam non si scompose più di tanto. Puntò il suo sguardo sul biondo, ma quello continuava a ignorarlo.
"Possiamo parlare un attimo?"
"Che cazzo, mi stai ignorando?"
Il tizio di prima lo spintonò, gettandolo quasi a terra. Liam barcollò ma non cedette, mentre Dominic cominciò a parlottare con un altro detenuto.
"Dominic, ti ho detto che dobbiamo parlare di una cosa!" Si impose con la forza, guadagnandosi un occhiata del biondo.
"E a me che cazzo me ne frega?" Piegò la testa di lato, con quel suo ghigno divertito. Aveva uno sguardo crudele, del tutto diverso dal Dominic che aveva imparato a conoscere.
Si avvicinò a lui, toccandogli un braccio.
"Ma che ti prende? Non ti ho fatto niente"
Il tipo muscoloso di prima lo prese per le spalle e lo gettò a terra, Dominic non fece un fiato.

"Levati dal cazzo, moscerino di merda"
Liam perse le staffe, si era proprio rotto il cazzo.
Diede una ginocchiata in mezzo alle gambe di quel tipo, che di rimando lo prese per i capelli e gli diede un pugno dritto in faccia. Liam vide tutto bianco per qualche secondo, poi gli si riempirono gli occhi di lacrime.
"Guarda il frocio come piange. Bimba, hai bisogno di qualcuno che riempi il tuo buco non è così?"
Tre detenuti lo circondarono, ma Liam non si perse d'animo.
"Dominic, dobbiamo parlare! Perché non fai un cazzo per difendermi?"
"Sei benissimo in grado di gestire la tua merda da solo"
Non lo guardò, ma almeno gli rispose.
I tre cominciarono a toccarlo, a quel punto Gere, che aveva tenuto d'occhio tutta la situazione, cominciò a camminare nella loro direzione.
"Non toccatemi"
Una sensazione di panico fece tremare Liam incontrollabilmente, le mani sul suo corpo che toccavano il suo petto, le sue spalle, il suo culo... La sensazione di impotenza che si impossessò di lui fu alienante, il ricordo vivido del suo stupro lo bloccò completamente.

"Basta, basta..." Ma quelli non si fermavano, tanto che Dominic si alzò dalla panca dove era seduto.
"Sei una puttanella, potremmo venire a trovarti a turno, così calmeresti questo carattere di merda che ti ritrovi" Si misero a ridere, mentre le lacrime rigavano il volto del ragazzo.
"N-non riesco a r-respirare" Si toccò la gola, capendo immediatamente che fosse un attacco di panico. Dominic si spaventò, il suo intento di ignorarlo andò in frantumi nel momento in cui lo vide terrorizzato. Cercò di raggiungerlo ma Gere lo precedette.
"Cazzo, luridi bastardi, non toccatelo!" Urlò, poi lo prese per le spalle per scuoterlo.
"Piano, va tutto bene, sei al sicuro. Mi senti Liam? Devi calmarti, respira piano"
Il biondo era sotto shock. Si sentì una merda per aver consentito una cosa del genere, guardava gli occhi vuoti di Liam e ci vedeva la sua vergogna.
Era stato un coglione, un crudele bastardo con lui, ma si rese conto che era troppo tardi per rimediare quando Liam ricominciò a respirare e lo guardò con disprezzo, prima di allontanarsi con l'ispanico nella loro cella; l'ora d'aria era finita.

Nei tre giorni a seguire Dominic si convinse che forse era meglio così, che stare dietro a quel ragazzino gli avrebbe portato solo una marea di mal di testa. Certo, avrebbe preferito chiuderla in modo pacifico, ma ormai la frittata era fatta.
Lo incontrò in corridoio o in mensa un paio di volte, ma nessuno dei due provò a instaurare una conversazione.
Dal canto suo Liam era certo di non avergli fatto un cazzo, quindi il biondo avrebbe dovuto strisciare ai suoi piedi e implorare il suo perdono se mai avesse voluto riaverlo nella sua vita.
Sapeva tuttavia che una cosa del genere non sarebbe mai successa, nemmeno tra dieci ergastoli.
Si diede due buffetti sul viso perché aveva altri problemi, molto più grossi di quel bastardo.

Aveva una visita e sapeva esattamente di chi si trattasse.

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