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Venticinque

Dominic lo sbatté contro le mattonelle delle doccia, l'avambraccio a strozzargli il collo.
"Tu pensi che io sia un coglione, vero?"
"Cosa? No, io-"
"Vuoi addolcirmi per ottenere quello che ti serve, non è così? Un corpo usurato, sei patetico!"

Liam non capiva perché il biondo fosse tanto infuriato, aveva detto qualcosa che l'aveva fatto incazzare?
"Ma non volevo farti pena, volevo solo... Ecco, essere onesto. Non riesco più nemmeno a guardarmi senza sentire la nausea, so che per te è lo stesso"
Dominic serrò la mascella. Lottava contro se stesso e la voglia di prenderlo a pugni.
"Tu non sai un cazzo"
Fece più pressione con l'avambraccio, il volto di Liam diventò viola. Con un grugnito il biondo lo lasciò andare, per poi fidarsi su di lui e divorargli la bocca di baci.
Liam faticava a respirare, quello del biondo era un vero e proprio assalto. La sua lingua si infilava in profondità, prendendo tutto ciò che poteva. Il ragazzo non si sentiva spaventato, per la prima volta da settimane riusciva ad accettare un approccio fisico senza temerlo.
Alzò un braccio verso di lui, allacciandolo al suo collo e tirandolo più vicino. Giocherellò con i suoi capelli biondi, ci infilò le dita.
Dominic lo strinse, allacciandosi le sue gambe alla vita. Non ci stava capendo un cazzo, si sentiva come un drogato in cerca di dose.

Si staccò da Liam solo per poter riprendere fiato.
Il ragazzo avvicinò le loro fronti fino a farle toccare.
"Ora sei eccitato" Gli fece notare. In effetti Dominic aveva un erezione di tutto rispetto che stava strusciando contro Liam.
"Non pensare mai più di essere disgustoso" Non gli diede il tempo di replicare perché lo baciò di nuovo. Ripresero quella danza in apnea finché la guardia non tornò a bussare.
"Avete altri dieci minuti, poi c'è il sorvegliante per la chiusura celle"
Liam si spaventò, di certo non voleva essere beccato in quella situazione. Dominic, notando il suo turbamento chinò il capo nell'incavo del suo collo, ridacchiando.
"Sembri un bambino"
"Stai zitto" Il ragazzo gli prese le guance e gli stampò un bacio in bocca che rimbombò per tutta la stanza.

Dominic scese con la mano al suo sedere, strizzandolo.
"Sono troppo pochi dieci minuti per quello che voglio farti"
"Riduci all'essenziale allora"
Liam non si riconosceva nemmeno, plasmato nelle mani di Dominic.
Dal primo secondo in cui l'aveva visto si era sentito come una falena con una lanterna.
Era affascinato dal senso di pericolo che provava in sua presenza e dal fatto che non potesse mai prevedere quale Dominic avrebbe visto, se il docile e premuroso biondo o lo spietato e crudele assassino.

"Magari un altra volta"
Gli sorrise divertito, lo stava praticamente tenendo sul filo del rasoio.
"Che pezzo di merda"
Gli disse, anche se un sorriso scemo gli contornò il volto.
Scese da lui e si rivestì velocemente, lo stesso fece Dominic.
"Quindi ora che si fa?" Ebbe il coraggio di chiedergli.
"Lo vedremo giorno per giorno, tanto finché non trovo il tuo assassino per te non andrai tanto lontano"

E dentro di lui, nel profondo, Liam quasi sperò che non lo trovasse mai.


Quel pomeriggio Liam chiamò il suo avvocato, per avvisarlo delle novità e per chiedere se ce ne fossero dall'esterno.
L'uomo gli spiegò che a breve avrebbe dovuto presentarsi in aula, il ricorso era stato approvato.
Ringraziò mentalmente sua madre per avergli consentito di pagarlo, grazie ai soldi che aveva messo da parte per lui.

Anche se avevano vissuto tutta la loro vita in ristrettezza economica, lei comunque era riuscita a provvedere a lui anche da morta.

"Un altra cosa, vorrei chiederle di controllare un capannone in periferia, Robert conosce l'indirizzo"

"Cosa vorrebbe sapere?"
Liam ci pensò su, voleva sapere tutto di quel posto. Se avesse avuto amicizie importanti avrebbe fatto analizzare anche le impronte.
"Voglio sapere a chi appartiene, a chi è intestato. Potrebbe essere l'uomo che stiamo cercando"
"D'accordo, farò delle ricerche, ma deve dire al suo amico di non mettersi in pericolo, stiamo cercando un assassino molto instabile"
Liam sospirò, l'avvocato aveva ragione.
"Lo so, ha messo in mezzo anche la sorella di sedici anni... Ha notizie di lei?"
In effetti era parecchio che Robert non gli parlava di Lucille, la cosa cominciava a preoccuparlo.
"No, niente. Ora devo andare, ci aggiorniamo"

Tornò in cella con una strana inquietudine, che fine aveva fatto Lucille?

Due giorni ci vollero per scoprirlo, Liam fece telefonate a destra e sinistra, finendo tutto il suo credito mensile.
Alla fine fu la visita di Giorgio a svelare l'arcano.
Rivederlo dopo tutto quel tempo e quei sospetti era strano, come se stesse vedendo un estraneo.
Allison alla fine aveva ritirato la denuncia, delusa anche dalla polizia che la faceva sentire sbagliata.
Giorgio aveva smesso di tormentarla, si era scusato con lei e Liam sperò si fosse rassegnato, ma ormai non si fidava più della sua parola.
"Come stai? Ti sei tatuato"
Il ragazzo gli sorrise.

"Come devo stare, ho scoperto che il mio migliore amico è uno stalker, l'altro mio amico uno spacciatore e potenzialmente qualcuno a me molto vicino un assassino che mi ha incastrato"
Giorgio chinò la testa, affranto.
Il suo pentimento sembrava sincero, tuttavia Liam non aveva più voglia di sobbarcarsi i problemi altrui.
"Mi sento in colpa con Allison, mi ha chiesto aiuto talmente tante volte... Ma il bene che ti voglio mi ha offuscato la vista"

"Mi dispiace Liam, ho sbagliato ogni cosa. Mi sono reso conto che non era nemmeno amore, ma ossessione. Ho smesso con quella merda di vita"
Il ragazzo voleva credergli con tutto se stesso, ma era difficile fidarsi.
"Robert non mi parla più, dice che gli faccio schifo. Da quando sei qui dentro tutto è andato a puttane, il nostro gruppo si è frantumato"
Liam lo sapeva, o quantomeno l'aveva intuito. Robert aveva un senso della morale troppo alto per accettare qualcosa del genere. Sospettava che avrebbe mandato a fanculo anche Marcus, alla fine.
"Di Lucille hai notizie?"
L'amico sussultò sulla sedia, il senso del pericolo di Liam si attivò immediatamente.
"Robert non te l'ha detto?"
"Dirmi cosa? Parla cazzo!" Si spazientì perché aveva una paura di fondo. Si erano esposti troppo, era successo qualcosa.

"Ecco, non so se voglia che tu lo sappia però... L'hanno violentata. Robert ci sta perdendo la testa per questa storia, dice che chi l'ha toccata è lo stesso che ha incastrato te. Pensavo che te l'avesse detto"
Liam era sconvolto, non c'era un giorno di pace da quando quell'assassino l'aveva preso di mira.
"C-come è successo? Quando?"
"Un mese fa circa, Lucille era andata in un capanno in periferia. Aveva parlato con un tizio che studia criminologia e voleva prendere qualcosa da lì"
Liam fece due più due. Lucille si era messa in un grosso casino per colpa sua e ora ne avrebbe scontato il dolore a vita.
"Impronte?"
"Credo di sì, forse tracce di sangue e cose del genere"
Il ragazzo si accasciò sulla sedia, privo di forze.
"È tutta colpa mia" Gli si formarono le lacrime negli occhi, ma rialzò la testa per ricacciarle indietro.

"Ma che cazzo dici, Robert avrebbe dovuto proteggerla!"
Bene, ora i suoi amici si scannavano anche a vicenda, accusandosi.
In quel momento Liam promise a se stesso che per quanto terrore provasse all'idea di ritornare libero l'avrebbe fatto solo per trovare quel bastardo e fargliela pagare.

"Grazie di tutto Giorgio, ti auguro il meglio"
Sì alzò dalla sedia e chiamò la guardia per tornare in cella.
Quella risposta di Liam fece gelare il sangue del ragazzo, era come se gli avesse appena detto addio.

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